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Diego Canato – The First Circle
Oggetto di indagine del lavoro di Diego Canato è la parola, intesa come il fondamento di ogni forma di comunicazione o al limite della sua assenza.
Comunicato stampa
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La galleria Il ritrovo di Rob Shazar è lieta di annunciare l’apertura della personale The First Circle di Diego Canato, giovane scultore nato a Torino nel 1972.
Oggetto di indagine del lavoro di Diego Canato è la parola, intesa come il fondamento di ogni forma di comunicazione o al limite della sua assenza. Una parola non detta, un messaggio andato perduto interagiscono con la realtà esterna, evocano un disagio esistenziale cui l’artista cerca di opporre la sua “fede” nelle possibilità positive della parola, come pietra angolare della conoscenza universale.
Ciò che interessa l’artista, tuttavia, non è il semplice contenuto del messaggio, il suo significato semantico, ma anche l’effetto che il messaggio produce sui due elementi della comunicazione nel suo tragitto da un referente all’altro. In altri termini, la comunicazione è non solo funzionale, ma anche e, soprattutto, emotiva. X scrive una lettera d’amore, Y non si limita a leggerla. Questo evento mette in moto una serie di reazioni il cui decorso non è in alcun modo prevedibile.
Per il suo progetto alla Galleria Shazar, Canato ha ulteriormente dilatato il suo campo d’azione. Scrive Elisa Lenhard nel testo che accompagna la mostra: “Da una analisi alquanto circoscritta alla dimensione individuale legata alle dottrine possibilistiche della comunicazione, Canato, ampliando notevolmente il raggio di indagine, giunge a concetti assoluti che coinvolgono il Sapere Universale e che irrompono in soluzioni formali e stilistiche complete, chiare, emblematiche. Il dialogo interpersonale si spinge fino alla comunicazione tra due punti, anche molto lontani, come la Terra e lo Spazio”
L’artista ha immaginato lo Sputnik (See you! Sputnik) che gira felice intorno alla terra, mandando messaggi via posta. “The First Circle” allude alla prima orbita intorno alla terra, ma anche all’omonimo libro di A.Solzhenitsyn, titolo che a sua volta si riferisce al primo cerchio dell’inferno dantesco. Lo scrittore russo narra del gulag di Sharashka, nel quale fu rinchiuso, tra gli altri Sergej Kololev, ingegnere e padre del programma spaziale sovietico. A Korolev, prima perseguitato per le sue ricerche e, in seguito, riabilitato, si devono il primo satellite e il primo essere vivente nello spazio, il primo uomo nello spazio, le prime sonde lanciate verso Mercurio e Venere e molte altre “prime volte” nella storia delle esplorazioni spaziali.
Lo Sputnik è una scultura essenziale, eterea, che ha la forma delle cassette della posta tipiche della tradizione americana, concepite alla maniera dell’artista, sculture leggere, quasi eteree, dal taglio secco e netto. Dalla scultura si percepisce un suono (quello emesso dallo Sputnik appunto e catturato da un radioamatore americano), che cresce d’intensità fino a raggiungere un massimo, per poi diminuire fino a sparire del tutto. Il satellite diventa un ideale postino che porta lettere, telegrammi, cartoline, messaggi per l’appunto, ed è esso stesso messaggero di qualcosa che attendiamo, che vogliamo sapere o non vogliamo sapere.
Oggetto di indagine del lavoro di Diego Canato è la parola, intesa come il fondamento di ogni forma di comunicazione o al limite della sua assenza. Una parola non detta, un messaggio andato perduto interagiscono con la realtà esterna, evocano un disagio esistenziale cui l’artista cerca di opporre la sua “fede” nelle possibilità positive della parola, come pietra angolare della conoscenza universale.
Ciò che interessa l’artista, tuttavia, non è il semplice contenuto del messaggio, il suo significato semantico, ma anche l’effetto che il messaggio produce sui due elementi della comunicazione nel suo tragitto da un referente all’altro. In altri termini, la comunicazione è non solo funzionale, ma anche e, soprattutto, emotiva. X scrive una lettera d’amore, Y non si limita a leggerla. Questo evento mette in moto una serie di reazioni il cui decorso non è in alcun modo prevedibile.
Per il suo progetto alla Galleria Shazar, Canato ha ulteriormente dilatato il suo campo d’azione. Scrive Elisa Lenhard nel testo che accompagna la mostra: “Da una analisi alquanto circoscritta alla dimensione individuale legata alle dottrine possibilistiche della comunicazione, Canato, ampliando notevolmente il raggio di indagine, giunge a concetti assoluti che coinvolgono il Sapere Universale e che irrompono in soluzioni formali e stilistiche complete, chiare, emblematiche. Il dialogo interpersonale si spinge fino alla comunicazione tra due punti, anche molto lontani, come la Terra e lo Spazio”
L’artista ha immaginato lo Sputnik (See you! Sputnik) che gira felice intorno alla terra, mandando messaggi via posta. “The First Circle” allude alla prima orbita intorno alla terra, ma anche all’omonimo libro di A.Solzhenitsyn, titolo che a sua volta si riferisce al primo cerchio dell’inferno dantesco. Lo scrittore russo narra del gulag di Sharashka, nel quale fu rinchiuso, tra gli altri Sergej Kololev, ingegnere e padre del programma spaziale sovietico. A Korolev, prima perseguitato per le sue ricerche e, in seguito, riabilitato, si devono il primo satellite e il primo essere vivente nello spazio, il primo uomo nello spazio, le prime sonde lanciate verso Mercurio e Venere e molte altre “prime volte” nella storia delle esplorazioni spaziali.
Lo Sputnik è una scultura essenziale, eterea, che ha la forma delle cassette della posta tipiche della tradizione americana, concepite alla maniera dell’artista, sculture leggere, quasi eteree, dal taglio secco e netto. Dalla scultura si percepisce un suono (quello emesso dallo Sputnik appunto e catturato da un radioamatore americano), che cresce d’intensità fino a raggiungere un massimo, per poi diminuire fino a sparire del tutto. Il satellite diventa un ideale postino che porta lettere, telegrammi, cartoline, messaggi per l’appunto, ed è esso stesso messaggero di qualcosa che attendiamo, che vogliamo sapere o non vogliamo sapere.
24
maggio 2008
Diego Canato – The First Circle
Dal 24 maggio al 13 luglio 2008
arte contemporanea
Location
IL RITROVO DI ROB SHAZAR
Sant'agata De' Goti, Via Generale Armando Diaz, 26, (Benevento)
Sant'agata De' Goti, Via Generale Armando Diaz, 26, (Benevento)
Orario di apertura
martedì/domenica 17,00-21,00 a richiesta su appuntamento
Vernissage
24 Maggio 2008, ore 19.00
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