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Disillusionismo
Cinque artisti, diversi come formazione, ma con condivisione ideale, hanno però voluto fare della loro fusione artistica un movimento: il Disillusionismo. Da tanto tempo non si assisteva alla creazione di un gruppo con una tensione concettuale (in parte anche stilistica) e un denominatore comune: attrarre l’attenzione sui relitti di una coraggiosa sfida all’apparenza, oggetti abbandonati, creature superstiti al day after la rivelazione folgorante provocata dall’abbraccio artistico.
Comunicato stampa
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DISILLUSIONISMO
ARTE OLTRE LE APPARENZE
Platone, Ariosto, Shakespeare, Calderon della Barca, William Blake, Schopenhauer, Lewis Carrol, quanti hanno parlato di un mondo d’illusioni, ombre, parvenze? Non sappiamo cosa siamo perché la sostanza sfugge, l’ombra non si afferra, la carne si disfa, la materia si consuma. C’è un velo ingannevole da sollevare, un labirinto di specchi da infrangere, la luce che brucia. La verità appena la si coglie, consuma, rapina, inghiotte, disperde nell’infinito. Questo è varcare la soglia della percezione. Cinque artisti, diversi come formazione, ma con condivisione ideale, hanno però voluto fare della loro fusione artistica un movimento: il Disillusionismo. Da tanto tempo non si assisteva alla creazione di un gruppo con una tensione concettuale (in parte anche stilistica) e un denominatore comune: attrarre l’attenzione sui relitti di una coraggiosa sfida all’apparenza, oggetti abbandonati, creature superstiti al day after la rivelazione folgorante provocata dall’abbraccio artistico. Cose ormai inutili ma rese significanti nell’emergere dal magma della materia, dai vortici e dagli strappi di colore, contrastato, violento, allineate in circuiti che solo “apparentemente” risolvono, in realtà pongono domande altre. Aureliano Lanzoni piacentino, Giacomo e Cristiano Ponzi, Maurizio Catellani, nocetani e Dario Rossi di Canneto sull’Oglio (Mn) hanno tutti la capacità di concentrare e coinvolgere. Con la loro pittura e scultura attrattive e implosive portano oltre la soglia (delle apparenze) per lasciare però sospesi su un precipizio d’inquietudine. Anche Catellani, il più naturale - anche per i materiali - dissolve pietra e legno nella luce, lasciando solo l’essenza. E’ forse lui che indica la strada, facendo intravedere una risposta che filtra dentro. Ma è senza definizioni, un ultrasuono che può percepire solo chi, spogliandosi delle apparenze, riesce a sublimare la miseria terrena, il dolore. Questo è Disillusionismo, e la prima mostra sarà nel Castello di S. Giorgio piacentino (1-29 marzo). Ogni opera trasuda una sorta di autentico abbandono, quasi sciamanico all’arte, fino alle viscere di Munch, oltre le allucinate parabole di Van Gogh, oltre le decontestualizzzioni ironico-grottesche di Baj e le inarrestabili inquietudini materiche di Kiefer. La risposta è nella domanda che si rilancia… cos’è l’arte? Anzi, chi è?
Manuela Bartolotti
ARTE OLTRE LE APPARENZE
Platone, Ariosto, Shakespeare, Calderon della Barca, William Blake, Schopenhauer, Lewis Carrol, quanti hanno parlato di un mondo d’illusioni, ombre, parvenze? Non sappiamo cosa siamo perché la sostanza sfugge, l’ombra non si afferra, la carne si disfa, la materia si consuma. C’è un velo ingannevole da sollevare, un labirinto di specchi da infrangere, la luce che brucia. La verità appena la si coglie, consuma, rapina, inghiotte, disperde nell’infinito. Questo è varcare la soglia della percezione. Cinque artisti, diversi come formazione, ma con condivisione ideale, hanno però voluto fare della loro fusione artistica un movimento: il Disillusionismo. Da tanto tempo non si assisteva alla creazione di un gruppo con una tensione concettuale (in parte anche stilistica) e un denominatore comune: attrarre l’attenzione sui relitti di una coraggiosa sfida all’apparenza, oggetti abbandonati, creature superstiti al day after la rivelazione folgorante provocata dall’abbraccio artistico. Cose ormai inutili ma rese significanti nell’emergere dal magma della materia, dai vortici e dagli strappi di colore, contrastato, violento, allineate in circuiti che solo “apparentemente” risolvono, in realtà pongono domande altre. Aureliano Lanzoni piacentino, Giacomo e Cristiano Ponzi, Maurizio Catellani, nocetani e Dario Rossi di Canneto sull’Oglio (Mn) hanno tutti la capacità di concentrare e coinvolgere. Con la loro pittura e scultura attrattive e implosive portano oltre la soglia (delle apparenze) per lasciare però sospesi su un precipizio d’inquietudine. Anche Catellani, il più naturale - anche per i materiali - dissolve pietra e legno nella luce, lasciando solo l’essenza. E’ forse lui che indica la strada, facendo intravedere una risposta che filtra dentro. Ma è senza definizioni, un ultrasuono che può percepire solo chi, spogliandosi delle apparenze, riesce a sublimare la miseria terrena, il dolore. Questo è Disillusionismo, e la prima mostra sarà nel Castello di S. Giorgio piacentino (1-29 marzo). Ogni opera trasuda una sorta di autentico abbandono, quasi sciamanico all’arte, fino alle viscere di Munch, oltre le allucinate parabole di Van Gogh, oltre le decontestualizzzioni ironico-grottesche di Baj e le inarrestabili inquietudini materiche di Kiefer. La risposta è nella domanda che si rilancia… cos’è l’arte? Anzi, chi è?
Manuela Bartolotti
01
marzo 2009
Disillusionismo
Dal primo al 29 marzo 2009
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI SAN GIORGIO PIACENTINO
San Giorgio Piacentino, -, (Piacenza)
San Giorgio Piacentino, -, (Piacenza)
Orario di apertura
tutti i ven., sab., dom.
Vernissage
1 Marzo 2009, ore 15
Autore