Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dmitry Okruzhnov / Maria Sharova – REMOVE.RM
A.MORE Gallery, Milano è lieta di presentare “Remove. RM”, prima mostra personale in galleria e in Italia del giovane duo russo composto da Maria Sharova e Dmitry Okruzhnov, rispettivamente classe 1987 e 1984, accompagnata da un testo critico a cura di Domenico de Chirico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A.MORE Gallery, Milano è lieta di presentare “Remove. RM”, prima mostra personale in galleria e in Italia del giovane duo russo composto da Maria Sharova e Dmitry Okruzhnov, rispettivamente classe 1987 e 1984, accompagnata da un testo critico a cura di Domenico de Chirico.
Secondo il filosofo tedesco Martin Heidegger lo spazio è ciò che fa spazio: la caratteristica principale dello spazio è infatti il semplice fatto che esso fa-spazio. Attraverso tale affermazione di carattere tautologico, Heidegger era interessato per lo più ad indagare la posizione dell’uomo nello spazio non come semplice corpo di massa poiché ciò che maggiormente viene rivelato è una concezione dello spazio non già come contenitore ma come forza dinamica capace di infiniti, eterogenei e molteplici stati d’azione.
Questo aspetto fondamentale dello spazio è radicalmente rintracciabile nell’intero lavoro di Maria Sharova e Dmitry Okruzhnov. Sembra di assistere, ponendosi di fronte alle loro tele, ad una moltiplicazione spaziale di elementi libranti su innumerevoli livelli. L’indagine sullo spazio compiuta dai due artisti affronta non solo la questione in termini quantitativi – la caratteristica dello spazio di far spazio è esclusivamente di carattere atomico/quantitativo – ma, indubbiamente, anche in termini qualitativi.
Come uno spazio pensato nella sua totalità può essere rappresentato? È da questa domanda che si sviluppano gli innumerevoli livelli succitati, delicatamente tangibili nei dipinti di Sharova e Okruzhnov, ovverosia: stratificazione spaziale con conseguente impossibilità di individuazione della profondità dell’opera stessa, accelerazione frammentaria di elementi data dalla loro esplosione spaziale, binomio luce–oscurità risolto attraverso la vittoria della prima come elemento di emanazione spaziale, ibridismo spaziale dato dalla compenetrazione dello spazio virtuale con quello reale e storicizzazione spaziale per cui lo spazio è rappresentato dai due artisti, qui e adesso, come spazio temporale che nel suo divenire lascia frammenti del suo passato.
Lo stupore di una così attenta ricerca si fa ancora più lampante se si considera il fluire spontaneo e ultroneo che ha portato i due artisti a strutturare cotanta dinamicità in pochi metri di superficie. Infatti, essi affermano di non far altro se non dipingere ciò che osservano ogni giorno, ciò di cui la loro quotidianità si compone. Peraltro, vi è uno slancio ulteriore in quest’ultimo gruppo di lavori grazie al quale la ricerca sullo spazio viene condotta ai suoi estremi, ovvero la dialettica incessante tra riempimento e vuoto. Si tratta di un dialogo liminale che tocca percezioni profonde simili alle scoperte compiute dalla fisica quantistica. Ed è così che Remove.RM dona lo spazio in cui l’immagine avviene, dando e togliendo, palesando il contenitore spaziale e risucchiandolo nell’Internet, distribuendo particelle del reale che hanno le sembianze del virtuale e facendo sì che la disintegrazione di qualcosa diventi la formazione di qualcos’altro, ponendo il fluire dell’essere come aspetto non già di rassegnazione ma piuttosto di eccitante dinamicità.
Si ringrazia Stefano Manzo per il supporto nella realizzazione della mostra.
Secondo il filosofo tedesco Martin Heidegger lo spazio è ciò che fa spazio: la caratteristica principale dello spazio è infatti il semplice fatto che esso fa-spazio. Attraverso tale affermazione di carattere tautologico, Heidegger era interessato per lo più ad indagare la posizione dell’uomo nello spazio non come semplice corpo di massa poiché ciò che maggiormente viene rivelato è una concezione dello spazio non già come contenitore ma come forza dinamica capace di infiniti, eterogenei e molteplici stati d’azione.
Questo aspetto fondamentale dello spazio è radicalmente rintracciabile nell’intero lavoro di Maria Sharova e Dmitry Okruzhnov. Sembra di assistere, ponendosi di fronte alle loro tele, ad una moltiplicazione spaziale di elementi libranti su innumerevoli livelli. L’indagine sullo spazio compiuta dai due artisti affronta non solo la questione in termini quantitativi – la caratteristica dello spazio di far spazio è esclusivamente di carattere atomico/quantitativo – ma, indubbiamente, anche in termini qualitativi.
Come uno spazio pensato nella sua totalità può essere rappresentato? È da questa domanda che si sviluppano gli innumerevoli livelli succitati, delicatamente tangibili nei dipinti di Sharova e Okruzhnov, ovverosia: stratificazione spaziale con conseguente impossibilità di individuazione della profondità dell’opera stessa, accelerazione frammentaria di elementi data dalla loro esplosione spaziale, binomio luce–oscurità risolto attraverso la vittoria della prima come elemento di emanazione spaziale, ibridismo spaziale dato dalla compenetrazione dello spazio virtuale con quello reale e storicizzazione spaziale per cui lo spazio è rappresentato dai due artisti, qui e adesso, come spazio temporale che nel suo divenire lascia frammenti del suo passato.
Lo stupore di una così attenta ricerca si fa ancora più lampante se si considera il fluire spontaneo e ultroneo che ha portato i due artisti a strutturare cotanta dinamicità in pochi metri di superficie. Infatti, essi affermano di non far altro se non dipingere ciò che osservano ogni giorno, ciò di cui la loro quotidianità si compone. Peraltro, vi è uno slancio ulteriore in quest’ultimo gruppo di lavori grazie al quale la ricerca sullo spazio viene condotta ai suoi estremi, ovvero la dialettica incessante tra riempimento e vuoto. Si tratta di un dialogo liminale che tocca percezioni profonde simili alle scoperte compiute dalla fisica quantistica. Ed è così che Remove.RM dona lo spazio in cui l’immagine avviene, dando e togliendo, palesando il contenitore spaziale e risucchiandolo nell’Internet, distribuendo particelle del reale che hanno le sembianze del virtuale e facendo sì che la disintegrazione di qualcosa diventi la formazione di qualcos’altro, ponendo il fluire dell’essere come aspetto non già di rassegnazione ma piuttosto di eccitante dinamicità.
Si ringrazia Stefano Manzo per il supporto nella realizzazione della mostra.
09
settembre 2021
Dmitry Okruzhnov / Maria Sharova – REMOVE.RM
Dal 09 al 25 settembre 2021
arte contemporanea
Location
A.MORE GALLERY
Milano, Via Andrea Massena, 19, (MI)
Milano, Via Andrea Massena, 19, (MI)
Orario di apertura
Dal mercoledì al venerdì: 15:30-18:30
Sabato: 15-19
Vernissage
9 Settembre 2021, 17:30-21:00
Sito web
Autore
Autore testo critico