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Dino Ignani / Angelo J. Zanecchia – Pump Pope Art
Iconografia kitsch nell’arte da un idea di Pump Pope Art
Comunicato stampa
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Mostra fotografica e performance teatrale.
Come i due detective più famosi della storia, Sherlock Holmes e il dottor Watson, Dino Ignani e Angelo J. Zanecchia vanno ad investigare su uno stranissimo aspetto artistico nei negozi intorno alla basilica di S. Pietro rilevato da Giovanni Lauricella in una pièce teatrale,Pump Pop Art, dove l’immagine sacra ad uso commerciale si avvicina di molto a quello che Andy Warhol definiva Pop, intesa anche come kitsch. Anzi, si potrebbe ipotizzare che in queste forme consumistiche del sacro ritratte nelle foto si deducono spunti critici caricaturali sulla religione e sulla società dei consumi più di quanto Andy Warhol intendesse con la Pop Art, proprio perché non vi aveva incluso il sacro. Infatti l’occhio di Dino Ignani e Angelo J. Zanecchia va a individuare aspetti che sollevano argomenti ben più profondi e filosoficamente ingombranti del Pop che comunemente conosciamo, quali la fede, il misticismo, la credenza nei santi, il papa ecc. L’aspetto provocatorio di queste foto è che la presenza spirituale viene demandata a tanta chincaglieria, souvenir di bassa fattura, ad amuleti e pseudo-icone che vediamo nei negozi e bancarelle intorno a S. Pietro. Se Andy Warhol proponeva il kitsch qui abbiamo il kitsch del kitsch che altro non è che lo spettacolo immondo che vediamo con il quotidiano passeggio intorno al Vaticano ad opera di venditori spesso ambulanti che propinano immagini stampate su oggetti di uso comune, grossolane statuette cinesi di santi o di papi, opuscoli dalle copertine che sembrano banali réclame commerciali, dove primeggiano tazzine piatti e bottiglie con l’effige di Papa Bergoglio, lavori di esecutori di poltiglia a pochi metri dai capolavori di Raffaello e Michelangelo.
Non c’è bisogno che un geniale artista crei una decadente immagine consumistica, in questo caso abbiamo il ready made bello e pronto: sembrano quasi installazioni preparate appositamente per i due fotografi che hanno solo l’imbarazzo della scelta di dove fare scatti tra tanta abbondanza di icone-spazzatura. Tra l’altro queste foto sono state fatte al tempo dell’ultimo giubileo straordinario e rivestono un ruolo documentario di non poco conto. Questo aspetto caricaturale della religione-feticcio viene ben colto dall’occhio dei due fotografi, su un tema che altro non è che il canovaccio teatrale di Pump Pope Art di Giovanni Lauricella che fu programmata per la galleria Preferiti di Carla Mazzoni (che sta pure in Prati, non lontano da dove si svolge attualmente la mostra). In quel caso le foto erano da cornice al lavoro teatrale, mentre ora viene loro restituita tutta la centralità meritata in quanto valgono come lavoro a sé, come opere di rilievo che
possono svolgere in autonomia un ruolo significativo dall’idea teatrale che le ha partorite. Di Pump Pope Art si riporta di nuovo,per annunciare l’evento allo spazio Gattomerlino, la locandina – icona fatta dallo stesso autore teatrale come artificio esplicito dell’immagine religiosa. Manifesto, poster, locandina che sia, è una elaborazione manipolatoria del sacro santino, in senso estremo e per l’appunto kitsch, in questo caso proposto come caricatura della cantante che si è messa un nome-caricatura, Madonna eletta a simbolo dell’allegoria del Pop come è intenzione in Pump Pope Art. Fu provocatoriamente affissa in un ex- edicola sacra a via di Panico, e fu anche un mini- scandalo sul Giubileo che al tempo alcuni giornali riportarono sdegnati. Saranno presenti non in foto ma in carne ed ossa Giovanni Lauricella e due interpreti della pièce di cui leggeranno brani scelti
Le foto di Dino Ignani e Angelo J. Zanecchia le ritroviamo come se fossero testimonianze di atti demenziali eseguiti contro il buon senso, foto segnaletiche come quelle dei casi criminali che fanno i carabinieri del nucleo tutela del patrimonio artistico, ma in vena umoristica, naturalmente: verranno esposte nei locali di Gattomerlino a cura di Piera Mattei, che ha organizzato e ideato l’apposito Festival dell’Immagine, un’ iniziativa di grande successo che ha visto la partecipazione di numerosi artisti.
Volendo, potrebbero essere delle testimonianze, reperti antropologici di questa società contraddittoria fino a sembrare parossistica.
Dino Ignani è reduce da una importantissima mostra a Copenaghen dove ha esposto “Intimi Ritratti”, la sua famosa serie di poeti contemporanei; probabilmente in questo caso ha trasformato il senso artistico a lui proprio in una percezione ironica e grottesca nell’allegoria Pop che sfida le comuni concezioni stereotipate.
Giovanni Lauricella
Come i due detective più famosi della storia, Sherlock Holmes e il dottor Watson, Dino Ignani e Angelo J. Zanecchia vanno ad investigare su uno stranissimo aspetto artistico nei negozi intorno alla basilica di S. Pietro rilevato da Giovanni Lauricella in una pièce teatrale,Pump Pop Art, dove l’immagine sacra ad uso commerciale si avvicina di molto a quello che Andy Warhol definiva Pop, intesa anche come kitsch. Anzi, si potrebbe ipotizzare che in queste forme consumistiche del sacro ritratte nelle foto si deducono spunti critici caricaturali sulla religione e sulla società dei consumi più di quanto Andy Warhol intendesse con la Pop Art, proprio perché non vi aveva incluso il sacro. Infatti l’occhio di Dino Ignani e Angelo J. Zanecchia va a individuare aspetti che sollevano argomenti ben più profondi e filosoficamente ingombranti del Pop che comunemente conosciamo, quali la fede, il misticismo, la credenza nei santi, il papa ecc. L’aspetto provocatorio di queste foto è che la presenza spirituale viene demandata a tanta chincaglieria, souvenir di bassa fattura, ad amuleti e pseudo-icone che vediamo nei negozi e bancarelle intorno a S. Pietro. Se Andy Warhol proponeva il kitsch qui abbiamo il kitsch del kitsch che altro non è che lo spettacolo immondo che vediamo con il quotidiano passeggio intorno al Vaticano ad opera di venditori spesso ambulanti che propinano immagini stampate su oggetti di uso comune, grossolane statuette cinesi di santi o di papi, opuscoli dalle copertine che sembrano banali réclame commerciali, dove primeggiano tazzine piatti e bottiglie con l’effige di Papa Bergoglio, lavori di esecutori di poltiglia a pochi metri dai capolavori di Raffaello e Michelangelo.
Non c’è bisogno che un geniale artista crei una decadente immagine consumistica, in questo caso abbiamo il ready made bello e pronto: sembrano quasi installazioni preparate appositamente per i due fotografi che hanno solo l’imbarazzo della scelta di dove fare scatti tra tanta abbondanza di icone-spazzatura. Tra l’altro queste foto sono state fatte al tempo dell’ultimo giubileo straordinario e rivestono un ruolo documentario di non poco conto. Questo aspetto caricaturale della religione-feticcio viene ben colto dall’occhio dei due fotografi, su un tema che altro non è che il canovaccio teatrale di Pump Pope Art di Giovanni Lauricella che fu programmata per la galleria Preferiti di Carla Mazzoni (che sta pure in Prati, non lontano da dove si svolge attualmente la mostra). In quel caso le foto erano da cornice al lavoro teatrale, mentre ora viene loro restituita tutta la centralità meritata in quanto valgono come lavoro a sé, come opere di rilievo che
possono svolgere in autonomia un ruolo significativo dall’idea teatrale che le ha partorite. Di Pump Pope Art si riporta di nuovo,per annunciare l’evento allo spazio Gattomerlino, la locandina – icona fatta dallo stesso autore teatrale come artificio esplicito dell’immagine religiosa. Manifesto, poster, locandina che sia, è una elaborazione manipolatoria del sacro santino, in senso estremo e per l’appunto kitsch, in questo caso proposto come caricatura della cantante che si è messa un nome-caricatura, Madonna eletta a simbolo dell’allegoria del Pop come è intenzione in Pump Pope Art. Fu provocatoriamente affissa in un ex- edicola sacra a via di Panico, e fu anche un mini- scandalo sul Giubileo che al tempo alcuni giornali riportarono sdegnati. Saranno presenti non in foto ma in carne ed ossa Giovanni Lauricella e due interpreti della pièce di cui leggeranno brani scelti
Le foto di Dino Ignani e Angelo J. Zanecchia le ritroviamo come se fossero testimonianze di atti demenziali eseguiti contro il buon senso, foto segnaletiche come quelle dei casi criminali che fanno i carabinieri del nucleo tutela del patrimonio artistico, ma in vena umoristica, naturalmente: verranno esposte nei locali di Gattomerlino a cura di Piera Mattei, che ha organizzato e ideato l’apposito Festival dell’Immagine, un’ iniziativa di grande successo che ha visto la partecipazione di numerosi artisti.
Volendo, potrebbero essere delle testimonianze, reperti antropologici di questa società contraddittoria fino a sembrare parossistica.
Dino Ignani è reduce da una importantissima mostra a Copenaghen dove ha esposto “Intimi Ritratti”, la sua famosa serie di poeti contemporanei; probabilmente in questo caso ha trasformato il senso artistico a lui proprio in una percezione ironica e grottesca nell’allegoria Pop che sfida le comuni concezioni stereotipate.
Giovanni Lauricella
30
ottobre 2017
Dino Ignani / Angelo J. Zanecchia – Pump Pope Art
Dal 30 al 31 ottobre 2017
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
GATTOMERLINO
Roma, Borgo Vittorio, 95, (Roma)
Roma, Borgo Vittorio, 95, (Roma)
Orario di apertura
18,30 -20
Vernissage
30 Ottobre 2017, h 18,30
Autore
Curatore