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DI QUEL LORO PARLARE FEMMINILE
Sedici opere di sedici artiste contemporanee, una silloge espositiva di preziosi frammenti della loro ricerca e del loro agire.
Artiste di diverse generazioni, di luoghi e nazioni diverse che, in un firmamento disseminato di stelle esclusivamente femminili, ci offrono una molteplice narrazione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
DI QUEL LORO PARLARE FEMMINILE
a cura di Antonio Maiorino
opere di:
Chiara ARTURO – Elvira BUONOCORE - Chiara CELESTE – Daniela CICATIELLO – Lorenza CORPULLIS – Valeria CORVINO – Cristina CUSANI – Simona D’AMICO – Maria IMAGINÁRIO – Cristina MILITO PAGLIARA – Silvia NOFERI – Jasmine PIGNATELLI – Antonella RAIO – ROXY IN THE BOX – Anna SANTONICOLA – Karen STUKE
Opening della mostra DI QUEL LORO PARLARE FEMMINILE, terzo evento del progetto Forestàte Fringe Frame 2024-2025 dell’Associazione Culturale PrimoPiano ETS, sabato 8 marzo 2025 h.19:00 presso Corpo Celeste in via Sant’Andrea 23/A nel Borgo Foresta a Tora e Piccilli.
La mostra sarà visitabile il sabato dalle 19:00 alle 23:00 e la domenica dalle 10:00 alle 14:00 (o su appuntamento) fino al 4 maggio 2025
Sedici opere di sedici artiste visive contemporanee, una silloge espositiva di preziosi frammenti della loro ricerca e del loro agire.
Artiste di diverse generazioni, di luoghi e nazioni diverse, nate tra gli anni ’50 del secolo scorso e l’inizio di questo secolo che, in un firmamento disseminato di stelle esclusivamente femminili, ci restituiscono una molteplice narrazione, una coerenza personale che rinvigorisce le loro storie e, nell’imprescindibile processo del dare-avere artistico, diventano concordante rapsodia.
Le opere esposte:
Il light-box 719.633.848 (2019) di Jasmine Pignatelli è drammaticamente attuale:
quello era il numero della popolazione europea alla data della caduta del muro di Berlino, celebrata come ‘il giorno della libertà’, che oggi ci appare un destino smarrito.
Nell’opera di Roxy in the box Un martire da bere, il ‘Fate Presto’, suona ora quanto mai necessario e, l’icona pop che l’artista usa come mezzo, frantuma la superficie diventando strumento politico.
Simona D’Amico, artista e scenografa palermitana, con un bozzetto originale dei costumi realizzati per l’opera teatrale ‘C’è del pianto in queste lacrime’ di Latella, ci offre un confronto con la nostra tradizione e le nostre radici. Quel pianto sembra essere raccolto dall’opera ‘Cara mamma’ di Cristina Cusani, un fazzoletto intriso di dolore e rimpianti per avere dovuto abbandonare l’amata terra.
La terra è esplorata da Chiara Arturo in concetto di insularità con un’indagine visiva che trasforma i luoghi del nostro territorio vulcanico in un arcipelago immaginario.
Del progetto Magma è l’opera ‘Guardami’ della pittrice Valeria Corvino, una composizione equilibrata e armoniosa nata da una sezione aurea stravolta e superata.
Del Vesuvio, insuperata quotidiana icona, Daniela Cicatiello, poliedrica artista, propone il profilo utilizzando un materiale pesante, pericoloso, stroncandone l’oleografia.
Il progetto di Antonella Raio, ‘Io sono’, rileva il frontale, condiviso, approccio di azione fotografica sul campo: gli abitanti del rione Ponticelli compiono un atto che li definisce.
Quell’io in Anna Santonicola, fotografa, è visione: “Ho visto gli amanti e non li ho mai scordati.” ‘Io li ho visti’ muove dal ricordo, dal gioco, dalla magia di cose che si trasformano.
In ‘Sleeping Sister’ l’artista tedesca Karen Stuke, con la camera stenopeica, riprende il momento del sonno (e del sogno), quello della assoluta fragilità, di un corpo inerme che vive l’abbandono.
Cristina Milito Pagliara, con una scultura ‘minima’ e di forte impatto lirico, ‘Casa Radice’ ci testimonia la necessità di preservare le radici conservando l’aerea vitale libertà.
La produzione di Maria Imaginário, artista portoghese, invita ad abbracciare la gioia, celebrare la vita e trascendere la monotonia dell’esistenza quotidiana, creando ricordi positivi e duraturi.
Chiara Celeste, ci conduce in un’esplorazione elegiaca della natura, di apparente indolenza, attraverso la tecnica fotografica per contatto Lumen Print: la lentezza per ritornare a sé stessa.
Lorenza Corpullis, pittrice napoletana, si ispira al 1600 e riproduce, con grande talento, una tela del Cagnacci ‘Il suicidio di Lucrezia’. Lucrezia, stuprata da Sesto Tarquinio, si suicida con un pugnale, in presenza dei suoi cari.
Silvia Noferi, fotografa fiorentina, si confronta con il tema del sogno, delle visioni transitorie che possono essere decifrate in modi diversi, con un potenziale infinito.
In mostra una battuta dell’opera drammaturgica ‘Opera Viva’ di Elvira Buonocore: le parole di uomo ossessionato dalle femmine, che non riesce a contenerne la grandezza, la diversità, il numero.
Che non riesce a comprendere il loro parlare femminile.
________________________________________________________________________________
Associazione Culturale PrimoPiano ETS
Via Sant’Andrea 23 – 81044 Tora e Piccilli (Ce) Borgo Foresta
forestatecultura@gmail.com
Contatti: Antonio Maiorino 3394158641
a cura di Antonio Maiorino
opere di:
Chiara ARTURO – Elvira BUONOCORE - Chiara CELESTE – Daniela CICATIELLO – Lorenza CORPULLIS – Valeria CORVINO – Cristina CUSANI – Simona D’AMICO – Maria IMAGINÁRIO – Cristina MILITO PAGLIARA – Silvia NOFERI – Jasmine PIGNATELLI – Antonella RAIO – ROXY IN THE BOX – Anna SANTONICOLA – Karen STUKE
Opening della mostra DI QUEL LORO PARLARE FEMMINILE, terzo evento del progetto Forestàte Fringe Frame 2024-2025 dell’Associazione Culturale PrimoPiano ETS, sabato 8 marzo 2025 h.19:00 presso Corpo Celeste in via Sant’Andrea 23/A nel Borgo Foresta a Tora e Piccilli.
La mostra sarà visitabile il sabato dalle 19:00 alle 23:00 e la domenica dalle 10:00 alle 14:00 (o su appuntamento) fino al 4 maggio 2025
Sedici opere di sedici artiste visive contemporanee, una silloge espositiva di preziosi frammenti della loro ricerca e del loro agire.
Artiste di diverse generazioni, di luoghi e nazioni diverse, nate tra gli anni ’50 del secolo scorso e l’inizio di questo secolo che, in un firmamento disseminato di stelle esclusivamente femminili, ci restituiscono una molteplice narrazione, una coerenza personale che rinvigorisce le loro storie e, nell’imprescindibile processo del dare-avere artistico, diventano concordante rapsodia.
Le opere esposte:
Il light-box 719.633.848 (2019) di Jasmine Pignatelli è drammaticamente attuale:
quello era il numero della popolazione europea alla data della caduta del muro di Berlino, celebrata come ‘il giorno della libertà’, che oggi ci appare un destino smarrito.
Nell’opera di Roxy in the box Un martire da bere, il ‘Fate Presto’, suona ora quanto mai necessario e, l’icona pop che l’artista usa come mezzo, frantuma la superficie diventando strumento politico.
Simona D’Amico, artista e scenografa palermitana, con un bozzetto originale dei costumi realizzati per l’opera teatrale ‘C’è del pianto in queste lacrime’ di Latella, ci offre un confronto con la nostra tradizione e le nostre radici. Quel pianto sembra essere raccolto dall’opera ‘Cara mamma’ di Cristina Cusani, un fazzoletto intriso di dolore e rimpianti per avere dovuto abbandonare l’amata terra.
La terra è esplorata da Chiara Arturo in concetto di insularità con un’indagine visiva che trasforma i luoghi del nostro territorio vulcanico in un arcipelago immaginario.
Del progetto Magma è l’opera ‘Guardami’ della pittrice Valeria Corvino, una composizione equilibrata e armoniosa nata da una sezione aurea stravolta e superata.
Del Vesuvio, insuperata quotidiana icona, Daniela Cicatiello, poliedrica artista, propone il profilo utilizzando un materiale pesante, pericoloso, stroncandone l’oleografia.
Il progetto di Antonella Raio, ‘Io sono’, rileva il frontale, condiviso, approccio di azione fotografica sul campo: gli abitanti del rione Ponticelli compiono un atto che li definisce.
Quell’io in Anna Santonicola, fotografa, è visione: “Ho visto gli amanti e non li ho mai scordati.” ‘Io li ho visti’ muove dal ricordo, dal gioco, dalla magia di cose che si trasformano.
In ‘Sleeping Sister’ l’artista tedesca Karen Stuke, con la camera stenopeica, riprende il momento del sonno (e del sogno), quello della assoluta fragilità, di un corpo inerme che vive l’abbandono.
Cristina Milito Pagliara, con una scultura ‘minima’ e di forte impatto lirico, ‘Casa Radice’ ci testimonia la necessità di preservare le radici conservando l’aerea vitale libertà.
La produzione di Maria Imaginário, artista portoghese, invita ad abbracciare la gioia, celebrare la vita e trascendere la monotonia dell’esistenza quotidiana, creando ricordi positivi e duraturi.
Chiara Celeste, ci conduce in un’esplorazione elegiaca della natura, di apparente indolenza, attraverso la tecnica fotografica per contatto Lumen Print: la lentezza per ritornare a sé stessa.
Lorenza Corpullis, pittrice napoletana, si ispira al 1600 e riproduce, con grande talento, una tela del Cagnacci ‘Il suicidio di Lucrezia’. Lucrezia, stuprata da Sesto Tarquinio, si suicida con un pugnale, in presenza dei suoi cari.
Silvia Noferi, fotografa fiorentina, si confronta con il tema del sogno, delle visioni transitorie che possono essere decifrate in modi diversi, con un potenziale infinito.
In mostra una battuta dell’opera drammaturgica ‘Opera Viva’ di Elvira Buonocore: le parole di uomo ossessionato dalle femmine, che non riesce a contenerne la grandezza, la diversità, il numero.
Che non riesce a comprendere il loro parlare femminile.
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Associazione Culturale PrimoPiano ETS
Via Sant’Andrea 23 – 81044 Tora e Piccilli (Ce) Borgo Foresta
forestatecultura@gmail.com
Contatti: Antonio Maiorino 3394158641
08
marzo 2025
DI QUEL LORO PARLARE FEMMINILE
Dall'otto marzo al 04 maggio 2025
arte contemporanea
Location
Corpo Celeste _ costantemente temporaneo
Foresta, Via San Andrea, 23, (CE)
Foresta, Via San Andrea, 23, (CE)
Orario di apertura
sabato 19-23, domenica 10-13 o su appuntamento
Vernissage
8 Marzo 2025, ore 19
Sito web
Autore
Curatore