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Dipinti Antichi
Con oltre 150 opere create da grandi
maestri, l’asta milanese di Christie’s dedicata ai
Dipinti Antichi il 27 maggio si preannuncia molto
varia sia tematicamente che cronologicamente,
spaziando dal Trecento fino all’Ottocento. Gli
highlights: una tela di Canaletto e una tavola di
Dosso Dossi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Milano - Con oltre 150 opere create da grandi
maestri, l’asta milanese di Christie's dedicata ai
Dipinti Antichi il 27 maggio si preannuncia molto
varia sia tematicamente che cronologicamente,
spaziando dal Trecento fino all’Ottocento. Gli
highlights: una tela di Canaletto e una tavola di
Dosso Dossi.
Marco Riccomini, Direttore del Dipartimento
Dipinti Antichi di Christie's Italia: Molto eterogenea
per la scelta dei materiali, l’asta di Dipinti Antichi che si
terrà il prossimo maggio da Christie's a Milano copre un arco
di cinque secoli. Si tratta prevalentemente di opere destinate al
collezionismo privato e provenienti da collezioni private, dove
sono rimaste per secoli. Se molti dei lotti più importanti sono
noti alla letteratura critica, non mancano gli inediti, come i
sontuosi dipinti di Lorenzo De Caro - magnifico pittore quasi
sconosciuto agli studiosi. Tra gli highlights figurano un Dosso
scoperto da Roberto Longhi, un capriccio padovano del
Canaletto e uno scenografico dipinto di Antonio Guardi che
esprime appieno il massimo momento di splendore della
pittura veneziana del ‘700. L’Ottocento è ben rappresentato
da Pelagio Palagi, eclettico protagonista della pittura neoclassica e risorgimentale italiana.
DAL TRECENTO AL CINQUECENTO
Si incomincia con il Cristo in Pietà di Taddeo di Bartolo (Siena, c. 1362-
1422), preziosa tavoletta “fondo oro” abbellita da raffinati motivi incisi a
punzone. Esposta nel 1904 come opera di scuola senese, è stata restituita
all’artista in occasione della storica rassegna sul Gotico a Siena del 1982.
L’opera misura cm20,5x14 ed è stimata €70,000-100,000 (a sinistra).
Scoperto da Roberto Longhi e pubblicato negli “Ampliamenti” alla storica
“Officina Ferrarese” tra le opere giovanili create dall'artista al suo ritorno
da Venezia, circa il 1511, Il festino di Erode di Dosso Dossi (Mirandola c.
1486-1542 Ferrara) è stato incluso in tutti gli studi successivi ed esposto a
Londra nel 1986 in occasione della mostra dedicata all’arte della corte
estense. Il piccolo e intenso dipinto, su tavola, è stimato €200,000-300,000
(cm47x36,5, sopra a destra). Appena più tarda è la tavola raffigurante un
San Giacomo Maggiore, opera del Garofalo. Il dipinto, che è stato nella
collezione di Lord Northbrook e poi del Los Angeles County Museum, è
offerto con una stima di €50,000-70,000.
2
IL SETTECENTO A VENEZIA
Attribuito a Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto
(1697-1768) da W.G. Constable e J.G. Links e da loro
incluso in quella che è considerata unanimemente la ‘bibbia’
della produzione dell’artista, Capriccio con motivi di Padova
(tela, cm. 96,5x85) è una fantasiosa veduta caratterizzata dal
perfetto equilibrio compositivo e da una tavolozza
luminosissima, tipicamente veneziana. Sebbene l’invenzione
sia nota in numerose repliche per lo più di bottega, questo
esemplare è catalogato dagli autori citati come uno dei
rarissimi autografi; prudenzialmente, gli esperti di Christie’s
non escludono l’intervento di aiuti e lo stimano di
conseguenza € 250,000-350,000 (a destra).
Manifesto del momento di massimo splendore della pittura
veneziana del ‘700 è La clemenza di Scipione di Antonio
Guardi (Vienna 1699-1760 Venezia). Di straordinario
effetto scenografico, la magnifica tela, conservata nella
stessa raccolta per un’intera generazione, torna sul mercato con una stima di €200,000-300,000 (cm.
166x209,5, a sinistra). Due rare scene di interno,
riconducibili alla tarda attività di Francesco Guardi
(Venezia 1712-1793), solitamente autore di capricci e
vedute, esemplificano un diverso aspetto del Settecento
veneziano.
La produzione pittorica della Serenissima è inoltre
rappresentata in catalogo da opere sacre del Quattro e del
Cinquecento, da due scene di Carnevale a piazza San
Marco e a Campo San Trovaso dipinte nel Seicento da
Joseph Heintz. Un piccolo gruppo di vedute veneziane del
primo Ottocento, da Bernardino Bison a Carlo Grubacs,
aggiorna infine i modelli del vedutismo settecentesco ad
uso dei moderni viaggiatori in laguna.
IL SETTECENTO NAPOLETANO
Estroso e raffinato protagonista del 700 napoletano,
Lorenzo De Caro (attivo a Napoli; documentato dal
1740 al 1762) è presente in catalogo con una serie di
cinque tele firmate dedicate ai protagonisti del Vecchio
Testamento. Colori pastello ed improbabili scenografie,
insieme alle pose scopertamente teatrali dei protagonisti -
David, Giuditta, Ester ed altri ancora - traducono nel più
aggiornato e lieve gusto Rococò le complesse macchine
sceniche imposte nella prima metà del secolo da
Francesco Solimena,
maestro di De Caro
e della sua generazione. Il Trionfo di David, raffigurato qui sopra, è
una sontuosa tela di cm69,5x101 stimata €25,000-35,000. Allo
stesso periodo appartiene il complesso dipinto di Giovan
Battista Rossi (attivo a Napoli; documentato dal 1749 al 1782), Il
Paradiso, probabile studio per la decorazione della volta di una
chiesa napoletana è offerto con una stima compresa tra €15,000
ed €20,000 (cm74x102,5, qui a sinistra).
3
L’OTTOCENTO TRA LOMBARDIA E PIEMONTE
Originale protagonista del primo Ottocento
italiano nella sua poliedrica attività di pittore,
scenografo e disegnatore di mobili (autore, tra
l’altro, degli arredi “moderni” del Palazzo Reale di
Torino), Pelagio Palagi (Bologna 1775-1860
Torino) è assai ben rappresentato nell’asta
milanese di Christie's.
Preceduto in catalogo da un gruppo di disegni
firmati, provenienti da un’illustre raccolta
piemontese, sarà infatti posto in vendita L'incontro
di Carlo VIII e Gian Galeazzo Sforza a Pavia nel 1494
(cm45,4x48,5, stima €50,000-70,000. Qui a
destra). Studio preparatorio per il grande dipinto
esposto a Brera nel 1822 e ora nel Museo Civico
di Lodi, la tela segna la conversione dell’artista bolognese allo storicismo romantico, in competizione
con Francesco Hayez. La ricostruzione di interni, arredi e costumi quattrocenteschi si inserisce nel
gusto “troubadour” e neogotico che troverà nel Palagi, soprattutto grazie alle sue realizzazioni per la
corte sabauda, uno degli interpreti più originali.
Concludono questa sezione dedicata al primo Ottocento piemontese e lombardo due scene storiche di
Giovanni Migliara ambientate all’interno di edifici medioevali e alcuni paesaggi di Massimo d’Azeglio.
maestri, l’asta milanese di Christie's dedicata ai
Dipinti Antichi il 27 maggio si preannuncia molto
varia sia tematicamente che cronologicamente,
spaziando dal Trecento fino all’Ottocento. Gli
highlights: una tela di Canaletto e una tavola di
Dosso Dossi.
Marco Riccomini, Direttore del Dipartimento
Dipinti Antichi di Christie's Italia: Molto eterogenea
per la scelta dei materiali, l’asta di Dipinti Antichi che si
terrà il prossimo maggio da Christie's a Milano copre un arco
di cinque secoli. Si tratta prevalentemente di opere destinate al
collezionismo privato e provenienti da collezioni private, dove
sono rimaste per secoli. Se molti dei lotti più importanti sono
noti alla letteratura critica, non mancano gli inediti, come i
sontuosi dipinti di Lorenzo De Caro - magnifico pittore quasi
sconosciuto agli studiosi. Tra gli highlights figurano un Dosso
scoperto da Roberto Longhi, un capriccio padovano del
Canaletto e uno scenografico dipinto di Antonio Guardi che
esprime appieno il massimo momento di splendore della
pittura veneziana del ‘700. L’Ottocento è ben rappresentato
da Pelagio Palagi, eclettico protagonista della pittura neoclassica e risorgimentale italiana.
DAL TRECENTO AL CINQUECENTO
Si incomincia con il Cristo in Pietà di Taddeo di Bartolo (Siena, c. 1362-
1422), preziosa tavoletta “fondo oro” abbellita da raffinati motivi incisi a
punzone. Esposta nel 1904 come opera di scuola senese, è stata restituita
all’artista in occasione della storica rassegna sul Gotico a Siena del 1982.
L’opera misura cm20,5x14 ed è stimata €70,000-100,000 (a sinistra).
Scoperto da Roberto Longhi e pubblicato negli “Ampliamenti” alla storica
“Officina Ferrarese” tra le opere giovanili create dall'artista al suo ritorno
da Venezia, circa il 1511, Il festino di Erode di Dosso Dossi (Mirandola c.
1486-1542 Ferrara) è stato incluso in tutti gli studi successivi ed esposto a
Londra nel 1986 in occasione della mostra dedicata all’arte della corte
estense. Il piccolo e intenso dipinto, su tavola, è stimato €200,000-300,000
(cm47x36,5, sopra a destra). Appena più tarda è la tavola raffigurante un
San Giacomo Maggiore, opera del Garofalo. Il dipinto, che è stato nella
collezione di Lord Northbrook e poi del Los Angeles County Museum, è
offerto con una stima di €50,000-70,000.
2
IL SETTECENTO A VENEZIA
Attribuito a Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto
(1697-1768) da W.G. Constable e J.G. Links e da loro
incluso in quella che è considerata unanimemente la ‘bibbia’
della produzione dell’artista, Capriccio con motivi di Padova
(tela, cm. 96,5x85) è una fantasiosa veduta caratterizzata dal
perfetto equilibrio compositivo e da una tavolozza
luminosissima, tipicamente veneziana. Sebbene l’invenzione
sia nota in numerose repliche per lo più di bottega, questo
esemplare è catalogato dagli autori citati come uno dei
rarissimi autografi; prudenzialmente, gli esperti di Christie’s
non escludono l’intervento di aiuti e lo stimano di
conseguenza € 250,000-350,000 (a destra).
Manifesto del momento di massimo splendore della pittura
veneziana del ‘700 è La clemenza di Scipione di Antonio
Guardi (Vienna 1699-1760 Venezia). Di straordinario
effetto scenografico, la magnifica tela, conservata nella
stessa raccolta per un’intera generazione, torna sul mercato con una stima di €200,000-300,000 (cm.
166x209,5, a sinistra). Due rare scene di interno,
riconducibili alla tarda attività di Francesco Guardi
(Venezia 1712-1793), solitamente autore di capricci e
vedute, esemplificano un diverso aspetto del Settecento
veneziano.
La produzione pittorica della Serenissima è inoltre
rappresentata in catalogo da opere sacre del Quattro e del
Cinquecento, da due scene di Carnevale a piazza San
Marco e a Campo San Trovaso dipinte nel Seicento da
Joseph Heintz. Un piccolo gruppo di vedute veneziane del
primo Ottocento, da Bernardino Bison a Carlo Grubacs,
aggiorna infine i modelli del vedutismo settecentesco ad
uso dei moderni viaggiatori in laguna.
IL SETTECENTO NAPOLETANO
Estroso e raffinato protagonista del 700 napoletano,
Lorenzo De Caro (attivo a Napoli; documentato dal
1740 al 1762) è presente in catalogo con una serie di
cinque tele firmate dedicate ai protagonisti del Vecchio
Testamento. Colori pastello ed improbabili scenografie,
insieme alle pose scopertamente teatrali dei protagonisti -
David, Giuditta, Ester ed altri ancora - traducono nel più
aggiornato e lieve gusto Rococò le complesse macchine
sceniche imposte nella prima metà del secolo da
Francesco Solimena,
maestro di De Caro
e della sua generazione. Il Trionfo di David, raffigurato qui sopra, è
una sontuosa tela di cm69,5x101 stimata €25,000-35,000. Allo
stesso periodo appartiene il complesso dipinto di Giovan
Battista Rossi (attivo a Napoli; documentato dal 1749 al 1782), Il
Paradiso, probabile studio per la decorazione della volta di una
chiesa napoletana è offerto con una stima compresa tra €15,000
ed €20,000 (cm74x102,5, qui a sinistra).
3
L’OTTOCENTO TRA LOMBARDIA E PIEMONTE
Originale protagonista del primo Ottocento
italiano nella sua poliedrica attività di pittore,
scenografo e disegnatore di mobili (autore, tra
l’altro, degli arredi “moderni” del Palazzo Reale di
Torino), Pelagio Palagi (Bologna 1775-1860
Torino) è assai ben rappresentato nell’asta
milanese di Christie's.
Preceduto in catalogo da un gruppo di disegni
firmati, provenienti da un’illustre raccolta
piemontese, sarà infatti posto in vendita L'incontro
di Carlo VIII e Gian Galeazzo Sforza a Pavia nel 1494
(cm45,4x48,5, stima €50,000-70,000. Qui a
destra). Studio preparatorio per il grande dipinto
esposto a Brera nel 1822 e ora nel Museo Civico
di Lodi, la tela segna la conversione dell’artista bolognese allo storicismo romantico, in competizione
con Francesco Hayez. La ricostruzione di interni, arredi e costumi quattrocenteschi si inserisce nel
gusto “troubadour” e neogotico che troverà nel Palagi, soprattutto grazie alle sue realizzazioni per la
corte sabauda, uno degli interpreti più originali.
Concludono questa sezione dedicata al primo Ottocento piemontese e lombardo due scene storiche di
Giovanni Migliara ambientate all’interno di edifici medioevali e alcuni paesaggi di Massimo d’Azeglio.
27
maggio 2010
Dipinti Antichi
27 maggio 2010
asta
Location
PALAZZO CLERICI
Milano, Via Clerici, 5, (Milano)
Milano, Via Clerici, 5, (Milano)
Vernissage
27 Maggio 2010, ore 19
Autore