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Dialogus Creaturarum Moralisatus
Mostra di libri d’artista
Comunicato stampa
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Il giorno 10 luglio 2015 alle ore 18,00 nella Civica Galleria d’arte moderna di Monreale, alla presenza del Sindaco Avv. Piero Capizzi, dell' Assessore alla Cultura Dott. Giuseppe Cangemi e dell'Assessore al Turismo Dott. Ignazio Zuccaro, sarà inaugurata la Mostra di libri d’artista:
“Dialogus Creaturarum Moralisatus”
in formato leporello
a cura di Antonina Greco
La Mostra, già presentata nella biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia di Palermo, sarà introdotta dalla Prof.ssa Francesca Massara. In questa sede dell’ex Convento dei benedettini, essa si collega idealmente al grande ciclo musivo della Creazione che campeggia nella vicina Cattedrale Normanna; in consonanza di tempi storici e di contenuti che esaltano entrambi la loro stessa visione ideologica del medioevo.
La Mostra è aperta sino al 5 settembre 2015 con il seguente orario:
DAL LUNEDI' ALLA DOMENICA 9,00/13,00
E I POMERIGGI DEL MARTEDI' GIOVEDI' SABATO ORE 15,00/18,00
Aprile 2013
La Biblioteca Centrale per le Chiese di Sicilia accoglie volentieri una manifestazione che ha la sua "anteprima": l'interpretazione artistica in chiave contemporanea delle tematiche trattate nel Dialogus Creaturarum Moralisatus.
L'affascinante testo, che ben si inserisce nella tradizione letterari della favola di animali di origine classica (Esopo, Fedro), affonda le sue radici anche nel grande patrimonio antico e medievale dei bestiarii, herbarii e lapidari (come il Filologus). In queste trattazioni, vere e proprie enciclopedie tematiche, si raccoglie tutto il sapere simbolico in riferimento agli animali, reali e fantastici, alle piante ed alle pietre, preziose o "speciali" per la loro rarità o peculiarità. Animali, piante ed elementi dell'universo appaiono talvolta animati da forze taumaturgiche, ma, molto più spesso, divengono emblemi di vizi e virtù umane e sono protagonisti di situazioni che rispecchiano le più diverse circostanze della società e della vita. Il DIALOGUS ha dunque espliciti connotati morali ed allegorici ed intento didascalico. Le chiose filosofiche ed i riferimenti biblici ne fanno un modello ideale per la creazione di opere d'arte ispirate alle diverse tematiche presenti nel testo, estremamente vario. Gli artisti del nostro tempo, in ideale continuità con le raffinate incisioni del 1483, traggono liberamente dal testo segni, simboli, suggestioni, sequenze iconografiche e immaginifiche con cui decodificano e insieme traspongono sotto mentite spoglie, nel vivido linguaggio figurativo, la condizione umana.
La Biblioteca per le Chiese di Sicilia, in diverse occasioni ha, come sua mission, promosso ed accolto, iniziative legate all'inesauribile tema del sapere; ancora una volta non può sfuggire la fecondità della connessione tra Arte e Libro, e di entrambi, Biblion/Biblia.
FRANCESCA PAOLA MASSARA
L'idea di approfondire la conoscenza del Dialogus Creaturarum Moralisatus e di renderne l'essenza in forme figurate, nasce dal ricordo degli studi di latino medievale che hanno lasciato un fertile seme ora arrivato a maturazione.
Com'è noto, il testo raccoglie centoventidue favole scritte in quella forma latina ormai lontana dalla aulicità classica e più vicina al linguaggio del romanice loqui che è già la prima formulazione della filologia romanza.
In questo particolare Dialogus gli elementi talora antropomorfizzati duettano nella maggior parte dei casi con intonazione ora pacata ora petula; ironica e saccente. Ma sempre con l'intento rivolto al dettato biblico del quale costituiscono la “summa”. Una universalità che include tutti gli elementi del Creato, tutto ciò che è vivente e organico, come animali e piante, e perfino minerali e astri, il sole e la luna; le acque. Con un insegnamento etico e morale; e quindi riconducibile a Dio. Come le cattedrali gotiche con le loro misure celesti; numeri e proporzioni divine che dal disfacimento del mondo romano portano alle città di Dio. E diversamente dai contemporanei “cammini delle fate” nella Valle dei Monaci in Cappadocia. Questo Dialogus è l'epopea di un apparato letterario che forse non ha un vero autore. È probabile che Nicolaus Pergamenus o Mayno de Mayneri seguendo una inclinazione erudita li abbiano raccolti, come un aedo antico, dalla tradizione popolare e mettendoli insieme abbiano dato vita all’opera che è stata pubblicata per la prima volta a Stoccolma nel 1483 da un immigrato di Rostock, Johann Snell: di questo originale sopravvivono soltanto cinque preziosissime copie.
Nel 1483 in Italia ma anche in vari centri dell'Europa era già stato consumato nella sua ideologia scardinante il primo Umanesimo e si realizzavano parallelamente quelle forme audaci del Rinascimento nell'architettura, nella scultura, nella pittura; e nella prospettiva. Sulla traccia di quella linea speculativa che presto al suo culmine sarebbe arrivata alla visione leonardesca: un altro poema ambizioso ed esaltante ma diversamente moralisatus.
Il tema apparentemente semplice, ma complesso per le sue implicazioni teologiche e teosofiche, elemento postumo di una simbologia medievale evoca scenari immaginifici di antichi scriptoria e di tanti amanuensi attivi ed operosi ad maiorem gloriam Dei. Attorno ad esso abbiamo raccolto un gruppo di artisti libristi siciliani di notevole spessore culturale e manuale. Sempre disponibili a misurare la propria creatività anche con temi di carattere più impegnativo dal punto di vista intellettualistico e di più specifico approfondimento concettuale.
Abbiamo affidato il nostro pensiero alla loro interpretazione che ne restituisce aspetti individuali e generali in forma assolutamente libera per quanto riguarda il linguaggio e i materiali. In particolare nel caso di questa mostra ci siamo attenuti al formato leporello che con i suoi molteplici ripiegamenti offre la possibilità di raccontare episodi diversi e variegati; e ancora di utilizzare sia il recto che il verso di ogni pagina. E di realizzare piccoli preziosi capolavori come quelli esposti in questa mostra e già presentati a Palermo nella sede della Biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia.
Nell’attuale assetto espositivo in questo particolare spazio dell'ex Monastero di Monreale essi dialogano con disinvolta, ammiccante naturalezza con le autorevoli opere alle pareti. E queste a loro volta le accolgono armoniosamente pure nella consapevolezza di trattenere la nobile storia della pittura del passato. Le piccole opere del Dialogus ora sciamano con le loro ali spiegate; ma soprattutto tendono ad attraversare lo spessore delle mura benedettine per ricongiungersi al ciclo musivo della Creazione che si accampa maestoso e paradigmatico nella contigua cattedrale normanna; nella loro implicita essenza ideale e nella continuità del tema comune intriso di significato mistico. Inseguendo pure nella diversità di espressione quel Medioevo ancora non del tutto svelato: articolato e complesso fondamento della cultura moderna.
Palermo, Luglio 2015
ANTONINA GRECO
“Dialogus Creaturarum Moralisatus”
in formato leporello
a cura di Antonina Greco
La Mostra, già presentata nella biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia di Palermo, sarà introdotta dalla Prof.ssa Francesca Massara. In questa sede dell’ex Convento dei benedettini, essa si collega idealmente al grande ciclo musivo della Creazione che campeggia nella vicina Cattedrale Normanna; in consonanza di tempi storici e di contenuti che esaltano entrambi la loro stessa visione ideologica del medioevo.
La Mostra è aperta sino al 5 settembre 2015 con il seguente orario:
DAL LUNEDI' ALLA DOMENICA 9,00/13,00
E I POMERIGGI DEL MARTEDI' GIOVEDI' SABATO ORE 15,00/18,00
Aprile 2013
La Biblioteca Centrale per le Chiese di Sicilia accoglie volentieri una manifestazione che ha la sua "anteprima": l'interpretazione artistica in chiave contemporanea delle tematiche trattate nel Dialogus Creaturarum Moralisatus.
L'affascinante testo, che ben si inserisce nella tradizione letterari della favola di animali di origine classica (Esopo, Fedro), affonda le sue radici anche nel grande patrimonio antico e medievale dei bestiarii, herbarii e lapidari (come il Filologus). In queste trattazioni, vere e proprie enciclopedie tematiche, si raccoglie tutto il sapere simbolico in riferimento agli animali, reali e fantastici, alle piante ed alle pietre, preziose o "speciali" per la loro rarità o peculiarità. Animali, piante ed elementi dell'universo appaiono talvolta animati da forze taumaturgiche, ma, molto più spesso, divengono emblemi di vizi e virtù umane e sono protagonisti di situazioni che rispecchiano le più diverse circostanze della società e della vita. Il DIALOGUS ha dunque espliciti connotati morali ed allegorici ed intento didascalico. Le chiose filosofiche ed i riferimenti biblici ne fanno un modello ideale per la creazione di opere d'arte ispirate alle diverse tematiche presenti nel testo, estremamente vario. Gli artisti del nostro tempo, in ideale continuità con le raffinate incisioni del 1483, traggono liberamente dal testo segni, simboli, suggestioni, sequenze iconografiche e immaginifiche con cui decodificano e insieme traspongono sotto mentite spoglie, nel vivido linguaggio figurativo, la condizione umana.
La Biblioteca per le Chiese di Sicilia, in diverse occasioni ha, come sua mission, promosso ed accolto, iniziative legate all'inesauribile tema del sapere; ancora una volta non può sfuggire la fecondità della connessione tra Arte e Libro, e di entrambi, Biblion/Biblia.
FRANCESCA PAOLA MASSARA
L'idea di approfondire la conoscenza del Dialogus Creaturarum Moralisatus e di renderne l'essenza in forme figurate, nasce dal ricordo degli studi di latino medievale che hanno lasciato un fertile seme ora arrivato a maturazione.
Com'è noto, il testo raccoglie centoventidue favole scritte in quella forma latina ormai lontana dalla aulicità classica e più vicina al linguaggio del romanice loqui che è già la prima formulazione della filologia romanza.
In questo particolare Dialogus gli elementi talora antropomorfizzati duettano nella maggior parte dei casi con intonazione ora pacata ora petula; ironica e saccente. Ma sempre con l'intento rivolto al dettato biblico del quale costituiscono la “summa”. Una universalità che include tutti gli elementi del Creato, tutto ciò che è vivente e organico, come animali e piante, e perfino minerali e astri, il sole e la luna; le acque. Con un insegnamento etico e morale; e quindi riconducibile a Dio. Come le cattedrali gotiche con le loro misure celesti; numeri e proporzioni divine che dal disfacimento del mondo romano portano alle città di Dio. E diversamente dai contemporanei “cammini delle fate” nella Valle dei Monaci in Cappadocia. Questo Dialogus è l'epopea di un apparato letterario che forse non ha un vero autore. È probabile che Nicolaus Pergamenus o Mayno de Mayneri seguendo una inclinazione erudita li abbiano raccolti, come un aedo antico, dalla tradizione popolare e mettendoli insieme abbiano dato vita all’opera che è stata pubblicata per la prima volta a Stoccolma nel 1483 da un immigrato di Rostock, Johann Snell: di questo originale sopravvivono soltanto cinque preziosissime copie.
Nel 1483 in Italia ma anche in vari centri dell'Europa era già stato consumato nella sua ideologia scardinante il primo Umanesimo e si realizzavano parallelamente quelle forme audaci del Rinascimento nell'architettura, nella scultura, nella pittura; e nella prospettiva. Sulla traccia di quella linea speculativa che presto al suo culmine sarebbe arrivata alla visione leonardesca: un altro poema ambizioso ed esaltante ma diversamente moralisatus.
Il tema apparentemente semplice, ma complesso per le sue implicazioni teologiche e teosofiche, elemento postumo di una simbologia medievale evoca scenari immaginifici di antichi scriptoria e di tanti amanuensi attivi ed operosi ad maiorem gloriam Dei. Attorno ad esso abbiamo raccolto un gruppo di artisti libristi siciliani di notevole spessore culturale e manuale. Sempre disponibili a misurare la propria creatività anche con temi di carattere più impegnativo dal punto di vista intellettualistico e di più specifico approfondimento concettuale.
Abbiamo affidato il nostro pensiero alla loro interpretazione che ne restituisce aspetti individuali e generali in forma assolutamente libera per quanto riguarda il linguaggio e i materiali. In particolare nel caso di questa mostra ci siamo attenuti al formato leporello che con i suoi molteplici ripiegamenti offre la possibilità di raccontare episodi diversi e variegati; e ancora di utilizzare sia il recto che il verso di ogni pagina. E di realizzare piccoli preziosi capolavori come quelli esposti in questa mostra e già presentati a Palermo nella sede della Biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia.
Nell’attuale assetto espositivo in questo particolare spazio dell'ex Monastero di Monreale essi dialogano con disinvolta, ammiccante naturalezza con le autorevoli opere alle pareti. E queste a loro volta le accolgono armoniosamente pure nella consapevolezza di trattenere la nobile storia della pittura del passato. Le piccole opere del Dialogus ora sciamano con le loro ali spiegate; ma soprattutto tendono ad attraversare lo spessore delle mura benedettine per ricongiungersi al ciclo musivo della Creazione che si accampa maestoso e paradigmatico nella contigua cattedrale normanna; nella loro implicita essenza ideale e nella continuità del tema comune intriso di significato mistico. Inseguendo pure nella diversità di espressione quel Medioevo ancora non del tutto svelato: articolato e complesso fondamento della cultura moderna.
Palermo, Luglio 2015
ANTONINA GRECO
10
luglio 2015
Dialogus Creaturarum Moralisatus
Dal 10 luglio al 05 settembre 2015
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CIVICA GALLERIA D’ARTE MODERNA – EX CONVENTO DEI BENEDETTINI
Monreale, Piazza Guglielmo II, (Palermo)
Monreale, Piazza Guglielmo II, (Palermo)
Orario di apertura
Lunedì-domenica 9,00/13,00 - martedì, giovedì e sabato anche dalle 15,00 alle 18,00
Vernissage
10 Luglio 2015, ore 18
Autore
Curatore