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Disegnar sui muri. Dalla Street-Art alla Video-Wall
La mostra propone il lavoro di 9 giovani esponenti dell’arte contemporanea che fanno del segno grafico e/o illusionistico il loro linguaggio distintivo e del muro il loro supporto preferito.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Milano, 10 Febbraio 2010. Inaugura il 10 febbraio alle 18.00 (preview per la stampa h. 16.30) presso la Fabbrica del Vapore in via Procaccini a Milano la mostra collettiva “Disegnar sui Muri: dalla Street-Art alla Video-Wall”, curata da Marina Mojana e patrocinata dal Comune di Milano.
La mostra è promossa da Opera d’Arte in collaborazione con Below. La curatrice ha deciso di esporre nelle sale della Fabbrica opere site specific, ossia realizzate specificamente per l’occasione e destinate agli spazi molto particolari della Fabbrica.
“Disegnar sui muri” presenta le opere di 9 artisti, italiani ed internazionali, giovani esponenti dell’arte contemporanea che fanno del segno grafico e/o illusionistico il loro linguaggio distintivo e del muro il loro supporto preferito.
Individuati dalla curatrice Marina Mojana tra le personalità italiane e straniere ancora inedite, sono autori emergenti, attivi a Milano o nel territorio limitrofo, con un passato prossimo legato all’arte estemporanea dei gruppi borderline dal carattere mobile, rapido, dinamico, ma con un presente che cerca la propria strada oltre la strada.
L’arte di strada nasce nel Novecento, dapprima sotto forma di reclame sui muri delle città, affiches, cartelloni e manifesti; tra la fine degli anni Sessanta e Settanta, alcuni giovani rivendicano il proprio ruolo e rifiutano la visione consumista che stava formandosi, dando così il via ai movimenti del graffitismo e della street art, diffusisi negli anni successivi.
La street art ha avuto evoluzioni positive nel contesto metropolitano frutto della ricerca personale degli artisti, allontanandosi dalla pratica espressiva e dilagante dei writers, pur restando street artist nell’anima e nel gesto: monumentale (Zel Ebrity), estemporaneo (Thomas Mänll), quotidiano (Felipe Cardeña), modulare (Alessandro Di Pietro), illusionistico (Pietro Spoto), materico (Giovanni Vitali), furtivo (Miriam Secco), poetico (Elisabetta Novello), sintetico (Daniele Veronesi).
Zel Ebrity (classe 1978) e Thomas Mänll (classe 1987) sono la nouvelle vague della Street Art, la corrente più recente che lascia la strada per entrare nelle case, preferendo ai muri di cavalcavia e di ferrovie quelli del salotto. Sono writers addomesticati, che scelgono di rispettare la legge e di recuperare la lezione degli affischiste anni ’60 (Mimmo Rotella, Jacques Villeglé) per riportare sulla tela le tensioni del loro mondo giovanile e metropolitano.
Accanto a questi due giovani dal linguaggio ormai “classico”, la mostra presenta la ricerca più innovativa portata avanti da artisti che hanno un passato di street artist e che ancora oggi cercano con originalità di creare un rapporto con lo spazio circostante e le grandi superfici: Alessandro Di Pietro (1987), Elisabetta Novello (1974) Daniele Veronesi (1981), Miriam Secco (1982), Giovanni Vitali (1982) e Pietro Spoto (1977): giovani artisti legati a Milano e che sviluppano in vario modo il disegno a parete su grandi dimensioni, creando contrasti molto poetici tra il tratto grafico sottile ed elegante (fatto con matite, cenere, animazioni video, tecniche fotografiche digitali) e la superficie spesso grezza del supporto (muri, pavimenti, pareti).
Infine Felipe Cardeña (1979) crea tra quattro mura le sue inconfondibili opere fatte con coloratissimi collage floreali: sono cartoons, piccoli quadri, wallpapers o grandi installazioni che non perdono mai di vista la piccola storia di tutti i giorni.
"È dal tempo delle incisioni rupestri che l’essere umano lascia tracce del suo pensiero e del suo desiderio su superfici dure come la roccia o resistenti come i muri della città - sostiene Marina Mojana, curatrice della mostra." E lo fa mosso principalmente da due tensioni: la volontà di parlare a tutti e per sempre. Col passare dei millenni, però - continua Mojana - il supporto del messaggio artistico diventa sempre più fragile ed effimero: si assiste a un processo inversamente proporzionale tra il “tutti” e il “per sempre”. Più la platea si allarga e meno resistente nel tempo sembra essere il mezzo con cui il messaggio viene diffuso. La mostra Disegnar sui muri. Dalla Street Art alla Video Wall individua nove vie di riscatto, attraverso la ricerca singolare di nove artisti, non ancora trentenni, decisi a trovare ancora un modo, duro e resistente, di parlare a tutti e per sempre - conclude Marina Mojana.
"Questa mostra - spiega l'assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi – tocca un argomento molto sentito e delicato per la nostra città e traccia il confine tra una delle forme espressive più diffuse e produttive dell'universo giovanile, la street art, e la sua degenerazione, spesso incontrollata, rappresentata da muri imbrattati e palazzi deturpati con scritte e disegni che poco hanno a che fare con l'arte". "Il merito di questi giovani artisti - aggiunge l'assessore - è di aver contribuito a segnare questo confine, pensando di dare forma alla propria creatività in modo diverso. Hanno scelto di lavorare all'interno degli edifici, su grandi superfici esaltando le proprie capacità in un formidabile equilibrio tra arte e sperimentazione".
La mostra è promossa da Opera d’Arte in collaborazione con Below. La curatrice ha deciso di esporre nelle sale della Fabbrica opere site specific, ossia realizzate specificamente per l’occasione e destinate agli spazi molto particolari della Fabbrica.
“Disegnar sui muri” presenta le opere di 9 artisti, italiani ed internazionali, giovani esponenti dell’arte contemporanea che fanno del segno grafico e/o illusionistico il loro linguaggio distintivo e del muro il loro supporto preferito.
Individuati dalla curatrice Marina Mojana tra le personalità italiane e straniere ancora inedite, sono autori emergenti, attivi a Milano o nel territorio limitrofo, con un passato prossimo legato all’arte estemporanea dei gruppi borderline dal carattere mobile, rapido, dinamico, ma con un presente che cerca la propria strada oltre la strada.
L’arte di strada nasce nel Novecento, dapprima sotto forma di reclame sui muri delle città, affiches, cartelloni e manifesti; tra la fine degli anni Sessanta e Settanta, alcuni giovani rivendicano il proprio ruolo e rifiutano la visione consumista che stava formandosi, dando così il via ai movimenti del graffitismo e della street art, diffusisi negli anni successivi.
La street art ha avuto evoluzioni positive nel contesto metropolitano frutto della ricerca personale degli artisti, allontanandosi dalla pratica espressiva e dilagante dei writers, pur restando street artist nell’anima e nel gesto: monumentale (Zel Ebrity), estemporaneo (Thomas Mänll), quotidiano (Felipe Cardeña), modulare (Alessandro Di Pietro), illusionistico (Pietro Spoto), materico (Giovanni Vitali), furtivo (Miriam Secco), poetico (Elisabetta Novello), sintetico (Daniele Veronesi).
Zel Ebrity (classe 1978) e Thomas Mänll (classe 1987) sono la nouvelle vague della Street Art, la corrente più recente che lascia la strada per entrare nelle case, preferendo ai muri di cavalcavia e di ferrovie quelli del salotto. Sono writers addomesticati, che scelgono di rispettare la legge e di recuperare la lezione degli affischiste anni ’60 (Mimmo Rotella, Jacques Villeglé) per riportare sulla tela le tensioni del loro mondo giovanile e metropolitano.
Accanto a questi due giovani dal linguaggio ormai “classico”, la mostra presenta la ricerca più innovativa portata avanti da artisti che hanno un passato di street artist e che ancora oggi cercano con originalità di creare un rapporto con lo spazio circostante e le grandi superfici: Alessandro Di Pietro (1987), Elisabetta Novello (1974) Daniele Veronesi (1981), Miriam Secco (1982), Giovanni Vitali (1982) e Pietro Spoto (1977): giovani artisti legati a Milano e che sviluppano in vario modo il disegno a parete su grandi dimensioni, creando contrasti molto poetici tra il tratto grafico sottile ed elegante (fatto con matite, cenere, animazioni video, tecniche fotografiche digitali) e la superficie spesso grezza del supporto (muri, pavimenti, pareti).
Infine Felipe Cardeña (1979) crea tra quattro mura le sue inconfondibili opere fatte con coloratissimi collage floreali: sono cartoons, piccoli quadri, wallpapers o grandi installazioni che non perdono mai di vista la piccola storia di tutti i giorni.
"È dal tempo delle incisioni rupestri che l’essere umano lascia tracce del suo pensiero e del suo desiderio su superfici dure come la roccia o resistenti come i muri della città - sostiene Marina Mojana, curatrice della mostra." E lo fa mosso principalmente da due tensioni: la volontà di parlare a tutti e per sempre. Col passare dei millenni, però - continua Mojana - il supporto del messaggio artistico diventa sempre più fragile ed effimero: si assiste a un processo inversamente proporzionale tra il “tutti” e il “per sempre”. Più la platea si allarga e meno resistente nel tempo sembra essere il mezzo con cui il messaggio viene diffuso. La mostra Disegnar sui muri. Dalla Street Art alla Video Wall individua nove vie di riscatto, attraverso la ricerca singolare di nove artisti, non ancora trentenni, decisi a trovare ancora un modo, duro e resistente, di parlare a tutti e per sempre - conclude Marina Mojana.
"Questa mostra - spiega l'assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi – tocca un argomento molto sentito e delicato per la nostra città e traccia il confine tra una delle forme espressive più diffuse e produttive dell'universo giovanile, la street art, e la sua degenerazione, spesso incontrollata, rappresentata da muri imbrattati e palazzi deturpati con scritte e disegni che poco hanno a che fare con l'arte". "Il merito di questi giovani artisti - aggiunge l'assessore - è di aver contribuito a segnare questo confine, pensando di dare forma alla propria creatività in modo diverso. Hanno scelto di lavorare all'interno degli edifici, su grandi superfici esaltando le proprie capacità in un formidabile equilibrio tra arte e sperimentazione".
10
febbraio 2010
Disegnar sui muri. Dalla Street-Art alla Video-Wall
Dal 10 febbraio al 04 marzo 2010
arte contemporanea
giovane arte
disegno e grafica
giovane arte
disegno e grafica
Location
FABBRICA DEL VAPORE
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 13.00 – 19.00;
domenica 14.00 – 19.00 (lunedì chiuso)
Vernissage
10 Febbraio 2010, ore 18
Sito web
www.operadartemilano.it
Ufficio stampa
BELOW
Autore
Curatore