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Denis Micheli – Tell them I said no
La prima personale dell’artista introduce immediatamente la responsabilità come perno centrale del suo lavoro: obbligo morale ed etico che ci dovrebbe illuminare sull’impossibilità di poter fare finita di niente. TELL THEM I SAID NO è un grido che afferma “non si può più adesso”.
Comunicato stampa
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TELL THEM I SAID NO
Denis Micheli
Curated by Lisa Andreani
29 Gennaio 2018 – 4 Marzo 2018
Opening 28 Gennaio 2018 ore 18
Su appuntamento al 3358051151
“Non si può più adesso” afferma con una voce tremante la ballerina francese Sylvie Guillem in un’intervista realizzata dalla tv italiana. Poche parole che raccolgono insieme un allarme e una speranza che l’artista Denis Micheli (1988) preleva in pochi secondi e filtra con uno schermo rosa.
La prima personale dell’artista introduce immediatamente la responsabilità come perno centrale del suo lavoro: obbligo morale ed etico che ci dovrebbe illuminare sull’impossibilità di poter fare finita di niente. In un atteggiamento che pone sulla stregua della stessa linea la molteplicità dei viventi, Micheli parla di un’esistenza equilibrata dove anche l’ibridazione tra specie non diviene causa di traumi e fratture. E mentre la stabilità nel mondo appare scaduta, egli cerca in una rilettura acuta di offrire l’opportunità di ricredersi su un’identità ormai stratificata, costruita e decostruita. In Per trovare qualcosa di erotico in me devi essere malato (2017), il secondo dei tre lavori in mostra, un’immagine alla prima apparenza marmorea genera un cortocircuito che fa dell’effetto scultoreo lo svelamento di amore carnale, troppo carnale per essere contemplato.
Il candido bianco di una scultura piumata conclude la trilogia delle opere presentate. Lulù (2014) è insieme un vortice e un etereo cigno che nella sua forma allude ancora alla disfunzione: non c’è corpo ma una storia sfaccettata che unisce ancora una volta a qualcosa di animale un elemento materiale.
Affiancando ormai da anni al suo percorso artistico molteplici collaborazioni con il mondo della moda, sia nel ruolo di stylist che di editor, Micheli immagina in molteplici lavori un mescolarsi di specie, usi e costumi. Se la natura da sola è incapace di procreare esseri così malsani, significa che l’uomo si è impegnato ad educarli come tali. Il monito di possibilità di riscatto giunge allora nuovamente da quell’appello di Sylvie: “non si può più adesso”.
Denis Micheli (Varese, 1988)
Si divide tra Milano, dove lavora freelance come stylist collaborando con agenzie pubblicitarie e con riviste di moda (Vogue Italia, Kaltblut Magazine, Contributor Magazine, Just Magazine, Pizza Magazine e Unflop Paper), Venezia dove sta completando il corso di Laurea Magistrale in Arti Visive presso l’Università IUAV e Varese. La sua ricerca si basa sulla mutazione in una visione dove la moda e le arti visive confluiscono in un nuovo mondo, fatto di diversi concetti di natura, di umanità, di animali e di genere. La moda è per l’artista un complemento scultoreo nel quotidiano, è la costruzione continua e ripetuta di noi stessi.
Denis Micheli
Curated by Lisa Andreani
29 Gennaio 2018 – 4 Marzo 2018
Opening 28 Gennaio 2018 ore 18
Su appuntamento al 3358051151
“Non si può più adesso” afferma con una voce tremante la ballerina francese Sylvie Guillem in un’intervista realizzata dalla tv italiana. Poche parole che raccolgono insieme un allarme e una speranza che l’artista Denis Micheli (1988) preleva in pochi secondi e filtra con uno schermo rosa.
La prima personale dell’artista introduce immediatamente la responsabilità come perno centrale del suo lavoro: obbligo morale ed etico che ci dovrebbe illuminare sull’impossibilità di poter fare finita di niente. In un atteggiamento che pone sulla stregua della stessa linea la molteplicità dei viventi, Micheli parla di un’esistenza equilibrata dove anche l’ibridazione tra specie non diviene causa di traumi e fratture. E mentre la stabilità nel mondo appare scaduta, egli cerca in una rilettura acuta di offrire l’opportunità di ricredersi su un’identità ormai stratificata, costruita e decostruita. In Per trovare qualcosa di erotico in me devi essere malato (2017), il secondo dei tre lavori in mostra, un’immagine alla prima apparenza marmorea genera un cortocircuito che fa dell’effetto scultoreo lo svelamento di amore carnale, troppo carnale per essere contemplato.
Il candido bianco di una scultura piumata conclude la trilogia delle opere presentate. Lulù (2014) è insieme un vortice e un etereo cigno che nella sua forma allude ancora alla disfunzione: non c’è corpo ma una storia sfaccettata che unisce ancora una volta a qualcosa di animale un elemento materiale.
Affiancando ormai da anni al suo percorso artistico molteplici collaborazioni con il mondo della moda, sia nel ruolo di stylist che di editor, Micheli immagina in molteplici lavori un mescolarsi di specie, usi e costumi. Se la natura da sola è incapace di procreare esseri così malsani, significa che l’uomo si è impegnato ad educarli come tali. Il monito di possibilità di riscatto giunge allora nuovamente da quell’appello di Sylvie: “non si può più adesso”.
Denis Micheli (Varese, 1988)
Si divide tra Milano, dove lavora freelance come stylist collaborando con agenzie pubblicitarie e con riviste di moda (Vogue Italia, Kaltblut Magazine, Contributor Magazine, Just Magazine, Pizza Magazine e Unflop Paper), Venezia dove sta completando il corso di Laurea Magistrale in Arti Visive presso l’Università IUAV e Varese. La sua ricerca si basa sulla mutazione in una visione dove la moda e le arti visive confluiscono in un nuovo mondo, fatto di diversi concetti di natura, di umanità, di animali e di genere. La moda è per l’artista un complemento scultoreo nel quotidiano, è la costruzione continua e ripetuta di noi stessi.
28
gennaio 2018
Denis Micheli – Tell them I said no
Dal 28 gennaio al 04 marzo 2018
arte contemporanea
Location
ANONIMA KUNSTHALLE
Varese, Via San Pedrino, 4, (Varese)
Varese, Via San Pedrino, 4, (Varese)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
28 Gennaio 2018, ore 18
Autore
Curatore