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Dipinti di antichi maestri
65 sono le tele che saranno battute in occasione dell’asta Dipinti di Antichi Maestri. Fra le tante opere degne di nota si segnalano quelle di Francesco Guardi, Giambattista Tiepolo, Federico Cervelli, Johann Karl Loth e Antonio Balestra.
Comunicato stampa
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Il comparto dell’arte antica rappresenta ancora oggi un riferimento sicuro per chi ha interesse ad investire in opere antiche. San Marco Casa d’Aste S.p.A. per domenica 2 novembre 2008 ha in programma, alle ore 15.30, l’asta di DIPINTI DI ANTICHI MAESTRI e, alle 16.30, l’asta di MOBILI, OGGETTI D'ARTE, SCULTURE PROVENIENTI DALL'APPARTAMENTO DI UN GENTILUOMO AMERICANO A VENEZIA E ALTRE COMMITTENZE. L’esposizione è aperta al pubblico, con entrata libera, da sabato 25 ottobre a domenica 2 novembre (orario 10-19). Ad attirare collezionisti ed addetti ai lavori del mercato dell’antiquariato internazionale a Palazzo Giovanelli, sede di San Marco Casa d’Aste S.p.A., saranno molteplici capolavori di arte antica, tra cui dipinti di eccellente fattura come anche importanti mobili, oggetti d’arte, capolavori in vetro e sculture.
DIPINTI DI ANTICHI MAESTRI
65 sono le tele che saranno battute in occasione dell’asta Dipinti di Antichi Maestri. Fra le tante opere degne di nota si segnalano quelle di Francesco Guardi, Giambattista Tiepolo, Federico Cervelli, Johann Karl Loth e Antonio Balestra.
Francesco Guardi (Venezia 1712 – 1793), lotto n. 65, “Veduta del forte di Sant’Andrea nella laguna di Venezia”, olio su tela, cm 36x55,7. Stima a richiesta.
Splendida veduta resa nota da Antonio Morassi (1973), quando faceva parte di una raccolta privata a Parigi. Già appartenuta alla collezione dei baroni Rotschild e in seguito al barone Emmanuel Léonino, egualmente a Parigi, il quale aveva sposato Berthe Juliette Rotschild nel 1892. Negli anni immediatamente successivi alla morte del Léonino, avvenuta nel 1937, la tela è giunta alla collocazione ricordata dallo studioso goriziano per tramite del celeberrimo antiquario Wildenstein di New York. L’assegnazione al Guardi avanzata dal Morassi è stata accolta senza alcun tentennamento anche da Luigina Rossi Bertolatto (1974). Pubblicandola, Morassi definisce questa veduta “opera tarda, bellissima”. Bibliografia: A. Morassi, Guardi. I dipinti, Venezia 1973, vol. I, pp. 250-251 e scheda n. 642, L. Rossi Bertolatto, L’opera completa di Francesco Guardi, Milano 1974, n. 744.
Altro prezioso dipinto di Francesco Guardi è “Incendio di un castello sulla riva del mare olio su tela”, lotto n. 64, cm 26x43, stima 200-250mila euro.
Ben noto alla letteratura, essendo stato pubblicato nel 1973 da Antonio Morassi il quale ha indicato che la tela, in origine conservata nella collezione Heimann a Milano, fosse allora passata a far parte della raccolta Miozzi, essendo transitata da quella dei Brunelli. A conferma dell’autografia dell’opera il Morassi cita l’esistenza del rapidissimo schizzo preparatorio realizzato a penna, conservato al Kupferstichkabinett di Berlino, reso noto da Jim Byam Shaw nel 1951. Il Morassi ritiene che l’opera che qui si presenta vada datata alla fase finale dell’attività di Francesco. Luigina Rossi Bortolatto (1974), invece, pur accettando in pieno l’autografia del dipinto, preferisce datarlo ad un momento un poco precedente, riferendolo al decennio compreso tra il 1775 e il 1785. Provenienza: collezione Heimann, Milano; collezione, Brunelli, Milano; Collezione Mozzi, Milano. Bibliografia: J.J. Byam Shaw, The Drawings of Francesco Guardi, London 1951, fig. 74; A. Morassi, Guardi. I dipinti, Venezia 1973, vol. I, pp. 261-262 e cat. n. 692; L. Rossi Bertolatto, L’opera completa di Francesco Guardi, Milano 1974, n. 609; A. Morassi, Guardi. Tutti i disegni di Antonio, Francesco e Giacomo Guardi, Venezia 1975, p. 157, cat. 441.
Si intitola “Rebecca nel pozzo” la tela di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), lotto 54, olio su tela, cm 28x40, stima 250-280mila euro.
Pur trattandosi di un’acquisizione assai recente al catalogo tiepolesco (la sua prima pubblicazione dovuta a W. L. Barcham risale al 1989, quando l’opera si trovava in collezione Corsini a New York, provenendo da quella di Gustavo Wallis), questo piccolo dipinto, che si presenta in ottime condizioni di conservazione, conta ormai una vasta letteratura critica, tutta estremamente favorevole (Gemin e Pedrocco 1993; Brown 1993; Pedrocco 2002), a cui va ad aggiungersi anche una comunicazione privata al proprietario di Gorge Knox, risalente al 2003, egualmente concorde nel confermare per la tela la paternità di Giambattista. Bibliografia: W. L. Barcham, The Religious Paintings of Giambattista Tiepolo. Piety and Tradition in Eighteenth Century Venice, Oxford 1989, pp. 78-81; M. Gemin, F. Pedrocco, Giambattista Tiepolo. I dipinti, Opera completa, Venezia 1993, p. 290, n. 145; B. L. Brown, Giambattista Tiepolo Master of the Oil Sketch, catalogo della mostra, Forth Worth 1993, n. 10; F. Pedrocco, Giambattista Tiepolo, Milano 2002, p. 228, n. 97. Provenienza: Successione ereditaria milanese.
Di Federico Cervelli (Milano 1638 c.a – Venezia, post 1694) è “Pan e la ninfa”, lotto 51, olio su tela, cm. 115x150, stima 90-120mila euro. La tela presenta una sensuale immagine dell’amore tra Pan e una bellissima ninfa ignuda, ingioiellata, che pare accettare con estremo piacere le sue avances.
In asta c’è anche un lavoro di Johann Karl Loth (Monaco di Baviera 1632 – Venezia 1698), lotto n. 48, “Nettuno e Censis”, olio su tela, cm 138,5x174,5, stima 120-150mila euro. L’autografia della tela, rimasta finora inedita, trova conferma nell’esistenza del disegno preparatorio conservato alla Graphische Sammlungen des Kunstmuseum di Dussendorf (inv. Z 35), che reca in basso l’iscrizione coeva e probabilmente autografa “Gio: Carl Lot Ven…”.
Grandiose sono le tele di Antonio Balestra, (Verona 1666 – 1740), lotto n. 55, “Achille consegna alla famiglia il corpo di Ettore” olio su tela, cm 195x261 e “Il ratto di Europa” olio su tela, cm 195x261, stima 300-350 mila euro. Le tele sono state pubblicate nel 1999 da Ugo Ruggeri. Bibliografia: U. Ruggeri, Nuove opere documentate di Antonio Balestra, in “Pittura veneziana dal Quattrocento.
MOBILI, OGGETTI D'ARTE, SCULTURE PROVENIENTI DALL'APPARTAMENTO DI UN GENTILUOMO AMERICANO A VENEZIA E ALTRE COMMITTENZE
In quest’asta, caratterizzata da 255 lotti, sono presenti strepitose opere d’arte di interesse storico ed artistico. E’ il caso del lott n. 98, importante paravento, Cina, 1670-1680 cm. 280x540 compl. Stima a richiesta.
A dodici ante in legno laccato Coromandel dipinto in tenue policromia su fondo bruno. Bordura superiore ed inferiore percorsa da ideogrammi cinesi; fascia superiore con nature morte di fiori, strumenti musicali, ventagli e vasi; quella inferiore con specchiature centrate da animali diversi; fascia centrale a creare un’ampia raffigurazione paesaggistica con giardini all’orientale, in cui si inseriscono personaggi in chimono, intenti nelle più diverse attività, tra cui la pesca, la meditazione e la conversazione. Al retro iscrizioni con ideogrammi cinesi e altre nature morte. Grembiale sagomato e piedi lineari.
La coppia di alari è di Ferdinando Tacca (Firenze 1619 –1686), lotto n.134, bronzo, cm. 78x58x33 ciascuno, stima 140-180mila euro. Le figure, ispirate ai quattro mori posti alla base del Monumento a Ferdinando I, realizzato a Livorno da Pietro Tacca intorno al 1620-1623, si rifanno all’invenzione, già in uso fin dalla classicità, di incatenare gli schiavi presi in battaglia quali spoglie del trionfo ai piedi del condottiero vincitore.
In asta è presente anche la Coppia di Indiani d’America reggicero, di uno scultore prossimo ad Andrea Brustolon, Venezia, fine del XVIII secolo. Lotto n. 252, in legno parzialmente dorato e dipinto in policromia, anche per le basi dipinte a simulare il marmo, h. cm. 192 ciascuno compl.stima a richiesta. Stima a richiesta.
Il raro cassettone, Venezia, XVIII secolo, lotto 253, cm. 95x170x76, stima a richiesta, è stato già ampliamento descritto nella bibliografia di C. Santini, Mille mobili veneti, vol. III, Modena, 2002, pp. 95-96. Cassettone in legno riccamente intagliato, laccato verde chiaro e parzialmente dorato, a creare, sull’intera superficie, un delicato decoro a racemi fogliacei.
Tra le curiosità si segnala il lotto n. 255, eccezionale vettura regale, Caserta, periodo Luigi XV cm. 172x127x88, stima a richiesta.
Probabilmente appartenuta alla Real Cavallerizza della Reggia di Caserta, con struttura in legno riccamente scolpito e dorato su disegno di Luigi Vanvitelli ed inserti di pannelli dipinti ad olio realizzati da Antonio De Dominici, importante pittore siciliano attivo alla corte dei Borboni di Napoli. Le scene raffigurano rispettivamente, sul fronte e sul retro Il riposo della caccia di Diana, Zefiro e Flora, Apollo e Diana e, sui fianchi, puttini alati, musicanti o intenti a redigere un diario o ancora a giocare con una colomba legata ad un nastro. Tettuccio rivestito in cuoio con fiammelle apicali a cespo fogliaceo; cornici ingentilite da fregi fogliacei di gusto rocaille, a racchiudere le specchiature istoriate; sostegni per i bastoni in ferro dorato in guisa di valva di conchiglia; piedi a zampa ferina con attacco in foggia di mascherone rilevato. di particolare grazia la bordura della scena sul retro in metallo traforato e dorato, creata in un susseguirsi di ricci fitomorfi e corolle di fiore.Interno interamente imbottito e rivestito in seta damascata purpurea a fiorami come le tendine frangiate cuscino. Antonio De Dominici, nato a Palermo nel 1730 e morto a Napoli nel 1794, fu pittore di soggetti mitologici e di cartoni decorativi per tappezzerie, di cui particolarmente noti quelli commissionati da Carlo III con le Storie di Don Chisciotte.
Particolare è il set da camino, lotto 38, stima 10-15mila euro, Cina, Kang Xi (1654-1722), potiche h. cm. 47 ciascuno, cornet h. cm. 43 ciascuno.
Ricordiamo inoltre un gruppo di sculture in bronzo tra cui “Venere come Atropo”, attribuita a Barthelemy Prieur (Bézieux 1536- Parigi 1611), lotto 131, bronzo a patina bruno-rossiccia, h. cm. 49, base quadrata in porfido, stima 50-60mila euro. Del seguace di Tiziano Aspetti sono “Adone” , “ Venere e Cupido”, lotto 132, modellati in bronzo, h. cm. 55 c.a ciascuna, stima 48-60mila euro. Le quattro sculture in bronzo su base rettangolare in marmo rosso di Verona e marmo nero del Belgio di Giovanni Volpato (Bassano del Grappa 1735 – Roma 1803). raffigurano Euterpe, Melpomene, Calliope e Talia. Lotto 133, h. cm. 30,5, cm. 34, cm. 38 e cm. 40, stima 80-90mila
San Marco Casa d’Aste S.p.A. si è conquistata negli anni la specializzazione nel dipartimento dell'arte antica, includendo le sezioni: dipinti, scultura, mobili di pregio come anche quello dei gioielli. Sebbene il primato sull'antico la San Marco Casa d'Aste S.p.A. si è proposta il conseguimento di nuovi ambiziosi obiettivi tra cui quello di incrementare il mercato del moderno e del contemporaneo, mantenendo sempre la leadership nella sezione arte antica. All'interno della sua programmazione triennale la fotografia ha un ruolo predominante.
DIPINTI DI ANTICHI MAESTRI
65 sono le tele che saranno battute in occasione dell’asta Dipinti di Antichi Maestri. Fra le tante opere degne di nota si segnalano quelle di Francesco Guardi, Giambattista Tiepolo, Federico Cervelli, Johann Karl Loth e Antonio Balestra.
Francesco Guardi (Venezia 1712 – 1793), lotto n. 65, “Veduta del forte di Sant’Andrea nella laguna di Venezia”, olio su tela, cm 36x55,7. Stima a richiesta.
Splendida veduta resa nota da Antonio Morassi (1973), quando faceva parte di una raccolta privata a Parigi. Già appartenuta alla collezione dei baroni Rotschild e in seguito al barone Emmanuel Léonino, egualmente a Parigi, il quale aveva sposato Berthe Juliette Rotschild nel 1892. Negli anni immediatamente successivi alla morte del Léonino, avvenuta nel 1937, la tela è giunta alla collocazione ricordata dallo studioso goriziano per tramite del celeberrimo antiquario Wildenstein di New York. L’assegnazione al Guardi avanzata dal Morassi è stata accolta senza alcun tentennamento anche da Luigina Rossi Bertolatto (1974). Pubblicandola, Morassi definisce questa veduta “opera tarda, bellissima”. Bibliografia: A. Morassi, Guardi. I dipinti, Venezia 1973, vol. I, pp. 250-251 e scheda n. 642, L. Rossi Bertolatto, L’opera completa di Francesco Guardi, Milano 1974, n. 744.
Altro prezioso dipinto di Francesco Guardi è “Incendio di un castello sulla riva del mare olio su tela”, lotto n. 64, cm 26x43, stima 200-250mila euro.
Ben noto alla letteratura, essendo stato pubblicato nel 1973 da Antonio Morassi il quale ha indicato che la tela, in origine conservata nella collezione Heimann a Milano, fosse allora passata a far parte della raccolta Miozzi, essendo transitata da quella dei Brunelli. A conferma dell’autografia dell’opera il Morassi cita l’esistenza del rapidissimo schizzo preparatorio realizzato a penna, conservato al Kupferstichkabinett di Berlino, reso noto da Jim Byam Shaw nel 1951. Il Morassi ritiene che l’opera che qui si presenta vada datata alla fase finale dell’attività di Francesco. Luigina Rossi Bortolatto (1974), invece, pur accettando in pieno l’autografia del dipinto, preferisce datarlo ad un momento un poco precedente, riferendolo al decennio compreso tra il 1775 e il 1785. Provenienza: collezione Heimann, Milano; collezione, Brunelli, Milano; Collezione Mozzi, Milano. Bibliografia: J.J. Byam Shaw, The Drawings of Francesco Guardi, London 1951, fig. 74; A. Morassi, Guardi. I dipinti, Venezia 1973, vol. I, pp. 261-262 e cat. n. 692; L. Rossi Bertolatto, L’opera completa di Francesco Guardi, Milano 1974, n. 609; A. Morassi, Guardi. Tutti i disegni di Antonio, Francesco e Giacomo Guardi, Venezia 1975, p. 157, cat. 441.
Si intitola “Rebecca nel pozzo” la tela di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696 – Madrid 1770), lotto 54, olio su tela, cm 28x40, stima 250-280mila euro.
Pur trattandosi di un’acquisizione assai recente al catalogo tiepolesco (la sua prima pubblicazione dovuta a W. L. Barcham risale al 1989, quando l’opera si trovava in collezione Corsini a New York, provenendo da quella di Gustavo Wallis), questo piccolo dipinto, che si presenta in ottime condizioni di conservazione, conta ormai una vasta letteratura critica, tutta estremamente favorevole (Gemin e Pedrocco 1993; Brown 1993; Pedrocco 2002), a cui va ad aggiungersi anche una comunicazione privata al proprietario di Gorge Knox, risalente al 2003, egualmente concorde nel confermare per la tela la paternità di Giambattista. Bibliografia: W. L. Barcham, The Religious Paintings of Giambattista Tiepolo. Piety and Tradition in Eighteenth Century Venice, Oxford 1989, pp. 78-81; M. Gemin, F. Pedrocco, Giambattista Tiepolo. I dipinti, Opera completa, Venezia 1993, p. 290, n. 145; B. L. Brown, Giambattista Tiepolo Master of the Oil Sketch, catalogo della mostra, Forth Worth 1993, n. 10; F. Pedrocco, Giambattista Tiepolo, Milano 2002, p. 228, n. 97. Provenienza: Successione ereditaria milanese.
Di Federico Cervelli (Milano 1638 c.a – Venezia, post 1694) è “Pan e la ninfa”, lotto 51, olio su tela, cm. 115x150, stima 90-120mila euro. La tela presenta una sensuale immagine dell’amore tra Pan e una bellissima ninfa ignuda, ingioiellata, che pare accettare con estremo piacere le sue avances.
In asta c’è anche un lavoro di Johann Karl Loth (Monaco di Baviera 1632 – Venezia 1698), lotto n. 48, “Nettuno e Censis”, olio su tela, cm 138,5x174,5, stima 120-150mila euro. L’autografia della tela, rimasta finora inedita, trova conferma nell’esistenza del disegno preparatorio conservato alla Graphische Sammlungen des Kunstmuseum di Dussendorf (inv. Z 35), che reca in basso l’iscrizione coeva e probabilmente autografa “Gio: Carl Lot Ven…”.
Grandiose sono le tele di Antonio Balestra, (Verona 1666 – 1740), lotto n. 55, “Achille consegna alla famiglia il corpo di Ettore” olio su tela, cm 195x261 e “Il ratto di Europa” olio su tela, cm 195x261, stima 300-350 mila euro. Le tele sono state pubblicate nel 1999 da Ugo Ruggeri. Bibliografia: U. Ruggeri, Nuove opere documentate di Antonio Balestra, in “Pittura veneziana dal Quattrocento.
MOBILI, OGGETTI D'ARTE, SCULTURE PROVENIENTI DALL'APPARTAMENTO DI UN GENTILUOMO AMERICANO A VENEZIA E ALTRE COMMITTENZE
In quest’asta, caratterizzata da 255 lotti, sono presenti strepitose opere d’arte di interesse storico ed artistico. E’ il caso del lott n. 98, importante paravento, Cina, 1670-1680 cm. 280x540 compl. Stima a richiesta.
A dodici ante in legno laccato Coromandel dipinto in tenue policromia su fondo bruno. Bordura superiore ed inferiore percorsa da ideogrammi cinesi; fascia superiore con nature morte di fiori, strumenti musicali, ventagli e vasi; quella inferiore con specchiature centrate da animali diversi; fascia centrale a creare un’ampia raffigurazione paesaggistica con giardini all’orientale, in cui si inseriscono personaggi in chimono, intenti nelle più diverse attività, tra cui la pesca, la meditazione e la conversazione. Al retro iscrizioni con ideogrammi cinesi e altre nature morte. Grembiale sagomato e piedi lineari.
La coppia di alari è di Ferdinando Tacca (Firenze 1619 –1686), lotto n.134, bronzo, cm. 78x58x33 ciascuno, stima 140-180mila euro. Le figure, ispirate ai quattro mori posti alla base del Monumento a Ferdinando I, realizzato a Livorno da Pietro Tacca intorno al 1620-1623, si rifanno all’invenzione, già in uso fin dalla classicità, di incatenare gli schiavi presi in battaglia quali spoglie del trionfo ai piedi del condottiero vincitore.
In asta è presente anche la Coppia di Indiani d’America reggicero, di uno scultore prossimo ad Andrea Brustolon, Venezia, fine del XVIII secolo. Lotto n. 252, in legno parzialmente dorato e dipinto in policromia, anche per le basi dipinte a simulare il marmo, h. cm. 192 ciascuno compl.stima a richiesta. Stima a richiesta.
Il raro cassettone, Venezia, XVIII secolo, lotto 253, cm. 95x170x76, stima a richiesta, è stato già ampliamento descritto nella bibliografia di C. Santini, Mille mobili veneti, vol. III, Modena, 2002, pp. 95-96. Cassettone in legno riccamente intagliato, laccato verde chiaro e parzialmente dorato, a creare, sull’intera superficie, un delicato decoro a racemi fogliacei.
Tra le curiosità si segnala il lotto n. 255, eccezionale vettura regale, Caserta, periodo Luigi XV cm. 172x127x88, stima a richiesta.
Probabilmente appartenuta alla Real Cavallerizza della Reggia di Caserta, con struttura in legno riccamente scolpito e dorato su disegno di Luigi Vanvitelli ed inserti di pannelli dipinti ad olio realizzati da Antonio De Dominici, importante pittore siciliano attivo alla corte dei Borboni di Napoli. Le scene raffigurano rispettivamente, sul fronte e sul retro Il riposo della caccia di Diana, Zefiro e Flora, Apollo e Diana e, sui fianchi, puttini alati, musicanti o intenti a redigere un diario o ancora a giocare con una colomba legata ad un nastro. Tettuccio rivestito in cuoio con fiammelle apicali a cespo fogliaceo; cornici ingentilite da fregi fogliacei di gusto rocaille, a racchiudere le specchiature istoriate; sostegni per i bastoni in ferro dorato in guisa di valva di conchiglia; piedi a zampa ferina con attacco in foggia di mascherone rilevato. di particolare grazia la bordura della scena sul retro in metallo traforato e dorato, creata in un susseguirsi di ricci fitomorfi e corolle di fiore.Interno interamente imbottito e rivestito in seta damascata purpurea a fiorami come le tendine frangiate cuscino. Antonio De Dominici, nato a Palermo nel 1730 e morto a Napoli nel 1794, fu pittore di soggetti mitologici e di cartoni decorativi per tappezzerie, di cui particolarmente noti quelli commissionati da Carlo III con le Storie di Don Chisciotte.
Particolare è il set da camino, lotto 38, stima 10-15mila euro, Cina, Kang Xi (1654-1722), potiche h. cm. 47 ciascuno, cornet h. cm. 43 ciascuno.
Ricordiamo inoltre un gruppo di sculture in bronzo tra cui “Venere come Atropo”, attribuita a Barthelemy Prieur (Bézieux 1536- Parigi 1611), lotto 131, bronzo a patina bruno-rossiccia, h. cm. 49, base quadrata in porfido, stima 50-60mila euro. Del seguace di Tiziano Aspetti sono “Adone” , “ Venere e Cupido”, lotto 132, modellati in bronzo, h. cm. 55 c.a ciascuna, stima 48-60mila euro. Le quattro sculture in bronzo su base rettangolare in marmo rosso di Verona e marmo nero del Belgio di Giovanni Volpato (Bassano del Grappa 1735 – Roma 1803). raffigurano Euterpe, Melpomene, Calliope e Talia. Lotto 133, h. cm. 30,5, cm. 34, cm. 38 e cm. 40, stima 80-90mila
San Marco Casa d’Aste S.p.A. si è conquistata negli anni la specializzazione nel dipartimento dell'arte antica, includendo le sezioni: dipinti, scultura, mobili di pregio come anche quello dei gioielli. Sebbene il primato sull'antico la San Marco Casa d'Aste S.p.A. si è proposta il conseguimento di nuovi ambiziosi obiettivi tra cui quello di incrementare il mercato del moderno e del contemporaneo, mantenendo sempre la leadership nella sezione arte antica. All'interno della sua programmazione triennale la fotografia ha un ruolo predominante.
02
novembre 2008
Dipinti di antichi maestri
02 novembre 2008
arte antica
asta
asta
Location
SAN MARCO CASA D’ASTE – MARCO SEMENZATO AUCTIONEER
Venezia, Campo San Zan Degola', (Venezia)
Venezia, Campo San Zan Degola', (Venezia)
Vernissage
2 Novembre 2008, ore 15.30 (dal lotto 1 al lotto 65)
Autore