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Disturbi di Luminosità / Magnum Opus
In Cavallerizza Irreale, presentazione di Disturbi di luminosità di Ilaria Palomba, Gaffi – Italosvevo Editore. Performance/installazione “Magnum Opus: nel Cerchio Sacro della Morte e della Rinascita” di Manuela Maroli. Interventi critico-creativi di Ivan Fassio.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 16 marzo, a partire dalle 18 presso Spazio Parentesi in Cavallerizza Irreale, via Giuseppe Verdi 9 a Torino, presentazione di “Disturbi di luminosità” di Ilaria Palomba, Gaffi – Italosvevo Editore. Con la performance ‘Magnum Opus’ di Manuela Maroli.
“Disturbi di luminosità” di Ilaria Palomba è un’autofiction scritta con la tecnica del flusso di coscienza, ogni cosa si svolge nella mente di una donna che non ha nome. La protagonista soffre di un disturbo borderline di personalità scaturito da uno stupro. È spesso accompagnata da Lui, un personaggio amato e tanto odiato, proprio quanto tutto ciò la circonda; L’Oracolo, un terapeuta mistico che la segue durante il suo vaneggiare nell’incubo tra vita e morte; e Lei, una doppelgänger malefica, una sua doppia e simile; per poi arrivare a Narciso, un narcisista manipolatore, anch’esso vacillante tra amore e odio. La narrazione avviene tra una città e l’altra: Roma, Dublino, Parigi, Berlino, Bari, in un susseguirsi di fughe. Fughe dai luoghi ma anche da sé stessa, rapita in un baratro di eterni ritorni e incurabili voragini. Ma le ferite sono anche feritoie. La scrittura stessa presenta tale ambivalenza, un fiume che muta forma tra le mani – si piega – mi piega. Un fiume che straripa dagli argini per ritornare alla siccità, all’aridità di un cuore assediato da ripetute violenze e abbandoni. La tortura, la droga, i rapporti promiscui, l’autolesionismo, i tentativi di suicidio sono solo un grido che lamenta l’assenza d’amore, di certezze, di futuro, in un sociale che implode. Le ragioni sono scritte nell’ultima pagina e nessuno può conoscere la fine se non legge il libro per intero, dice L’Oracolo.
Manuela Maroli è un'artista interdisciplinare, attiva nel campo della body art dal 1999. Con il suo lavoro esplora linguaggi poetici e visivi attraverso il corpo, suo principale mezzo di ricerca espressiva; opera nel campo della performance art, della poesia d'azione e della body art estrema. Nel 2014 ha fondato il collettivo artistico Svergin_Arte, volto a creare nuove realtà di aggregazione / espressione artistica e nuovi orizzonti artistici / poetici. Dal 2015 è membro co-fondatore del collettivo artistico internazionale The Other Society. Ha partecipato alla Biennale Shingle22J, a cura di Ugo Magnanti e alla Biennale BIBART, a cura di Miguel Gomez. Ha collaborato con numerosi artisti, in particolare con Ilaria Palomba, Rahman Hak - Hagir, Juan Carlos Villalba, Miguel Gomez e altri. È la fondatrice della piattaforma internazionale "I support performance art" e di "Spazio Performance". Dall'autunno 2018 fa parte del duo artistico "Sacrificium Viduae", creato da Ariase Barretta, scrittore e Dottore di ricerca in Letteratura Ispanoamericana presso l’Università Complutense di Madrid.
“Disturbi di luminosità” di Ilaria Palomba è un’autofiction scritta con la tecnica del flusso di coscienza, ogni cosa si svolge nella mente di una donna che non ha nome. La protagonista soffre di un disturbo borderline di personalità scaturito da uno stupro. È spesso accompagnata da Lui, un personaggio amato e tanto odiato, proprio quanto tutto ciò la circonda; L’Oracolo, un terapeuta mistico che la segue durante il suo vaneggiare nell’incubo tra vita e morte; e Lei, una doppelgänger malefica, una sua doppia e simile; per poi arrivare a Narciso, un narcisista manipolatore, anch’esso vacillante tra amore e odio. La narrazione avviene tra una città e l’altra: Roma, Dublino, Parigi, Berlino, Bari, in un susseguirsi di fughe. Fughe dai luoghi ma anche da sé stessa, rapita in un baratro di eterni ritorni e incurabili voragini. Ma le ferite sono anche feritoie. La scrittura stessa presenta tale ambivalenza, un fiume che muta forma tra le mani – si piega – mi piega. Un fiume che straripa dagli argini per ritornare alla siccità, all’aridità di un cuore assediato da ripetute violenze e abbandoni. La tortura, la droga, i rapporti promiscui, l’autolesionismo, i tentativi di suicidio sono solo un grido che lamenta l’assenza d’amore, di certezze, di futuro, in un sociale che implode. Le ragioni sono scritte nell’ultima pagina e nessuno può conoscere la fine se non legge il libro per intero, dice L’Oracolo.
Manuela Maroli è un'artista interdisciplinare, attiva nel campo della body art dal 1999. Con il suo lavoro esplora linguaggi poetici e visivi attraverso il corpo, suo principale mezzo di ricerca espressiva; opera nel campo della performance art, della poesia d'azione e della body art estrema. Nel 2014 ha fondato il collettivo artistico Svergin_Arte, volto a creare nuove realtà di aggregazione / espressione artistica e nuovi orizzonti artistici / poetici. Dal 2015 è membro co-fondatore del collettivo artistico internazionale The Other Society. Ha partecipato alla Biennale Shingle22J, a cura di Ugo Magnanti e alla Biennale BIBART, a cura di Miguel Gomez. Ha collaborato con numerosi artisti, in particolare con Ilaria Palomba, Rahman Hak - Hagir, Juan Carlos Villalba, Miguel Gomez e altri. È la fondatrice della piattaforma internazionale "I support performance art" e di "Spazio Performance". Dall'autunno 2018 fa parte del duo artistico "Sacrificium Viduae", creato da Ariase Barretta, scrittore e Dottore di ricerca in Letteratura Ispanoamericana presso l’Università Complutense di Madrid.
16
febbraio 2019
Disturbi di Luminosità / Magnum Opus
16 febbraio 2019
arte contemporanea
performance - happening
presentazione
performance - happening
presentazione
Location
SPAZIO PARENTESI IN CAVALLERIZZA
Torino, via Giuseppe Verdi, 9, (Torino)
Torino, via Giuseppe Verdi, 9, (Torino)
Orario di apertura
dalle 18.00 alle 21.00
Vernissage
16 Febbraio 2019, ore 18.00
Autore
Curatore