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Diego Baldoin – A game?
In a game? l’intrattenimento è mediato da una pittura digitale e posterizzata trasposta su tela, che lascia ampio spazio all’autoironia e allo scherzo
Comunicato stampa
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Inaugura a Torino una nuova concezione di spazio / studio dedicato all’artista Diego Baldoin.
TOBOX è una piccola stanza d’artista, situata nel centro storico di Torino, accanto alle gallerie più prestigiose della città, che ospiterà in permanenza i progetti e le installazioni di Diego Baldoin appositamente studiate per questo spazio.
In questa occasione verrà presentata la mostra “a game?”. “Un gioco? Una fiction o una realtà virtuale? - si interroga Diego Baldoin – “Potrebbe esser la risposta alla domanda esistenziale da sempre nei miei pensieri, da quando ho cominciato ad interrogarmi sul vivere quotidiano e sul comportamento”. Partendo dalla teoria dello psicologo behaviorista americano Burrhus F. Skinner (Programmed Instruction), l’artista avvia una riflessione sul tramonto della concezione dell’uomo come essere autonomo, libero e incondizionato, a favore del condizionamento dato dall’ambiente naturale e sociale.
Ribellandosi a questa teoria e impostazione della vita, Diego Baldoin ci lascia intuire che forse il concetto di Programmed Instruction dovrebbe essere aggiornato alla dimensione ludica del gioco, condizionando favorevolmente il comportamento dell’uomo nella società. E gli stessi desideri dell’uomo dovrebbero essere tradotti negli innocui ma vivaci giocattoli dei bambini.
La finzione scenica genera l’effetto di catapultare i personaggi ritratti all’interno del gioco d’azzardo, trasformandoli da giocatori attivi in spettatori passivi. Per una volta dunque lo sguardo non è diretto sul campo dell’azione, della vita reale, ma sul retroscena della simulazione tecnica e digitale del comportamento, documentando il contraccolpo fisico e psichico di ciò che accade nella realtà.
In a game? l’intrattenimento è mediato da una pittura digitale e posterizzata trasposta su tela, che lascia ampio spazio all’autoironia e allo scherzo: travestito da Joker, il terribile e folle Clown del crimine uscito dalla fantasia di Jerry Robinson, l’artista dapprima fa capolino nell’oblò della carta del Jolly e, in un secondo momento, ammicca allo spettatore da una tela traslucida dominata dalla scritta JOKE in carattere sottolineato seguito da una freccia secondo la struttura degli ipertesti multimediali.
Forse, davvero, la nostra vita, e l’arte stessa che la rappresenta, può essere intesa come un complesso e articolato gioco di ruoli (a game?) in cui acquistano importanza i fattori dell’abilità e dell’azzardo, ma anche della libertà d’azione e dell’errore, tutti elementi che convivono nel Poker.
TOBOX è una piccola stanza d’artista, situata nel centro storico di Torino, accanto alle gallerie più prestigiose della città, che ospiterà in permanenza i progetti e le installazioni di Diego Baldoin appositamente studiate per questo spazio.
In questa occasione verrà presentata la mostra “a game?”. “Un gioco? Una fiction o una realtà virtuale? - si interroga Diego Baldoin – “Potrebbe esser la risposta alla domanda esistenziale da sempre nei miei pensieri, da quando ho cominciato ad interrogarmi sul vivere quotidiano e sul comportamento”. Partendo dalla teoria dello psicologo behaviorista americano Burrhus F. Skinner (Programmed Instruction), l’artista avvia una riflessione sul tramonto della concezione dell’uomo come essere autonomo, libero e incondizionato, a favore del condizionamento dato dall’ambiente naturale e sociale.
Ribellandosi a questa teoria e impostazione della vita, Diego Baldoin ci lascia intuire che forse il concetto di Programmed Instruction dovrebbe essere aggiornato alla dimensione ludica del gioco, condizionando favorevolmente il comportamento dell’uomo nella società. E gli stessi desideri dell’uomo dovrebbero essere tradotti negli innocui ma vivaci giocattoli dei bambini.
La finzione scenica genera l’effetto di catapultare i personaggi ritratti all’interno del gioco d’azzardo, trasformandoli da giocatori attivi in spettatori passivi. Per una volta dunque lo sguardo non è diretto sul campo dell’azione, della vita reale, ma sul retroscena della simulazione tecnica e digitale del comportamento, documentando il contraccolpo fisico e psichico di ciò che accade nella realtà.
In a game? l’intrattenimento è mediato da una pittura digitale e posterizzata trasposta su tela, che lascia ampio spazio all’autoironia e allo scherzo: travestito da Joker, il terribile e folle Clown del crimine uscito dalla fantasia di Jerry Robinson, l’artista dapprima fa capolino nell’oblò della carta del Jolly e, in un secondo momento, ammicca allo spettatore da una tela traslucida dominata dalla scritta JOKE in carattere sottolineato seguito da una freccia secondo la struttura degli ipertesti multimediali.
Forse, davvero, la nostra vita, e l’arte stessa che la rappresenta, può essere intesa come un complesso e articolato gioco di ruoli (a game?) in cui acquistano importanza i fattori dell’abilità e dell’azzardo, ma anche della libertà d’azione e dell’errore, tutti elementi che convivono nel Poker.
27
maggio 2010
Diego Baldoin – A game?
Dal 27 maggio al 27 giugno 2010
arte contemporanea
Location
TOBOX
Torino, Via Michele Buniva, 13/a, (Torino)
Torino, Via Michele Buniva, 13/a, (Torino)
Vernissage
27 Maggio 2010, ore 18-21
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