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Dietro le quinte dell’Osteria degli Artisti
Finissage: proiezione dei due filamti testimonial della serata inaugurale a cura di Maria Elisabetta Marelli e Friedrike Schaefer.
Comunicato stampa
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Finissage: Dietro le quinte dell'Osteria degli Artisti.
In seguito ad un'inaugurazione che rompeva tutte le convenzioni che regolano l'apertura di una mostra di pittura - mettendo in moto i quadri nello spazio della galleria, con le tele che si muovono come i vestiti in una sfilata di moda – la seconda fase, cioè l'allestimento, richiedeva ugualmente una soluzione non convenzionale.
Per questo motivo le opere dei nostri artisti sono esposti non sui muri ma sono appoggiati sui ‘pallet’ (bancali di legno ndr.) per terra per ricreare l'atmosfera di un deposito d'arte, una ‘warehouse’, un luogo che rivela sempre una sua enigmatica metafisica, un suo mistero come
‘Les coulisses’ del Teatro alla Scala, o il retrobottega di un grande gallerista come Leo Castelli, dove le opere appena arrivate direttamente dallo studio dell'artista, aspettano di essere esposte come le ballerine aspettano dietro le quinte prima di entrare in scena.
Dietro le quinte: l'idea fa pensare al deposito del gallerista Kahnweiler a Parigi dove Henri Pierre Roché un giorno scoprì il capolavoro dimenticato di Daumier Rousseau, “La zingara addormentata”, che sta oggi al Museo di Arte Moderna di New York, oppure il deposito della mitica regina dei galleristi, Betty Parsons, dove giaceva l'accumulo di sessant'anni di amore per l'arte, una confusione di quadri di Frank Kline e di scatole impolverate di Jackson Pollock...
Per lo scrittore Alain Alais, il paradiso è un grande ‘Caffè a Parigi’ da dove non saremmo mai obbligati ad andare via.
Per me, la galleria ideale sarebbe un deposito immenso dove le nuove opere d'arte vanno e vengono in un perpetuo movimento.
L'osteria, dunque, è anche un teatro, i camerieri sono gli attori e la cucina è dietro le quinte.
Ben tornati, signore e signori, all'Osteria degli Artisti!
Alan Jones
In seguito ad un'inaugurazione che rompeva tutte le convenzioni che regolano l'apertura di una mostra di pittura - mettendo in moto i quadri nello spazio della galleria, con le tele che si muovono come i vestiti in una sfilata di moda – la seconda fase, cioè l'allestimento, richiedeva ugualmente una soluzione non convenzionale.
Per questo motivo le opere dei nostri artisti sono esposti non sui muri ma sono appoggiati sui ‘pallet’ (bancali di legno ndr.) per terra per ricreare l'atmosfera di un deposito d'arte, una ‘warehouse’, un luogo che rivela sempre una sua enigmatica metafisica, un suo mistero come
‘Les coulisses’ del Teatro alla Scala, o il retrobottega di un grande gallerista come Leo Castelli, dove le opere appena arrivate direttamente dallo studio dell'artista, aspettano di essere esposte come le ballerine aspettano dietro le quinte prima di entrare in scena.
Dietro le quinte: l'idea fa pensare al deposito del gallerista Kahnweiler a Parigi dove Henri Pierre Roché un giorno scoprì il capolavoro dimenticato di Daumier Rousseau, “La zingara addormentata”, che sta oggi al Museo di Arte Moderna di New York, oppure il deposito della mitica regina dei galleristi, Betty Parsons, dove giaceva l'accumulo di sessant'anni di amore per l'arte, una confusione di quadri di Frank Kline e di scatole impolverate di Jackson Pollock...
Per lo scrittore Alain Alais, il paradiso è un grande ‘Caffè a Parigi’ da dove non saremmo mai obbligati ad andare via.
Per me, la galleria ideale sarebbe un deposito immenso dove le nuove opere d'arte vanno e vengono in un perpetuo movimento.
L'osteria, dunque, è anche un teatro, i camerieri sono gli attori e la cucina è dietro le quinte.
Ben tornati, signore e signori, all'Osteria degli Artisti!
Alan Jones
23
giugno 2010
Dietro le quinte dell’Osteria degli Artisti
Dal 23 giugno al 24 luglio 2010
arte contemporanea
Location
ARTANDGALLERY
Milano, Via Francesco Arese, 5, (Milano)
Milano, Via Francesco Arese, 5, (Milano)
Orario di apertura
martedi a sabato 15.00-19.00
Vernissage
23 Giugno 2010, ore 19.00
Autore
Curatore