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Dieci anni dopo… gestione e valorizzazione partecipata del patrimonio culturale diffuso
Da anni si discute e si sperimenta attorno al tema spinoso di una gestione sostenibile del patrimonio culturale italiano. Dagli anni Ottanta ad oggi abbiamo assistito non di rado alla contrapposizione di punti di vista differenti: dall’aziendalismo più radicale applicato alla gestione del patrimonio culturale, alla questione dell’autonomia, per finire con il braccio di ferro tra Regioni e Stato sull’attribuzione di poteri in materia di tutela e valorizzazione…
Comunicato stampa
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Per una gestione partecipata del patrimonio diffuso. Esperti a confronto a Venezia.
Da anni si discute e si sperimenta attorno al tema spinoso di una gestione sostenibile del patrimonio culturale italiano. Dagli anni Ottanta ad oggi abbiamo assistito non di rado alla contrapposizione di punti di vista differenti: dall'aziendalismo più radicale applicato alla gestione del patrimonio culturale, alla questione dell'autonomia, per finire con il braccio di ferro tra Regioni e Stato sull'attribuzione di poteri in materia di tutela e valorizzazione. Su di una cosa viceversa tutti concordano: il patrimonio culturale italiano per dimensioni e soprattutto capillarità rappresenta un caso pressoché unico nel mondo che, quindi, esige risposte, anche in merito alla sua gestione, originali. Pochi, invece, almeno ad oggi, hanno colto la novità sostanziale della nostra Carta Costituzionale, con l'inserimento del principio di sussidiarietà, sia verticale (centro-periferia), che orizzontale (pubblico-privato) e l'effetto inclusivo che esso dovrebbe avere nella gestione delle attività di interesse generale: ovvero ciò che possono fare non le istituzioni, ma i cittadini, in forma singola o associata, per il bene di tutti.
Da anni si discute e si sperimenta attorno al tema spinoso di una gestione sostenibile del patrimonio culturale italiano. Dagli anni Ottanta ad oggi abbiamo assistito non di rado alla contrapposizione di punti di vista differenti: dall'aziendalismo più radicale applicato alla gestione del patrimonio culturale, alla questione dell'autonomia, per finire con il braccio di ferro tra Regioni e Stato sull'attribuzione di poteri in materia di tutela e valorizzazione. Su di una cosa viceversa tutti concordano: il patrimonio culturale italiano per dimensioni e soprattutto capillarità rappresenta un caso pressoché unico nel mondo che, quindi, esige risposte, anche in merito alla sua gestione, originali. Pochi, invece, almeno ad oggi, hanno colto la novità sostanziale della nostra Carta Costituzionale, con l'inserimento del principio di sussidiarietà, sia verticale (centro-periferia), che orizzontale (pubblico-privato) e l'effetto inclusivo che esso dovrebbe avere nella gestione delle attività di interesse generale: ovvero ciò che possono fare non le istituzioni, ma i cittadini, in forma singola o associata, per il bene di tutti.
24
ottobre 2008
Dieci anni dopo… gestione e valorizzazione partecipata del patrimonio culturale diffuso
24 ottobre 2008
incontro - conferenza
Location
CHIESA DI SAN VIDAL
Venezia, Campo San Vidal, (Venezia)
Venezia, Campo San Vidal, (Venezia)
Vernissage
24 Ottobre 2008, ore 9.30
Sito web
www.chorusvenezia.org