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Dim Sampaio – Trasfigurazione. Carne, pulsione, colore.
Trasfigurazione. Carne, pulsione, colore è il titolo della mostra di Dim Sampaio, intensa, dinamica e furente, che ha origine – come la ricerca dell’artista – intorno all’epifania della figura che irrompe veemente sulle tele.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 14 novembre, alle ore 19.00, Prometeogallery di Ida Pisani inaugura la prima personale di
Dim Sampaio (1975, Sitio Novo, Brasile) negli spazi della galleria di Milano, in Via Giovanni Ventura
6, dando voce a una rabbia pensante attraverso una figurazione ostinata e capace di innescare
riflessioni e di suggerire domande.
Trasfigurazione. Carne, pulsione, colore è il titolo della mostra, intensa, dinamica e furente, che
ha origine - come la ricerca dell’artista - intorno all’epifania della figura che irrompe veemente sulle tele. L’umanità che Sampaio ricava dai versamenti cromatici, costruendone i lineamenti senza mai perdere il dato dell’immediatezza e anzi conservando l’ambiguità iconografica, è feroce e fragile, è scatenata nei tormenti ed è sempre evocata in uno stato ambiguo e singolare, sospeso tra l’emergere condensandosi e lo scomparire dissolvendosi. Le sue figure, che non indossano abiti riconoscibili e fuoriescono dal colore in parte informi in parte fortemente espressive, combattono, soggiaciono, si scontrano, danzano, gesticolano, piangono, si amano, leggono, gridano, si aggirano, siedono, negano qualunque possibile collocazione nello spazio-tempo, e appaiono come energie sconosciute eppure compromesse con il nostro destino e la nostra memoria.
Come una sorta di ritorno al rimosso che si manifesta con l’accumulo e il dispendio di un’energia
che è al contempo psichica, esistenziale, tecnica e fisica, la pittura dichiaratamente trasfigurale di Dim Sampaio esprime l’urgenza di suscitare e visualizzare archetipi mai estinti. Ne percepiamo la valenza catartica con cui trascina l’osservatore in un flusso di coscienza liberatorio perché segua l’onda delle pulsioni e ritrovi qualcosa di sé nel gesto sulle tele. Ma anche la tensione etica e l’aspirazione morale sono componenti che la contraddistinguono. Le opere di Sampaio urlano forte per scatenare energie vitali attraverso un linguaggio segnico, frutto di un imperativo categorico. L’iperbole del gesto scatena reazioni calcolate e dirette a colpire il perbenismo, il conformismo, il politically correct, l’ipocrisia e la cultura dell’apparenza, spettri quotidiani della nostra contemporaneità.
Le opere in mostra sono grovigli di segni vibranti, intricati e precisi, che producono e rintracciano le complicate topografie della vita. La selezione nasce da un’accorata consapevolezza storica che diviene immediatamente sofferenza autobiografica. Operando come un big-bang di esplosioni e implosioni, dove la potenza dei colori vivi e fluidi tracima e invade la superficie, rivelando spessori e fragilità e costruendo i presupposti spazio-temporali per un universo spasmodico di forze e pulsioni, ciascun lavoro concorre a una coerente meditazione sul linguaggio della pittura. Medium di un pensiero profondo e ragionato, capace di filtrare le pulsioni e restituirle sulle tele con un sapiente e consapevole controllo della materia, intriso di visionarietà.
Dim Sampaio (1975, Sitio Novo, Brasile) negli spazi della galleria di Milano, in Via Giovanni Ventura
6, dando voce a una rabbia pensante attraverso una figurazione ostinata e capace di innescare
riflessioni e di suggerire domande.
Trasfigurazione. Carne, pulsione, colore è il titolo della mostra, intensa, dinamica e furente, che
ha origine - come la ricerca dell’artista - intorno all’epifania della figura che irrompe veemente sulle tele. L’umanità che Sampaio ricava dai versamenti cromatici, costruendone i lineamenti senza mai perdere il dato dell’immediatezza e anzi conservando l’ambiguità iconografica, è feroce e fragile, è scatenata nei tormenti ed è sempre evocata in uno stato ambiguo e singolare, sospeso tra l’emergere condensandosi e lo scomparire dissolvendosi. Le sue figure, che non indossano abiti riconoscibili e fuoriescono dal colore in parte informi in parte fortemente espressive, combattono, soggiaciono, si scontrano, danzano, gesticolano, piangono, si amano, leggono, gridano, si aggirano, siedono, negano qualunque possibile collocazione nello spazio-tempo, e appaiono come energie sconosciute eppure compromesse con il nostro destino e la nostra memoria.
Come una sorta di ritorno al rimosso che si manifesta con l’accumulo e il dispendio di un’energia
che è al contempo psichica, esistenziale, tecnica e fisica, la pittura dichiaratamente trasfigurale di Dim Sampaio esprime l’urgenza di suscitare e visualizzare archetipi mai estinti. Ne percepiamo la valenza catartica con cui trascina l’osservatore in un flusso di coscienza liberatorio perché segua l’onda delle pulsioni e ritrovi qualcosa di sé nel gesto sulle tele. Ma anche la tensione etica e l’aspirazione morale sono componenti che la contraddistinguono. Le opere di Sampaio urlano forte per scatenare energie vitali attraverso un linguaggio segnico, frutto di un imperativo categorico. L’iperbole del gesto scatena reazioni calcolate e dirette a colpire il perbenismo, il conformismo, il politically correct, l’ipocrisia e la cultura dell’apparenza, spettri quotidiani della nostra contemporaneità.
Le opere in mostra sono grovigli di segni vibranti, intricati e precisi, che producono e rintracciano le complicate topografie della vita. La selezione nasce da un’accorata consapevolezza storica che diviene immediatamente sofferenza autobiografica. Operando come un big-bang di esplosioni e implosioni, dove la potenza dei colori vivi e fluidi tracima e invade la superficie, rivelando spessori e fragilità e costruendo i presupposti spazio-temporali per un universo spasmodico di forze e pulsioni, ciascun lavoro concorre a una coerente meditazione sul linguaggio della pittura. Medium di un pensiero profondo e ragionato, capace di filtrare le pulsioni e restituirle sulle tele con un sapiente e consapevole controllo della materia, intriso di visionarietà.
14
novembre 2019
Dim Sampaio – Trasfigurazione. Carne, pulsione, colore.
Dal 14 novembre 2019 al 07 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
PROMETEOGALLERY
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Milano, Via Giovanni Ventura, 6, (Milano)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì ore 10-13 e 14-19
Vernissage
14 Novembre 2019, h 19.00
Autore