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Diego Lorenzo Latella – Graffiando la superficie
Come il padre della débrisart, il perugino Brajo Fuso, anche Latella ricicla i rottami farne sculture e opere d’arte. Ma egli non celebra l’oggetto, ridandogli nuova funzionalità, sperimenta al contrario un nuovo desiderio di realtà che “materializza” uno sguardo interrogativo sul mondo.
Comunicato stampa
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Graffiando la superficie
Conoscerete molto poco del terreno storico da percorrere entrando nella mia arte; camminerete come ciechi fino al raggiungimento della meta che darà luce e chiarezza al viaggio.
Diego Latella
Diego Latella ha vissuto in Australia per più di trentacinque anni e il resto della sua vita in giro per il mondo. La sua casa però è l’Umbria e negli anni Settanta frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia con i grandi maestri e artisti che in quel periodo insegnavano ed esponevano in città. Conosce Alberto Burri, Bruno Orfei, Nuvolo Ascani e la sua arte arriva ad un eclettismo audace ed ermetico che proviene dalle solide radici dell’arte europea e americana degli anni sessanta e settanta. Dell’informale materico, c’è il dramma esistenziale, l’abbandono di ogni riferimento antropomorfo, così che anche le sue opere, le sue “combustioni” esprimono la malvagità che distrugge la vita e che sconvolge il destino dell’umanità. Evidenzia le possibilità espressive della materia, e in più di una materia inconsueta rispetto ai canoni codificati dell’espressione artistica ma non ne elude le caratteristiche formali e strutturali, dandosi sempre una presenza estetica di grande pregnanza. La sua opera fa uso degli elementi più diversi, catrame, ferro, colore, plastica e oggetti di derivazione industriale. Negli anni Ottanta e Novanta, l’arte ritorna al mondo dell’oggetto fisico e anche Latella adotta l’oggetto come campo di sperimentazione, indagando le possibilità combinatorie dei materiali e degli oggetti. Come il padre della débrisart, il perugino Brajo Fuso, anche Latella ricicla i rottami per farne sculture e opere d’arte. Ma egli non celebra l’”oggetto”, ridandogli nuova funzionalità, sperimenta al contrario un nuovo desiderio di realtà che “materializza” uno sguardo interrogativo sul mondo, un’arte “acida” che attacca la materia con trattamenti chimici, rimuove “graffiando”, scalfendo la superficie originaria delle cose. Tutte le sue opere, i suoi colori, sono materia viva carica tormentata di storia, di autenticità, come i graffiti degli aborigeni in Australia, la sua terra, che racchiude la maggiore concentrazione di siti di arte rupestre al mondo.
Claudia Bottini
Conoscerete molto poco del terreno storico da percorrere entrando nella mia arte; camminerete come ciechi fino al raggiungimento della meta che darà luce e chiarezza al viaggio.
Diego Latella
Diego Latella ha vissuto in Australia per più di trentacinque anni e il resto della sua vita in giro per il mondo. La sua casa però è l’Umbria e negli anni Settanta frequenta l’Accademia di Belle Arti di Perugia con i grandi maestri e artisti che in quel periodo insegnavano ed esponevano in città. Conosce Alberto Burri, Bruno Orfei, Nuvolo Ascani e la sua arte arriva ad un eclettismo audace ed ermetico che proviene dalle solide radici dell’arte europea e americana degli anni sessanta e settanta. Dell’informale materico, c’è il dramma esistenziale, l’abbandono di ogni riferimento antropomorfo, così che anche le sue opere, le sue “combustioni” esprimono la malvagità che distrugge la vita e che sconvolge il destino dell’umanità. Evidenzia le possibilità espressive della materia, e in più di una materia inconsueta rispetto ai canoni codificati dell’espressione artistica ma non ne elude le caratteristiche formali e strutturali, dandosi sempre una presenza estetica di grande pregnanza. La sua opera fa uso degli elementi più diversi, catrame, ferro, colore, plastica e oggetti di derivazione industriale. Negli anni Ottanta e Novanta, l’arte ritorna al mondo dell’oggetto fisico e anche Latella adotta l’oggetto come campo di sperimentazione, indagando le possibilità combinatorie dei materiali e degli oggetti. Come il padre della débrisart, il perugino Brajo Fuso, anche Latella ricicla i rottami per farne sculture e opere d’arte. Ma egli non celebra l’”oggetto”, ridandogli nuova funzionalità, sperimenta al contrario un nuovo desiderio di realtà che “materializza” uno sguardo interrogativo sul mondo, un’arte “acida” che attacca la materia con trattamenti chimici, rimuove “graffiando”, scalfendo la superficie originaria delle cose. Tutte le sue opere, i suoi colori, sono materia viva carica tormentata di storia, di autenticità, come i graffiti degli aborigeni in Australia, la sua terra, che racchiude la maggiore concentrazione di siti di arte rupestre al mondo.
Claudia Bottini
19
ottobre 2013
Diego Lorenzo Latella – Graffiando la superficie
Dal 19 ottobre al 02 novembre 2013
arte moderna e contemporanea
Location
SPAZIO 121
Perugia, Via Armando Fedeli, 121, (Perugia)
Perugia, Via Armando Fedeli, 121, (Perugia)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 16 - 19 e per appuntamento
Vernissage
19 Ottobre 2013, ore 18,30
Autore
Curatore