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Diego Toscani – Orizzonti
I soggetti di Toscani non hanno paura di esprimersi, che sia attraverso sguardi pieni e spiazzanti o raccolti su sé. Tutto è consapevolezza: della materialità del corpo come del peso e sostanza dell’anima.
Comunicato stampa
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ORIZZONTI
Quando pensiamo all’orizzonte viene in mente una linea, a volte neanche troppo definita, che lega due mondi: quello a noi visibile e quello che è al di là, non raggiungibile dallo sguardo, concepibile solo attraverso l’immaginazione, nell’abbandono alle emozioni. Un confine sottile e impalpabile che, nello scambio di energie e forze in dialogo, vede l’incontro della realtà al di qua e al di là da esso.
In una stretta di cui i due mondi costituiscono le braccia, l’orizzonte ne è l’anima, il centro, la traccia tra le vite e le energie. E la forza magica di un orizzonte è proprio questa: il comprendere in sé l’uno e l’altro, e, allo stesso tempo, non essere né questo né quello se non la sfumatura che nasce dall’incontro perfetto di due diversi colori, consistenze, materie.
Gli orizzonti di Diego Toscani parlano di tutto questo; portano alla pelle delle sue figure favole di mondi lontani, con le loro guerre violente e libertà e, in quel contatto, vedono l’aprirsi di un mondo altro che si racconta.Che sia attraverso pelle che si squarcia su muscoli e ossa, gesti accennati o solo semplice gioco di sguardi che si posano sulle proprie storie, quelle che hanno visto e conoscono.
Trasportate da dense masse oleose o fluttuanti arie di nastro gli orizzonti portano e ricevono energie, come in uno scambio, un passaggio tra l’attimo in cui lo sguardo culla il ritmo corposo delle pulsazioni interiori e decide poi di mostrarlo, facendosi raggiungere da ciò che venti e terra hanno portato fino a lui.
A volte tutto ciò accade al riparo di ombre che, quasi gelose, custodiscono e accarezzano i corpi nel loro armonioso gioco di curve, sfumando con tocco delicato l’essenza che timidamente e lentamente viene lasciata trasparire.
Altre volte, invece, la luce investe il tutto, le ombre si assottigliano e la carne cruda, viva, pulsante, viene mostrata. Non c’è violenza in quei gesti: gli sguardi si aprono in sorrisi consapevoli e l’interiorità, ora materialmente visibile, è un dono di chi sa, e da questo trae la forza per accogliere ciò che al suo orizzonte è stato portato, regalando la visione di quello che c’è al di là di una carne prima chiusa su sé.
Quelli di Diego Toscani sono, allora, orizzonti vivi, che cambiano e vibrano nei giochi di luce, che arretrano per poi avanzare, nel gioco di un’interiorità che viene poi esternata; quel gioco, continuo, delle curve della vita che scorre.
Quando pensiamo all’orizzonte viene in mente una linea, a volte neanche troppo definita, che lega due mondi: quello a noi visibile e quello che è al di là, non raggiungibile dallo sguardo, concepibile solo attraverso l’immaginazione, nell’abbandono alle emozioni. Un confine sottile e impalpabile che, nello scambio di energie e forze in dialogo, vede l’incontro della realtà al di qua e al di là da esso.
In una stretta di cui i due mondi costituiscono le braccia, l’orizzonte ne è l’anima, il centro, la traccia tra le vite e le energie. E la forza magica di un orizzonte è proprio questa: il comprendere in sé l’uno e l’altro, e, allo stesso tempo, non essere né questo né quello se non la sfumatura che nasce dall’incontro perfetto di due diversi colori, consistenze, materie.
Gli orizzonti di Diego Toscani parlano di tutto questo; portano alla pelle delle sue figure favole di mondi lontani, con le loro guerre violente e libertà e, in quel contatto, vedono l’aprirsi di un mondo altro che si racconta.Che sia attraverso pelle che si squarcia su muscoli e ossa, gesti accennati o solo semplice gioco di sguardi che si posano sulle proprie storie, quelle che hanno visto e conoscono.
Trasportate da dense masse oleose o fluttuanti arie di nastro gli orizzonti portano e ricevono energie, come in uno scambio, un passaggio tra l’attimo in cui lo sguardo culla il ritmo corposo delle pulsazioni interiori e decide poi di mostrarlo, facendosi raggiungere da ciò che venti e terra hanno portato fino a lui.
A volte tutto ciò accade al riparo di ombre che, quasi gelose, custodiscono e accarezzano i corpi nel loro armonioso gioco di curve, sfumando con tocco delicato l’essenza che timidamente e lentamente viene lasciata trasparire.
Altre volte, invece, la luce investe il tutto, le ombre si assottigliano e la carne cruda, viva, pulsante, viene mostrata. Non c’è violenza in quei gesti: gli sguardi si aprono in sorrisi consapevoli e l’interiorità, ora materialmente visibile, è un dono di chi sa, e da questo trae la forza per accogliere ciò che al suo orizzonte è stato portato, regalando la visione di quello che c’è al di là di una carne prima chiusa su sé.
Quelli di Diego Toscani sono, allora, orizzonti vivi, che cambiano e vibrano nei giochi di luce, che arretrano per poi avanzare, nel gioco di un’interiorità che viene poi esternata; quel gioco, continuo, delle curve della vita che scorre.
09
novembre 2007
Diego Toscani – Orizzonti
Dal 09 al 25 novembre 2007
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
A MODO MIO
Genova, Piazza Di Sarzano, 8r, (Genova)
Genova, Piazza Di Sarzano, 8r, (Genova)
Vernissage
9 Novembre 2007, ore 18,30
Sito web
www.diegotoscani.com
Autore
Curatore