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Dialogo I
Si tratta della prima di due mostre nelle quali tre artisti sono chiamati a esprimersi, attraverso le opere esposte e gli interventi in catalogo, su un tema proposto dal curatore
Comunicato stampa
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Sabato 22 aprile 2006 alle 18.00 la Galleria Enrico Fornello inaugura ‘Dialogo I’, a cura di Simone Menegoi. Si tratta della prima di due mostre nelle quali tre artisti sono chiamati a esprimersi, attraverso le opere esposte e gli interventi in catalogo, su un tema proposto dal curatore. L’argomento del primo ‘Dialogo’ è l’equilibrio che si crea, all’interno della creazione, fra controllo e abbandono, lucidità e inconsapevolezza. In questa cornice presentano le proprie opere Emanuele Becheri, John Duncan e Nobuko Tsuchiya, tre artisti diversi per età, mezzi espressivi e temperamento artistico. Per tutti loro, tuttavia, il problema del rapporto fra ciò che è volontario e ciò che non lo è all’interno dell’opera sembra essere centrale.
Emanuele Becheri (1973,vive e lavora a Prato) pratica il disegno. Da circa due anni le sue opere nascono nell’oscurità totale. Al buio, Becheri passa una punta acuminata su fogli di carta carbone che ogni volta ricoprono carte diverse e diversamente strutturate. Il risultato è in larga parte imprevedibile. Come un fotografo che sviluppi l’immagine di un oggetto ripreso in assenza totale di luce, invisibile all’occhio ma non all’obiettivo, solo al momento di svolgere il foglio Becheri scopre ciò che esso contiene. I tracciati sono a volte ridotti al minimo, a volte estesi e ramificati come mappe, nelle quali sembra di riconoscere delle forme. Ma nell’estrema ambiguità di questo segno, ogni somiglianza è ingannevole come un miraggio. In questa mostra l’artista presenta una nuova serie di disegni ‘ciechi’.
John Duncan (1953, vive e lavora a Bologna) è sound-artist e videomaker. Fin da quando lavorava come performer a Los Angeles alla fine degli anni ’70, legato da rapporti di amicizia e collaborazione a personaggi come Paul McCarthy e Mike Kelley, ha concepito l’arte come domanda estrema sul senso e i limiti della percezione, della morale, della vita stessa. Spesso il suo lavoro ha accolto forze e fenomeni che esulano dal controllo dell’artista, dal trance indotto dall’iperventilazione (‘Reichian Breath’) alla trascrizione sonora delle maree (‘Infrasound – Tidal’). In ‘Dialogo I’ Duncan espone una delle sue opere più significative degli ultimi anni, ‘The Error’, concepita per il web e presentata per la prima volta in forma di video. Si tratta di una sequenza di immagini e testi raccolti nell’arco di oltre dieci anni e abbinati fra loro secondo associazioni enigmatiche. I testi sono trascrizioni di sogni, ma anche riflessioni ispirate alla filosofia e alla scienza contemporanea; le immagini che li accompagnano variano dalla pornografia alla geologia. Il risultato è un labirinto in cui balenano intuizioni a volte folgoranti sul senso di ciò che chiamiamo ‘coscienza’, ‘io’, ‘realtà’.
Nobuko Tsuchiya (1972, vive e lavora a Londra) è una scultrice. Crea le sue opere assemblando elementi realizzati da lei stessa in resina e oggetti manipolati (utensili, strumenti medici, parti di mobilio). Né biomorfe né meccaniche, le sue creazioni si collocano in una inquietante terra di mezzo fra queste due regioni. Indicata nel 2004 da Adrian Searle, in un articolo su ‘The Guardian’, come una delle più interessanti giovani artiste inglesi, ha dichiarato al quotidiano: “Non tutto è come sembra nel mio lavoro, non tutto è fatto di proposito. Prendo le mie decisioni usando quella che potreste chiamare una diversa forma di pensiero, e le prendo per operare fra armonia e disaccordo, fra il controllo e la sua mancanza”. A Prato presenta la scultura più grande che abbia realizzato finora, ‘8 legged hypnotic witness’ (esposta l’anno passato nello spazio Arnolfini di Bristol) e alcuni lavori più piccoli, creati appositamente per la mostra.
Emanuele Becheri (1973,vive e lavora a Prato) pratica il disegno. Da circa due anni le sue opere nascono nell’oscurità totale. Al buio, Becheri passa una punta acuminata su fogli di carta carbone che ogni volta ricoprono carte diverse e diversamente strutturate. Il risultato è in larga parte imprevedibile. Come un fotografo che sviluppi l’immagine di un oggetto ripreso in assenza totale di luce, invisibile all’occhio ma non all’obiettivo, solo al momento di svolgere il foglio Becheri scopre ciò che esso contiene. I tracciati sono a volte ridotti al minimo, a volte estesi e ramificati come mappe, nelle quali sembra di riconoscere delle forme. Ma nell’estrema ambiguità di questo segno, ogni somiglianza è ingannevole come un miraggio. In questa mostra l’artista presenta una nuova serie di disegni ‘ciechi’.
John Duncan (1953, vive e lavora a Bologna) è sound-artist e videomaker. Fin da quando lavorava come performer a Los Angeles alla fine degli anni ’70, legato da rapporti di amicizia e collaborazione a personaggi come Paul McCarthy e Mike Kelley, ha concepito l’arte come domanda estrema sul senso e i limiti della percezione, della morale, della vita stessa. Spesso il suo lavoro ha accolto forze e fenomeni che esulano dal controllo dell’artista, dal trance indotto dall’iperventilazione (‘Reichian Breath’) alla trascrizione sonora delle maree (‘Infrasound – Tidal’). In ‘Dialogo I’ Duncan espone una delle sue opere più significative degli ultimi anni, ‘The Error’, concepita per il web e presentata per la prima volta in forma di video. Si tratta di una sequenza di immagini e testi raccolti nell’arco di oltre dieci anni e abbinati fra loro secondo associazioni enigmatiche. I testi sono trascrizioni di sogni, ma anche riflessioni ispirate alla filosofia e alla scienza contemporanea; le immagini che li accompagnano variano dalla pornografia alla geologia. Il risultato è un labirinto in cui balenano intuizioni a volte folgoranti sul senso di ciò che chiamiamo ‘coscienza’, ‘io’, ‘realtà’.
Nobuko Tsuchiya (1972, vive e lavora a Londra) è una scultrice. Crea le sue opere assemblando elementi realizzati da lei stessa in resina e oggetti manipolati (utensili, strumenti medici, parti di mobilio). Né biomorfe né meccaniche, le sue creazioni si collocano in una inquietante terra di mezzo fra queste due regioni. Indicata nel 2004 da Adrian Searle, in un articolo su ‘The Guardian’, come una delle più interessanti giovani artiste inglesi, ha dichiarato al quotidiano: “Non tutto è come sembra nel mio lavoro, non tutto è fatto di proposito. Prendo le mie decisioni usando quella che potreste chiamare una diversa forma di pensiero, e le prendo per operare fra armonia e disaccordo, fra il controllo e la sua mancanza”. A Prato presenta la scultura più grande che abbia realizzato finora, ‘8 legged hypnotic witness’ (esposta l’anno passato nello spazio Arnolfini di Bristol) e alcuni lavori più piccoli, creati appositamente per la mostra.
22
aprile 2006
Dialogo I
Dal 22 aprile al 17 giugno 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ENRICOFORNELLO
Prato, Via Giuseppe Paolini, 21, (Prato)
Prato, Via Giuseppe Paolini, 21, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 11-13/15-20
Vernissage
22 Aprile 2006, ore 18
Autore
Curatore