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Dicò – Combustions (Poltu Quatu)
La SimonBart Gallery presenta la mostra Combustions, antologica dedicata all’artista Dicò e proveniente dal Complesso del Vittoriano di Roma. L’importante nucleo di lavori, che sintetizza il percorso fatto fin qui dell’artista pop romano, sarà presentato nelle due sedi estive della galleria.
Comunicato stampa
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La stagione espositiva 2017 della SimonBart Gallery continua con la mostra Combustions, antologica dedicata all’artista Dicò e proveniente dal Complesso del Vittoriano di Roma.
L’importante nucleo di lavori, che sintetizza il percorso fatto fin qui dell’artista pop romano, sarà presentato nelle due sedi estive della galleria, a Poltu Quatu e Porto Cervo, con due distinti eventi inaugurativi in collaborazione con Grand Hotel Poltu Quatu e Rolls-Royce Motorcars.
Dicò, uno dei nomi più interessanti dell’attuale scena pop italiana, eredita motivi e stilemi propri del linguaggio artistico della tradizione pop britannica ed americana ma, come accadde per gli esponenti di Piazza del Popolo degli anni Sessanta, non si limita ad accogliere passivamente la moda americana, reinterpretandola alla luce di un linguaggio del tutto originale, molte volte ideando nuove tecniche realizzative.
Le sue opere, realizzate su tavola, sono una sapiente commistione di resine, materiali industriali, sovrapposizioni materiche, combustioni e corrosioni. I suoi volti, caratterizzati da notevole capacità espressiva, affascinano ed emozionano allo stesso tempo. Tuttavia la caratteristica che li rende davvero unici e irripetibili è senz’altro la plasticità scultorea, dovuta al potere del fuoco: la fiamma infatti sostituisce il pennello e, guidata dalla mano sapiente dell’artista, plasma, modella, buca e squarcia la lastra in plexiglass che contorna la superficie delle opere, mentre il neon conferisce ai volti un incredibile e sorprendente potere comunicativo, che esalta simboli e forme.
“In fondo Dicò, grafico di provenienza, non fa né il Burri redivivo, né l’erede della Pop Art, anche se entrambe le esperienze, lo hanno ampiamente ispirato” spiega Vittorio Sgarbi nel suo testo critico in catalogo “facendo da presupposto anche ad altri riferimenti, quali, per esempio, la Street Art”. Ed è proprio in questa sapiente e spontanea commistione di diversi linguaggi e riferimenti, a volte anche antitetici tra loro, che è ravvisabile il talento di Dicò: un talento di tipo compositivo, volto a dissacrare il mito del Pop.
“Quello che Dicò persegue - sottolinea Sgarbi - è piuttosto il controllo del deterioramento, che si configura come una tecnica a parte, la più sofisticata fra quelle a sua disposizione, in grado di purificare il manufatto di partenza quanto basta, rigenerandolo, senza annullarlo o sconvolgerlo irreparabilmente. Ciò, da una parte, rivela una concezione pragmatica dell’arte, per cui quello che conta è l’oggetto che riesci a elaborare, non ciò che agiti attorno ad esso, dall’altra conferisce all’atto della bruciatura una connotazione che, pur esente da afflato mistico, è comunque di natura immateriale, di spiritualità aggiunta, sovrapposta, verrebbe da dire, aumentata, trasferendo nell’oggetto, così modificato, un’impronta indissolubile della propria personalità.”
L’importante nucleo di lavori, che sintetizza il percorso fatto fin qui dell’artista pop romano, sarà presentato nelle due sedi estive della galleria, a Poltu Quatu e Porto Cervo, con due distinti eventi inaugurativi in collaborazione con Grand Hotel Poltu Quatu e Rolls-Royce Motorcars.
Dicò, uno dei nomi più interessanti dell’attuale scena pop italiana, eredita motivi e stilemi propri del linguaggio artistico della tradizione pop britannica ed americana ma, come accadde per gli esponenti di Piazza del Popolo degli anni Sessanta, non si limita ad accogliere passivamente la moda americana, reinterpretandola alla luce di un linguaggio del tutto originale, molte volte ideando nuove tecniche realizzative.
Le sue opere, realizzate su tavola, sono una sapiente commistione di resine, materiali industriali, sovrapposizioni materiche, combustioni e corrosioni. I suoi volti, caratterizzati da notevole capacità espressiva, affascinano ed emozionano allo stesso tempo. Tuttavia la caratteristica che li rende davvero unici e irripetibili è senz’altro la plasticità scultorea, dovuta al potere del fuoco: la fiamma infatti sostituisce il pennello e, guidata dalla mano sapiente dell’artista, plasma, modella, buca e squarcia la lastra in plexiglass che contorna la superficie delle opere, mentre il neon conferisce ai volti un incredibile e sorprendente potere comunicativo, che esalta simboli e forme.
“In fondo Dicò, grafico di provenienza, non fa né il Burri redivivo, né l’erede della Pop Art, anche se entrambe le esperienze, lo hanno ampiamente ispirato” spiega Vittorio Sgarbi nel suo testo critico in catalogo “facendo da presupposto anche ad altri riferimenti, quali, per esempio, la Street Art”. Ed è proprio in questa sapiente e spontanea commistione di diversi linguaggi e riferimenti, a volte anche antitetici tra loro, che è ravvisabile il talento di Dicò: un talento di tipo compositivo, volto a dissacrare il mito del Pop.
“Quello che Dicò persegue - sottolinea Sgarbi - è piuttosto il controllo del deterioramento, che si configura come una tecnica a parte, la più sofisticata fra quelle a sua disposizione, in grado di purificare il manufatto di partenza quanto basta, rigenerandolo, senza annullarlo o sconvolgerlo irreparabilmente. Ciò, da una parte, rivela una concezione pragmatica dell’arte, per cui quello che conta è l’oggetto che riesci a elaborare, non ciò che agiti attorno ad esso, dall’altra conferisce all’atto della bruciatura una connotazione che, pur esente da afflato mistico, è comunque di natura immateriale, di spiritualità aggiunta, sovrapposta, verrebbe da dire, aumentata, trasferendo nell’oggetto, così modificato, un’impronta indissolubile della propria personalità.”
29
luglio 2017
Dicò – Combustions (Poltu Quatu)
Dal 29 luglio al 14 agosto 2017
arte contemporanea
Location
SIMONBART GALLERY
Arzachena, Via Aga Khan, 1, (Olbia-tempio)
Arzachena, Via Aga Khan, 1, (Olbia-tempio)
Orario di apertura
dal lunedì a domenica ore 18-00
Vernissage
29 Luglio 2017, h 19.30
Autore
Curatore