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Dieter Huber – Pleasure Files
“Symphonia Arte Contemporanea” riapre la sua “vetrina” sull’arte contemporanea
Comunicato stampa
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“Symphonia Arte Contemporanea” riapre la sua "vetrina" sull'arte contemporanea mercoledì 30 novembre 2005, con la personale di Dieter Huber in mostra fino al 06 gennaio 2006 presso lo Spazio Symphonia in Corso Matteotti, 5.
Nato nel 1962 a Schladming in Austria, Dieter Huber si è imposto a poco a poco come uno dei più interessanti artisti europei. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie e musei di tutto mondo. Qui in Italia Huber ha tenuto nel 2003 un’importante personale alla galleria 1000eventi di Milano e ha inoltre partecipato a importanti rassegne collettive, come “Desire” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Alcuni suoi lavori sono entrati a far parte delle principali collezioni di arte contemporanea, tra cui la celebre collezione Saatchi.
Il lavoro di Huber verte su tre delle principali questioni del nostro tempo: l’estetica dei media, la rivoluzione digitale, l’ingegneria genetica. Tre temi apparentemente sganciati l’uno dall’altro ma aventi un comune denominatore, cioè il progressivo venire meno della distinzione tra la realtà e la finzione, tra il reale e l’immaginario. Il mezzo privilegiato da Dieter Huber è la fotografia, un mezzo ritenuto tradizionalmente realistico, ma che oggi comincia ad avere una valenza del tutto nuova. Prima della rivoluzione digitale, la fotografia presupponeva l’esistenza dell’oggetto rappresentato, era la realtà esterna ad eccitare la pellicola fotografica. Oggi al contrario grazie alle più svariate tecnologie digitali, con la fotografia si può rappresentare qualunque tipo di oggetto, forma o fenomeno, indifferentemente reale o irreale. E Huber gioca con questo aspetto, creando immagini apparentemente realistiche, anzi quasi ispirate ad uno stile documentaristico, ma che a ben vedere sono invenzioni formali. Rappresentazioni perfette di oggetti inesistenti. Uno dei cicli artistici più interessanti di Huber è costituito dai Landshape, cioè una serie di paesaggi che ad una prima occhiata ci fanno venire in mente gli scatti dei grandi fotografi paesaggisti, ma che in realtà hanno qualcosa di diverso, straniante. Con normalissimi programmi di grafica digitale Huber ha inserito all’interno di questi paesaggi naturali elementi incongruenti, mutazioni, ibridazioni creando forme nuove apparentemente realistiche ma sostanzialmente irreali. Creando incroci di simulazioni, direbbe Philip Dick.
Molti lavori di Dieter Huber potrebbero essere descritti come enigmi visivi nei quali vengono mescolati in maniera apparentemente impercettibile differenti piani di realtà, oggetti appartenenti a contesti differenti. Attraverso questi lavori l’artista tedesco ci fa riflettere sull’estetica contemporanea, che come è stato più volte scritto non è più basata sulla consequenzialità logica o sull’idea di narrazione ma sul concetto di remix, ovvero di rielaborazione e rimescolamento di informazioni preesistenti.
Ma il tema del remix non è solo presente a livello di stile e mezzo espressivo, anche i soggetti di Dieter Huber sono coerenti con questa visione. Le sue opere rappresentano forme viventi mutanti, ibridi sessuali nei quali si mescolano e si sovrappongono tratti sessuali maschili e femminili, oppure vegetali e animali. In questo caso è l’ingegneria genetica, la biotecnologia ad interessare l’artista. Ma a ben vedere si tratta della stessa attitudine ricombinatoria che Huber fa propria a livello stilistico, soltanto che in questo caso il remix non riguarda l’informazione ma la vita.
Questa mostra è un’iniziativa congiunta di Symphonia SGR e la galleria 1000eventi di Milano, che conferma l’impegno di Symphonia SGR a favore dell’arte e ha inoltre l’obiettivo di creare un legame diretto con il pubblico.
Il calendario 2005/2006 di Symphonia Arte Contemporanea prevede per l’11 gennaio 2006 la personale di Mauro Ceolin.
Nato nel 1962 a Schladming in Austria, Dieter Huber si è imposto a poco a poco come uno dei più interessanti artisti europei. I suoi lavori sono stati esposti in gallerie e musei di tutto mondo. Qui in Italia Huber ha tenuto nel 2003 un’importante personale alla galleria 1000eventi di Milano e ha inoltre partecipato a importanti rassegne collettive, come “Desire” alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Alcuni suoi lavori sono entrati a far parte delle principali collezioni di arte contemporanea, tra cui la celebre collezione Saatchi.
Il lavoro di Huber verte su tre delle principali questioni del nostro tempo: l’estetica dei media, la rivoluzione digitale, l’ingegneria genetica. Tre temi apparentemente sganciati l’uno dall’altro ma aventi un comune denominatore, cioè il progressivo venire meno della distinzione tra la realtà e la finzione, tra il reale e l’immaginario. Il mezzo privilegiato da Dieter Huber è la fotografia, un mezzo ritenuto tradizionalmente realistico, ma che oggi comincia ad avere una valenza del tutto nuova. Prima della rivoluzione digitale, la fotografia presupponeva l’esistenza dell’oggetto rappresentato, era la realtà esterna ad eccitare la pellicola fotografica. Oggi al contrario grazie alle più svariate tecnologie digitali, con la fotografia si può rappresentare qualunque tipo di oggetto, forma o fenomeno, indifferentemente reale o irreale. E Huber gioca con questo aspetto, creando immagini apparentemente realistiche, anzi quasi ispirate ad uno stile documentaristico, ma che a ben vedere sono invenzioni formali. Rappresentazioni perfette di oggetti inesistenti. Uno dei cicli artistici più interessanti di Huber è costituito dai Landshape, cioè una serie di paesaggi che ad una prima occhiata ci fanno venire in mente gli scatti dei grandi fotografi paesaggisti, ma che in realtà hanno qualcosa di diverso, straniante. Con normalissimi programmi di grafica digitale Huber ha inserito all’interno di questi paesaggi naturali elementi incongruenti, mutazioni, ibridazioni creando forme nuove apparentemente realistiche ma sostanzialmente irreali. Creando incroci di simulazioni, direbbe Philip Dick.
Molti lavori di Dieter Huber potrebbero essere descritti come enigmi visivi nei quali vengono mescolati in maniera apparentemente impercettibile differenti piani di realtà, oggetti appartenenti a contesti differenti. Attraverso questi lavori l’artista tedesco ci fa riflettere sull’estetica contemporanea, che come è stato più volte scritto non è più basata sulla consequenzialità logica o sull’idea di narrazione ma sul concetto di remix, ovvero di rielaborazione e rimescolamento di informazioni preesistenti.
Ma il tema del remix non è solo presente a livello di stile e mezzo espressivo, anche i soggetti di Dieter Huber sono coerenti con questa visione. Le sue opere rappresentano forme viventi mutanti, ibridi sessuali nei quali si mescolano e si sovrappongono tratti sessuali maschili e femminili, oppure vegetali e animali. In questo caso è l’ingegneria genetica, la biotecnologia ad interessare l’artista. Ma a ben vedere si tratta della stessa attitudine ricombinatoria che Huber fa propria a livello stilistico, soltanto che in questo caso il remix non riguarda l’informazione ma la vita.
Questa mostra è un’iniziativa congiunta di Symphonia SGR e la galleria 1000eventi di Milano, che conferma l’impegno di Symphonia SGR a favore dell’arte e ha inoltre l’obiettivo di creare un legame diretto con il pubblico.
Il calendario 2005/2006 di Symphonia Arte Contemporanea prevede per l’11 gennaio 2006 la personale di Mauro Ceolin.
30
novembre 2005
Dieter Huber – Pleasure Files
Dal 30 novembre 2005 al 06 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
SPAZIO SYMPHONIA
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 5, (Milano)
Milano, Corso Giacomo Matteotti, 5, (Milano)
Vernissage
30 Novembre 2005, ore 18
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