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Destinincrociati
L’abbinamento, seppure lontano nel tempo, tra gli storici Selvatico, Lino e Luigi figli di Riccardo il sindaco-poeta fondatore della Biennale veneziana, e due giovani ma già affermati artisti come Oriano Favaretto e Nata
Comunicato stampa
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L’abbinamento, seppure lontano nel tempo, tra gli storici Selvatico, Lino e Luigi figli di Riccardo il sindaco-poeta fondatore della Biennale veneziana, e due giovani ma già affermati artisti come Oriano Favaretto e Nata, anche se, questi ultimi, a loro volta con percorsi di ricerche tra loro diversi, funziona e le loro opere presenti in mostra si amalgamano perfettamente nell’attuale contesto che si è venuto a ricreare. Oriano Favaretto e Nata pur appartenendo a concezioni estetiche differenti, provengono da una formazione comune in quanto entrambi, alla fine degli anni ‘70, hanno seguito le lezioni di Emilio Vedova all’Accademia di Belle Arti di Venezia; in seguito si sono inoltrati in direzioni diverse: Favaretto orientandosi verso il design, Nata, invece, intraprendendo una ricerca prevalentemente di tipo pittorico, in entrambi i casi interpretando la lezione del maestro con una spiccata loro distinguibile e peculiare originalità, cosa piuttosto rara tra gli adepti del noto pittore veneziano.
In questa occasione ambedue espongono dei dipinti. Favaretto che non ha comunque mai abbandonato la pittura, presenta una sua ricerca che parte dall’osservazione dell’elemento naturale, del paesaggio con il quale si sente in piena congenita sintonia e con cui ha sempre tessuto un rapporto di confronto, di analisi, di studio e di conoscenza evidenti anche nella raffinata collaterale produzione vetraria
Come per Favaretto, anche per Nata, così come per molti altri artisti attivi nel contemporaneo da Richter a Daniel Buren, da Baselitz a Immendorf e Polke o a Philip Guston, non sussiste più una dicotomia né una netta contrapposizione tra una concezione figurativa e una soluzione astratta che fra l’altro, in entrambi i casi, è possibile esprimere con qualsiasi medium. La sua intensa attività gli consente un’assoluta invidiabile padronanza dell’elemento segnico e soprattutto cromatico che gestualmente e intuitivamente riesce sempre a cogliere e a mantenere nella sua vasta
produzione pittorica.
Saverio Simi de Burgis
In questa occasione ambedue espongono dei dipinti. Favaretto che non ha comunque mai abbandonato la pittura, presenta una sua ricerca che parte dall’osservazione dell’elemento naturale, del paesaggio con il quale si sente in piena congenita sintonia e con cui ha sempre tessuto un rapporto di confronto, di analisi, di studio e di conoscenza evidenti anche nella raffinata collaterale produzione vetraria
Come per Favaretto, anche per Nata, così come per molti altri artisti attivi nel contemporaneo da Richter a Daniel Buren, da Baselitz a Immendorf e Polke o a Philip Guston, non sussiste più una dicotomia né una netta contrapposizione tra una concezione figurativa e una soluzione astratta che fra l’altro, in entrambi i casi, è possibile esprimere con qualsiasi medium. La sua intensa attività gli consente un’assoluta invidiabile padronanza dell’elemento segnico e soprattutto cromatico che gestualmente e intuitivamente riesce sempre a cogliere e a mantenere nella sua vasta
produzione pittorica.
Saverio Simi de Burgis
03
luglio 2005
Destinincrociati
Dal 03 al 10 luglio 2005
arte contemporanea
Location
VILLA SELVATICO DELL’ORSO
Roncade (loc. Biancade), Via Gabriele D'Annunzio, 142, (TREVISO)
Roncade (loc. Biancade), Via Gabriele D'Annunzio, 142, (TREVISO)
Orario di apertura
10-18
Vernissage
3 Luglio 2005, ore 18
Autore
Curatore