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Dialoghi incantati: spille in omaggio a Verona
Gli artisti orafi invitati, tutti di diverse nazionalità e dal background poliedrico, “dialogano” con la città di Verona, la sua storia, il suo futuro ed il suo presente. Inoltre offrono la possibilità di conoscere alcune peculiarità della gioielleria contemporanea, ammirarne il coraggio innovativo e la forza inventiva svelati da un uso non convenzionale di forme, colori e materiali. La mostra è curata da Nunzia De Feo ed è organizzata dall’associazione Nurò in collaborazione con la Cattedrale di Verona.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Artisti: LUIS ACOSTA (AR/NL), VICKY AMBERY-SMITH (UK), LUIGI BARATO (IT), LEAH BECKER (USA), ALICIA JANE BOSWELL (USA), LILIA BREYTER (AR), PAULA BREYTER (AR), PAULA BRUNO (AR), ISABELLE BUSNELL (UK), MARIANO CONTIN (IT), CINZIA COSTANTINI/STEFANIA GERBO (IT), PATRICIA CRUZ (IT), NUNZIA DE FEO (IT), CORRADO DE MEO (IT), PIERALBA DE ROSA (IT), LUISA DE SANTI (IT), CLARA DEL PAPA (IT), SUZANNE ESSER (NL), ANNA GALTAROSSA (IT), LUCIA GIGENA (UY), SUZANNE GOLDEN (USA), MARIANNA HADASS (UK), JOANNE HAYWOOD (UK), ROBERTA HIBBERD (UK), AGNIESZKA KIERSZTAN (IT), RITA MARTINEZ (IT), MIKIKO MINEWAKI (JP), MARIA ROSA MONGELLI (AR), VIKTORIA MUNZKER (AT), MARTHA PACHON (IT), MABEL PENA (AR), PAOLA PEREZ (BO), PATRIZIA POLESE (IT), ZOE ROBERTSON (UK), NIKI STYLIANOU (GR), DAVINIA TORIJA (ES), JULIE USEL (UK), STELLA VALENCIA (CR), DAVIDE ZAMBON (IT), MELANIA ZUCCHI (IT).
La mostra “Dialoghi incantati: spille in omaggio a Verona” si svolge dall’ 8 ottobre al 20 ottobre 2013 presso la chiesetta sconsacrata di San Pietro in Archivolto accanto al Duomo di Verona con orario continuato, tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 19.
Curata da Nunzia De Feo ed organizzata dall’associazione Nurò con il patrocinio del Comune di Verona nonché della Provincia di Verona ed il contributo della cantina Castelnuovo del Garda (VR), di Agriform (Sommacampagna, VR) e di Voglia di Buono (Nogara, VR) , è stata possibile grazie alla lungimiranza e generosità della Cattedrale di Verona. Di fronte alla pressante stagnazione economica, Monsignore Antonio Finardi, Parroco della Cattedrale di Verona, consapevole che il lavoro è inscindibile dalla dignità della persona, afferma: << E’ importante incoraggiare ed essere vicino a quanti sono attivamente impegnati nello sperimentare e percorrere nuove possibilità e soluzioni>>.
Come il titolo suggerisce, l’esposizione invita i visitatori ad instaurare con i manufatti esposti un’intima e spontanea conversazione nel quale possano riaffiorare ricordi sedimentati, emozioni sconnesse ed aneddoti dimenticati.
Le opere esposte rievocano la Verona insieme al suo territorio di ieri e d’oggi, lasciano intravedere spiragli sul suo futuro in una visione a tutto tondo che abbraccia l’invidiabile patrimonio artistico e culturale in virtù del quale la città scaligera è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Inoltre, grazie al loro mixare pittura, architettura, scultura, poesia, perizia tecnica e design, si innestano facilmente nel filone di una certa ricerca orafa definita anche “sensitized jewellery” ossia gioielleria “sensibilizzata” (Bernabei, 2011, p. 37).
La mostra, infatti, focalizza l’attenzione su ornamenti per il corpo spesso dalle dimensione contenute e/o ridotte, che mostrano un rinnovato interesse per il colore, un netto superamento dello scoglio della bidimensionalità, una spiccata ed indomabile predilezione per materiali alternativi senza disdegnare quelli riciclati ed infine una rivalutazione del cardine dell’indossabilità.
Questi pezzi sembrano rievocare i preziosi insegnamenti del professore della Bauhaus, Johannes Itten. Costui, nel suo trattato (1961), dimostra che il colore nella pittura oltre a rilevare il DNA cromatico dell’autore, può assumere tre diverse valenze, l’una imprescindibile dall’altra: convenzionale-simbolica, capace di conferire un significato predeterminato a priori nella cerchia d’appartenenza, espressiva, impegnata a risaltare con efficacia il contenuto al quale si riferisce oppure realistica, protesa a trasferire con fedeltà dati tangibili. Per citare un esempio, all’uso espressivo, del colore puro che rinvigorisce la forma di Corrado de Meo si contrappone quello in chiave simbolica di Martha Pachon oppure realistico di Vicky Ambery-Smith.
Inoltre, nei loro accostamenti ed assemblaggi di piani diversi e di forme bombate, svelano nettamente il loro debito con la scultura e l’architettura d’Avanguardia grazie al quale riescono a padroneggiare con sempre maggiore sicurezza lo spazio ed a conquistare distintamente la tridimensionalità.
A causa forse dal prezzo oneroso dei metalli preziosi e di un’inventiva scevra dall’oppressione di dover appagare anche esigenze da status symbol, protagonisti sono ceramica e perline di vetro accanto a smalti a fuoco ed a cammei senza tralasciare resine, silicone, pietre semi-preziose, filati naturali, tessuti e piume oltre ad ottone, rame ed argento spesso patinati, colorati o addirittura laccati alla giapponese per concludere con residui da riciclo.
Referente finale di queste spille, sebbene mediato dal capo d’abbigliamento sul quale inevitabilmente poggerà, è il corpo umano in quanto il gioiello, come ormai ampiamente riconosciuto (Bernabei 2011), perde la sua identità ed il suo valore quando è separato da esso.
L’essenza di queste spille consiste nell’essere al pari della poesia, testimonianza viva e concreta della maestria dei loro artefici, capace di coniugare abilità manuali retaggio di mai sopite tradizioni artigianali e/o virtuosismi tecnologici derivati dal mondo del design con una mente libera ed un cuore generoso. Se infatti si può disegnare un progetto con la razionalità del cervello umano saranno poi passione ed intuito personale a guidarne l’esecuzione.
Il percorso espositivo
Tre le aree tematiche che costituiscono il perno dell’evento:
- le architetture di Verona: monumenti e dinamismo
- Verona a ritroso: consuetudini e tradizioni culturali
- sentieri: crescere nella “Speranza”
L’associazione Nurò
L’associazione Nurò, nata a Verona nel gennaio 2013, vuole essere un motore propulsore per favorire la conoscenza del gioiello contemporaneo presso il pubblico in generale e rinvigorirne la credibilità. Attraverso l’organizzazione di mostre, workshops e conferenze incoraggia un approfondimento delle relative tematiche che sconfinano nel mondo dell’etica, della legalità, della moda e del benessere. Nella sua missione auspica collaborazioni con istituzioni pubbliche e private.
Bibliografia
Bernabei, R., 2011. Contemporary Jewellers. London: Bloomsbury Academic.
Itten, J., 2002. Arte del colore. Milano, 3° ed. : il Saggiatore
La mostra “Dialoghi incantati: spille in omaggio a Verona” si svolge dall’ 8 ottobre al 20 ottobre 2013 presso la chiesetta sconsacrata di San Pietro in Archivolto accanto al Duomo di Verona con orario continuato, tutti i giorni, dalle ore 10 alle ore 19.
Curata da Nunzia De Feo ed organizzata dall’associazione Nurò con il patrocinio del Comune di Verona nonché della Provincia di Verona ed il contributo della cantina Castelnuovo del Garda (VR), di Agriform (Sommacampagna, VR) e di Voglia di Buono (Nogara, VR) , è stata possibile grazie alla lungimiranza e generosità della Cattedrale di Verona. Di fronte alla pressante stagnazione economica, Monsignore Antonio Finardi, Parroco della Cattedrale di Verona, consapevole che il lavoro è inscindibile dalla dignità della persona, afferma: << E’ importante incoraggiare ed essere vicino a quanti sono attivamente impegnati nello sperimentare e percorrere nuove possibilità e soluzioni>>.
Come il titolo suggerisce, l’esposizione invita i visitatori ad instaurare con i manufatti esposti un’intima e spontanea conversazione nel quale possano riaffiorare ricordi sedimentati, emozioni sconnesse ed aneddoti dimenticati.
Le opere esposte rievocano la Verona insieme al suo territorio di ieri e d’oggi, lasciano intravedere spiragli sul suo futuro in una visione a tutto tondo che abbraccia l’invidiabile patrimonio artistico e culturale in virtù del quale la città scaligera è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Inoltre, grazie al loro mixare pittura, architettura, scultura, poesia, perizia tecnica e design, si innestano facilmente nel filone di una certa ricerca orafa definita anche “sensitized jewellery” ossia gioielleria “sensibilizzata” (Bernabei, 2011, p. 37).
La mostra, infatti, focalizza l’attenzione su ornamenti per il corpo spesso dalle dimensione contenute e/o ridotte, che mostrano un rinnovato interesse per il colore, un netto superamento dello scoglio della bidimensionalità, una spiccata ed indomabile predilezione per materiali alternativi senza disdegnare quelli riciclati ed infine una rivalutazione del cardine dell’indossabilità.
Questi pezzi sembrano rievocare i preziosi insegnamenti del professore della Bauhaus, Johannes Itten. Costui, nel suo trattato (1961), dimostra che il colore nella pittura oltre a rilevare il DNA cromatico dell’autore, può assumere tre diverse valenze, l’una imprescindibile dall’altra: convenzionale-simbolica, capace di conferire un significato predeterminato a priori nella cerchia d’appartenenza, espressiva, impegnata a risaltare con efficacia il contenuto al quale si riferisce oppure realistica, protesa a trasferire con fedeltà dati tangibili. Per citare un esempio, all’uso espressivo, del colore puro che rinvigorisce la forma di Corrado de Meo si contrappone quello in chiave simbolica di Martha Pachon oppure realistico di Vicky Ambery-Smith.
Inoltre, nei loro accostamenti ed assemblaggi di piani diversi e di forme bombate, svelano nettamente il loro debito con la scultura e l’architettura d’Avanguardia grazie al quale riescono a padroneggiare con sempre maggiore sicurezza lo spazio ed a conquistare distintamente la tridimensionalità.
A causa forse dal prezzo oneroso dei metalli preziosi e di un’inventiva scevra dall’oppressione di dover appagare anche esigenze da status symbol, protagonisti sono ceramica e perline di vetro accanto a smalti a fuoco ed a cammei senza tralasciare resine, silicone, pietre semi-preziose, filati naturali, tessuti e piume oltre ad ottone, rame ed argento spesso patinati, colorati o addirittura laccati alla giapponese per concludere con residui da riciclo.
Referente finale di queste spille, sebbene mediato dal capo d’abbigliamento sul quale inevitabilmente poggerà, è il corpo umano in quanto il gioiello, come ormai ampiamente riconosciuto (Bernabei 2011), perde la sua identità ed il suo valore quando è separato da esso.
L’essenza di queste spille consiste nell’essere al pari della poesia, testimonianza viva e concreta della maestria dei loro artefici, capace di coniugare abilità manuali retaggio di mai sopite tradizioni artigianali e/o virtuosismi tecnologici derivati dal mondo del design con una mente libera ed un cuore generoso. Se infatti si può disegnare un progetto con la razionalità del cervello umano saranno poi passione ed intuito personale a guidarne l’esecuzione.
Il percorso espositivo
Tre le aree tematiche che costituiscono il perno dell’evento:
- le architetture di Verona: monumenti e dinamismo
- Verona a ritroso: consuetudini e tradizioni culturali
- sentieri: crescere nella “Speranza”
L’associazione Nurò
L’associazione Nurò, nata a Verona nel gennaio 2013, vuole essere un motore propulsore per favorire la conoscenza del gioiello contemporaneo presso il pubblico in generale e rinvigorirne la credibilità. Attraverso l’organizzazione di mostre, workshops e conferenze incoraggia un approfondimento delle relative tematiche che sconfinano nel mondo dell’etica, della legalità, della moda e del benessere. Nella sua missione auspica collaborazioni con istituzioni pubbliche e private.
Bibliografia
Bernabei, R., 2011. Contemporary Jewellers. London: Bloomsbury Academic.
Itten, J., 2002. Arte del colore. Milano, 3° ed. : il Saggiatore
08
ottobre 2013
Dialoghi incantati: spille in omaggio a Verona
Dall'otto al 20 ottobre 2013
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
CHIESA DI SAN PIETRO IN ARCHIVOLTO
Verona, Piazza Duomo, (Verona)
Verona, Piazza Duomo, (Verona)
Orario di apertura
10-19, ogni giorno
Vernissage
8 Ottobre 2013, ore 18.30
Sito web
www.associazionenurò.it
Curatore