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Delphine Valli – Climax
Per questa sua prima personale ad AlbumArte, Delphine Valli realizza una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo.
Comunicato stampa
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Per il quarto appuntamento del ciclo AlbumArte | Flash!, il 21 maggio 2019 ad AlbumArte, spazio indipendente per l’arte contemporanea di Roma, inaugura la mostra personale di Delphine Valli dal titolo CLIMAX, a cura di Claudio Libero Pisano.
Per questa sua prima personale ad AlbumArte, Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972, vive e lavora tra la Francia e l’Italia) realizza una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo. Le opere interagiscono e si completano nella sfida con la solidità dell'architettura esistente, formando un’atipica coesione.
Interventi dalle forme lievi e apparentemente inconsistenti restituiscono uno sguardo diverso sulle forme prestabilite e suggeriscono una via d'uscita al già definito. La sicurezza dell'osservatore rispetto alla solidità delle cose è minata, in un processo in divenire, CLIMAX offre letture e significati multipli, che si aggiungono l’un l’altro.
Una forma geometrica si presta a diversi significati, può essere volano per altre strategie percettive se si è disposti a ripensare il punto di vista. In questo percorso volutamente altalenante, l'attenzione è nel valore del vuoto, inteso come potenziale e mai come mancanza.
L’artista esplora da sempre, nella sua ricerca, le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico, poiché i suoi lavori non parlano tanto di loro stessi quanto dello spazio con i quali entrano in relazione. La geometria ambigua delle sue installazioni innesca un rapporto inedito con la percezione della realtà conosciuta, volta a considerare la straordinarietà di ogni cosa ordinaria. Valli sostiene che se la scultura è arte dello spazio, ne interroga la sostanza: utilizzare il colore a parete in scultura vuole sollecitare lo spazio e non la superficie: la pittura, in scultura diventa immateriale. Si tratta di manifestare un passaggio dal materiale all’immateriale e viceversa, portando lo sguardo a oscillare tra i due, per giungere ad una sintesi che metta in cortocircuito l’automatismo con il quale si tende ad accogliere uno spazio conosciuto, o riconosciuto.
La mostra gode del patrocinio dell’Institut français Italia. Un grazie speciale allo studio di architettura Labics e a IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari.
Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972) vive e lavora tra la Francia e Roma, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti in Scultura nel 2002. La sua ricerca artistica nasce dalla fascinazione provata nell’osservare il mondo circostante e interroga l’apparente immutabilità delle cose. Esplora le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico. Tra le mostre e partecipazioni, nel 2018, Fenêtre jaune cadmium, a cura di Sarah Linford (Institut Français | Centre Saint Louis, Roma); nel 2017, Hors les murs, a cura della Galerie]S[Mortier (Digital District Art, Paris); Forme/Luci-Spazio/Tempo Due artisti francesi per Muro Leccese, a cura di Elisabetta Giovagnoni (Ex Convento Domenicano, Muro Leccese); Tutorial Sirtaki, a cura di Elena Bellantoni e Mariana Ferratto, Media Art Festival (MAXXI, Roma); nel 2016, Artisti a confronto (Suzhou Jade Carving Art Museum, Suzhou, Cina); XXVI ° Biennale di Scultura, selezionata da Fabio De Chirico (Palazzo Ducale, Gubbio); Seminaria Sogninterra, a cura di Isabella Indolfi e Marianna Fazzi (Festival Biennale di Arte Ambientale, Maranola, (FM)); Ecstatic motion, a cura di Elisabetta Giovagnoni con testo critico di Raffaele Gavarro (Arteealtro, Roma); nel 2015, Dodici stanze, a cura di Claudio Libero Pisano (CIAC, Genazzano); Residenza artistica Bo_Cs, a cura di Alberto Dambruoso (Cosenza); nel 2014, Artsiders, a cura di Massimo Mattioli e Fabio De Chirico (Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia); Les révoltes logiques, a cura di Elisabetta Giovagnoni (Arteealtro, Roma e Intragallery, Napoli); Entre Nous #2, a cura di Simona Merra e Carmela Rinaldi (Muga, Roma); nel 2011, Progetto Accademia di Belle Arti (Tese di San Cristoforo, 54 Biennale di Venezia, Venezia); nel 2010, Godart, a cura di Enzo De Leonibus (MuseoLaboratorio Ex Manifattura Tabacchi, Città Sant’Angelo); Instead of here, a cura di Beatrice Bertini (Ex Elettrofonica, Festival Euromediterraneo Altomonte); Check-in Agent e Geografia della soglia (Ninni Esposito arte contemporanea, Bari); nel 2009, Premio Giovani 2009 Segnare/Disegnare, selezionata da Claudio Verna (Accademia Nazionale di San Luca, Roma); Circumambulazione, a cura di Alberto Dambruoso (Ex Elettrofonica, Roma), seguita dai Martedì Critici a cura di Micol Di Veroli e Alberto Dambruoso (Via Carlo Botta 28, Roma, 2010). Insegna Tecniche Performative per le Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Roma e Disegno per la Grafica per il master ArtLab (Università di Tor Vergata | ABA Roma).
Per questa sua prima personale ad AlbumArte, Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972, vive e lavora tra la Francia e l’Italia) realizza una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo. Le opere interagiscono e si completano nella sfida con la solidità dell'architettura esistente, formando un’atipica coesione.
Interventi dalle forme lievi e apparentemente inconsistenti restituiscono uno sguardo diverso sulle forme prestabilite e suggeriscono una via d'uscita al già definito. La sicurezza dell'osservatore rispetto alla solidità delle cose è minata, in un processo in divenire, CLIMAX offre letture e significati multipli, che si aggiungono l’un l’altro.
Una forma geometrica si presta a diversi significati, può essere volano per altre strategie percettive se si è disposti a ripensare il punto di vista. In questo percorso volutamente altalenante, l'attenzione è nel valore del vuoto, inteso come potenziale e mai come mancanza.
L’artista esplora da sempre, nella sua ricerca, le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico, poiché i suoi lavori non parlano tanto di loro stessi quanto dello spazio con i quali entrano in relazione. La geometria ambigua delle sue installazioni innesca un rapporto inedito con la percezione della realtà conosciuta, volta a considerare la straordinarietà di ogni cosa ordinaria. Valli sostiene che se la scultura è arte dello spazio, ne interroga la sostanza: utilizzare il colore a parete in scultura vuole sollecitare lo spazio e non la superficie: la pittura, in scultura diventa immateriale. Si tratta di manifestare un passaggio dal materiale all’immateriale e viceversa, portando lo sguardo a oscillare tra i due, per giungere ad una sintesi che metta in cortocircuito l’automatismo con il quale si tende ad accogliere uno spazio conosciuto, o riconosciuto.
La mostra gode del patrocinio dell’Institut français Italia. Un grazie speciale allo studio di architettura Labics e a IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari.
Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972) vive e lavora tra la Francia e Roma, dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti in Scultura nel 2002. La sua ricerca artistica nasce dalla fascinazione provata nell’osservare il mondo circostante e interroga l’apparente immutabilità delle cose. Esplora le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico. Tra le mostre e partecipazioni, nel 2018, Fenêtre jaune cadmium, a cura di Sarah Linford (Institut Français | Centre Saint Louis, Roma); nel 2017, Hors les murs, a cura della Galerie]S[Mortier (Digital District Art, Paris); Forme/Luci-Spazio/Tempo Due artisti francesi per Muro Leccese, a cura di Elisabetta Giovagnoni (Ex Convento Domenicano, Muro Leccese); Tutorial Sirtaki, a cura di Elena Bellantoni e Mariana Ferratto, Media Art Festival (MAXXI, Roma); nel 2016, Artisti a confronto (Suzhou Jade Carving Art Museum, Suzhou, Cina); XXVI ° Biennale di Scultura, selezionata da Fabio De Chirico (Palazzo Ducale, Gubbio); Seminaria Sogninterra, a cura di Isabella Indolfi e Marianna Fazzi (Festival Biennale di Arte Ambientale, Maranola, (FM)); Ecstatic motion, a cura di Elisabetta Giovagnoni con testo critico di Raffaele Gavarro (Arteealtro, Roma); nel 2015, Dodici stanze, a cura di Claudio Libero Pisano (CIAC, Genazzano); Residenza artistica Bo_Cs, a cura di Alberto Dambruoso (Cosenza); nel 2014, Artsiders, a cura di Massimo Mattioli e Fabio De Chirico (Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia); Les révoltes logiques, a cura di Elisabetta Giovagnoni (Arteealtro, Roma e Intragallery, Napoli); Entre Nous #2, a cura di Simona Merra e Carmela Rinaldi (Muga, Roma); nel 2011, Progetto Accademia di Belle Arti (Tese di San Cristoforo, 54 Biennale di Venezia, Venezia); nel 2010, Godart, a cura di Enzo De Leonibus (MuseoLaboratorio Ex Manifattura Tabacchi, Città Sant’Angelo); Instead of here, a cura di Beatrice Bertini (Ex Elettrofonica, Festival Euromediterraneo Altomonte); Check-in Agent e Geografia della soglia (Ninni Esposito arte contemporanea, Bari); nel 2009, Premio Giovani 2009 Segnare/Disegnare, selezionata da Claudio Verna (Accademia Nazionale di San Luca, Roma); Circumambulazione, a cura di Alberto Dambruoso (Ex Elettrofonica, Roma), seguita dai Martedì Critici a cura di Micol Di Veroli e Alberto Dambruoso (Via Carlo Botta 28, Roma, 2010). Insegna Tecniche Performative per le Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Roma e Disegno per la Grafica per il master ArtLab (Università di Tor Vergata | ABA Roma).
21
maggio 2019
Delphine Valli – Climax
Dal 21 maggio al 04 giugno 2019
arte contemporanea
Location
ALBUMARTE
Roma, Via Flaminia, 122, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 122, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
21 Maggio 2019, ore 18.30
Autore
Curatore