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Ding Yi
Un percorso di circa quaranta quadri e disegni, una scultura e un’installazione che richiede l’interazione dei visitatori, pensato per avvicinare il pubblico alla figura di quello che è considerato il più importante pittore astratto della Cina contemporanea, facendo conoscere la sua complessa pratica artistica e la sua evoluzione dagli anni novanta a oggi
Comunicato stampa
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Il MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, ha il piacere di presentare la prima personale in un museo italiano dell’artista cinese Ding Yi. La mostra proporrà dal 25 gennaio al 30 marzo 2008 un percorso di circa quaranta quadri e disegni, una scultura e un’installazione che richiede l’interazione dei visitatori, pensato per avvicinare il pubblico alla figura di quello che è considerato il più importante pittore astratto della Cina contemporanea, facendo conoscere la sua complessa pratica artistica e la sua evoluzione dagli anni novanta a oggi.
L’opera di Ding Yi è legata indissolubilmente alla città di Shangai, luogo che testimonia con forza la tensione tra la vecchia e la nuova Cina, tra la cultura occidentale e quella cinese.
Nel 1980 Ding Yi frequenta l’Istituto d’Arte di Shangai; sono gli anni che seguono la “Rivoluzione Culturale” di Mao ed è finalmente possibile conoscere l’arte moderna occidentale. È in quel momento, di fondamentale importanza per la sua formazione e le sua pratica artistica, che l’artista viene a contatto per la prima volta con gli originali di opere astratte americane, da cui rimarrà inevitabilmente influenzato. Ding Yi intraprende quindi la ricerca di un proprio linguaggio che si manifesta nella scelta del carattere “+” (e della sua variante “x”) come sinonimo di struttura, di razionalità, di espressione pittorica che riflette l’essenza delle cose. Il “+” diventa per l’artista simbolo di semplicità e di autodisciplina, un segno che viene ripetuto ogni giorno come una pratica meditativa, in modo meticoloso e costante, costituendo una vera sfida per il corpo e per la mente.
La prima fase del lavoro di Ding Yi è caratterizzata da una accuratezza quasi maniacale: la figura “+”, di colore nero, è distribuita in maniera equilibrata e ritmica sulla tela, e l’artista si serve di righello, nastro adesivo e tiralinee per costruire con precisione millimetrica le sue composizioni. Ma nel corso del tempo questa precisione diviene un ostacolo all’espressione dell’essenzialità, e Ding Yi abbandona il regolo per cominciare a disegnare a mano libera. Le linee inclinate, la ricchezza dei colori sempre più brillanti e la libertà delle pennellate sono gli elementi distintivi di questa nuova fase.
Durante gli anni di pratica del simbolo “+”, ha inizio la sperimentazione di nuovi materiali. Lino, stoffe lavorate, cartoncino, gessi, acquerelli, carboncino, colori a olio e acrilici: l’utilizzo di nuovi materiali e il modo di dipingere rendono i quadri di questo periodo simili ai tessuti antichi, la volontà di lasciare tracce della cultura tradizionale cinese è evidente.
Le opere successive al 1997 possono essere interpretate come l’uscita di Ding Yi dalla propria interiorità e l’inizio di una attenta osservazione del mondo che gli è accanto. Egli guarda ogni piccolo aspetto di Shangai, la città che ama, registrando sulla tela i repentini cambiamenti della vita della metropoli. Nelle opere appaiono colori fluorescenti e metallici, espressione degli eccessi, del frastuono, del caos, del disordine, ma anche degli stimoli e delle mode della nuova vita di città.
In questo contesto si inserisce l’installazione che l’artista ha deciso di presentare al MAMbo e che, in una versione simile, era già stata esposta alla Biennale di Shangai: alcune cassette per le lettere, caratterizzate dai colori forti dell’ultima fase e dai segni “+” e “x”, circondate da questionari che il visitatore è chiamato a compilare. Le domande che Ding Yi pone al pubblico italiano, come già aveva fatto con quello cinese, riguardano le aspettative per il futuro e per l’ambiente urbano, naturale e culturale circostante. Una volta completate, le schede con le risposte verranno esposte nella parete d’ingresso alla sala espositiva e a fine mostra verranno raccolte dall’artista che ne elaborerà i contenuti mettendoli in relazione con quelli già ottenuti a Shangai.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Skira con testi di Gianfranco Maraniello, Cao Weijun e Magdalena Kröner.
Ding Yi
Nato a Shanghai (Cina) nel 1962. Vive e lavora a Shangai.
Principali mostre personali
2007
Ding Yi, Galerie Karsten Greve, Paris
2006
Ding Yi, a cura di Jonathan Watkins, Ikon Gallery, Birmingham,
Graticule, ShanghART H-Space, Shanghai
2004
Crossed Vissions - Works by Ding Yi, China Art Archive & Warehouse, Beijing
2000
Ding Yi – Fluoroscence on Tartan, China Art Archive & Warehouse, Beijing
Principali mostre collettive
2007
85 New Wave, a cura di Fei Dawei, Ullens Center for Contemporary Art, Beijing
Rejected Collection, a cura di Biljana Ciric, Ke Center for Contemporary Arts, Shanghai
Strategy on Paper, Square Gallery of Contemporary Art, Nanjing
Harmony and Difference, Art Space of Fine Art College from Shanghai University, Shanghai
2006
Zhangjian Art Park Opening Ceremony, Zhangjiang Contemporary Art Museum Shanghai
Art in Motion, a cura di Victoria Lu, Moca Shanghai, Shanghai
Works on Paper, Xuhui Art Museum, Shanghai
The Blossoming of Realism,Taipei Fine Arts Museum, Taipei
Entry Gate – Chinese Aesthetics of Heterogenity, a cura di Victoria Lu and Uli Sigg, Moca, Shanghai
The 6th Shanghai Biennale: Hyper Design, a cura di Huang Du, Wonil Rhee, Gianfranco Maraniello, Jonathan Watkins, Shanghai Art Museum, Shanghai
Contemporary China, PKM Gallery, Seoul
2005
Shenzhen Art Biennale, OCT Contempory Art Centre, Shenzhen
Mahjong, a cura di Bernhard Fibicher, Kunstmuseum Bern, Bern
Alien Ilusion, Shanghai Art Museum, Shanghai
China: Prospettive d’Arte Contemporanea, a cura di Daniela Palazzoli Spazio Oberdan, Milano
2004
New Boundaries, Taikang Top Space, Beijing, China
DIAL 62761232, Callers Location, Shanghai
Persona – Ai Weiwei, Ding Yi Wang Xingwei, China Art Archive & Warehouse
Dreaming of the Dragon’s Nation – Contemporary Art from China, a cura di Li Xu, IMMA (Irish Museum of Modern Art), Dublin
Shanghai Modern, a cura di Jo-Anne Birnie Danzker, Museum Villa Stuck, Munich
L’opera di Ding Yi è legata indissolubilmente alla città di Shangai, luogo che testimonia con forza la tensione tra la vecchia e la nuova Cina, tra la cultura occidentale e quella cinese.
Nel 1980 Ding Yi frequenta l’Istituto d’Arte di Shangai; sono gli anni che seguono la “Rivoluzione Culturale” di Mao ed è finalmente possibile conoscere l’arte moderna occidentale. È in quel momento, di fondamentale importanza per la sua formazione e le sua pratica artistica, che l’artista viene a contatto per la prima volta con gli originali di opere astratte americane, da cui rimarrà inevitabilmente influenzato. Ding Yi intraprende quindi la ricerca di un proprio linguaggio che si manifesta nella scelta del carattere “+” (e della sua variante “x”) come sinonimo di struttura, di razionalità, di espressione pittorica che riflette l’essenza delle cose. Il “+” diventa per l’artista simbolo di semplicità e di autodisciplina, un segno che viene ripetuto ogni giorno come una pratica meditativa, in modo meticoloso e costante, costituendo una vera sfida per il corpo e per la mente.
La prima fase del lavoro di Ding Yi è caratterizzata da una accuratezza quasi maniacale: la figura “+”, di colore nero, è distribuita in maniera equilibrata e ritmica sulla tela, e l’artista si serve di righello, nastro adesivo e tiralinee per costruire con precisione millimetrica le sue composizioni. Ma nel corso del tempo questa precisione diviene un ostacolo all’espressione dell’essenzialità, e Ding Yi abbandona il regolo per cominciare a disegnare a mano libera. Le linee inclinate, la ricchezza dei colori sempre più brillanti e la libertà delle pennellate sono gli elementi distintivi di questa nuova fase.
Durante gli anni di pratica del simbolo “+”, ha inizio la sperimentazione di nuovi materiali. Lino, stoffe lavorate, cartoncino, gessi, acquerelli, carboncino, colori a olio e acrilici: l’utilizzo di nuovi materiali e il modo di dipingere rendono i quadri di questo periodo simili ai tessuti antichi, la volontà di lasciare tracce della cultura tradizionale cinese è evidente.
Le opere successive al 1997 possono essere interpretate come l’uscita di Ding Yi dalla propria interiorità e l’inizio di una attenta osservazione del mondo che gli è accanto. Egli guarda ogni piccolo aspetto di Shangai, la città che ama, registrando sulla tela i repentini cambiamenti della vita della metropoli. Nelle opere appaiono colori fluorescenti e metallici, espressione degli eccessi, del frastuono, del caos, del disordine, ma anche degli stimoli e delle mode della nuova vita di città.
In questo contesto si inserisce l’installazione che l’artista ha deciso di presentare al MAMbo e che, in una versione simile, era già stata esposta alla Biennale di Shangai: alcune cassette per le lettere, caratterizzate dai colori forti dell’ultima fase e dai segni “+” e “x”, circondate da questionari che il visitatore è chiamato a compilare. Le domande che Ding Yi pone al pubblico italiano, come già aveva fatto con quello cinese, riguardano le aspettative per il futuro e per l’ambiente urbano, naturale e culturale circostante. Una volta completate, le schede con le risposte verranno esposte nella parete d’ingresso alla sala espositiva e a fine mostra verranno raccolte dall’artista che ne elaborerà i contenuti mettendoli in relazione con quelli già ottenuti a Shangai.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edito da Skira con testi di Gianfranco Maraniello, Cao Weijun e Magdalena Kröner.
Ding Yi
Nato a Shanghai (Cina) nel 1962. Vive e lavora a Shangai.
Principali mostre personali
2007
Ding Yi, Galerie Karsten Greve, Paris
2006
Ding Yi, a cura di Jonathan Watkins, Ikon Gallery, Birmingham,
Graticule, ShanghART H-Space, Shanghai
2004
Crossed Vissions - Works by Ding Yi, China Art Archive & Warehouse, Beijing
2000
Ding Yi – Fluoroscence on Tartan, China Art Archive & Warehouse, Beijing
Principali mostre collettive
2007
85 New Wave, a cura di Fei Dawei, Ullens Center for Contemporary Art, Beijing
Rejected Collection, a cura di Biljana Ciric, Ke Center for Contemporary Arts, Shanghai
Strategy on Paper, Square Gallery of Contemporary Art, Nanjing
Harmony and Difference, Art Space of Fine Art College from Shanghai University, Shanghai
2006
Zhangjian Art Park Opening Ceremony, Zhangjiang Contemporary Art Museum Shanghai
Art in Motion, a cura di Victoria Lu, Moca Shanghai, Shanghai
Works on Paper, Xuhui Art Museum, Shanghai
The Blossoming of Realism,Taipei Fine Arts Museum, Taipei
Entry Gate – Chinese Aesthetics of Heterogenity, a cura di Victoria Lu and Uli Sigg, Moca, Shanghai
The 6th Shanghai Biennale: Hyper Design, a cura di Huang Du, Wonil Rhee, Gianfranco Maraniello, Jonathan Watkins, Shanghai Art Museum, Shanghai
Contemporary China, PKM Gallery, Seoul
2005
Shenzhen Art Biennale, OCT Contempory Art Centre, Shenzhen
Mahjong, a cura di Bernhard Fibicher, Kunstmuseum Bern, Bern
Alien Ilusion, Shanghai Art Museum, Shanghai
China: Prospettive d’Arte Contemporanea, a cura di Daniela Palazzoli Spazio Oberdan, Milano
2004
New Boundaries, Taikang Top Space, Beijing, China
DIAL 62761232, Callers Location, Shanghai
Persona – Ai Weiwei, Ding Yi Wang Xingwei, China Art Archive & Warehouse
Dreaming of the Dragon’s Nation – Contemporary Art from China, a cura di Li Xu, IMMA (Irish Museum of Modern Art), Dublin
Shanghai Modern, a cura di Jo-Anne Birnie Danzker, Museum Villa Stuck, Munich
24
gennaio 2008
Ding Yi
Dal 24 gennaio al 30 marzo 2008
arte contemporanea
Location
MAMBO – MUSEO D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Bologna, Via Don Giovanni Minzoni, 14, (Bologna)
Biglietti
euro 6, ridotto euro 4
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 - 18.00; giovedì 10.00 - 22.00; lunedì chiuso
Vernissage
24 Gennaio 2008, ore 19
Autore
Curatore