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Dittico
Invitati a partecipare con due opere che possibilmente dialogassero tra loro, liberi da vincoli tematici i dieci migliori artisti della mostra-concorso 9″ Rosso, hanno aderito al progetto espositivo, potendo mostrare o smentire, una continuità ideativa rispetto al lavoro presentato al concorso 2018
Comunicato stampa
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Invitati a partecipare con due opere che ''possibilmente'' dialogassero tra loro.
Liberi da vincoli tematici Carlo Chiatti, Veronica Dalla Bona, Roberto De Luca, Bahar Hamzehpour, Jae Hee Kim, Mercuri Annalisa, Giuseppe Mongiello, Eleonora Monguzzi, Augusto Orestini, Fabio Tasso, hanno aderito al progetto espositivo potendo mostrare una metodologia ideativa e operativa in linea o alternativa al lavoro presentato, nel 2018, al concorso infetto da Studio Lab 138. Nella maggior parte dei casi è ben evidente una chiara cifra stilistica, in altri l'accostamento dei due elementi ha messo in chiaro una ricerca artistica che si discosta significativamente dal lavoro presentato e selezionato per il concorso 9'' Rosso.
Carlo Chiatti in NELUMBO, accostando la parola scritta ad elementi naturali ben riconoscibili,utilizza la metafora figurativa per indagare “la complessità dell’essere umano”.Fabio Tasso, presentando P8CDBXY18V0 (1) e (2), fa emergere forme geometriche elementari da superfici policrome “nel tentativo di investigare i rapporti che la Scultura può avere con Pittura e Grafica”, con i suoi bassorilievi, mette in campo, un’analisi estetica sull’alternanza luce-ombre, pieno-vuoto.Relazione indagata anche da Eleonora Monguzzi con i luoghi del silenzio, due dipinti realizzati su carta fatta a mano, in cui “il paesaggio nordico funge da strumento per uno sguardo introspettivo che si annulla nel bianco”, ma se Fabio Tasso e Carlo Chiatti sono accomunati dall'uso razionale e tecnicamente ineccepibile di materiali industriali, nell’indagine artistica messa in campo da Eleonora Monguzzi e Giuseppe Mongiello, è centrale l’uso di pratiche artigianali.
Giuseppe Mongiello ordisce la sua ricerca antropologica con un sistema grafico non alfabetico dovele bande orizzontali si dispiegano come stratificazioni geologiche in Volturno: il vento che mutò le spade in vomeri, mentre in la tiratura del solco dritto rievoca l’aratura sacra di Castel Morrone”.
JaeHee Kim e Roberto De Luca frammentano la superficie dei loro lavori.
Con Thoughts#8 e Thoughts#9 Roberto De Luca, Rivisita il tema del paesaggio, mettendo in campo una riflessione sul tema degli opposti: deserto e oceano, caldo e freddo, con “una serie di figure reali di base ma eseguite con tecniche tipiche dell’astrattismo”.
JaeHee Kim, all’interno di una struttura modulare inserisce frammenti di specchio e vetro che, come tanti mattoni proteici, costituiscono il DNA delle “Units”.
Bahar Hamzehpour e Augusto Orestini ambientano le loro figure, i loro personaggi, ricreando anche situazioni spaziali in cui le presenze antropomorfe sono cardine di concetti e narrazioni, Augusto Orestini con In processione e Visoni in Notturno, assembla ambienti e scenografie complesse, dove, con stratificazioni e contrapposizioni, dipana una riflessione sulla società contemporanea contrapposta alla cultura popolare.
Sovrapponendo realtà e finzione, Bahar Hamzehpour ci invita a considerare le analogie che intercorrono tra due attività contrapposte: il gioco e la guerra, mettendole sullo stesso piano pone l’accento sugli instinti atavici che pervadono i comportamenti umani.
Nei lavori di Veronica Dalla Bona e Annalisa Mercuri non c’è narrazione ma dialogo, ambedue le autrici mettono in campo una riflessione sull’autoritratto, ma se Veronica si ferma sulla superficie bidimensionale del foglio per sperimentare le potenzialità espressive di diverse texture, Annalisa Mercuri riduce all’osso la presenza umana celando, sotto un arabesco grafico due presenze osteoformi, un auspicio: Finche morte non ci separi.
Liberi da vincoli tematici Carlo Chiatti, Veronica Dalla Bona, Roberto De Luca, Bahar Hamzehpour, Jae Hee Kim, Mercuri Annalisa, Giuseppe Mongiello, Eleonora Monguzzi, Augusto Orestini, Fabio Tasso, hanno aderito al progetto espositivo potendo mostrare una metodologia ideativa e operativa in linea o alternativa al lavoro presentato, nel 2018, al concorso infetto da Studio Lab 138. Nella maggior parte dei casi è ben evidente una chiara cifra stilistica, in altri l'accostamento dei due elementi ha messo in chiaro una ricerca artistica che si discosta significativamente dal lavoro presentato e selezionato per il concorso 9'' Rosso.
Carlo Chiatti in NELUMBO, accostando la parola scritta ad elementi naturali ben riconoscibili,utilizza la metafora figurativa per indagare “la complessità dell’essere umano”.Fabio Tasso, presentando P8CDBXY18V0 (1) e (2), fa emergere forme geometriche elementari da superfici policrome “nel tentativo di investigare i rapporti che la Scultura può avere con Pittura e Grafica”, con i suoi bassorilievi, mette in campo, un’analisi estetica sull’alternanza luce-ombre, pieno-vuoto.Relazione indagata anche da Eleonora Monguzzi con i luoghi del silenzio, due dipinti realizzati su carta fatta a mano, in cui “il paesaggio nordico funge da strumento per uno sguardo introspettivo che si annulla nel bianco”, ma se Fabio Tasso e Carlo Chiatti sono accomunati dall'uso razionale e tecnicamente ineccepibile di materiali industriali, nell’indagine artistica messa in campo da Eleonora Monguzzi e Giuseppe Mongiello, è centrale l’uso di pratiche artigianali.
Giuseppe Mongiello ordisce la sua ricerca antropologica con un sistema grafico non alfabetico dovele bande orizzontali si dispiegano come stratificazioni geologiche in Volturno: il vento che mutò le spade in vomeri, mentre in la tiratura del solco dritto rievoca l’aratura sacra di Castel Morrone”.
JaeHee Kim e Roberto De Luca frammentano la superficie dei loro lavori.
Con Thoughts#8 e Thoughts#9 Roberto De Luca, Rivisita il tema del paesaggio, mettendo in campo una riflessione sul tema degli opposti: deserto e oceano, caldo e freddo, con “una serie di figure reali di base ma eseguite con tecniche tipiche dell’astrattismo”.
JaeHee Kim, all’interno di una struttura modulare inserisce frammenti di specchio e vetro che, come tanti mattoni proteici, costituiscono il DNA delle “Units”.
Bahar Hamzehpour e Augusto Orestini ambientano le loro figure, i loro personaggi, ricreando anche situazioni spaziali in cui le presenze antropomorfe sono cardine di concetti e narrazioni, Augusto Orestini con In processione e Visoni in Notturno, assembla ambienti e scenografie complesse, dove, con stratificazioni e contrapposizioni, dipana una riflessione sulla società contemporanea contrapposta alla cultura popolare.
Sovrapponendo realtà e finzione, Bahar Hamzehpour ci invita a considerare le analogie che intercorrono tra due attività contrapposte: il gioco e la guerra, mettendole sullo stesso piano pone l’accento sugli instinti atavici che pervadono i comportamenti umani.
Nei lavori di Veronica Dalla Bona e Annalisa Mercuri non c’è narrazione ma dialogo, ambedue le autrici mettono in campo una riflessione sull’autoritratto, ma se Veronica si ferma sulla superficie bidimensionale del foglio per sperimentare le potenzialità espressive di diverse texture, Annalisa Mercuri riduce all’osso la presenza umana celando, sotto un arabesco grafico due presenze osteoformi, un auspicio: Finche morte non ci separi.
03
febbraio 2019
Dittico
Dal 03 al 17 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
STUDIO LAB 138
Castel Gandolfo, Via Del Mare, 138, (Roma)
Castel Gandolfo, Via Del Mare, 138, (Roma)
Orario di apertura
mercoledì e venerdì dalle 17 alle 19.30 e su appuntamento
chiamando il 327.337.1588
Vernissage
3 Febbraio 2019, ore 19
Autore