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Delaine Le Bas – Paradise Found
La prima mostra personale di Delaine Le Bas in Italia. “Dopo la Cacciata dal Paradiso dell’Eden, il posto del Giardino fu sostituito da domicili sparsi, limitati dalle quattro, frenetiche mura della nascita, della parentela, del lavoro e della morte: fu una diaspora oppressa dalla claustrofobia…”
Comunicato stampa
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“Cervelli pasciuti e pascentisi intorno a me: sotto lampade a incandescenza, infilzati, con un tenue palpito delle antenne: e nel buio della mia mente un bradipo del mondo sotterraneo, riluttante, schivo di luce, che muove le sue squamose volute di drago. Pensiero è il pensiero del pensiero. Tranquilla luminosità. L'anima è in certo modo tutto ciò che è: l'anima è la forma delle forme. Tranquillità subitanea, vasta, incandescente: forma delle forme”. James Joyce, Ulisse, 1922.
Dopo la Caduta, il Dio dell’Eden contemplò il disastro seguito al risveglio degli esseri che aveva Lui stesso creato. Fu la punizione loro attribuita, la cacciata dal Giardino dell’Eden, che rese reale il cambiamento. La radura delle lire, della frutta e del dolce sonno fu persa per sempre, sorvegliata da un Cherubino con testa di uomo, corpo di leone e spada fiammeggiante. E il posto del Giardino fu preso da domicili sparsi, limitati dalle quattro, frenetiche mura della nascita, della parentela, del lavoro e della morte: fu una diaspora oppressa dalla claustrofobia.
I lavori di Delaine Le Bas si trovano tra queste mura, al riparo della lunga ombra dell’Eden, sguardi di spie sedotte alla vista di nuovi, possibili Giardini che anelano piene di rabbia. Un utero di bambole, protette dalla luce da una tessitura di diversi viticci, popolerà questo teatro. La luce, il cielo e un uccello saranno fisicamente cuciti al mondo; verranno lanciati braccialetti e numeri fortunati, preziosamente ricamati per proteggere questo secondo mondo da una possibile espulsione causata dai “miasmi di un dio in putrefazione ”.
Il mondo sotterraneo fa parte del progetto. I bambini di stoffa, vestiti e mascherati di merletti che si intonano con le loro pelli di garza, imbracciano teschi come se fossero elmi ed emblemi, materni doni cuciti a macchina, fonti di bellezza e protezione. Le bambole, quaggiù, esercitano un grande potere. Cacciano il male appostandosi tra letti e tende, con gli occhi scuri e le guance infossate, simili a quei finti medici che, i volti nascosti da lunghe maschere a becco, si aggiravano tra le pestilenze medievali. L’Inferno teme tutto ciò che è ambiguo, e celato. I mascherati potrebbero infatti essere eroi, fantasmi, uomini camuffati come i propri Animali-Guida, burattini selvaggi ma consapevoli che si aggirano tra i confini recintati del mondo. Persino i tormentatori di Dante e Bosch li eviterebbero, spaventati dalle loro facce spettrali abbigliate di pelle e teschi.
Le scaglie di drago dei luoghi più oscuri si spargono, e diventano lustrini sulle schiene e sulle ali di specie nuove e appariscenti. Procreando, lanciandosi nel ricordo e ascoltando a vicenda le proprie antenne sussurranti, costoro sono i soldati e le balie del lavoro di Delaine Le Bas, una cospirazione di parti respinte per la loro inutilità, malignità o irrilevanza, mutate da cuciture viventi e colori che amano. Perse nel caos, osservano un paradiso sospeso tra l’irrimediabilmente perduto e il ritrovato.
Delaine Le Bas ha esposto PARADISE LOST in varie sedi, tra cui il primo “Roma Pavilion” alla Biennale di Venezia del 2007, la Biennale Cuvee di Linz, la Galleria Compton Verney e la Galleria Giti Nourbakhsch.
PARADISE FOUND è la sua prima mostra personale alla Galleria Sonia Rosso e in italia.
Damian James Le Bas, 2008
(traduzione DDF)
Dopo la Caduta, il Dio dell’Eden contemplò il disastro seguito al risveglio degli esseri che aveva Lui stesso creato. Fu la punizione loro attribuita, la cacciata dal Giardino dell’Eden, che rese reale il cambiamento. La radura delle lire, della frutta e del dolce sonno fu persa per sempre, sorvegliata da un Cherubino con testa di uomo, corpo di leone e spada fiammeggiante. E il posto del Giardino fu preso da domicili sparsi, limitati dalle quattro, frenetiche mura della nascita, della parentela, del lavoro e della morte: fu una diaspora oppressa dalla claustrofobia.
I lavori di Delaine Le Bas si trovano tra queste mura, al riparo della lunga ombra dell’Eden, sguardi di spie sedotte alla vista di nuovi, possibili Giardini che anelano piene di rabbia. Un utero di bambole, protette dalla luce da una tessitura di diversi viticci, popolerà questo teatro. La luce, il cielo e un uccello saranno fisicamente cuciti al mondo; verranno lanciati braccialetti e numeri fortunati, preziosamente ricamati per proteggere questo secondo mondo da una possibile espulsione causata dai “miasmi di un dio in putrefazione ”.
Il mondo sotterraneo fa parte del progetto. I bambini di stoffa, vestiti e mascherati di merletti che si intonano con le loro pelli di garza, imbracciano teschi come se fossero elmi ed emblemi, materni doni cuciti a macchina, fonti di bellezza e protezione. Le bambole, quaggiù, esercitano un grande potere. Cacciano il male appostandosi tra letti e tende, con gli occhi scuri e le guance infossate, simili a quei finti medici che, i volti nascosti da lunghe maschere a becco, si aggiravano tra le pestilenze medievali. L’Inferno teme tutto ciò che è ambiguo, e celato. I mascherati potrebbero infatti essere eroi, fantasmi, uomini camuffati come i propri Animali-Guida, burattini selvaggi ma consapevoli che si aggirano tra i confini recintati del mondo. Persino i tormentatori di Dante e Bosch li eviterebbero, spaventati dalle loro facce spettrali abbigliate di pelle e teschi.
Le scaglie di drago dei luoghi più oscuri si spargono, e diventano lustrini sulle schiene e sulle ali di specie nuove e appariscenti. Procreando, lanciandosi nel ricordo e ascoltando a vicenda le proprie antenne sussurranti, costoro sono i soldati e le balie del lavoro di Delaine Le Bas, una cospirazione di parti respinte per la loro inutilità, malignità o irrilevanza, mutate da cuciture viventi e colori che amano. Perse nel caos, osservano un paradiso sospeso tra l’irrimediabilmente perduto e il ritrovato.
Delaine Le Bas ha esposto PARADISE LOST in varie sedi, tra cui il primo “Roma Pavilion” alla Biennale di Venezia del 2007, la Biennale Cuvee di Linz, la Galleria Compton Verney e la Galleria Giti Nourbakhsch.
PARADISE FOUND è la sua prima mostra personale alla Galleria Sonia Rosso e in italia.
Damian James Le Bas, 2008
(traduzione DDF)
08
novembre 2008
Delaine Le Bas – Paradise Found
Dall'otto novembre 2008 al 07 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA SONIA ROSSO
Torino, Via Giulia Di Barolo, 11H, (Torino)
Torino, Via Giulia Di Barolo, 11H, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14-19.30
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 21-24 in occasione della Notte delle Arti contemporanee
Autore
Curatore