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Diego Iaconfcic – La danza dei corpi immobili
La mostra propone una serie di dipinti e sculture realizzati dalla metà alla fine degli anni ’90 e il ciclo dedicato agli “spaventapasseri”, portato a compimento dal 2007 a oggi: tutti lavori espressi attraverso quel taglio magico, onirico e surreale, che rappresenta la caratteristica precipua dell’artista.
Comunicato stampa
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’inaugura lunedì 1 aprile alle ore 17.30 a Trieste, nella Sala Comunale d’Arte di piazza dell’Unità d’Italia, 4, la mostra intitolata “La danza dei corpi immobili”, personale dell’artista Diego Iaconfcic, con intervento critico di Marianna Accerboni. La rassegna, visitabile fino al 25 aprile, propone una serie di dipinti e sculture realizzati dalla metà alla fine degli anni ’90 e il ciclo dedicato agli “spaventapasseri”, portato a compimento dal 2007 a oggi: tutti lavori espressi attraverso quel taglio magico, onirico e surreale, che rappresenta la caratteristica precipua dell’artista.
Precario e immortale - scrive Accerboni - lo spaventapasseri, che qualcuno chiama anche lo “straccione divino”, rappresenta il principale motivo ispiratore di molte opere del pittore e scenografo triestino Diego Iaconfcic, la cui arte trae spunto dal mondo naturale e da quello magico, da un simbolismo fantastico e a tratti surreale, che s’ispira anche ad antichi riti e miti, come per esempio quello di Orfeo, che incantava gli animali con la musica...
Di madre triestina e padre di stretta ascendenza russa, Iaconfcic, che opera con successo anche nel campo del design, riesce a coniugare nella propria pittura con felice maestria l’immaginario fantastico e cromatico dell’antico teatro popolare russo con l’intensa capacità evocativa di scenografi e artisti quali per esempio Aleksandr Benois, che, assieme ad altri, fornirono un contributo straordinario e fastoso alla storia della scenografia moderna, grazie anche all’introduzione a Parigi e a Montecarlo dei celebri Balletti Russi.
Mediante una tecnica che commistiona olio, acrilico e collage, pennello e spatola, l’artista compone, attraverso l’icona dello spaventapasseri, questa magica “danza dei corpi immobili”, in cui scelte cromatiche, spesso calde e vivaci come quelle delle Saisons russes e ambientazioni diverse suggeriscono, tramite un ricco immaginario, stati d’animo e racconti differenti. E il tema della maschera, implicitamente presente nello spaventapasseri, con tutta la sua tensione emotiva, è evidenziato - conclude Accerboni - anche in forma scultorea da totem e opere tridimensionali ricche di pathos e di onirica poesia.
Quante cose ci racconta - in fondo - lo spaventapasseri, con tutte quelle storie che ascolta, quando soffia il vento...
Precario e immortale - scrive Accerboni - lo spaventapasseri, che qualcuno chiama anche lo “straccione divino”, rappresenta il principale motivo ispiratore di molte opere del pittore e scenografo triestino Diego Iaconfcic, la cui arte trae spunto dal mondo naturale e da quello magico, da un simbolismo fantastico e a tratti surreale, che s’ispira anche ad antichi riti e miti, come per esempio quello di Orfeo, che incantava gli animali con la musica...
Di madre triestina e padre di stretta ascendenza russa, Iaconfcic, che opera con successo anche nel campo del design, riesce a coniugare nella propria pittura con felice maestria l’immaginario fantastico e cromatico dell’antico teatro popolare russo con l’intensa capacità evocativa di scenografi e artisti quali per esempio Aleksandr Benois, che, assieme ad altri, fornirono un contributo straordinario e fastoso alla storia della scenografia moderna, grazie anche all’introduzione a Parigi e a Montecarlo dei celebri Balletti Russi.
Mediante una tecnica che commistiona olio, acrilico e collage, pennello e spatola, l’artista compone, attraverso l’icona dello spaventapasseri, questa magica “danza dei corpi immobili”, in cui scelte cromatiche, spesso calde e vivaci come quelle delle Saisons russes e ambientazioni diverse suggeriscono, tramite un ricco immaginario, stati d’animo e racconti differenti. E il tema della maschera, implicitamente presente nello spaventapasseri, con tutta la sua tensione emotiva, è evidenziato - conclude Accerboni - anche in forma scultorea da totem e opere tridimensionali ricche di pathos e di onirica poesia.
Quante cose ci racconta - in fondo - lo spaventapasseri, con tutte quelle storie che ascolta, quando soffia il vento...
01
aprile 2010
Diego Iaconfcic – La danza dei corpi immobili
Dal primo al 25 aprile 2010
arte contemporanea
Location
SALA COMUNALE D’ARTE
Trieste, Piazza Dell'unità D'italia, 4, (Trieste)
Trieste, Piazza Dell'unità D'italia, 4, (Trieste)
Orario di apertura
tutti i giorni 10.00 - 13.00 / 17.00 – 20.00
Vernissage
1 Aprile 2010, ore 17.30
Autore
Curatore