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Dionisio Roberto – Composti e Luci
L’artista, uno di quelli posseduti dal demone della ricerca e della sperimentazione di nuove tecniche, spiega che attraverso questi ultimi lavori ha voluto affrontare uno studio sulla luce
Comunicato stampa
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Dal 10 al 23 marzo gli Ex Magazzini Generali, un suggestivo esempio di archeologia industriale perfettamente recuperata, ospiteranno i “Composti e Luci” di Roberto Dionisio – anzi, Dionisio Roberto, come si firma dal ’59, l’anno del suo esordio – una serie di trentasei lavori realizzati dal pittore romano nel corso del 2004.
Chi ancora non conosce questa struttura, oggi sede dell’ISA – Istituto Superiore Antincendi, farà bene a non lasciarsi sfuggire l’occasione di una visita. Nei depositi del complesso affacciato sul Tevere si immagazzinavano le derrate alimentari che giungevano via fiume. Al tempo della sua inaugurazione, è stato ultimato nel 1912, esso rappresentò la quintessenza della modernità: vuoi perché realizzato in cemento armato, vuoi per il sistema di trasporto delle merci che si avvaleva di arditi impianti e macchinari, per fortuna ottimamente conservati ed ancora visibili sulle rive del Tevere.
Non sorprende che proprio in questo tempio della cultura industriale Massenzio Arte, organizzatrice della rassegna, abbia deciso di esporre l’ultima produzione di Dionisio.
Sono infatti i bagliori del metallo freddo o incandescente ad accogliere i visitatori nelle sale espositive. Una trentina di lastre metalliche (misteriosi reperti industriali?) lucide (a volte specchianti) o opache, immote o rese vibranti dall’alta temperatura che le surriscalda, levigatissime o porose catturano l’occhio di chi guarda, confondendolo con la complessità degli effetti luministici ed ottici. E’ presto chiaro che le opere vanno viste in movimento, dal momento che assumono aspetti e persino sfumature cromatiche diverse secondo il punto di vista dal quale le si osserva.
L’artista, uno di quelli posseduti dal demone della ricerca e della sperimentazione di nuove tecniche, spiega che attraverso questi ultimi lavori ha voluto affrontare uno studio sulla luce, pensando, lui che fin dall’inizio della sua carriera ha percorso i sentieri della pittura informale, ad un grande maestro del passato: William Turner. Arianna Mercanti, curatrice del catalogo, parla anche di una “meditazione sull’immagine e sulle sue possibilità di trasformazione”, una frase il cui significato è chiaro per chiunque abbia seguito il percorso artistico di Dionisio, pittore che da sempre realizza collages (lui li definisce assemblaggi) utilizzando in modo pressoché esclusivo la carta in ogni sua tipologia ed il colore. I “Composti e Luci” non fanno eccezione alla regola: al di là delle metalliche percezioni visivo-tattili evocate, essi sono collages realizzati su supporti di cartonlegno e dipinti in ogni minimo dettaglio (dipinte sono persino le ombre!) senza mai fare ricorso al pennello, ma utilizzando gli aerex spray di natura industriale. Parliamo insomma delle bombolette a spruzzo per dipingere i cancelli, pigmenti particolari (fluorescenti, martellati, a grafite…) con cui Dionisio ha messo a punto un’ardua tecnica di stesure sovrapposte di colore (anche sino ad otto) che richiede mano e occhio sicuri e non consente ripensamenti.
L’assoluta perfezione tecnica è stata d’altronde sin dall’inizio il tratto distintivo di questo pittore nel cui processo di formazione c’è anche l’esperienza, insolita per un pittore dei nostri giorni, dell’apprendistato in “bottega”. Nel ’64, la maestria del venticinquenne che nel campo dell’arte dichiarava di voler provare tutto indusse una gallerista famosa, Carla Panicali, a presentarlo ad Emilio Vedova che ricercava un valido aiuto per la realizzazione dei “Plurimi Vedova ’64” per la mostra Documenta III a Kassel. Un’opera significativa nello sviluppo dell’arte contemporanea italiana e nella cui costruzione Dionisio ebbe un ruolo importante.
Nel corso della sua lunga carriera di artista-artigiano, Dionisio si è concesso lunghi periodi di assenza dalla pittura, dedicati alla scenografia ed al restauro di quadri antichi. Attività, quest’ultima, che gli ha permesso di approfondire ulteriormente la sua conoscenza dei segreti delle tecniche pittoriche accentuando il paradosso di pitture come i Composti e Luci oggi visibili agli Ex Magazzini Generali: rigorosamente astratte e modernissime all’apparenza, ma concepite con la mentalità (e la straordinaria manualità) di un artista barocco che gioca a stupire ed ingannare l’occhio dello spettatore, riuscendo però a fondere in un’unica visione estetica la costruzione ed il sentimento, il virtuosismo tecnico ed una forte carica emotiva.
Chi ancora non conosce questa struttura, oggi sede dell’ISA – Istituto Superiore Antincendi, farà bene a non lasciarsi sfuggire l’occasione di una visita. Nei depositi del complesso affacciato sul Tevere si immagazzinavano le derrate alimentari che giungevano via fiume. Al tempo della sua inaugurazione, è stato ultimato nel 1912, esso rappresentò la quintessenza della modernità: vuoi perché realizzato in cemento armato, vuoi per il sistema di trasporto delle merci che si avvaleva di arditi impianti e macchinari, per fortuna ottimamente conservati ed ancora visibili sulle rive del Tevere.
Non sorprende che proprio in questo tempio della cultura industriale Massenzio Arte, organizzatrice della rassegna, abbia deciso di esporre l’ultima produzione di Dionisio.
Sono infatti i bagliori del metallo freddo o incandescente ad accogliere i visitatori nelle sale espositive. Una trentina di lastre metalliche (misteriosi reperti industriali?) lucide (a volte specchianti) o opache, immote o rese vibranti dall’alta temperatura che le surriscalda, levigatissime o porose catturano l’occhio di chi guarda, confondendolo con la complessità degli effetti luministici ed ottici. E’ presto chiaro che le opere vanno viste in movimento, dal momento che assumono aspetti e persino sfumature cromatiche diverse secondo il punto di vista dal quale le si osserva.
L’artista, uno di quelli posseduti dal demone della ricerca e della sperimentazione di nuove tecniche, spiega che attraverso questi ultimi lavori ha voluto affrontare uno studio sulla luce, pensando, lui che fin dall’inizio della sua carriera ha percorso i sentieri della pittura informale, ad un grande maestro del passato: William Turner. Arianna Mercanti, curatrice del catalogo, parla anche di una “meditazione sull’immagine e sulle sue possibilità di trasformazione”, una frase il cui significato è chiaro per chiunque abbia seguito il percorso artistico di Dionisio, pittore che da sempre realizza collages (lui li definisce assemblaggi) utilizzando in modo pressoché esclusivo la carta in ogni sua tipologia ed il colore. I “Composti e Luci” non fanno eccezione alla regola: al di là delle metalliche percezioni visivo-tattili evocate, essi sono collages realizzati su supporti di cartonlegno e dipinti in ogni minimo dettaglio (dipinte sono persino le ombre!) senza mai fare ricorso al pennello, ma utilizzando gli aerex spray di natura industriale. Parliamo insomma delle bombolette a spruzzo per dipingere i cancelli, pigmenti particolari (fluorescenti, martellati, a grafite…) con cui Dionisio ha messo a punto un’ardua tecnica di stesure sovrapposte di colore (anche sino ad otto) che richiede mano e occhio sicuri e non consente ripensamenti.
L’assoluta perfezione tecnica è stata d’altronde sin dall’inizio il tratto distintivo di questo pittore nel cui processo di formazione c’è anche l’esperienza, insolita per un pittore dei nostri giorni, dell’apprendistato in “bottega”. Nel ’64, la maestria del venticinquenne che nel campo dell’arte dichiarava di voler provare tutto indusse una gallerista famosa, Carla Panicali, a presentarlo ad Emilio Vedova che ricercava un valido aiuto per la realizzazione dei “Plurimi Vedova ’64” per la mostra Documenta III a Kassel. Un’opera significativa nello sviluppo dell’arte contemporanea italiana e nella cui costruzione Dionisio ebbe un ruolo importante.
Nel corso della sua lunga carriera di artista-artigiano, Dionisio si è concesso lunghi periodi di assenza dalla pittura, dedicati alla scenografia ed al restauro di quadri antichi. Attività, quest’ultima, che gli ha permesso di approfondire ulteriormente la sua conoscenza dei segreti delle tecniche pittoriche accentuando il paradosso di pitture come i Composti e Luci oggi visibili agli Ex Magazzini Generali: rigorosamente astratte e modernissime all’apparenza, ma concepite con la mentalità (e la straordinaria manualità) di un artista barocco che gioca a stupire ed ingannare l’occhio dello spettatore, riuscendo però a fondere in un’unica visione estetica la costruzione ed il sentimento, il virtuosismo tecnico ed una forte carica emotiva.
10
marzo 2005
Dionisio Roberto – Composti e Luci
Dal 10 al 23 marzo 2005
arte contemporanea
Location
MASSENZIO ARTE
Roma, Via Del Commercio, 12, (Roma)
Roma, Via Del Commercio, 12, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 17-20, sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
10 Marzo 2005, ore 18
Autore