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Di fino colorito. Martino Spanzotti e altri casalesi
La mostra intende essere il primo passo per lo studio del periodo aureo del marchesato paleologo in Casale Monferrato (1474-1536), tra la creazione della diocesi ed il passaggio del Monferrato ai Gonzaga.
Comunicato stampa
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Il polittico di Sant’Andrea di Giovanni Martino Spanzotti, databile verso la fine degli anni Novanta del Quattrocento, rappresenta per la città la prima rivelazione della cultura rinascimentale.
Disperso con le soppressioni napoleoniche e la successiva demolizione della chiesa di San Francesco in cui era conservato, il polittico, a sei scomparti, venne smembrato; le tre tavole principali si trovano a Torino, Accademia Albertina e a Milano, Pinacoteca di Brera, quelle superiori sono divise tra i due scomparti della National Gallery di Londra e la cuspide, conservata da un privato collezionista milanese. La grandiosa macchina d’altare è stata ricostruita per la prima volta dal vero (tra dicembre e febbraio a Brera e da febbraio ad aprile a Casale), dopo che Giovanni Romano nel 1970 ne aveva proposto la definitiva ricomposizione, ed è certamente la più importante e sfarzosa tra quelle create nel Piemonte rinascimentale prima di Gaudenzio Ferrari. Fu realizzata per un’importante famiglia casalese e il donatore, probabilmente Giovanni Dal Ponte, è raffigurato in un sobrio, raffinato ritratto a figura intera, nello scomparto dell’Accademia Albertina. È straordinaria la qualità e la trasparenza dei colori, già notate da Luigi Lanzi che la definì “una tavola a vari spartimenti con ritratto dell’offerente volti vivi e bellissimi molta doratura”; i personaggi della scena sacra, inseriti in una complessa struttura prospettica che li colloca sopra un ricco pavimento intarsiato e sotto un soffitto a cassettoni scolpiti, sono avvolti in ampie vesti preziose; nella cuspide con l’Adorazione del Bambino una folla di angioletti se ne sta costretta in uno spazio, in parte costruito e in parte naturale, che si inerpica verso un paesaggio di torri.
Rispetto a Brera la ricostruzione del polittico di Sant’Andrea, nell’esposizione presso il Museo Civico di Casale Monferrato, viene integrata con la scelta di un ristretto numero di altre opere su tavola di cultura spanzottiana, che testimoniano l’evoluzione della bottega verso una rappresentazione dello spazio ormai pienamente rinascimentale. Il percorso si dipana a partire dal restaurato polittico del Maestro di Crea (probabilmente Francesco Spanzotti, fratello di Martino) della Pinacoteca di Varallo, fatto realizzare da Marco Scarognino, siniscalco del marchese di Monferrato, e in cui l’impianto è ancora a figure singole su fondo d’oro e la profondità dello spazio è avvertibile solo nel trono della Madonna. Del Maestro di Crea è anche la piccola Santa Caterina d’Alessandria dei Musei Civici di Torino. La mostra ricompone poi il polittico della Natività già in San Maurizio di Conzano (oggi in parte al Museo di Casale, in parte a Vercelli, Museo Borgogna), in cui i fratelli Volpi, cognati di Martino, iniziano a proporre un’architettura di fondo, davanti a cui collocano i personaggi. Dopo l’apparizione della macchina di San Francesco, il polittico di Sant’Anna dell’Oratorio del Gesù di Casale mostra l’accoglimento, da parte della bottega, delle novità prospettiche del maestro: il trono si allarga negli scomparti laterali e compare il pavimento a riquadri disposti in prospettiva (per ragioni di conservazione l’opera è visibile nella chiesa d’origine sabato e domenica dalle h 15 alle h 18)).
La cultura della città e più in generale dell’area del Monferrato sono testimoniate ancora da un gruppo di manoscritti e libri a stampa che accompagnano le tavole: i più antichi sono i due Graduali provenienti dalla stessa chiesa di San Francesco, scritti a Genova e datati 1477 e 1478. Il piccolo splendido Ufficio della Vergine della Biblioteca Reale, opera di un miniatore di cultura lombardo-piemontese intorno al 1482, è stato realizzato per una nobildonna di casa Valperga, famiglia che disponeva di vastissimi feudi in Canavese (allora sotto il dominio dei marchesi) e nello stesso Monferrato. Due dei graduali dell’archivio capitolare del Duomo di Casale, miniati intorno al 1515, testimoniano la produzione dei miniatori di ambito spanzottiano. Un Commento alle Decretali, stampato a Venezia nel 1474, contiene una raffinata pagina miniata di inizio, mentre l’edizione originale della Cronaca di Hartmann Schedel, stampata a Norimberga nel 1493, fu comprata l’anno dopo da Benvenuto San Giorgio, il celebre diplomatico e scrittore della corte paleologa. Infine una piccola edizione del 1521 della genealogia dei marchesi del Monferrato dello stesso Benvenuto testimonia l’attività degli stampatori di Trino Vercellese. A chiusura della mostra è stato scelto un piccolo nucleo di monete della Zecca monferrina, provenienti dalle collezioni del Museo Civico e da quelle del Medagliere Reale di Torino, che testimoniano tra l’altro l’evoluzione del ritratto monetale.
Disperso con le soppressioni napoleoniche e la successiva demolizione della chiesa di San Francesco in cui era conservato, il polittico, a sei scomparti, venne smembrato; le tre tavole principali si trovano a Torino, Accademia Albertina e a Milano, Pinacoteca di Brera, quelle superiori sono divise tra i due scomparti della National Gallery di Londra e la cuspide, conservata da un privato collezionista milanese. La grandiosa macchina d’altare è stata ricostruita per la prima volta dal vero (tra dicembre e febbraio a Brera e da febbraio ad aprile a Casale), dopo che Giovanni Romano nel 1970 ne aveva proposto la definitiva ricomposizione, ed è certamente la più importante e sfarzosa tra quelle create nel Piemonte rinascimentale prima di Gaudenzio Ferrari. Fu realizzata per un’importante famiglia casalese e il donatore, probabilmente Giovanni Dal Ponte, è raffigurato in un sobrio, raffinato ritratto a figura intera, nello scomparto dell’Accademia Albertina. È straordinaria la qualità e la trasparenza dei colori, già notate da Luigi Lanzi che la definì “una tavola a vari spartimenti con ritratto dell’offerente volti vivi e bellissimi molta doratura”; i personaggi della scena sacra, inseriti in una complessa struttura prospettica che li colloca sopra un ricco pavimento intarsiato e sotto un soffitto a cassettoni scolpiti, sono avvolti in ampie vesti preziose; nella cuspide con l’Adorazione del Bambino una folla di angioletti se ne sta costretta in uno spazio, in parte costruito e in parte naturale, che si inerpica verso un paesaggio di torri.
Rispetto a Brera la ricostruzione del polittico di Sant’Andrea, nell’esposizione presso il Museo Civico di Casale Monferrato, viene integrata con la scelta di un ristretto numero di altre opere su tavola di cultura spanzottiana, che testimoniano l’evoluzione della bottega verso una rappresentazione dello spazio ormai pienamente rinascimentale. Il percorso si dipana a partire dal restaurato polittico del Maestro di Crea (probabilmente Francesco Spanzotti, fratello di Martino) della Pinacoteca di Varallo, fatto realizzare da Marco Scarognino, siniscalco del marchese di Monferrato, e in cui l’impianto è ancora a figure singole su fondo d’oro e la profondità dello spazio è avvertibile solo nel trono della Madonna. Del Maestro di Crea è anche la piccola Santa Caterina d’Alessandria dei Musei Civici di Torino. La mostra ricompone poi il polittico della Natività già in San Maurizio di Conzano (oggi in parte al Museo di Casale, in parte a Vercelli, Museo Borgogna), in cui i fratelli Volpi, cognati di Martino, iniziano a proporre un’architettura di fondo, davanti a cui collocano i personaggi. Dopo l’apparizione della macchina di San Francesco, il polittico di Sant’Anna dell’Oratorio del Gesù di Casale mostra l’accoglimento, da parte della bottega, delle novità prospettiche del maestro: il trono si allarga negli scomparti laterali e compare il pavimento a riquadri disposti in prospettiva (per ragioni di conservazione l’opera è visibile nella chiesa d’origine sabato e domenica dalle h 15 alle h 18)).
La cultura della città e più in generale dell’area del Monferrato sono testimoniate ancora da un gruppo di manoscritti e libri a stampa che accompagnano le tavole: i più antichi sono i due Graduali provenienti dalla stessa chiesa di San Francesco, scritti a Genova e datati 1477 e 1478. Il piccolo splendido Ufficio della Vergine della Biblioteca Reale, opera di un miniatore di cultura lombardo-piemontese intorno al 1482, è stato realizzato per una nobildonna di casa Valperga, famiglia che disponeva di vastissimi feudi in Canavese (allora sotto il dominio dei marchesi) e nello stesso Monferrato. Due dei graduali dell’archivio capitolare del Duomo di Casale, miniati intorno al 1515, testimoniano la produzione dei miniatori di ambito spanzottiano. Un Commento alle Decretali, stampato a Venezia nel 1474, contiene una raffinata pagina miniata di inizio, mentre l’edizione originale della Cronaca di Hartmann Schedel, stampata a Norimberga nel 1493, fu comprata l’anno dopo da Benvenuto San Giorgio, il celebre diplomatico e scrittore della corte paleologa. Infine una piccola edizione del 1521 della genealogia dei marchesi del Monferrato dello stesso Benvenuto testimonia l’attività degli stampatori di Trino Vercellese. A chiusura della mostra è stato scelto un piccolo nucleo di monete della Zecca monferrina, provenienti dalle collezioni del Museo Civico e da quelle del Medagliere Reale di Torino, che testimoniano tra l’altro l’evoluzione del ritratto monetale.
21
febbraio 2004
Di fino colorito. Martino Spanzotti e altri casalesi
Dal 21 febbraio al 25 aprile 2004
arte antica
Location
MUSEO CIVICO
Casale Monferrato, Via Cavour, 5, (Alessandria)
Casale Monferrato, Via Cavour, 5, (Alessandria)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 14.30-18.30
sabato, domenica e festivi 10.30-13.00 / 15.00-18.30
per le scuole: mercoledì e giovedì 8.30-12.30 con prenotazione