Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dianora Marandino – Fantasie di colori
Dianora Marandino è la protagonista di una mostra che presenta capi d’abbigliamento e bozzetti preparatori realizzati, e soprattutto decorati, da lei; sono parte di un’ampia donazione fatta alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti dal marito, il pittore Enzo Faraoni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dianora Marandino è la protagonista di una mostra che presenta capi d’abbigliamento e bozzetti preparatori realizzati, e soprattutto decorati, da lei; sono parte di un’ampia donazione fatta alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti dal marito, il pittore Enzo Faraoni.
Nata a Firenze nel 1912, dopo una articolata formazione eclettica, durante la seconda Guerra mondiale si impegnò coraggiosamente a fianco dei partigiani e si adoperò per l’apertura di Palazzo Pitti agli sfollati. Alla fine degli anni Quaranta entrò a far parte del gruppo di artisti e intellettuali della Galleria della Vigna Nuova, che annoverava fra i suoi membri Giovanni Michelucci, Leonardo Savioli, Edoardo Detti, e con il quale Dianora partecipò nel 1951 alla Triennale di Milano. Fino agli anni Settanta la sua attività più importante fu la decorazione su tessuti e la tintura di filati; nel 1953 le sue creazioni erano già conosciute in molte parti del mondo.
La sperimentazione è la chiave interpretativa dell’attività della Marandino, sempre in cerca di nuove tecniche di pittura su stoffa, per la creazione di abiti che non si adeguassero pedissequamente ai modelli in voga, ma che corrispondessero a un concetto di semplicità rigorosa intonata al sentire estetico del momento.
La sua attività fu animata da una fantasia limpida e da una vivace curiosità rivolta verso sempre nuovi moduli disegnativi, attingendo a temi e soggetti del proprio mondo culturale e immaginario. Nei suoi decori si avverte la predilezione per una vita all’aria aperta: molti sono i motivi floreali stilizzati, mentre le tinte stese a grandi campiture, brillanti e piatte, evocano i luminosi toni della natura inondati dal sole. Ma il suo lavoro, in apparenza spontaneo, si rivela in realtà un’operazione meditata e colta. La sua creatività era sostenuta da una formazione culturale continuamente aggiornata sulle tendenze e le correnti artistiche contemporanee, pittoriche e non soltanto.
Scrive Cristina Acidini: “In queste creazioni, dai requisiti tecnici complessi (qui attentamente indagati), emerge in tutta la sua freschezza e potenza la capacità espressiva dell’artista, che pur captando l’air du temps mantiene la sua autonomia inventiva, rigorosa e rigogliosa insieme”.
Nella sua opera si assommano la personalità dell’artista - che spesso firma i suoi lavori, - e l’abilità dell’artigiano. Di quest’ultimo Dianora possedeva la capacità di eseguire tutto ciò che fosse stato necessario alla realizzazione di un’opera e, da abile sperimentatrice autodidatta qual era, si riconosceva in questa figura, tanto da seguire personalmente tutte le fasi della creazione di un capo: dalla progettazione all’esecuzione di foggia e apparato decorativo, tracciando un percorso che diverrà proprio degli stilisti e dell’industria della moda. Tuttavia il lavoro della Marandino non si può definire artigianale; la sua peculiarità va individuata nell’eclettismo e nell’audacia di una ricerca che armonizza in una nuova sintesi elementi provenienti dalle sue diverse esperienze: un caso unico, in sostanza, di quelli che hanno fatto la grandezza delle arti nella Firenze del Novecento.
Nata a Firenze nel 1912, dopo una articolata formazione eclettica, durante la seconda Guerra mondiale si impegnò coraggiosamente a fianco dei partigiani e si adoperò per l’apertura di Palazzo Pitti agli sfollati. Alla fine degli anni Quaranta entrò a far parte del gruppo di artisti e intellettuali della Galleria della Vigna Nuova, che annoverava fra i suoi membri Giovanni Michelucci, Leonardo Savioli, Edoardo Detti, e con il quale Dianora partecipò nel 1951 alla Triennale di Milano. Fino agli anni Settanta la sua attività più importante fu la decorazione su tessuti e la tintura di filati; nel 1953 le sue creazioni erano già conosciute in molte parti del mondo.
La sperimentazione è la chiave interpretativa dell’attività della Marandino, sempre in cerca di nuove tecniche di pittura su stoffa, per la creazione di abiti che non si adeguassero pedissequamente ai modelli in voga, ma che corrispondessero a un concetto di semplicità rigorosa intonata al sentire estetico del momento.
La sua attività fu animata da una fantasia limpida e da una vivace curiosità rivolta verso sempre nuovi moduli disegnativi, attingendo a temi e soggetti del proprio mondo culturale e immaginario. Nei suoi decori si avverte la predilezione per una vita all’aria aperta: molti sono i motivi floreali stilizzati, mentre le tinte stese a grandi campiture, brillanti e piatte, evocano i luminosi toni della natura inondati dal sole. Ma il suo lavoro, in apparenza spontaneo, si rivela in realtà un’operazione meditata e colta. La sua creatività era sostenuta da una formazione culturale continuamente aggiornata sulle tendenze e le correnti artistiche contemporanee, pittoriche e non soltanto.
Scrive Cristina Acidini: “In queste creazioni, dai requisiti tecnici complessi (qui attentamente indagati), emerge in tutta la sua freschezza e potenza la capacità espressiva dell’artista, che pur captando l’air du temps mantiene la sua autonomia inventiva, rigorosa e rigogliosa insieme”.
Nella sua opera si assommano la personalità dell’artista - che spesso firma i suoi lavori, - e l’abilità dell’artigiano. Di quest’ultimo Dianora possedeva la capacità di eseguire tutto ciò che fosse stato necessario alla realizzazione di un’opera e, da abile sperimentatrice autodidatta qual era, si riconosceva in questa figura, tanto da seguire personalmente tutte le fasi della creazione di un capo: dalla progettazione all’esecuzione di foggia e apparato decorativo, tracciando un percorso che diverrà proprio degli stilisti e dell’industria della moda. Tuttavia il lavoro della Marandino non si può definire artigianale; la sua peculiarità va individuata nell’eclettismo e nell’audacia di una ricerca che armonizza in una nuova sintesi elementi provenienti dalle sue diverse esperienze: un caso unico, in sostanza, di quelli che hanno fatto la grandezza delle arti nella Firenze del Novecento.
25
marzo 2011
Dianora Marandino – Fantasie di colori
Dal 25 marzo al 15 maggio 2011
design
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
PALAZZO PITTI – GALLERIA D’ARTE MODERNA E GALLERIA DEL COSTUME
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, 1, (Firenze)
Biglietti
Fino al 30 aprile: Intero €. 10.00, comprensivo dell’ingresso al Museo degli Argentì ealla mostra al suo interno Vinum nostrum. Arte, scienza e miti del vino nella civiltà del mediterraneo antico, con il Giardino di Boboli e il Museo delle Porcellane, il Giardino Bardini; dal 2 maggio: intero € 9.00
Fino al 30 aprile: Ridotto €. 5,00 per i cittadini della U.E. tra i 18 e i 25 anni; dal 2 maggio € 4.50
Gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
ore 8.15 – 17.30 marzo; 8.15 – 18.30 aprile, maggio
Chiuso primo e ultimo lunedì del mese, 1 maggio
Vernissage
25 Marzo 2011, ore 17
Editore
SILLABE
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA
Autore
Curatore