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Dei ed eroi del barocco veneziano. Dal Padovanino a Luca Giordano e Sebastiano Ricci
Un’occasione per ammirare una trentina di dipinti provenienti dalle raccolte della Fondazione Querini Stampalia di Venezia che, avendo conservato l’intero patrimonio di una delle più antiche famiglie della Serenissima, può considerarsi un caso esemplare per la conoscenza dell’aristocrazia veneziana e del clima culturale dell’epoca.
Comunicato stampa
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Venezia nel Seicento: inizia il declino e la Repubblica si rifugia nel mito.
E' il mondo di artisti come il Padovanino, Francesco Ruschi, Pietro Liberi, Francesco Maffei, Giulio Carpioni, ma anche Luca Giordano e Sebastiano Ricci.
Sono fra i protagonisti della mostra Dei ed eroi del barocco veneziano. Dal Padovanino a Luca Giordano e Sebastiano Ricci allestita a Catania, nelle sale appena restaurate di Castello Ursino, dal 3 aprile al 6 giugno 2004.
Un'occasione per ammirare una trentina di dipinti provenienti dalle raccolte della Fondazione Querini Stampalia di Venezia che, avendo conservato l'intero patrimonio di una delle più antiche famiglie della Serenissima, può considerarsi un caso esemplare per la conoscenza dell'aristocrazia veneziana e del clima culturale dell'epoca.
Proprio nella stagione artistica del Barocco risulta determinante l'apporto della tradizione figurativa meridionale allo sviluppo della pittura veneziana.
La collaborazione fra il Comune di Catania e la Fondazione Querini Stampalia è coerente con quel legame antico e trova un precedente nel 1998, con l'allestimento, nella medesima sede, di una prima mostra, "Scene di vita veneziana", con opere di Pietro Longhi e Gabriel Bella.
Questa nuova iniziativa è in linea con il disegno complessivo dell'Amministrazione di Catania e della Regione Sicilia di consolidare il ruolo di Castello Ursino come presidio e ribalta dei nostri beni culturali meno noti, attraverso un'ampia manovra di recupero e riproposizione. Nello stesso tempo la Fondazione Querini Stampalia ricava dall'esposizione dei suoi tesori risorse per proseguirne il restauro.
Così l'esperienza di Catania e Venezia diventa modello di conservazione e valorizzazione dei beni culturali.
La mostra ripercorre la decadenza della Serenissima, tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Settecento: oltre un secolo di storia, che la vede ancora sfolgorante d'arte e di cultura, ma la sua supremazia marittima e commerciale si va sgretolando e la fine dell'indipendenza si avvicina.
Proprio in questo periodo in pittura si impone l'allegoria, la favola antica. Attraverso il repertorio della mitologia classica si esprimono significati etici e filosofici: è l’esaltazione del mito di Venezia come repubblica ideale.
A questo programma culturale corrisponde un rinnovamento stilistico della pittura veneziana, arenata in una fase di stanchezza creativa. Gli artisti della prima metà del Seicento recuperano la tradizione di colore e di atmosfera del primo Cinquecento: quasi un ritorno di fiamma della Rinascenza, proprio mentre la Repubblica si avvia al tramonto. E' il momento di Saraceni, di Varotari, detto il Padovanino, di Carpioni, Frangipane, Ruschi, Cervelli, Forabosco, Liberi e Maffei. La critica individua due linee tematiche: soggetti di puro divertimento, trattati con raffinata sensualità, e una "pittura di storia", capace di unire al piacere dello sguardo quello del sapere.
Dopo il Sessanta i "tenebrosi" prendono il sopravvento sui "classicisti". Segna la svolta l'arrivo del napoletano Luca Giordano. In laguna porta un naturalismo a tinte fosche, ispirato al Ribera, più in sintonia con quegli anni difficili.
A chiudere il secolo è Sebastiano Ricci: prende le mosse dai "tenebrosi", raccoglie le suggestioni del barocco emiliano e romano e le innesta sull'eredità del Veronese: alchimia che asseconda il cambiamento del gusto in chiave rococò. Ma nelle tre tele della Fondazione Querini Stampalia, in mostra a Castello Ursino, l'artista bellunese risente ancora delle cupe atmosfere chiaroscurali di Luca Giordano.
Nelle tre opere Ricci raffigura l'alba, il meriggio e la sera: una trilogia del tempo che, da un soffitto di palazzo Querini Stampalia, tracciava l'arco inesorabile del crepuscolo di Venezia.
E' il mondo di artisti come il Padovanino, Francesco Ruschi, Pietro Liberi, Francesco Maffei, Giulio Carpioni, ma anche Luca Giordano e Sebastiano Ricci.
Sono fra i protagonisti della mostra Dei ed eroi del barocco veneziano. Dal Padovanino a Luca Giordano e Sebastiano Ricci allestita a Catania, nelle sale appena restaurate di Castello Ursino, dal 3 aprile al 6 giugno 2004.
Un'occasione per ammirare una trentina di dipinti provenienti dalle raccolte della Fondazione Querini Stampalia di Venezia che, avendo conservato l'intero patrimonio di una delle più antiche famiglie della Serenissima, può considerarsi un caso esemplare per la conoscenza dell'aristocrazia veneziana e del clima culturale dell'epoca.
Proprio nella stagione artistica del Barocco risulta determinante l'apporto della tradizione figurativa meridionale allo sviluppo della pittura veneziana.
La collaborazione fra il Comune di Catania e la Fondazione Querini Stampalia è coerente con quel legame antico e trova un precedente nel 1998, con l'allestimento, nella medesima sede, di una prima mostra, "Scene di vita veneziana", con opere di Pietro Longhi e Gabriel Bella.
Questa nuova iniziativa è in linea con il disegno complessivo dell'Amministrazione di Catania e della Regione Sicilia di consolidare il ruolo di Castello Ursino come presidio e ribalta dei nostri beni culturali meno noti, attraverso un'ampia manovra di recupero e riproposizione. Nello stesso tempo la Fondazione Querini Stampalia ricava dall'esposizione dei suoi tesori risorse per proseguirne il restauro.
Così l'esperienza di Catania e Venezia diventa modello di conservazione e valorizzazione dei beni culturali.
La mostra ripercorre la decadenza della Serenissima, tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Settecento: oltre un secolo di storia, che la vede ancora sfolgorante d'arte e di cultura, ma la sua supremazia marittima e commerciale si va sgretolando e la fine dell'indipendenza si avvicina.
Proprio in questo periodo in pittura si impone l'allegoria, la favola antica. Attraverso il repertorio della mitologia classica si esprimono significati etici e filosofici: è l’esaltazione del mito di Venezia come repubblica ideale.
A questo programma culturale corrisponde un rinnovamento stilistico della pittura veneziana, arenata in una fase di stanchezza creativa. Gli artisti della prima metà del Seicento recuperano la tradizione di colore e di atmosfera del primo Cinquecento: quasi un ritorno di fiamma della Rinascenza, proprio mentre la Repubblica si avvia al tramonto. E' il momento di Saraceni, di Varotari, detto il Padovanino, di Carpioni, Frangipane, Ruschi, Cervelli, Forabosco, Liberi e Maffei. La critica individua due linee tematiche: soggetti di puro divertimento, trattati con raffinata sensualità, e una "pittura di storia", capace di unire al piacere dello sguardo quello del sapere.
Dopo il Sessanta i "tenebrosi" prendono il sopravvento sui "classicisti". Segna la svolta l'arrivo del napoletano Luca Giordano. In laguna porta un naturalismo a tinte fosche, ispirato al Ribera, più in sintonia con quegli anni difficili.
A chiudere il secolo è Sebastiano Ricci: prende le mosse dai "tenebrosi", raccoglie le suggestioni del barocco emiliano e romano e le innesta sull'eredità del Veronese: alchimia che asseconda il cambiamento del gusto in chiave rococò. Ma nelle tre tele della Fondazione Querini Stampalia, in mostra a Castello Ursino, l'artista bellunese risente ancora delle cupe atmosfere chiaroscurali di Luca Giordano.
Nelle tre opere Ricci raffigura l'alba, il meriggio e la sera: una trilogia del tempo che, da un soffitto di palazzo Querini Stampalia, tracciava l'arco inesorabile del crepuscolo di Venezia.
03
aprile 2004
Dei ed eroi del barocco veneziano. Dal Padovanino a Luca Giordano e Sebastiano Ricci
Dal 03 aprile al 06 giugno 2004
arte antica
Location
CASTELLO URSINO – MUSEO CIVICO
Catania, Piazza Federico Di Svevia, (Catania)
Catania, Piazza Federico Di Svevia, (Catania)
Biglietti
intero 4 €, ridotto 2 €
Orario di apertura
dalle 9.00 alle 19.00. Il venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.00.
Chiuso il lunedì
Vernissage
3 Aprile 2004, ore 18.00