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Destination hope
Destination Hope, un progetto di documentazione delle problematiche sanitarie su scala mondiale, dall’Africa all’Asia, dalle Americhe all’Europa, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e dalla Società Geografica Italiana
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nell’ambito della VII edizione del Festival della Letteratura di Viaggio, dall’1 ottobre 2014 al 7
gennaio 2015 il Museo di Roma Palazzo Braschi ospiterà la mostra “Destination Hope” promossa
da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali, e dalla Società Geografica Italiana, a cura dell’agenzia fotografica
Parallelozero.
“Ogni individuo ha il diritto a un tenore di vita adeguato, a garantire la salute e il benessere
proprio e della sua famiglia, incluse (...) le cure mediche, e il diritto alla sicurezza in caso di (...)
malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per
circostanze indipendenti dalla sua volontà.”
Articolo 25, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948
Il diritto alla salute è universale, eppure la salute non è a portata di tutti. Per molti non è
nemmeno a portata di mano. Milioni di persone nel mondo sono costrette a lunghi e a volte
strazianti viaggi per sottoporsi a quelle cure che non sono disponibili nella loro città o nel loro
paese, perché troppo care, perché inesistenti o perché classificate come illegali in quella nazione.
Nella maggior parte dei casi, i profondi drammi personali e collettivi legati a questi ingenti flussi
migratori della salute sono sconosciuti al grande pubblico, poiché sottovalutati, quando non
ignorati, dalla stampa.
Questa è la ragione che ha spinto Parallelozero a voler impegnare i propri fotogiornalisti in
Destination Hope, un progetto di documentazione delle problematiche sanitarie su scala mondiale,
dall'Africa all'Asia, dalle Americhe all'Europa. Ecco, attraverso 13 case histories in tutto il pianeta,
i protagonisti e le modalità dei viaggi intrapresi in cerca di terapie nuove, di difficile accesso o
semplicemente più a buon mercato. Con in comune la stessa destinazione: la speranza.
The right to health is universal, yet health is a right often denied. For many, it is simply too
far away to be reached easily. Millions of people all over the world are forced to take long and
sometimes excruciating trips to access the medical care which is not available in their city or
country, either because too expensive for their pockets, or because classified as illegal in that
country.
Most of the times, the deep personal and collective tragedies associated to these conspicuous
flows of “health migration” are unknown to the public, because they are usually considered of
scarce journalistic value by the press and thus underestimated, when not ignored altogether.
This is the reason that brought Parallelozero and its photojournalists to realize Destination Hope,
a project that aims to document the problem of access to health care worldwide, from Africa
to Asia, from Americas to Europe. Here are, through 13 case histories all over the planet, the
protagonists and the dynamics of those journeys made in search of new, miraculous or simply
cheaper therapies. With the same destination in common: hope.
LE STORIE DI DESTINATION HOPE
I fotografi di Destination Hope:
Simone Cerio, Alessandro Gandolfi, Sergio Ramazzotti, Paulo Siqueira, Bruno
Zanzottera
SVIZZERA
Uno dei pochi paesi al mondo dove il suicidio assistito è legale e consentito ai cittadini stranieri. Si
stima che ogni anno 600 persone, la maggior parte delle quali malati terminali, viaggino in Svizzera
da tutto il mondo per ottenere quella che molti di loro definiscono “una morte dignitosa”.
STRISCIA DI GAZA
Le strutture sanitarie della striscia di Gaza sono drammaticamente inadeguate, per mancanza
di attrezzature, a curare le patologie più serie. I pazienti palestinesi sono costretti a viaggiare in
Israele o in Egitto, talvolta illegalmente, per avere accesso alle cure mediche che garantiscono la
loro sopravvivenza.
STATI UNITI - MESSICO
Nogales, una cittadina messicana non lontana dal confine con gli Stati Uniti, è stata ribattezzata la
“città-clinica”. Ogni anno, centinaia di migliaia di statunitensi attraversano la frontiera e giungono
a Nogales per sottoporsi a cure mediche low cost che vanno dall’odontoiatria ai più complessi
interventi chirurgici.
AFGHANISTAN
Talvolta non sono i malati a viaggiare per raggiungere le cure. Davide Luppi è un giovane chirurgo
italiano che ha deciso di completare la sua specializzazione in un centro di traumatologia di guerra
a Kabul, portando al tempo stesso preziosa assistenza alle vittime di un conflitto che è tuttora in
corso, e probabilmente destinato a inasprirsi.
BENIN - NIGER
Nel Benin settentrionale, un ospedale cattolico è da tempo il punto di riferimento per i malati
provenienti da diversi paesi dell’Africa occidentale. Fra questi, molti sono musulmani del Niger che
vengono inviati in questa struttura da un locale califfo islamico.
PERÙ
Il centro di salute Santa Clotilde è forse uno degli ospedali più remoti del mondo. Situato lungo
il fiume Napo, nel cuore dell’Amazzonia, a più di 300 km dalla città più vicina, assiste tutti i
malati e i feriti che vivono sul fiume in un raggio di oltre 300 km. La maggior parte di queste
persone, quando devono raggiungere l’ospedale, si spostano in canoa. Per alcuni, il viaggio è
semplicemente troppo lungo per riuscire ad arrivarci vivi.
ITALIA
È una convinzione diffusa che le persone disabili non provino stimoli sessuali. In realtà è l’esatto
contrario. Questa è la storia di una donna che ha scelto la professione di assistente sessuale per i
disabili, e di un giovane paraplegico che viaggia regolarmente per recarsi da lei e, come lui stesso
dice, “trascorrere una mezza giornata di normale vita sessuale”.
GERMANIA
Un corriere con sede in Germania ha creato uno straordinario network di volontari non pagati, che
ogni mese donano alcuni giorni del loro tempo e viaggiano in tutto il mondo trasportando midollo
osseo appena estratto ovunque ve ne sia la necessità per un trapianto urgente.
COREA DEL SUD
Seoul ha il più alto numero pro capite di cliniche di chirurgia estetica: costi contenuti e standard
elevato. Ecco perché le giovani cinesi, che una volta volavano a Tokyo per eliminare gli occhi
a mandorla, ora vengono qui. Riversando danaro in un business che, fra piccole strutture a
conduzione familiare e giganti da 600 dipendenti, genera un fatturato annuo di 5 miliardi di dollari
all’anno.
SANT’ELENA
La RMS St Helena non è solo l’ultima nave postale di Sua Maestà britannica rimasta in servizio
al mondo. È il cordone ombelicale che garantisce la sopravvivenza dei quattromila abitanti
dell’isola di Sant’Elena, confinati su uno scoglio in mezzo all'Atlantico. E soprattutto la speranza
di salvezza per chi si ammala, non può essere curato nell’ospedale dell’isola (che è tragicamente
sottoequipaggiato, al punto che non dispone nemmeno di una attrezzatura per le TAC) e deve
essere evacuato.
INDIA
Anand è una cittadina indiana il cui nome significa felicità. In questi ultimi anni è diventata una
delle capitali mondiali delle mamme in affitto (con migliaia di coppie che viaggiano fin qui da tutto
il mondo), da quando, nel 2006, la ginecologa Nayna Patel ha fondato l'Akanksha Infertility Clinic,
che alcuni hanno ribattezzato la “clinica del più grande desiderio”. La clinica ha festeggiato alla fine
del 2013 il 500° bimbo nato da una mamma in affitto.
STATI UNITI
Nel 2009, in Colorado, è stato messo a punto un ceppo di marijuana terapeutica con cui si stanno
ottenendo miracoli nel trattamento di bambini affetti da gravi forme di epilessia. Da allora,
centinaia di famiglie con bambini epilettici si sono trasferite (e continuano a trasferirsi) in Colorado,
al fine di ottenere per i figli il trattamento che è ancora illegale nei loro stati di provenienza.
NEPAL
La cecità è molto diffusa in Nepal: la nazione è una delle più colpite al mondo. E se nelle grandi
città farsi curare la cataratta può essere relativamente facile, per le persone più povere che vivono
nelle aree rurali non lo è per nulla. Ecco perché, una volta l'anno, i medici dell'ospedale oftalmico
Sagarmatha Choudhary vanno in missione nei luoghi più isolati. E in quelle occasioni le persone
provenienti da villaggi ancora più isolati si mettono in viaggio, a volte per giorni, per poterli
raggiungere.
L’AGENZIA FOTOGRAFICA PARALLELOZERO
È stato detto che i fotogiornalisti non hanno più bisogno di viaggiare per il mondo alla ricerca
di storie: quest’oggi sono le storie che vengono a noi, attraverso il web e le legioni di citizen
journalists pronti a raccontarle. È stato anche detto che non è più necessario esplorare il mondo:
ne conosciamo ogni angolo, non importa quanto remoto. Nel 2007, Alessandro Gandolfi,
Sergio Ramazzotti, Davide Scagliola e Bruno Zanzottera fondarono Parallelozero
precisamente perché erano convinti del contrario: dopo tutti questi anni lo siamo ancora. Ogni
giorno, uno dei nostri fotogiornalisti si imbatte in una storia sconvolgente in un luogo dove non
soltanto l’esistenza del web è sconosciuta, ma non c’è motivo per credere che vi arriverà entro
breve. Molte di queste storie hanno esseri umani per protagonisti, e quando le ascolti ti rendi
conto che meriterebbero non un semplice servizio fotografico, ma un intero romanzo. In un mondo
globalizzato del quale pensiamo di conoscere ogni aspetto, queste storie hanno ancora il potere di
sorprenderci e commuoverci, di nutrire la nostra conoscenza e la nostra anima, di smantellare gli
stereotipi e cambiare il modo in cui guardiamo al nostro pianeta. Ciò suggerisce che, fintantoché
gli esseri umani verranno alla luce, le loro storie varranno la pena di essere raccontate, e il mondo
di essere esplorato. Ecco perché i nostri fotogiornalisti e scrittori continuano a viaggiare, e non
hanno alcuna intenzione di fermarsi. Ogni giorno condividiamo le nostre storie con voi, affinché
possiate provare la stessa meraviglia, la stessa indignazione, la stessa ispirazione che abbiamo
provato noi quando le abbiamo viste e ascoltate per la prima volta.
gennaio 2015 il Museo di Roma Palazzo Braschi ospiterà la mostra “Destination Hope” promossa
da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali, e dalla Società Geografica Italiana, a cura dell’agenzia fotografica
Parallelozero.
“Ogni individuo ha il diritto a un tenore di vita adeguato, a garantire la salute e il benessere
proprio e della sua famiglia, incluse (...) le cure mediche, e il diritto alla sicurezza in caso di (...)
malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per
circostanze indipendenti dalla sua volontà.”
Articolo 25, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948
Il diritto alla salute è universale, eppure la salute non è a portata di tutti. Per molti non è
nemmeno a portata di mano. Milioni di persone nel mondo sono costrette a lunghi e a volte
strazianti viaggi per sottoporsi a quelle cure che non sono disponibili nella loro città o nel loro
paese, perché troppo care, perché inesistenti o perché classificate come illegali in quella nazione.
Nella maggior parte dei casi, i profondi drammi personali e collettivi legati a questi ingenti flussi
migratori della salute sono sconosciuti al grande pubblico, poiché sottovalutati, quando non
ignorati, dalla stampa.
Questa è la ragione che ha spinto Parallelozero a voler impegnare i propri fotogiornalisti in
Destination Hope, un progetto di documentazione delle problematiche sanitarie su scala mondiale,
dall'Africa all'Asia, dalle Americhe all'Europa. Ecco, attraverso 13 case histories in tutto il pianeta,
i protagonisti e le modalità dei viaggi intrapresi in cerca di terapie nuove, di difficile accesso o
semplicemente più a buon mercato. Con in comune la stessa destinazione: la speranza.
The right to health is universal, yet health is a right often denied. For many, it is simply too
far away to be reached easily. Millions of people all over the world are forced to take long and
sometimes excruciating trips to access the medical care which is not available in their city or
country, either because too expensive for their pockets, or because classified as illegal in that
country.
Most of the times, the deep personal and collective tragedies associated to these conspicuous
flows of “health migration” are unknown to the public, because they are usually considered of
scarce journalistic value by the press and thus underestimated, when not ignored altogether.
This is the reason that brought Parallelozero and its photojournalists to realize Destination Hope,
a project that aims to document the problem of access to health care worldwide, from Africa
to Asia, from Americas to Europe. Here are, through 13 case histories all over the planet, the
protagonists and the dynamics of those journeys made in search of new, miraculous or simply
cheaper therapies. With the same destination in common: hope.
LE STORIE DI DESTINATION HOPE
I fotografi di Destination Hope:
Simone Cerio, Alessandro Gandolfi, Sergio Ramazzotti, Paulo Siqueira, Bruno
Zanzottera
SVIZZERA
Uno dei pochi paesi al mondo dove il suicidio assistito è legale e consentito ai cittadini stranieri. Si
stima che ogni anno 600 persone, la maggior parte delle quali malati terminali, viaggino in Svizzera
da tutto il mondo per ottenere quella che molti di loro definiscono “una morte dignitosa”.
STRISCIA DI GAZA
Le strutture sanitarie della striscia di Gaza sono drammaticamente inadeguate, per mancanza
di attrezzature, a curare le patologie più serie. I pazienti palestinesi sono costretti a viaggiare in
Israele o in Egitto, talvolta illegalmente, per avere accesso alle cure mediche che garantiscono la
loro sopravvivenza.
STATI UNITI - MESSICO
Nogales, una cittadina messicana non lontana dal confine con gli Stati Uniti, è stata ribattezzata la
“città-clinica”. Ogni anno, centinaia di migliaia di statunitensi attraversano la frontiera e giungono
a Nogales per sottoporsi a cure mediche low cost che vanno dall’odontoiatria ai più complessi
interventi chirurgici.
AFGHANISTAN
Talvolta non sono i malati a viaggiare per raggiungere le cure. Davide Luppi è un giovane chirurgo
italiano che ha deciso di completare la sua specializzazione in un centro di traumatologia di guerra
a Kabul, portando al tempo stesso preziosa assistenza alle vittime di un conflitto che è tuttora in
corso, e probabilmente destinato a inasprirsi.
BENIN - NIGER
Nel Benin settentrionale, un ospedale cattolico è da tempo il punto di riferimento per i malati
provenienti da diversi paesi dell’Africa occidentale. Fra questi, molti sono musulmani del Niger che
vengono inviati in questa struttura da un locale califfo islamico.
PERÙ
Il centro di salute Santa Clotilde è forse uno degli ospedali più remoti del mondo. Situato lungo
il fiume Napo, nel cuore dell’Amazzonia, a più di 300 km dalla città più vicina, assiste tutti i
malati e i feriti che vivono sul fiume in un raggio di oltre 300 km. La maggior parte di queste
persone, quando devono raggiungere l’ospedale, si spostano in canoa. Per alcuni, il viaggio è
semplicemente troppo lungo per riuscire ad arrivarci vivi.
ITALIA
È una convinzione diffusa che le persone disabili non provino stimoli sessuali. In realtà è l’esatto
contrario. Questa è la storia di una donna che ha scelto la professione di assistente sessuale per i
disabili, e di un giovane paraplegico che viaggia regolarmente per recarsi da lei e, come lui stesso
dice, “trascorrere una mezza giornata di normale vita sessuale”.
GERMANIA
Un corriere con sede in Germania ha creato uno straordinario network di volontari non pagati, che
ogni mese donano alcuni giorni del loro tempo e viaggiano in tutto il mondo trasportando midollo
osseo appena estratto ovunque ve ne sia la necessità per un trapianto urgente.
COREA DEL SUD
Seoul ha il più alto numero pro capite di cliniche di chirurgia estetica: costi contenuti e standard
elevato. Ecco perché le giovani cinesi, che una volta volavano a Tokyo per eliminare gli occhi
a mandorla, ora vengono qui. Riversando danaro in un business che, fra piccole strutture a
conduzione familiare e giganti da 600 dipendenti, genera un fatturato annuo di 5 miliardi di dollari
all’anno.
SANT’ELENA
La RMS St Helena non è solo l’ultima nave postale di Sua Maestà britannica rimasta in servizio
al mondo. È il cordone ombelicale che garantisce la sopravvivenza dei quattromila abitanti
dell’isola di Sant’Elena, confinati su uno scoglio in mezzo all'Atlantico. E soprattutto la speranza
di salvezza per chi si ammala, non può essere curato nell’ospedale dell’isola (che è tragicamente
sottoequipaggiato, al punto che non dispone nemmeno di una attrezzatura per le TAC) e deve
essere evacuato.
INDIA
Anand è una cittadina indiana il cui nome significa felicità. In questi ultimi anni è diventata una
delle capitali mondiali delle mamme in affitto (con migliaia di coppie che viaggiano fin qui da tutto
il mondo), da quando, nel 2006, la ginecologa Nayna Patel ha fondato l'Akanksha Infertility Clinic,
che alcuni hanno ribattezzato la “clinica del più grande desiderio”. La clinica ha festeggiato alla fine
del 2013 il 500° bimbo nato da una mamma in affitto.
STATI UNITI
Nel 2009, in Colorado, è stato messo a punto un ceppo di marijuana terapeutica con cui si stanno
ottenendo miracoli nel trattamento di bambini affetti da gravi forme di epilessia. Da allora,
centinaia di famiglie con bambini epilettici si sono trasferite (e continuano a trasferirsi) in Colorado,
al fine di ottenere per i figli il trattamento che è ancora illegale nei loro stati di provenienza.
NEPAL
La cecità è molto diffusa in Nepal: la nazione è una delle più colpite al mondo. E se nelle grandi
città farsi curare la cataratta può essere relativamente facile, per le persone più povere che vivono
nelle aree rurali non lo è per nulla. Ecco perché, una volta l'anno, i medici dell'ospedale oftalmico
Sagarmatha Choudhary vanno in missione nei luoghi più isolati. E in quelle occasioni le persone
provenienti da villaggi ancora più isolati si mettono in viaggio, a volte per giorni, per poterli
raggiungere.
L’AGENZIA FOTOGRAFICA PARALLELOZERO
È stato detto che i fotogiornalisti non hanno più bisogno di viaggiare per il mondo alla ricerca
di storie: quest’oggi sono le storie che vengono a noi, attraverso il web e le legioni di citizen
journalists pronti a raccontarle. È stato anche detto che non è più necessario esplorare il mondo:
ne conosciamo ogni angolo, non importa quanto remoto. Nel 2007, Alessandro Gandolfi,
Sergio Ramazzotti, Davide Scagliola e Bruno Zanzottera fondarono Parallelozero
precisamente perché erano convinti del contrario: dopo tutti questi anni lo siamo ancora. Ogni
giorno, uno dei nostri fotogiornalisti si imbatte in una storia sconvolgente in un luogo dove non
soltanto l’esistenza del web è sconosciuta, ma non c’è motivo per credere che vi arriverà entro
breve. Molte di queste storie hanno esseri umani per protagonisti, e quando le ascolti ti rendi
conto che meriterebbero non un semplice servizio fotografico, ma un intero romanzo. In un mondo
globalizzato del quale pensiamo di conoscere ogni aspetto, queste storie hanno ancora il potere di
sorprenderci e commuoverci, di nutrire la nostra conoscenza e la nostra anima, di smantellare gli
stereotipi e cambiare il modo in cui guardiamo al nostro pianeta. Ciò suggerisce che, fintantoché
gli esseri umani verranno alla luce, le loro storie varranno la pena di essere raccontate, e il mondo
di essere esplorato. Ecco perché i nostri fotogiornalisti e scrittori continuano a viaggiare, e non
hanno alcuna intenzione di fermarsi. Ogni giorno condividiamo le nostre storie con voi, affinché
possiate provare la stessa meraviglia, la stessa indignazione, la stessa ispirazione che abbiamo
provato noi quando le abbiamo viste e ascoltate per la prima volta.
30
settembre 2014
Destination hope
Dal 30 settembre 2014 al 07 gennaio 2015
fotografia
Location
MUSEO DI ROMA – PALAZZO BRASCHI
Roma, PIAZZA San Pantaleo, 10, (Roma)
Roma, PIAZZA San Pantaleo, 10, (Roma)
Biglietti
Intero non residenti euro 9,50 e ridotto non residenti euro 7,50 / Intero
residenti euro 8,50 e ridotto residenti euro 6,50
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-20 / 24 e 31 dicembre 10-14
Vernissage
30 Settembre 2014, ore 18
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore