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Didone Dell’amore, dell’inganno, dell’esilio e del suicidio
Mariangela Levita, Marisa Albanese, Raffaela Mariniello e Rosy Rox, sono chiamate a
interpretare il mito femminile e mediterraneo di Didone, intesa come simbolo di esilio, condizione
anche spirituale ed emotiva, oltre che di vagabondaggio geografico
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il giorno martedì 28 marzo, la galleria Davide Gallo, Via Carlo Farini 6 – Milano, ha il piacere di
inaugurare la mostra Didone – dell’amore, dell’inganno, dell’esilio e del suicidio, un progetto che
vede coinvolte quattro artiste napoletane, con opere inedite e appositamente realizzate per la
galleria, intorno al tema mitologico di Didone.
Mariangela Levita, Marisa Albanese, Raffaela Mariniello e Rosy Rox, sono chiamate a
interpretare il mito femminile e mediterraneo di Didone, intesa come simbolo di esilio, condizione
anche spirituale ed emotiva, oltre che di vagabondaggio geografico. Didone è forza dell’amore
femminile, aristocratico distacco dalle illusioni mondane con il gesto del suicidio. Nel suo video,
Raffaela Mariniello affronta il tema del viaggio come fuga dalla solitudine e dall’incomunicabilità.
La natura è il punto di approdo, la grande madre capace di accogliere e consolare, una natura
trattata dall’artista in termini di evocazione mitologica. Ma per la Mariniello il mito non è qualcosa
al di sopra della vita, è la vita stessa. La vita comune, nella sua banalità diventa mito. Il gesto
semplice, quotidiano, gli oggetti, i più banali della vita di ogni giorno, diventano mito e in questo
modo riscattano e sublimano la “malinconia” e la fragilità dell’esistere. Per Rosy Rox, performer e
scultrice, l’arte è inganno. L’opera nella sua ambiguità formale e soprattutto nella sua
frammentazione, continuamente inganna lo spettatore. Le forme hanno significati molteplici e
ambigui. La superfice esterna dell’opera, la sua pelle, assume forme che spesso il significato
volutamente tradisce. La coerenza trova validità nello slittamento tra forma e significato. Amore e
suicidio, vita e morte si fondono nel lavoro di Mariangela Levita, la cui produzione artistica è da
sempre caratterizzata da una forte capacità di astrazione. Partendo da un’immagine classica, l’opera
Didone sulla Pira di J.H. Tischbein the Elder, la Levita, nel suo ritratto di Didone, destruttura la
composizione affinché lo spettatore, più che avere un’immagine radicale della realtà, secondo le
norme dell’astrazione geometrica, abbia una percezione diversa, sintetica ed empatica della realtà
stessa. Un lavoro sulla percezione quindi, più che sulla realtà esterna, sicché il dolore dell’eroina
Didone, la sua morte, il suo suicidio, diventano oggetto di indagine emotiva e lo spettatore ne è
immediatamente coinvolto. L’opera non ha più valore come icona, ma suggerisce un più facile
cammino affinché la realtà esterna entri in contatto con la coscienza dello spettatore. Nelle due
opere presenti in mostra, Marisa Albanese pone l’attenzione sull’opera intesa come meta-testo.
L’artista suggerisce infatti un percorso alternativo, al di sopra dell’opera, che diviene esso stesso
opera d’arte. Due vecchie edizioni di opere su Didone: il 4° libro dell’Eneide, e un’edizione
ottocentesca della Didone Abbandonata di Metastasio sono il punto di partenza di questo percorso.
Nel primo, il libretto è interfacciato con immagini di migrazioni, lì dove Didone è vista come
simbolo della migrazione e dello spostamento alla ricerca di una nuova patria e di una nuova
identità, simbolo di tutte le migrazioni che anche oggi avvengono sul mare Mediterraneo. Nel
secondo libro il percorso è diverso: l’eroina di Metastasio è un’eroina moderna, più reale, e a
esplorare il suo variegato mondo spirituale l’artista chiama nove film cult, in cui le protagoniste
commettono suicidio per amore, o vivono i sentimenti agiti nel testo di Metastasio. L’opera non è
più l’oggetto in sé, ma il meta-testo appunto, il percorso mentale capace di trasformare un semplice
libro in opera d’arte.
Gli orari di visita sono: dal 29 marzo al 7 aprile, ogni giorno inclusi domenica e lunedì, orario
continuato dalle 14 alle 20. Dal 8 aprile al 13 maggio solo su appuntamento.
inaugurare la mostra Didone – dell’amore, dell’inganno, dell’esilio e del suicidio, un progetto che
vede coinvolte quattro artiste napoletane, con opere inedite e appositamente realizzate per la
galleria, intorno al tema mitologico di Didone.
Mariangela Levita, Marisa Albanese, Raffaela Mariniello e Rosy Rox, sono chiamate a
interpretare il mito femminile e mediterraneo di Didone, intesa come simbolo di esilio, condizione
anche spirituale ed emotiva, oltre che di vagabondaggio geografico. Didone è forza dell’amore
femminile, aristocratico distacco dalle illusioni mondane con il gesto del suicidio. Nel suo video,
Raffaela Mariniello affronta il tema del viaggio come fuga dalla solitudine e dall’incomunicabilità.
La natura è il punto di approdo, la grande madre capace di accogliere e consolare, una natura
trattata dall’artista in termini di evocazione mitologica. Ma per la Mariniello il mito non è qualcosa
al di sopra della vita, è la vita stessa. La vita comune, nella sua banalità diventa mito. Il gesto
semplice, quotidiano, gli oggetti, i più banali della vita di ogni giorno, diventano mito e in questo
modo riscattano e sublimano la “malinconia” e la fragilità dell’esistere. Per Rosy Rox, performer e
scultrice, l’arte è inganno. L’opera nella sua ambiguità formale e soprattutto nella sua
frammentazione, continuamente inganna lo spettatore. Le forme hanno significati molteplici e
ambigui. La superfice esterna dell’opera, la sua pelle, assume forme che spesso il significato
volutamente tradisce. La coerenza trova validità nello slittamento tra forma e significato. Amore e
suicidio, vita e morte si fondono nel lavoro di Mariangela Levita, la cui produzione artistica è da
sempre caratterizzata da una forte capacità di astrazione. Partendo da un’immagine classica, l’opera
Didone sulla Pira di J.H. Tischbein the Elder, la Levita, nel suo ritratto di Didone, destruttura la
composizione affinché lo spettatore, più che avere un’immagine radicale della realtà, secondo le
norme dell’astrazione geometrica, abbia una percezione diversa, sintetica ed empatica della realtà
stessa. Un lavoro sulla percezione quindi, più che sulla realtà esterna, sicché il dolore dell’eroina
Didone, la sua morte, il suo suicidio, diventano oggetto di indagine emotiva e lo spettatore ne è
immediatamente coinvolto. L’opera non ha più valore come icona, ma suggerisce un più facile
cammino affinché la realtà esterna entri in contatto con la coscienza dello spettatore. Nelle due
opere presenti in mostra, Marisa Albanese pone l’attenzione sull’opera intesa come meta-testo.
L’artista suggerisce infatti un percorso alternativo, al di sopra dell’opera, che diviene esso stesso
opera d’arte. Due vecchie edizioni di opere su Didone: il 4° libro dell’Eneide, e un’edizione
ottocentesca della Didone Abbandonata di Metastasio sono il punto di partenza di questo percorso.
Nel primo, il libretto è interfacciato con immagini di migrazioni, lì dove Didone è vista come
simbolo della migrazione e dello spostamento alla ricerca di una nuova patria e di una nuova
identità, simbolo di tutte le migrazioni che anche oggi avvengono sul mare Mediterraneo. Nel
secondo libro il percorso è diverso: l’eroina di Metastasio è un’eroina moderna, più reale, e a
esplorare il suo variegato mondo spirituale l’artista chiama nove film cult, in cui le protagoniste
commettono suicidio per amore, o vivono i sentimenti agiti nel testo di Metastasio. L’opera non è
più l’oggetto in sé, ma il meta-testo appunto, il percorso mentale capace di trasformare un semplice
libro in opera d’arte.
Gli orari di visita sono: dal 29 marzo al 7 aprile, ogni giorno inclusi domenica e lunedì, orario
continuato dalle 14 alle 20. Dal 8 aprile al 13 maggio solo su appuntamento.
28
marzo 2017
Didone Dell’amore, dell’inganno, dell’esilio e del suicidio
Dal 28 marzo al 13 maggio 2017
arte contemporanea
Location
DAVIDE GALLO
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
dal 29 marzo al 7 aprile, ogni giorno inclusi domenica e lunedì, orario continuato dalle 14 alle 20.
Dal 8 aprile al 13 maggio solo su appuntamento
Vernissage
28 Marzo 2017, ore 18
Autore