Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta per la prima volta in Italia la mostra Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese,prestigiosa collezione di Uli Sigg(Lucerna, 1946), riconosciuta come la più importante al mondo. La mostra è curata da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta per la prima volta in Italia la mostra Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese,prestigiosa collezione di Uli Sigg(Lucerna, 1946), riconosciuta come la più importante al mondo. La mostra è curata da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni.
Primo imprenditore a recarsi in Cina nel 1979 per la Schindler a seguito della dichiarazione della Open Door Policy, Uli Sigg ha intessuto relazioni economiche e ha stilato il modello per le imprese adottato dalla Cina, aprendo la porta agli investimenti e sostanzialmente inventando il modello cinese di capitalismo di Stato. Artefice della prima joint-venture tra la Cina e l’Occidente, nel corso degli anni trascorsi nel paese asiatico Sigg ha intrecciato relazioni e amicizie con numerosi artisti, individuando nell’arte uno straordinario strumento per conoscere in profondità la cultura cinese. In un contesto privo di istituzioni culturali dedicate all’arte contemporanea, Sigg ha fatto del collezionismo un’opportunità di approfondimento personale.
Frequentando assiduamente le gallerie private e gli studi degli artisti, Sigg ha incoraggiato i percorsi creativi della Cina contemporanea, acquisendo direttamente molteplici opere d’arte.
La collezione, che conta circa 2.500 opere di oltre 500 artisti, non si limita al solo gusto estetico del collezionistabensì rispecchia una visione enciclopedica che mira a documentare l’evoluzione dell’arte cinese dalla fine degli anni settanta a oggi.
Successivamente al periodo iniziale da imprenditore in Cina dal 1979 ai primi anni novanta, Sigg torna in Cina come Ambasciatore svizzero per la Cina, Corea del Nord e Mongolia dal 1995 al 1998, periodo in cui ha avuto anche un fondamentale ruolo come ambasciatore culturale, promuovendo la conoscenza dell’arte cinese in ambito internazionale. Nel 1997 ha istituito il Chinese Contemporary Art Award (CCAA), premio annuale destinato ad artisti contemporanei cinesi che vivono in Cina e che, attraverso il coinvolgimento di direttori e curatori internazionali nella giuria, ha contribuito alla successiva diffusione dell’arte cinese in molti musei nel mondo. La relazione di Sigg con Harald Szeemann ha avuto un ruolo chiave: il leggendario curatore, che era tra i giurati della prima edizione, ha poi invitato diciannove artisti cinesi alla Biennale di Venezia del 1999, esponendone per primo le opere in Europa. La presenza di Carolyn Christov-Bakargiev nella giuria nel 2012 è anche collegata alla sua inclusione di artisti cinesi in dOCUMENTA(13) nello stesso anno, come Song Dong con Do Nothing Garden.
Nel 2012 Sigg, con una donazione di 1.450 opere della sua collezione al M+ Museum for Visual Arts di Hong Kong, che sarà parzialmente aperto al pubblico nel dicembre 2020, ha restituito alla Cina un’importante parte della sua storia culturale recente.
La mostra, che accoglie i visitatori con opere allestite nell’atrio del Castello, lungo la scala d’onore e nelle sale al secondo piano, è sviluppata a stretto contatto con il collezionista e gli artisti e presenta una precisa selezione della Collezione Sigg e M+ Sigg Collection, documentandone alcuni tra i caratteri distintivi attraverso una scelta di sale tematiche e monografiche. La prima sala è una sorta di “archivio” in cui sono allestite alcune tra le prime opere acquistate e solitamente installate presso la sua casa in Svizzera e alcuni tra i numerosissimi ritratti che gli artisti gli hanno dedicato. A testimoniare le strette relazioni amicali intessute da Sigg, il centro della sala è occupato dal monumentale Fragments (2005) di Ai Weiwei, uno tra gli artisti a lui più vicini e presente in collezione con numerose opere, mentre l’importante lavoro di Feng Mengbotestimonia il contributo di Sigg quale committente di nuove opere.
L’attenzione di Sigg nei confronti delle profonde trasformazioni sociali e politiche che hanno attraversato la Cina negli ultimi decenni è rilevabile in più opere presenti in mostra, tra cui quelle di Sun Yuan & Peng Yu,Liu Dinge Mao Tongqiang. L’interesse nei confronti della ricca tradizione culturale e il confronto tra l’idea di Occidente e quella di Oriente è riscontrabile nelle sale rispettivamente dedicate a Shao Fane a Liu Wei. Tema ricorrente nella storia dell’arte cinese, il paesaggio accomuna più opere in collezione, dai pattern che delineano i nuovi orizzonti digitali di aaajiao, arrivando a includere profonde note spirituali come nel caso delle opere monocrome, al limite del visibile, diQiu Shi Hua.
La mostra documenta inoltre la costante attenzione di Sigg nei confronti delle generazioni più giovani e la sua apertura nei confronti di molteplici tecniche artistiche. Le nuove opere di Miao Ying e He Xiangyu, appositamente commissionate dal collezionista per gli spazi del Castello, restituiscono inedite e audaci visioni della Cina odierna e una riflessione sulla relazione critica tra tecnologia e società. “Grazie al mio viaggio attraverso l’arte – dice Sigg – credo di poter affermare di aver visto più Cina di molti cinesi. Colleziono, ma più che un collezionista preferisco definirmi un ricercatore”.
Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli, commenta: “Questa singolare visione di un collezionista privato che ha reso pubblica la sua collezione e l’ha donata al M+ Museum di Hong Kong, è particolarmente rilevante per il Castello di Rivoli ora che ha incorporato la Collezione e Villa Cerruti, una collezione privata recentemente resa pubblica nel 2019. Questa mostra di opere della Collezione Sigg fa quindi parte di un nuovo importante filone della programmazione museale che indaga il rapporto tra collezioni private e pubbliche e la necessità di rendere più familiare l’esperienza dell’arte e fornire accesso a quel tipo di esperienza piuttosto che neutralizzare l’arte in contenitori museali tradizionalmente impersonali. Mentre il mondo sostiene e supporta gli sforzi della Cina per contenere un virus, noi nel campo della cultura stiamo facendo del nostro meglio per sostenere il massimo scambio culturale e la condivisione di idee e punti di vista”.
Lunedì 24 febbraio alle ore 17, Uli Sigg e Ai Weiwei saranno in conversazione con Maurizio Molinari, Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria.
L’incontro si svolgerà presso il Teatro del Museo.
Primo imprenditore a recarsi in Cina nel 1979 per la Schindler a seguito della dichiarazione della Open Door Policy, Uli Sigg ha intessuto relazioni economiche e ha stilato il modello per le imprese adottato dalla Cina, aprendo la porta agli investimenti e sostanzialmente inventando il modello cinese di capitalismo di Stato. Artefice della prima joint-venture tra la Cina e l’Occidente, nel corso degli anni trascorsi nel paese asiatico Sigg ha intrecciato relazioni e amicizie con numerosi artisti, individuando nell’arte uno straordinario strumento per conoscere in profondità la cultura cinese. In un contesto privo di istituzioni culturali dedicate all’arte contemporanea, Sigg ha fatto del collezionismo un’opportunità di approfondimento personale.
Frequentando assiduamente le gallerie private e gli studi degli artisti, Sigg ha incoraggiato i percorsi creativi della Cina contemporanea, acquisendo direttamente molteplici opere d’arte.
La collezione, che conta circa 2.500 opere di oltre 500 artisti, non si limita al solo gusto estetico del collezionistabensì rispecchia una visione enciclopedica che mira a documentare l’evoluzione dell’arte cinese dalla fine degli anni settanta a oggi.
Successivamente al periodo iniziale da imprenditore in Cina dal 1979 ai primi anni novanta, Sigg torna in Cina come Ambasciatore svizzero per la Cina, Corea del Nord e Mongolia dal 1995 al 1998, periodo in cui ha avuto anche un fondamentale ruolo come ambasciatore culturale, promuovendo la conoscenza dell’arte cinese in ambito internazionale. Nel 1997 ha istituito il Chinese Contemporary Art Award (CCAA), premio annuale destinato ad artisti contemporanei cinesi che vivono in Cina e che, attraverso il coinvolgimento di direttori e curatori internazionali nella giuria, ha contribuito alla successiva diffusione dell’arte cinese in molti musei nel mondo. La relazione di Sigg con Harald Szeemann ha avuto un ruolo chiave: il leggendario curatore, che era tra i giurati della prima edizione, ha poi invitato diciannove artisti cinesi alla Biennale di Venezia del 1999, esponendone per primo le opere in Europa. La presenza di Carolyn Christov-Bakargiev nella giuria nel 2012 è anche collegata alla sua inclusione di artisti cinesi in dOCUMENTA(13) nello stesso anno, come Song Dong con Do Nothing Garden.
Nel 2012 Sigg, con una donazione di 1.450 opere della sua collezione al M+ Museum for Visual Arts di Hong Kong, che sarà parzialmente aperto al pubblico nel dicembre 2020, ha restituito alla Cina un’importante parte della sua storia culturale recente.
La mostra, che accoglie i visitatori con opere allestite nell’atrio del Castello, lungo la scala d’onore e nelle sale al secondo piano, è sviluppata a stretto contatto con il collezionista e gli artisti e presenta una precisa selezione della Collezione Sigg e M+ Sigg Collection, documentandone alcuni tra i caratteri distintivi attraverso una scelta di sale tematiche e monografiche. La prima sala è una sorta di “archivio” in cui sono allestite alcune tra le prime opere acquistate e solitamente installate presso la sua casa in Svizzera e alcuni tra i numerosissimi ritratti che gli artisti gli hanno dedicato. A testimoniare le strette relazioni amicali intessute da Sigg, il centro della sala è occupato dal monumentale Fragments (2005) di Ai Weiwei, uno tra gli artisti a lui più vicini e presente in collezione con numerose opere, mentre l’importante lavoro di Feng Mengbotestimonia il contributo di Sigg quale committente di nuove opere.
L’attenzione di Sigg nei confronti delle profonde trasformazioni sociali e politiche che hanno attraversato la Cina negli ultimi decenni è rilevabile in più opere presenti in mostra, tra cui quelle di Sun Yuan & Peng Yu,Liu Dinge Mao Tongqiang. L’interesse nei confronti della ricca tradizione culturale e il confronto tra l’idea di Occidente e quella di Oriente è riscontrabile nelle sale rispettivamente dedicate a Shao Fane a Liu Wei. Tema ricorrente nella storia dell’arte cinese, il paesaggio accomuna più opere in collezione, dai pattern che delineano i nuovi orizzonti digitali di aaajiao, arrivando a includere profonde note spirituali come nel caso delle opere monocrome, al limite del visibile, diQiu Shi Hua.
La mostra documenta inoltre la costante attenzione di Sigg nei confronti delle generazioni più giovani e la sua apertura nei confronti di molteplici tecniche artistiche. Le nuove opere di Miao Ying e He Xiangyu, appositamente commissionate dal collezionista per gli spazi del Castello, restituiscono inedite e audaci visioni della Cina odierna e una riflessione sulla relazione critica tra tecnologia e società. “Grazie al mio viaggio attraverso l’arte – dice Sigg – credo di poter affermare di aver visto più Cina di molti cinesi. Colleziono, ma più che un collezionista preferisco definirmi un ricercatore”.
Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli, commenta: “Questa singolare visione di un collezionista privato che ha reso pubblica la sua collezione e l’ha donata al M+ Museum di Hong Kong, è particolarmente rilevante per il Castello di Rivoli ora che ha incorporato la Collezione e Villa Cerruti, una collezione privata recentemente resa pubblica nel 2019. Questa mostra di opere della Collezione Sigg fa quindi parte di un nuovo importante filone della programmazione museale che indaga il rapporto tra collezioni private e pubbliche e la necessità di rendere più familiare l’esperienza dell’arte e fornire accesso a quel tipo di esperienza piuttosto che neutralizzare l’arte in contenitori museali tradizionalmente impersonali. Mentre il mondo sostiene e supporta gli sforzi della Cina per contenere un virus, noi nel campo della cultura stiamo facendo del nostro meglio per sostenere il massimo scambio culturale e la condivisione di idee e punti di vista”.
Lunedì 24 febbraio alle ore 17, Uli Sigg e Ai Weiwei saranno in conversazione con Maurizio Molinari, Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria.
L’incontro si svolgerà presso il Teatro del Museo.
19
maggio 2020
Di fronte al collezionista. La collezione di Uli Sigg di arte contemporanea cinese
Dal 19 maggio al 30 agosto 2020
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI RIVOLI – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Vernissage
19 Maggio 2020, riapertura dopo il lockdown
Curatore