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Demian – Rainbow Dance
Una danza cromatica cadenzata dal crescendo tanto artistico quanto interiore del giovane pittore torinese Paolo Lupo, in arte Demian, che, attraverso una collezione di quindici ritratti, passa progressivamente da una figurazione elegante e sensuale a un’astrazione immediata, eterea e melliflua.
Comunicato stampa
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L’attività espositiva di Burning Giraffe Art Gallery riprende martedì 1 settembre 2015, dopo la pausa estiva, con la personale del giovane pittore Paolo Lupo, in arte Demian (Torino, 1987). La mostra, intitolata Rainbow Dance, è composta da una collezione di quindici opere su carta, ognuna delle quali è una tappa di un percorso di evoluzione artistica teso alla liberazione espressionistica dell’interiorità sotto forma di pulsioni cromatiche.
Come lo Zarathustra di Friedrich Nietzsche, l’artista si muove a passo di danza. La Danza Arcobaleno cadenzata dall’allestimento è un crescendo tanto estetico quanto conoscitivo e segue i passi di una maturazione che hanno portato l’artista a perdere la sicurezza elegante, ma rigida, della figura, per ritrovare se stesso nell’immediatezza di un’astrazione eterea e melliflua. Più che silhouette, o profili, i ritratti di Demian sono visualizzazioni energetiche, traduzioni cromatiche dell’interiorità dei personaggi protagonisti dei dipinti, che, inevitabilmente, si congiungono con quella dell’artista stesso, il quale è tutt’uno con le sue opere, sin dalla scelta del nome d’arte, che fa riferimento sia all’omonimo romanzo di Herman Hesse, che alle tradizioni mistiche, gnostiche e neoplatoniche. Nell’Apologia di Socrate, Platone faceva dire al suo maestro: «C’è dentro di me non so che spirito divino e demoniaco; è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte». Quella voce è il dáimōn, o démone, la parte divina dell’essere umano, che lo infonde di coscienza morale e lo apre all’illuminazione artistica. Nei dipinti di Demian confluiscono secoli di filosofie e religioni, che si trasfigurano nell’immediatezza e nella profondità del colore, nella leggerezza serena di una danza arcobaleno.
«Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare. E quando ho visto il mio demonio, l'ho sempre trovato serio, radicale, profondo, solenne: era lo spirito di gravità, grazie a lui tutte le cose cadono. Non con la collera, col riso si uccide. Orsù, uccidiamo lo spirito di gravità. Ho imparato ad andare: da quel momento mi lascio correre. Ho imparato a volare: da quel momento non voglio più essere urtato per smuovermi. Adesso sono lieve, adesso io volo, adesso vedo al di sotto di me, adesso è un dio a danzare, se io danzo».
Friedrich Nietzsche, Così parlo Zarathustra
Come lo Zarathustra di Friedrich Nietzsche, l’artista si muove a passo di danza. La Danza Arcobaleno cadenzata dall’allestimento è un crescendo tanto estetico quanto conoscitivo e segue i passi di una maturazione che hanno portato l’artista a perdere la sicurezza elegante, ma rigida, della figura, per ritrovare se stesso nell’immediatezza di un’astrazione eterea e melliflua. Più che silhouette, o profili, i ritratti di Demian sono visualizzazioni energetiche, traduzioni cromatiche dell’interiorità dei personaggi protagonisti dei dipinti, che, inevitabilmente, si congiungono con quella dell’artista stesso, il quale è tutt’uno con le sue opere, sin dalla scelta del nome d’arte, che fa riferimento sia all’omonimo romanzo di Herman Hesse, che alle tradizioni mistiche, gnostiche e neoplatoniche. Nell’Apologia di Socrate, Platone faceva dire al suo maestro: «C’è dentro di me non so che spirito divino e demoniaco; è come una voce che io ho dentro sin da fanciullo; la quale, ogni volta che mi si fa sentire, sempre mi dissuade da qualcosa che sto per compiere, e non mi fa mai proposte». Quella voce è il dáimōn, o démone, la parte divina dell’essere umano, che lo infonde di coscienza morale e lo apre all’illuminazione artistica. Nei dipinti di Demian confluiscono secoli di filosofie e religioni, che si trasfigurano nell’immediatezza e nella profondità del colore, nella leggerezza serena di una danza arcobaleno.
«Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare. E quando ho visto il mio demonio, l'ho sempre trovato serio, radicale, profondo, solenne: era lo spirito di gravità, grazie a lui tutte le cose cadono. Non con la collera, col riso si uccide. Orsù, uccidiamo lo spirito di gravità. Ho imparato ad andare: da quel momento mi lascio correre. Ho imparato a volare: da quel momento non voglio più essere urtato per smuovermi. Adesso sono lieve, adesso io volo, adesso vedo al di sotto di me, adesso è un dio a danzare, se io danzo».
Friedrich Nietzsche, Così parlo Zarathustra
01
settembre 2015
Demian – Rainbow Dance
Dal primo al 19 settembre 2015
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
BURNING GIRAFFE ART GALLERY
Torino, Via Eusebio Bava, 8a, (Torino)
Torino, Via Eusebio Bava, 8a, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 14:30-20
Vernissage
1 Settembre 2015, 18:30-21:30
Autore