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Detenzione & creatività
Sabato 18 maggio alle ore 18, DoubleRoom organizza un approfondimento dal titolo “detenzione & creatività”, invitando la città a riflettere sul rapporto fra reclusione e ingegno. Partecipano Pino Roveredo, Cecilia Donaggio, Teresa Donaggio, Gino Gianuizzi, Matteo Guidi, Lilli Zumbo, Massimo Premuda.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 18 maggio alle ore 18, DoubleRoom arti visive organizza un appuntamento d’approfondimento dal titolo “detenzione & creatività”, invitando la città a riflettere sul rapporto fra reclusione e ingegno. Come noto, soprattutto per le pene che prevedono l’ergastolo, la percezione del tempo dei detenuti cambia radicalmente anche in relazione all’esigenza di un definitivo ridisegnare gli obiettivi, grandi o piccoli che siano, per superare il trauma dell’incarcerazione. Da quest’ottica nasce la necessità di dare visibilità alle doti nascoste dalle mura delle carceri, come creatività, inventiva e molto ingegno, necessari alla vita di tutti i giorni nel mondo carcerario.
All’incontro, moderato da Massimo Premuda, intervengono lo scrittore Pino Roveredo, l’educatrice e coordinatrice Lilli Zumbo della cooperativa sociale Reset, l’artista multimediale Cecilia Donaggio e l’educatrice Teresa Donaggio, coordinatrici con Sergio Serra del progetto Città Viola (http://cittaviola.com/) della Duemilauno agenzia sociale realizzato nel carcere di Alta Sicurezza di Tolmezzo, insieme al curatore Gino Gianuizzi e all’artista Matteo Guidi, rispettivamente curatore della mostra e del libro Cucinare in massima sicurezza. Per l’occasione alcuni passi scelti dal libro verranno interpretati dalla performer elisa(Betta) Porro del Gruppo78.
L’iniziativa di DoubleRoom arti visive si inserisce nell’ambito della presentazione del progetto "Cucinare in massima sicurezza”, un libro a cura di Matteo Guidi, edito quest’anno da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri di Viterbo, e una mostra di disegni di Mario Trudu a cura di Gino Gianuizzi dello spazio Neon di Bologna, organizzata a Trieste in collaborazione con CoMoDo soc. coop., Duemilauno Agenzia Sociale, Gruppo78 International Contemporary Art, La Collina soc. coop. soc. onlus, Reset coop. soc., e con il supporto di Biondi Ricambi.
Il libro, ideato e scritto con persone detenute nelle sezioni di Alta Sicurezza delle carceri italiane, e i disegni che illustrano ricette e utensili, spiegano i metodi usati nelle celle per cucinare con le poche risorse disponibili. In ogni ricetta, prima ancora della lista degli ingredienti, c’è quella degli strumenti per realizzarla. Gli utensili da cucina, che nei ricettari sono solitamente omessi, diventano qui il filo conduttore dell’intero lavoro, dove si descrive sia la loro costruzione che l’utilizzo.
Oggetti semplici, che acquistano nuovo valore: un manico di scopa diventa un matterello, i lacci delle scarpe legano la pancetta arrotolata per la stagionatura, il televisore facilita la lievitazione del pane o della pizza, l’armadietto o lo sgabello sono trasformati in un buon forno.
Nella cornice della cucina il libro e la mostra rileggono le difficoltà della vita da reclusi, ma anche le capacità e l’impegno spesi per migliorare la scoraggiante esperienza della detenzione, se non altrove, almeno a tavola.
Un libro da cucina concepito nel 2009 da Matteo Guidi con un gruppo di persone detenute nella sezione di Alta Sicurezza della Casa di Reclusione di Spoleto, nell'ambito dei laboratori di comunicazione visiva organizzati dalla cooperativa CoMoDo (Comunicare Moltiplica Doveri). Nelle stesse circostanze, un anno prima nasce anche il MoCa collective - acronimo di Mondo Carcerario - che prende nome dalla caffettiera (moka) oggetto multitasking per eccellenza nelle carceri. Guidi, curatore del libro, è un artista con una formazione in comunicazione visiva ed etno-antropologia che focalizza la sua ricerca sulle azioni pratiche quotidiane osservate in situazioni di forzata esclusione sociale e in ambienti caratterizzati da alti livelli di controllo sulla persona.
I disegni del libro in mostra, selezionati da Gino Gianuizzi, curatore indipendente da sempre impegnato in progetti che indagano la questione dell’arte nel contesto pubblico, sono realizzati a penna a sfera nera su carta da Mario Trudu, persona detenuta nella Casa di Reclusione di Spoleto. Trudu, nato nel 1950 in Sardegna, prima della sua carcerazione era allevatore. Arrestato nel 1979, è detenuto da quasi 32 anni, interrotti da 10 mesi di latitanza. Oggi si trova nella sezione di Alta Sorveglianza del carcere di Spoleto dove sta scontando una condanna all’ergastolo, in questo carcere si è diplomato all’Istituto d’Arte e ha composto la sua prima autobiografia.
sabato 18 maggio 2013, ore 18
incontro
detenzione & creatività
partecipano
Pino Roveredo scrittore
Cecilia Donaggio artista multimediale, progetto Città Viola, consulente Duemilauno agenzia sociale
Teresa Donaggio educatrice, progetto Città Viola, Duemilauno agenzia sociale
Gino Gianuizzi curatore della mostra Cucinare in massima sicurezza, spazio Neon
Matteo Guidi artista e antropologo, curatore del libro Cucinare in massima sicurezza
Lilli Zumbo educatrice e coordinatrice, Reset coop.soc.
modera
Massimo Premuda DoubleRoom arti visive-Gruppo78
reading
elisa(Betta) Porro performer, Gruppo78
http://cittaviola.com/
All’incontro, moderato da Massimo Premuda, intervengono lo scrittore Pino Roveredo, l’educatrice e coordinatrice Lilli Zumbo della cooperativa sociale Reset, l’artista multimediale Cecilia Donaggio e l’educatrice Teresa Donaggio, coordinatrici con Sergio Serra del progetto Città Viola (http://cittaviola.com/) della Duemilauno agenzia sociale realizzato nel carcere di Alta Sicurezza di Tolmezzo, insieme al curatore Gino Gianuizzi e all’artista Matteo Guidi, rispettivamente curatore della mostra e del libro Cucinare in massima sicurezza. Per l’occasione alcuni passi scelti dal libro verranno interpretati dalla performer elisa(Betta) Porro del Gruppo78.
L’iniziativa di DoubleRoom arti visive si inserisce nell’ambito della presentazione del progetto "Cucinare in massima sicurezza”, un libro a cura di Matteo Guidi, edito quest’anno da Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri di Viterbo, e una mostra di disegni di Mario Trudu a cura di Gino Gianuizzi dello spazio Neon di Bologna, organizzata a Trieste in collaborazione con CoMoDo soc. coop., Duemilauno Agenzia Sociale, Gruppo78 International Contemporary Art, La Collina soc. coop. soc. onlus, Reset coop. soc., e con il supporto di Biondi Ricambi.
Il libro, ideato e scritto con persone detenute nelle sezioni di Alta Sicurezza delle carceri italiane, e i disegni che illustrano ricette e utensili, spiegano i metodi usati nelle celle per cucinare con le poche risorse disponibili. In ogni ricetta, prima ancora della lista degli ingredienti, c’è quella degli strumenti per realizzarla. Gli utensili da cucina, che nei ricettari sono solitamente omessi, diventano qui il filo conduttore dell’intero lavoro, dove si descrive sia la loro costruzione che l’utilizzo.
Oggetti semplici, che acquistano nuovo valore: un manico di scopa diventa un matterello, i lacci delle scarpe legano la pancetta arrotolata per la stagionatura, il televisore facilita la lievitazione del pane o della pizza, l’armadietto o lo sgabello sono trasformati in un buon forno.
Nella cornice della cucina il libro e la mostra rileggono le difficoltà della vita da reclusi, ma anche le capacità e l’impegno spesi per migliorare la scoraggiante esperienza della detenzione, se non altrove, almeno a tavola.
Un libro da cucina concepito nel 2009 da Matteo Guidi con un gruppo di persone detenute nella sezione di Alta Sicurezza della Casa di Reclusione di Spoleto, nell'ambito dei laboratori di comunicazione visiva organizzati dalla cooperativa CoMoDo (Comunicare Moltiplica Doveri). Nelle stesse circostanze, un anno prima nasce anche il MoCa collective - acronimo di Mondo Carcerario - che prende nome dalla caffettiera (moka) oggetto multitasking per eccellenza nelle carceri. Guidi, curatore del libro, è un artista con una formazione in comunicazione visiva ed etno-antropologia che focalizza la sua ricerca sulle azioni pratiche quotidiane osservate in situazioni di forzata esclusione sociale e in ambienti caratterizzati da alti livelli di controllo sulla persona.
I disegni del libro in mostra, selezionati da Gino Gianuizzi, curatore indipendente da sempre impegnato in progetti che indagano la questione dell’arte nel contesto pubblico, sono realizzati a penna a sfera nera su carta da Mario Trudu, persona detenuta nella Casa di Reclusione di Spoleto. Trudu, nato nel 1950 in Sardegna, prima della sua carcerazione era allevatore. Arrestato nel 1979, è detenuto da quasi 32 anni, interrotti da 10 mesi di latitanza. Oggi si trova nella sezione di Alta Sorveglianza del carcere di Spoleto dove sta scontando una condanna all’ergastolo, in questo carcere si è diplomato all’Istituto d’Arte e ha composto la sua prima autobiografia.
sabato 18 maggio 2013, ore 18
incontro
detenzione & creatività
partecipano
Pino Roveredo scrittore
Cecilia Donaggio artista multimediale, progetto Città Viola, consulente Duemilauno agenzia sociale
Teresa Donaggio educatrice, progetto Città Viola, Duemilauno agenzia sociale
Gino Gianuizzi curatore della mostra Cucinare in massima sicurezza, spazio Neon
Matteo Guidi artista e antropologo, curatore del libro Cucinare in massima sicurezza
Lilli Zumbo educatrice e coordinatrice, Reset coop.soc.
modera
Massimo Premuda DoubleRoom arti visive-Gruppo78
reading
elisa(Betta) Porro performer, Gruppo78
http://cittaviola.com/
18
maggio 2013
Detenzione & creatività
18 maggio 2013
arte contemporanea
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
presentazione
incontro - conferenza
serata - evento
Location
DOUBLEROOM
Trieste, Via Antonio Canova, 9, (Trieste)
Trieste, Via Antonio Canova, 9, (Trieste)
Orario di apertura
sabato 18-20
Vernissage
18 Maggio 2013, ore 18
Autore
Curatore