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Diego Mazzonelli
un preciso momento di indagine che la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento ha avviato rispetto alla figure artistiche più salienti del territorio
Comunicato stampa
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La mostra personale di Diego Mazzonelli, che si inaugura presso il Foyer del Centro Servizi Culturali Santa Chiara il 17 dicembre 2005 alle ore 18.00, rappresenta un preciso momento di indagine che la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento ha avviato rispetto alla figure artistiche più salienti del territorio.
I tempi, oggi, macinano molto in fretta le vicende culturali, molte delle quali, dopo essere state di attualità e magari anche di “moda”, rischiano di non passare alla storia, se non si pone costantemente l’attenzione su di esse. Pur nell’attuale fase di presunto ritorno al quadro e alla tela, chi ricorda ancora quell’ambito di pittura analitica che nel corso degli anni Settanta ha avuto una parte importante nella scena culturale italiana ed europea? Tra i vari artisti, movimenti e gruppi c’era anche “Astrazione oggettiva”, un gruppo tutto trentino ma che ebbe una risonanza perlomeno nazionale.
Tra i suoi fondatori c’era anche Diego Mazzonelli, nato a Trento nel 1943, figura poliedrica, uomo di studi filosofici, sperimentatore video, attivista della politica artistica, ma soprattutto pittore. Dopo aver compiuto gli studi all’Università di Milano, e seguito anche gli insegnamenti di estetica di Gillo Dorfles, Mazzonelli fin dai primi anni Settanta approda all’astrazione. Nel 1976 diviene uno dei principali promotori e teorico del gruppo “Astrazione oggettiva”, di cui, oltre a Schmid e Senesi, purtroppo prematuramente e tragicamente scomparsi, fanno parte anche Pellegrini e Cappelletti. Il movimento intende individuare una strategia oggettiva nell’utilizzo delle forme e dei colori (sulla scia delle teorie di Goethe, Runge, Bezold, Chevreul per arrivare a Itten e Albers), abbandonando l’aneddotismo e i sentimentalismi soggettivi. Sono gli anni in cui Mazzonelli si dedica alla ricerca cromatica, inserita nel quadro di una precisione razionale delle forme. Spesso le sue griglie e le sue geometrie colorate si stagliano su di un fondo nero, quasi uno spazio neutro su cui si dipanano le geometrie regolari. In tempi più recenti l’artista utilizza anche forme più mosse, tessere di colore vibrante, una scrittura rapida e nervosa che però non rinuncia ad essere imbrigliata dal una griglia ideale. “Ritengo che la pittura debba far valere anche le sue qualità decorative”, dichiara l’artista, che in un percorso parallelo allo sviluppo delle tendenze più generali della società è passato gradualmente dal maggiore impegno degli anni Settanta, in cui anche l’astrazione era vista sotto il profilo di possibilità comunicative di precisione scientifica, alla maggiore leggerezza attuale, dove l’opera non rinuncia a diventare elemento estetico di arredo, pur sempre in relazione con l’ambiente.
Anche salotti arredati e sale da pranzo troviamo nella mostra realizzata per la Galleria Civica, curata da Walter Guadagnini e allestita da Fulvio Nardelli, in cui le opere di Diego Mazzonelli riacquistano una dimensione privata. E anche una grande parete con carta da parati realizzata con la riproduzione di una sua opera, a ribadire la valenza decorativa del suo lavoro. Ma insieme a questi elementi accessori, è possibile seguire il filo conduttore di un percorso che dagli inizi si è svolto sempre con grande continuità e rigore. La mostra si chiude il 15 gennaio 2006.
L’esauriente catalogo, con testi del curatore Walter Guadagnini e di Gabriella Belli, contiene, oltre alla riproduzione di numerosi lavori dell’artista, anche una biobibliografia molto approfondita e stralci di testi critici che hanno costellato il suo percorso. Edito da Alcione, il catalogo è realizzato grazie al fondamentale contributo di: Cassa di Risparmio di Bolzano s.p.a. – Sparkasse; Von Morenberg – Casa d’Aste in Trento, De Galanta gioielleria, Habitat Ufficio s.r.l.
Sponsor dell’iniziativa, come di tutte le altre della Galleria Civica, è il Grand Hotel Trento, della catena Boscolo Hotels.
I tempi, oggi, macinano molto in fretta le vicende culturali, molte delle quali, dopo essere state di attualità e magari anche di “moda”, rischiano di non passare alla storia, se non si pone costantemente l’attenzione su di esse. Pur nell’attuale fase di presunto ritorno al quadro e alla tela, chi ricorda ancora quell’ambito di pittura analitica che nel corso degli anni Settanta ha avuto una parte importante nella scena culturale italiana ed europea? Tra i vari artisti, movimenti e gruppi c’era anche “Astrazione oggettiva”, un gruppo tutto trentino ma che ebbe una risonanza perlomeno nazionale.
Tra i suoi fondatori c’era anche Diego Mazzonelli, nato a Trento nel 1943, figura poliedrica, uomo di studi filosofici, sperimentatore video, attivista della politica artistica, ma soprattutto pittore. Dopo aver compiuto gli studi all’Università di Milano, e seguito anche gli insegnamenti di estetica di Gillo Dorfles, Mazzonelli fin dai primi anni Settanta approda all’astrazione. Nel 1976 diviene uno dei principali promotori e teorico del gruppo “Astrazione oggettiva”, di cui, oltre a Schmid e Senesi, purtroppo prematuramente e tragicamente scomparsi, fanno parte anche Pellegrini e Cappelletti. Il movimento intende individuare una strategia oggettiva nell’utilizzo delle forme e dei colori (sulla scia delle teorie di Goethe, Runge, Bezold, Chevreul per arrivare a Itten e Albers), abbandonando l’aneddotismo e i sentimentalismi soggettivi. Sono gli anni in cui Mazzonelli si dedica alla ricerca cromatica, inserita nel quadro di una precisione razionale delle forme. Spesso le sue griglie e le sue geometrie colorate si stagliano su di un fondo nero, quasi uno spazio neutro su cui si dipanano le geometrie regolari. In tempi più recenti l’artista utilizza anche forme più mosse, tessere di colore vibrante, una scrittura rapida e nervosa che però non rinuncia ad essere imbrigliata dal una griglia ideale. “Ritengo che la pittura debba far valere anche le sue qualità decorative”, dichiara l’artista, che in un percorso parallelo allo sviluppo delle tendenze più generali della società è passato gradualmente dal maggiore impegno degli anni Settanta, in cui anche l’astrazione era vista sotto il profilo di possibilità comunicative di precisione scientifica, alla maggiore leggerezza attuale, dove l’opera non rinuncia a diventare elemento estetico di arredo, pur sempre in relazione con l’ambiente.
Anche salotti arredati e sale da pranzo troviamo nella mostra realizzata per la Galleria Civica, curata da Walter Guadagnini e allestita da Fulvio Nardelli, in cui le opere di Diego Mazzonelli riacquistano una dimensione privata. E anche una grande parete con carta da parati realizzata con la riproduzione di una sua opera, a ribadire la valenza decorativa del suo lavoro. Ma insieme a questi elementi accessori, è possibile seguire il filo conduttore di un percorso che dagli inizi si è svolto sempre con grande continuità e rigore. La mostra si chiude il 15 gennaio 2006.
L’esauriente catalogo, con testi del curatore Walter Guadagnini e di Gabriella Belli, contiene, oltre alla riproduzione di numerosi lavori dell’artista, anche una biobibliografia molto approfondita e stralci di testi critici che hanno costellato il suo percorso. Edito da Alcione, il catalogo è realizzato grazie al fondamentale contributo di: Cassa di Risparmio di Bolzano s.p.a. – Sparkasse; Von Morenberg – Casa d’Aste in Trento, De Galanta gioielleria, Habitat Ufficio s.r.l.
Sponsor dell’iniziativa, come di tutte le altre della Galleria Civica, è il Grand Hotel Trento, della catena Boscolo Hotels.
17
dicembre 2005
Diego Mazzonelli
Dal 17 dicembre 2005 al 15 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
CENTRO SANTA CHIARA
Trento, Via Santa Croce, 67, (Trento)
Trento, Via Santa Croce, 67, (Trento)
Orario di apertura
10-18, chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio
Vernissage
17 Dicembre 2005, ore 18
Ufficio stampa
ARTLINK
Autore
Curatore