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Deborah Graziano – Amor Vacui
Al Museo del Presente di Rende “Amor Vacui”, mostra personale dell’artista Deborah Graziano
Comunicato stampa
Segnala l'evento
È nell'assenza che si compie l'ossimoro della presenza artistica e creativa di Deborah Graziano. Amor Vacui ci racconta attraverso la presenza dell'immagine, opera d'arte, il significato dell'assenza. Una ricerca che si compie per sottrazione, dove il gesto artistico è essenziale, pulito. Nulla è superfluo. Tutto è compiuto, apparentemente fragile.
Lo spazio espositivo del museo si trasforma, così, da luogo reale dove mostrarsi, in uno spazio che supera il tempo, dove prendono vita visioni poetiche che appartengono alla personale visione dell'artista. Una ricerca quella di Deborah Graziano che indaga "l'io" per arrivare ad una conoscenza di sé stessi attraverso l'incontro con l'altro e con le emozioni dell'arte.
Un viaggio che si trascina con sé un senso d’incompiutezza che dapprima spaventa, ma poi si manifesta in tutta la sua tradizione che viene reinterpretata attraverso la decodificazione di nuove forme e storie.
Sono concrete immagini scultoree che evocano visioni profonde, capaci di indurre l'assenza in presenza. La materia si nega a sé stessa pur restando visibile, e la forma a noi riconoscibile ci chiede uno sforzo interpretativo maggiore. Sono opere che celano un nuovo verismo contemporaneo che ci raccontano "visioni" che ci appartengono.
L'immagine appare e scompare. Emerge e affonda come una danza che diventa ritualità. Lo spettatore osserva, si interroga e "produce" attraverso la sua presenza, una reazione che dà vita a nuove immagini e inevitabilmente a nuove assenze.
Un ciclo che si genera, vive, si trasforma e poi ritorna al punto di partenza. In questo vortice Deborah Graziano crea attraverso i "segni" e le "tracce" di frammenti di corpi, oggetti ed altri elementi che convivono l'uno nella "natura" dell'altro.
A tutto ciò, per comprendere meglio la ricerca di Deborah, va aggiunto, la particolare attenzione, la cura quasi maniacale, con la quale le opere devono essere fruite. La forza di ogni singolo lavoro, la bellezza di ogni immagine scultorea si conclude nella capacità dello spazio espositivo di essere un luogo "finito" abile ad offrire allo spettatore una visione infinita.
Se in questa storia la presenza diventa ragione, in Deborah l'assenza si trasforma in arte.
Roberto Sottile
Critico d’arte e curatore
Lo spazio espositivo del museo si trasforma, così, da luogo reale dove mostrarsi, in uno spazio che supera il tempo, dove prendono vita visioni poetiche che appartengono alla personale visione dell'artista. Una ricerca quella di Deborah Graziano che indaga "l'io" per arrivare ad una conoscenza di sé stessi attraverso l'incontro con l'altro e con le emozioni dell'arte.
Un viaggio che si trascina con sé un senso d’incompiutezza che dapprima spaventa, ma poi si manifesta in tutta la sua tradizione che viene reinterpretata attraverso la decodificazione di nuove forme e storie.
Sono concrete immagini scultoree che evocano visioni profonde, capaci di indurre l'assenza in presenza. La materia si nega a sé stessa pur restando visibile, e la forma a noi riconoscibile ci chiede uno sforzo interpretativo maggiore. Sono opere che celano un nuovo verismo contemporaneo che ci raccontano "visioni" che ci appartengono.
L'immagine appare e scompare. Emerge e affonda come una danza che diventa ritualità. Lo spettatore osserva, si interroga e "produce" attraverso la sua presenza, una reazione che dà vita a nuove immagini e inevitabilmente a nuove assenze.
Un ciclo che si genera, vive, si trasforma e poi ritorna al punto di partenza. In questo vortice Deborah Graziano crea attraverso i "segni" e le "tracce" di frammenti di corpi, oggetti ed altri elementi che convivono l'uno nella "natura" dell'altro.
A tutto ciò, per comprendere meglio la ricerca di Deborah, va aggiunto, la particolare attenzione, la cura quasi maniacale, con la quale le opere devono essere fruite. La forza di ogni singolo lavoro, la bellezza di ogni immagine scultorea si conclude nella capacità dello spazio espositivo di essere un luogo "finito" abile ad offrire allo spettatore una visione infinita.
Se in questa storia la presenza diventa ragione, in Deborah l'assenza si trasforma in arte.
Roberto Sottile
Critico d’arte e curatore
16
giugno 2020
Deborah Graziano – Amor Vacui
Dal 16 giugno al 04 luglio 2020
arte contemporanea
Location
MUSEO DEL PRESENTE
Rende, Piazzale John Fitzgerald Kennedy, (Cosenza)
Rende, Piazzale John Fitzgerald Kennedy, (Cosenza)
Orario di apertura
9.00-13.00 e 16.00-20.00
Vernissage
16 Giugno 2020, h 18.00
Autore
Curatore