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Decifrando le emozioni
tredici artisti contemporanei presenteranno le loro opere in un incontro di pittura, scultura e fotografia
Comunicato stampa
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Dopo le interessanti esperienze romane nella galleria gestita dalla sensibile Manuela Ricciardi, il gruppo formato da Loredana Bolena, Anne Marie Sanchez, Carla Basagli, Patrizio Rubcich, Barbara Gnisci, Yanira Elias, Martin Figura, Sergio Bertoli, Becky Anne Hann, Antonio Baiano, Ryszard Sliwka, Giuliano Pastori, Cristine Cremer esporrà per il tutto il mese di settembre nei locali di via Vanchiglia.
Si abbinano così, con questa performance, diverse tecniche artistiche che molto hanno fatto discutere critici, autori e collezionisti nel corso dei secoli. Se, sin dall’ellenismo, la scultura ha avuto il maggior riscontro nel campo della creatività artistica grazie alla possibilità di “raccontare”, a tutto tondo, gesta, eroi e divinità, a partire dal Quattrocento, sulla scia di un Giotto, un Masaccio e giù fino al perfezionismo della Triade Divina o al Realismo caravaggesco, la pittura si è aggiudicata il primato della Musa dimenticata. Una breve ripresa con Canova ed il Neoclassicismo e poi, salvo rare eccezioni, un tonfo globale dell’arte del togliere o dell’aggiungere a favore di colori e pennelli. Ma ecco, nell’Ottocento, comparire il dagherrotipo, padre indiscusso della fotografia, a scatenare dubbi e dilemmi in romantici, realisti, pintori di genere e sprone per la nascita di nuovi movimenti che, a partire dagli impressionisti, si svilupperanno in tutto il Globo alla ricerca di un nuovo modo di esprimersi avulso dalla ripetizione del soggetto esterno, ormai preda della camera oscura, e filosoficamente e psicoanaliticamente legati all’interiorità. Oggi, come chiaramente dimostra questa rassegna, ognuno dei filoni di cui si è proposto un breve iter storico, si è integrato in un amalgama che, seppure con caratteristiche diverse, ha riportato a dignità globale, quando gli autori sono di livello come quelli presenti all’Art Gallery, le tre correnti artistiche. Per quanto riguarda la fotografia l’aspetto che più colpisce è la possibilità che essa offre di operare un tipo di selezione del reale perfettamente analoga a quella impostasi in Europa con il Quattrocento e di procedere in tale selezione meccanicamente, ma con grande necessità di un back ground culturale che trasformi il tecnicismo in arte. Così la pittura ritrova una propria giusta collocazione per una coincidenza di compiti dai quali, peraltro, nella concezione del tempo, solo la pittura poteva elevarsi per gli impliciti margini di creatività, invenzione e stile da sempre riconosciutole anche se il Delaroche, nel 1839, preconizzava la morte della stessa come arte preposta alla mimesi del mondo reale. E la scultura sta ritornando, grazie a nuove e necessarie ricerche partite certo dai concetti di movimenti come quello dell’Arts and Crafts, a recuperare il proprio valore nella parade artistica perché complementare, per ideazione, creazione, forma e colore alle altre due tecniche dalle quali estrapola il “particulare” per reinserirlo nell’universale. Ne consegue che, come afferma il critico Giorgio Barberis...”Visitando questa rassegna, sarà impossibile, per valore, qualità e stile del gruppo artistico accolto nelle stupende sale di Palazzo Birago di Vische non recepire come tutte e tre le forme espressive abbiano raggiunto, ad inizio di terzo millennio, le pari opportunità di apprezzamento pur nella loro caratteristica singola interpretazione”.
Si abbinano così, con questa performance, diverse tecniche artistiche che molto hanno fatto discutere critici, autori e collezionisti nel corso dei secoli. Se, sin dall’ellenismo, la scultura ha avuto il maggior riscontro nel campo della creatività artistica grazie alla possibilità di “raccontare”, a tutto tondo, gesta, eroi e divinità, a partire dal Quattrocento, sulla scia di un Giotto, un Masaccio e giù fino al perfezionismo della Triade Divina o al Realismo caravaggesco, la pittura si è aggiudicata il primato della Musa dimenticata. Una breve ripresa con Canova ed il Neoclassicismo e poi, salvo rare eccezioni, un tonfo globale dell’arte del togliere o dell’aggiungere a favore di colori e pennelli. Ma ecco, nell’Ottocento, comparire il dagherrotipo, padre indiscusso della fotografia, a scatenare dubbi e dilemmi in romantici, realisti, pintori di genere e sprone per la nascita di nuovi movimenti che, a partire dagli impressionisti, si svilupperanno in tutto il Globo alla ricerca di un nuovo modo di esprimersi avulso dalla ripetizione del soggetto esterno, ormai preda della camera oscura, e filosoficamente e psicoanaliticamente legati all’interiorità. Oggi, come chiaramente dimostra questa rassegna, ognuno dei filoni di cui si è proposto un breve iter storico, si è integrato in un amalgama che, seppure con caratteristiche diverse, ha riportato a dignità globale, quando gli autori sono di livello come quelli presenti all’Art Gallery, le tre correnti artistiche. Per quanto riguarda la fotografia l’aspetto che più colpisce è la possibilità che essa offre di operare un tipo di selezione del reale perfettamente analoga a quella impostasi in Europa con il Quattrocento e di procedere in tale selezione meccanicamente, ma con grande necessità di un back ground culturale che trasformi il tecnicismo in arte. Così la pittura ritrova una propria giusta collocazione per una coincidenza di compiti dai quali, peraltro, nella concezione del tempo, solo la pittura poteva elevarsi per gli impliciti margini di creatività, invenzione e stile da sempre riconosciutole anche se il Delaroche, nel 1839, preconizzava la morte della stessa come arte preposta alla mimesi del mondo reale. E la scultura sta ritornando, grazie a nuove e necessarie ricerche partite certo dai concetti di movimenti come quello dell’Arts and Crafts, a recuperare il proprio valore nella parade artistica perché complementare, per ideazione, creazione, forma e colore alle altre due tecniche dalle quali estrapola il “particulare” per reinserirlo nell’universale. Ne consegue che, come afferma il critico Giorgio Barberis...”Visitando questa rassegna, sarà impossibile, per valore, qualità e stile del gruppo artistico accolto nelle stupende sale di Palazzo Birago di Vische non recepire come tutte e tre le forme espressive abbiano raggiunto, ad inizio di terzo millennio, le pari opportunità di apprezzamento pur nella loro caratteristica singola interpretazione”.
08
settembre 2007
Decifrando le emozioni
Dall'otto settembre al 05 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
TORINO ART GALLERY – PALAZZO BIRAGO DI VISCHE
Torino, Via Vanchiglia, 6a, (Torino)
Torino, Via Vanchiglia, 6a, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì: dalle 15.00 alle 19.00 / Sabato: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
8 Settembre 2007, ore 18,00
Autore
Curatore