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Dna. Presenze corporee
Corpi lacerati , esplosi in mille brandelli tra le lamiere e le carcasse di automobili in fiamme. Carne e sangue come schegge di fango mascherano l’antica bellezza , sono i frantumi di un’armonia tradita , sono i relitti delle vita che non c’è più, i resti macabri di uomini che hanno perduto i loro volti
Comunicato stampa
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Corpi lacerati , esplosi in mille brandelli tra le lamiere e le carcasse di automobili in fiamme. Carne e sangue come schegge di fango mascherano l’antica bellezza , sono i frantumi di un’armonia tradita , sono i relitti delle vita che non c’è più, i resti macabri di uomini che hanno perduto i loro volti.
Volti scavati dall’alcool e dalla droga , membra distrutte dal peso delle angherie , uomini soli in cerca di una carezza , di un avanzo putrido pur di placare il bisogno. Vite inespresse per la fame , per le epidemie, per le conseguenze della violenza.
Violenza e barbarie , odio e miseria , rancori e contrasti si mischiano con ferocia coinvolgendo ogni affetto, travolgendo ogni fede , calpestando ogni morale, cercando ovunque la stessa vittima.
Vittima è sempre l’uomo da qualunque parte stia. Prigionieri e aguzzini , violentatori e stuprati, spacciatori e drogati, guerriglieri e uomini inermi sono accomunati dalla stessa sorte , quella luttuosa , definitiva , della morte.
Morte e polvere di morte negli altissimi palazzi di vetro, nei villaggi del deserto , nei cieli e nei mari , nelle piste d’asfalto e nelle oasi felici . Morte e lamento nelle piccole case dei pastori , paura e sgomento nelle ville lussuose , pianto ed angoscia nelle piazze di notte.
Notte senza sogni , notte senza amore , notte senza speranza per il giorno che viene. Morte nei luoghi della creatività e della poesia : solo rumore assordante , fragorosi scoppi che annientano ogni esistenza . Tutto è prossimo alla notte dell’universo.
Questo è lo scenario in cui si muovono Giovanni Blanco, Giuseppe Bombaci, Gabriele Fatuzzo, Pietro Marchese, Davide Tito . La loro pittura , la loro intuizione plastica , il segno graffiante e la materia tormentata, sono un taccuino di viaggio intorno all’uomo, ai suoi problemi nel tempo presente , al suo dramma tessuto con le trame dell’ intolleranza e dell’ incomprensione. Nelle loro opere un silenzio atroce avvolge i corpi di carne e si fa morsa che soffoca il respiro delle creature appena germogliate . Il loro è un racconto di vite recise , di contrasti feroci che sporcano l’orizzonte , che dilaniano i cuori.
Argille plasmate con fare dinamico, colori macchiati dalla ruggine e dal catrame , segni spezzati che trafiggono come lance di fuoco ... questi sono gli elementi che danno corpo al loro scenario creativo.
Si tratta certamente di un messaggio che trasmette inquietudine e sgomento, ma è vero, è autentico, così come dovrebbe essere tutte le volte che fiorisce il messaggio dell’arte.
Dell’ipocrisia , delle balordaggini, dei decorativismi , delle improvvisate ... d’altra parte non abbiamo alcun bisogno. Solo la verità ci interessa poichè su di essa sono fondate le ragioni del passato e quelle del divenire.
Paolo Giansiracusa
Docente Universitario di Storia dell’Arte
Giovanni Blanco si è formato all’Istituto Statale d’Arte di Noto , apprendendo gli aspetti tecnici della tradizione artistica siciliana. Ha poi proseguito la sua ricerca pittorica all’Accademia di Belle Arti di Bologna , in un ambiente culturale dalla vivacità europea.
Particolarmente interessato allo studio della figura umana , dipinge corpi dalla sensualità forte in cui la pennellata veloce traduce il fremito dell’essere. Abbracci decisi ,costruiti con mani indagatrici che palpano le pieghe della carne, corpi offerti alla visione e al piacere , teste recise pronte a cadere nel bacile del cadeau ... popolano le sue tele cariche di passione.
Il colore è materia pastosa , quasi intonaco impregnato di pigmento . Ne deriva che l’artista non costruisce l’epidermide delle forme ma ne struttura anche l’impalcatura che la regge e , ancora più in profondità , ne delinea persino l’anima ( Paolo Giansiracusa).
Pietro Marchese si è formato all’Istituto Statale d’Arte di Siracusa , un’antica scuola di arti applicate dove in passato il rigore della tecnica era caratteristica del fare . Ha poi proseguito i suoi studi sulla scultura e le arti plastiche all’Accademia di Belle Arti di Carrara , approfondendo la conoscenza del marmo bianco statuario di cui ha sperimentato le infinite possibilità creative.
Attivo successivamente nell’ambiente culturale ed artistico milanese , ha collaborato a progetti artistici diretti dall’Accademia di Belle Arti di Brera.
La sua scultura è un viaggio nella memoria , vissuto con una sensibilità moderna, la stessa che lo spinge a tenere presenti per intero le istanze del tempo attuale.
Abile nel modellato, acrobatico nel proiettare le forme nello spazio , scolpisce i pieni e i vuoti : intaglia la materia solida piegandola al suo volere , insinua raggi di luce o ombre delicate nelle cavità abitate dall’aria. ( Paolo Giansiracusa).
Davide Tito ha sviluppato i suoi studi tra l’Istituto Statale d’Arte di Siracusa e l’Accademia di Belle Arti di Palermo , cercando nella tradizione della scultura siciliana quegli elementi di conoscenza utili ad affrontare meglio le istanze dell’età presente . Rigoroso e preciso , dettagliato e scrupoloso , ha fatto del corpo umano l’elemento primario della sua indagine plastico-formale.
Tra i materiali predilige in particolare l’argilla che plasma con abilità , conferendo morbidezza e vibrazione alle carni. Partito da un’analisi anatomica obiettiva è giunto adesso, attraverso un interessante processo di sintesi espressiva, a forme dal volume essenziale , a materie tondeggianti ed armoniose. Le sue creature più recenti sembrano nuvole paffute che si abbandonano in giravolte coinvolgenti , in salti acrobatici che toccano gli spazi dell’ironia. Altre figure si aprono e si avvolgono come fogli di carta, come ombrelli, come abiti concepiti per continuare i passaggi plastici della carne. ( Paolo Giansiracusa).
Luigi Fatuzzo si è formato all’Accademia di Belle Arti “Rosario Gagliardi” di Siracusa , prestigiosa scuola siciliana nella quale le arti decorative hanno visto il rifiorire della tecnica, del mestiere , dell’equilibrio espressivo.
Narratore della forma umana, la dipinge e la modella in mille fogge , la proietta vorticosa nello spazio o la raccoglie come conchiglia sul cuore della terra. Con fare veloce plasma i volumi , poi li scava , li tormenta , li attraversa di passione. Le sue mani, i suoi pennelli , i suoi attrezza si muovono agilmente sulla materia informe , sul pigmento statico, per conferire vitalità, moto , dolore, tristezza, passione.
Sensibile come pochi artisti del nostro tempo , si pone con umiltà e semplicità dinanzi al creato ma sa coglierne il respiro e l’immensità tutta. ( Paolo Giansiracusa).
Giuseppe Bombaci ha studiato nella più prestigiosa scuola di arti visive d’Europa , l’Accademia di Belle Arti di Milano . A Brera ha portato però quel sapere antico che gli deriva dalla conoscenza dell’arte della sua terra .
Attento indagatore della figura umana la dipinge con sfumature inquietanti , con luci violente o con materie imprendibili, maculate e forti , striate e polverose.
Nella sua dimensione espressiva c’è la condizione dell’uomo presente con tutti i suoi tormenti e le sue aspirazioni . E’ l’artista che racconta se stesso dinanzi al mondo che brucia , a contatto con la vita che subisce violenza. ( Paolo Giansiracusa).
Volti scavati dall’alcool e dalla droga , membra distrutte dal peso delle angherie , uomini soli in cerca di una carezza , di un avanzo putrido pur di placare il bisogno. Vite inespresse per la fame , per le epidemie, per le conseguenze della violenza.
Violenza e barbarie , odio e miseria , rancori e contrasti si mischiano con ferocia coinvolgendo ogni affetto, travolgendo ogni fede , calpestando ogni morale, cercando ovunque la stessa vittima.
Vittima è sempre l’uomo da qualunque parte stia. Prigionieri e aguzzini , violentatori e stuprati, spacciatori e drogati, guerriglieri e uomini inermi sono accomunati dalla stessa sorte , quella luttuosa , definitiva , della morte.
Morte e polvere di morte negli altissimi palazzi di vetro, nei villaggi del deserto , nei cieli e nei mari , nelle piste d’asfalto e nelle oasi felici . Morte e lamento nelle piccole case dei pastori , paura e sgomento nelle ville lussuose , pianto ed angoscia nelle piazze di notte.
Notte senza sogni , notte senza amore , notte senza speranza per il giorno che viene. Morte nei luoghi della creatività e della poesia : solo rumore assordante , fragorosi scoppi che annientano ogni esistenza . Tutto è prossimo alla notte dell’universo.
Questo è lo scenario in cui si muovono Giovanni Blanco, Giuseppe Bombaci, Gabriele Fatuzzo, Pietro Marchese, Davide Tito . La loro pittura , la loro intuizione plastica , il segno graffiante e la materia tormentata, sono un taccuino di viaggio intorno all’uomo, ai suoi problemi nel tempo presente , al suo dramma tessuto con le trame dell’ intolleranza e dell’ incomprensione. Nelle loro opere un silenzio atroce avvolge i corpi di carne e si fa morsa che soffoca il respiro delle creature appena germogliate . Il loro è un racconto di vite recise , di contrasti feroci che sporcano l’orizzonte , che dilaniano i cuori.
Argille plasmate con fare dinamico, colori macchiati dalla ruggine e dal catrame , segni spezzati che trafiggono come lance di fuoco ... questi sono gli elementi che danno corpo al loro scenario creativo.
Si tratta certamente di un messaggio che trasmette inquietudine e sgomento, ma è vero, è autentico, così come dovrebbe essere tutte le volte che fiorisce il messaggio dell’arte.
Dell’ipocrisia , delle balordaggini, dei decorativismi , delle improvvisate ... d’altra parte non abbiamo alcun bisogno. Solo la verità ci interessa poichè su di essa sono fondate le ragioni del passato e quelle del divenire.
Paolo Giansiracusa
Docente Universitario di Storia dell’Arte
Giovanni Blanco si è formato all’Istituto Statale d’Arte di Noto , apprendendo gli aspetti tecnici della tradizione artistica siciliana. Ha poi proseguito la sua ricerca pittorica all’Accademia di Belle Arti di Bologna , in un ambiente culturale dalla vivacità europea.
Particolarmente interessato allo studio della figura umana , dipinge corpi dalla sensualità forte in cui la pennellata veloce traduce il fremito dell’essere. Abbracci decisi ,costruiti con mani indagatrici che palpano le pieghe della carne, corpi offerti alla visione e al piacere , teste recise pronte a cadere nel bacile del cadeau ... popolano le sue tele cariche di passione.
Il colore è materia pastosa , quasi intonaco impregnato di pigmento . Ne deriva che l’artista non costruisce l’epidermide delle forme ma ne struttura anche l’impalcatura che la regge e , ancora più in profondità , ne delinea persino l’anima ( Paolo Giansiracusa).
Pietro Marchese si è formato all’Istituto Statale d’Arte di Siracusa , un’antica scuola di arti applicate dove in passato il rigore della tecnica era caratteristica del fare . Ha poi proseguito i suoi studi sulla scultura e le arti plastiche all’Accademia di Belle Arti di Carrara , approfondendo la conoscenza del marmo bianco statuario di cui ha sperimentato le infinite possibilità creative.
Attivo successivamente nell’ambiente culturale ed artistico milanese , ha collaborato a progetti artistici diretti dall’Accademia di Belle Arti di Brera.
La sua scultura è un viaggio nella memoria , vissuto con una sensibilità moderna, la stessa che lo spinge a tenere presenti per intero le istanze del tempo attuale.
Abile nel modellato, acrobatico nel proiettare le forme nello spazio , scolpisce i pieni e i vuoti : intaglia la materia solida piegandola al suo volere , insinua raggi di luce o ombre delicate nelle cavità abitate dall’aria. ( Paolo Giansiracusa).
Davide Tito ha sviluppato i suoi studi tra l’Istituto Statale d’Arte di Siracusa e l’Accademia di Belle Arti di Palermo , cercando nella tradizione della scultura siciliana quegli elementi di conoscenza utili ad affrontare meglio le istanze dell’età presente . Rigoroso e preciso , dettagliato e scrupoloso , ha fatto del corpo umano l’elemento primario della sua indagine plastico-formale.
Tra i materiali predilige in particolare l’argilla che plasma con abilità , conferendo morbidezza e vibrazione alle carni. Partito da un’analisi anatomica obiettiva è giunto adesso, attraverso un interessante processo di sintesi espressiva, a forme dal volume essenziale , a materie tondeggianti ed armoniose. Le sue creature più recenti sembrano nuvole paffute che si abbandonano in giravolte coinvolgenti , in salti acrobatici che toccano gli spazi dell’ironia. Altre figure si aprono e si avvolgono come fogli di carta, come ombrelli, come abiti concepiti per continuare i passaggi plastici della carne. ( Paolo Giansiracusa).
Luigi Fatuzzo si è formato all’Accademia di Belle Arti “Rosario Gagliardi” di Siracusa , prestigiosa scuola siciliana nella quale le arti decorative hanno visto il rifiorire della tecnica, del mestiere , dell’equilibrio espressivo.
Narratore della forma umana, la dipinge e la modella in mille fogge , la proietta vorticosa nello spazio o la raccoglie come conchiglia sul cuore della terra. Con fare veloce plasma i volumi , poi li scava , li tormenta , li attraversa di passione. Le sue mani, i suoi pennelli , i suoi attrezza si muovono agilmente sulla materia informe , sul pigmento statico, per conferire vitalità, moto , dolore, tristezza, passione.
Sensibile come pochi artisti del nostro tempo , si pone con umiltà e semplicità dinanzi al creato ma sa coglierne il respiro e l’immensità tutta. ( Paolo Giansiracusa).
Giuseppe Bombaci ha studiato nella più prestigiosa scuola di arti visive d’Europa , l’Accademia di Belle Arti di Milano . A Brera ha portato però quel sapere antico che gli deriva dalla conoscenza dell’arte della sua terra .
Attento indagatore della figura umana la dipinge con sfumature inquietanti , con luci violente o con materie imprendibili, maculate e forti , striate e polverose.
Nella sua dimensione espressiva c’è la condizione dell’uomo presente con tutti i suoi tormenti e le sue aspirazioni . E’ l’artista che racconta se stesso dinanzi al mondo che brucia , a contatto con la vita che subisce violenza. ( Paolo Giansiracusa).
15
ottobre 2006
Dna. Presenze corporee
Dal 15 al 30 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA QUADRIFOGLIO
Siracusa, Via Santi Coronati, 13, (Siracusa)
Siracusa, Via Santi Coronati, 13, (Siracusa)
Orario di apertura
tutti i giorni escluso la domenica 10/13 e 17/21
Vernissage
15 Ottobre 2006, ore 18,30
Ufficio stampa
ZEROIMMAGINE
Autore
Curatore