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Declinando il tempo
Divisa su due sedi prestigiose raccoglie un nucleo importante di lavori di quattordici artiste a rappresentare la necessità di rapportarsi alla realtà quotidiana attraverso l’arte.
Comunicato stampa
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Divisa su due sedi prestigiose raccoglie un nucleo importante di lavori di quattordici artiste: Minou Amirsoleimani, Franca Battista, Primarosa Cesarini Sforza, Luisa Colella, Anna Maria Fardelli, Giancarla Frare, Rosaria Gini, Rita Mele, Maria Teresa Padula, Flavia Passamonti, Teresa Pollidori, Rosella Restante, Alba Savoi, Elena Sevi, a rappresentare la necessità di rapportarsi alla realtà quotidiana attraverso l’arte. L’interesse si volge, quindi, alle tematiche legate alla complessità dell’esistenza, filtrata attraverso una sensibilità squisitamente femminile, e l’arte diventa la possibilità di mettere a nudo se stesse, le inquietudini, le incertezze, le difficoltà di un quotidiano che si libera così della contraddittoria necessità di dover apparire in conformità ai criteri imposti da pochi.
L’intento critico è quello di riflettere sull’importanza temi considerati tradizionalmente femminili, quali la narrazione, l’intimità, lo sguardo soggettivo, l’esperienza del quotidiano, la contaminazione con pratiche cosiddette minori, ritenute ancora oggi troppo spesso secondarie all’interno del discorso sull’arte e soprattutto sull’esigenza di rendere manifesta l’intensità del proprio sentire, che segna – come scrive Rea in catalogo – “il vissuto di tutte, in cui interiorità ed esteriorità si coniugano in modi sempre originali, per superare l’inquietudine legata al tempo presente e bloccare, anche solo per un istante, il ritmo convulso del vivere, nell’intenzione di spostare l’attenzione su tutto ciò che ogni giorno sfugge, cancellato dall’urgenza di bisogni solo apparentemente primari”.
Le artiste invitate, differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla problematicità dell’identità femminile, che diventa il campo privilegiato di analisi, indagine ed espressione. Ognuna di loro presenta due lavori o due gruppi di lavori, strettamente correlati tra loro, pensati per costruire un dialogo tra le due sedi diverse: il Palazzo della Provincia a Frosinone e la Fondazione Umberto Mastroianni ad Arpino, con la dichiarata intenzione di sentire e vedere la realtà, per stare dentro le contraddizioni dell’esistenza, per provare a dare un significato a ciò che in apparenza non ne ha e raccontare attraverso l’arte il declinare del tempo, trattenendo in maniera duratura l’emozione del suo farsi.
Inevitabilmente ogni artista ha proposto una propria visione, che si affianca a quella delle altre per restituire nella molteplicità di posizioni diverse, concatenate e consequenziali, altre volte divergenti e persino discontinue, la complessità di un quotidiano in cui essere donna continua troppo spesso ad essere inteso come inevitabile problema, piuttosto che come costruttiva differenza.
L’intento critico è quello di riflettere sull’importanza temi considerati tradizionalmente femminili, quali la narrazione, l’intimità, lo sguardo soggettivo, l’esperienza del quotidiano, la contaminazione con pratiche cosiddette minori, ritenute ancora oggi troppo spesso secondarie all’interno del discorso sull’arte e soprattutto sull’esigenza di rendere manifesta l’intensità del proprio sentire, che segna – come scrive Rea in catalogo – “il vissuto di tutte, in cui interiorità ed esteriorità si coniugano in modi sempre originali, per superare l’inquietudine legata al tempo presente e bloccare, anche solo per un istante, il ritmo convulso del vivere, nell’intenzione di spostare l’attenzione su tutto ciò che ogni giorno sfugge, cancellato dall’urgenza di bisogni solo apparentemente primari”.
Le artiste invitate, differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla problematicità dell’identità femminile, che diventa il campo privilegiato di analisi, indagine ed espressione. Ognuna di loro presenta due lavori o due gruppi di lavori, strettamente correlati tra loro, pensati per costruire un dialogo tra le due sedi diverse: il Palazzo della Provincia a Frosinone e la Fondazione Umberto Mastroianni ad Arpino, con la dichiarata intenzione di sentire e vedere la realtà, per stare dentro le contraddizioni dell’esistenza, per provare a dare un significato a ciò che in apparenza non ne ha e raccontare attraverso l’arte il declinare del tempo, trattenendo in maniera duratura l’emozione del suo farsi.
Inevitabilmente ogni artista ha proposto una propria visione, che si affianca a quella delle altre per restituire nella molteplicità di posizioni diverse, concatenate e consequenziali, altre volte divergenti e persino discontinue, la complessità di un quotidiano in cui essere donna continua troppo spesso ad essere inteso come inevitabile problema, piuttosto che come costruttiva differenza.
06
marzo 2009
Declinando il tempo
Dal 06 al 20 marzo 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELLA PROVINCIA
Frosinone, Piazza Antonio Gramsci, 13, (Frosinone)
Frosinone, Piazza Antonio Gramsci, 13, (Frosinone)
Orario di apertura
lunedì/ venerdì dalle 9,00 – 17,00
Vernissage
6 Marzo 2009, ore 17,00
Autore
Curatore