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Do not disturb
Mostra d’arte contemporanea collettiva il cui titolo “do not disturb” è antitetico rispetto alle tematiche trattate.
Le stanze del palazzo,adibite a stanze del quotidiano,riveleranno all’interlocutore,che disturberà e verrà disturbato, visioni recondite, intime e di attualità proposte dagli artisti
Comunicato stampa
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“E lasciamoci disturbare... Viviamo dentro una realtà che mette tra noi e ogni sua drammatica manifestazione un diaframma rassicurante, che sia lo schermo di uno smartphone o un affastellarsi indistinto di immagini - ce n’è sempre una più drammatica pronta a prendere il posto della precedente - e alla fine qual è quella che veramente impressiona e che resta?
Ponti che crollano a terra; onde di Mediterraneo che si richiudono sopra lontani puntini “migranti”; foreste primordiali in fiamme o sradicate in un attimo; elefanti antichi come l’Africa resi carcasse da avvoltoi per i loro grandi denti d’avorio. Per neutralizzare tutto questo, c’è un mondo sempre più fatto di pixel che ci mette temporaneamente al riparo; al tempo stesso, produce “gallerie di ricordi” a fare da linea di continuità alla nostra quotidiana inquietudine.
La nuova mostra a Palazzo Bottigella-Gandini entra in questa vibrazione di fondo delle nostre vite, con la curiosità e lo sguardo spiazzante di chi ha deciso di osservare la contemporaneità attraverso l’arte più originale, in una ricerca di forme espressive che accetta pochi compromessi.
Il titolo è un’antitesi ironica rispetto al vero obiettivo: Do Not Disturb. Il “non disturbare” che si può ancora leggere in graziosi cartoncini verticali da appendere sulla maniglia di certi alberghi. A questo ideale libro dell’inquietudine aggiunge le sue pagine una speciale comunità di fotografi-artisti: ciascuno con la propria poetica, con tematiche diverse, con opere elaborate in alcuni casi per progetti creativi individuali.
C’è da fare un’altra precisazione, però. Di rado un meraviglioso “contenitore” d’arte, qual è Supernova Gallery, dialoga così bene con il proprio “contenuto” - le opere disturbanti. Porticati cinquecenteschi, lunghi corridoi, scaloni e porticine nell'ombra, ambienti di rappresentanza e, appena svoltato un angolo, stanze chiuse e claustrofobiche. Gli spazi ogni volta da riscoprire di Palazzo Bottigella-Gandini - dalla sua storia di dimora secolare fino all’utilizzo come asilo e scuola elementare che risale a pochi decenni or sono - fanno la differenza per una mostra come questa.
Nel 1919, quasi una secolo fa, Sigmund Freud pubblica un importante saggio “Il perturbante” (ma in queste righe vale anche la variante dell’aggettivo: “disturbante”). Il profeta della psicoanalisi riflette su certi meccanismi della psiche partendo da alcune suggestioni letterarie.
Tra i motivi della condizione perturbante all’origine di forme di angoscia individua “la confusione tra realtà e immaginazione”.
Al tempo stesso però, sottolinea il fascino, persino la bellezza, della dimensione perturbante. Già: il mondo non ci mostra mai, né può avere, una faccia univoca. [...]
[...] Do Not Disturb ha la capacità di agire oltre la semplice proposizione di immagini d’artista a chi la visita. Con la forza dei suoi autori ha la giusta presunzione di non volersi fermare all’ennesimo “like”, uno di quelli che continuiamo ad aggiungere - insensibili, talvolta narcotizzati - al mondo che ci scorre davanti.
Qui e ora, invece, ci sono emozioni autentiche, brutali se serve. È la corrente elettrica che risveglia, riattiva un pensiero che partecipa e prova a capire. Costa fatica ma è necessario per vivere davvero. E con una carezza o un’unghia che stride sulla lavagna, finalmente possiamo lasciarci disturbare.”
Mauro Querci *
(Nelle stanze della nostra inquietudine)
* Giornalista del settimanale Panorama
Ponti che crollano a terra; onde di Mediterraneo che si richiudono sopra lontani puntini “migranti”; foreste primordiali in fiamme o sradicate in un attimo; elefanti antichi come l’Africa resi carcasse da avvoltoi per i loro grandi denti d’avorio. Per neutralizzare tutto questo, c’è un mondo sempre più fatto di pixel che ci mette temporaneamente al riparo; al tempo stesso, produce “gallerie di ricordi” a fare da linea di continuità alla nostra quotidiana inquietudine.
La nuova mostra a Palazzo Bottigella-Gandini entra in questa vibrazione di fondo delle nostre vite, con la curiosità e lo sguardo spiazzante di chi ha deciso di osservare la contemporaneità attraverso l’arte più originale, in una ricerca di forme espressive che accetta pochi compromessi.
Il titolo è un’antitesi ironica rispetto al vero obiettivo: Do Not Disturb. Il “non disturbare” che si può ancora leggere in graziosi cartoncini verticali da appendere sulla maniglia di certi alberghi. A questo ideale libro dell’inquietudine aggiunge le sue pagine una speciale comunità di fotografi-artisti: ciascuno con la propria poetica, con tematiche diverse, con opere elaborate in alcuni casi per progetti creativi individuali.
C’è da fare un’altra precisazione, però. Di rado un meraviglioso “contenitore” d’arte, qual è Supernova Gallery, dialoga così bene con il proprio “contenuto” - le opere disturbanti. Porticati cinquecenteschi, lunghi corridoi, scaloni e porticine nell'ombra, ambienti di rappresentanza e, appena svoltato un angolo, stanze chiuse e claustrofobiche. Gli spazi ogni volta da riscoprire di Palazzo Bottigella-Gandini - dalla sua storia di dimora secolare fino all’utilizzo come asilo e scuola elementare che risale a pochi decenni or sono - fanno la differenza per una mostra come questa.
Nel 1919, quasi una secolo fa, Sigmund Freud pubblica un importante saggio “Il perturbante” (ma in queste righe vale anche la variante dell’aggettivo: “disturbante”). Il profeta della psicoanalisi riflette su certi meccanismi della psiche partendo da alcune suggestioni letterarie.
Tra i motivi della condizione perturbante all’origine di forme di angoscia individua “la confusione tra realtà e immaginazione”.
Al tempo stesso però, sottolinea il fascino, persino la bellezza, della dimensione perturbante. Già: il mondo non ci mostra mai, né può avere, una faccia univoca. [...]
[...] Do Not Disturb ha la capacità di agire oltre la semplice proposizione di immagini d’artista a chi la visita. Con la forza dei suoi autori ha la giusta presunzione di non volersi fermare all’ennesimo “like”, uno di quelli che continuiamo ad aggiungere - insensibili, talvolta narcotizzati - al mondo che ci scorre davanti.
Qui e ora, invece, ci sono emozioni autentiche, brutali se serve. È la corrente elettrica che risveglia, riattiva un pensiero che partecipa e prova a capire. Costa fatica ma è necessario per vivere davvero. E con una carezza o un’unghia che stride sulla lavagna, finalmente possiamo lasciarci disturbare.”
Mauro Querci *
(Nelle stanze della nostra inquietudine)
* Giornalista del settimanale Panorama
13
settembre 2018
Do not disturb
Dal 13 settembre al 05 ottobre 2018
design
fotografia
arte contemporanea
giovane arte
fotografia
arte contemporanea
giovane arte
Location
SUPERNOVA GALLERY – PALAZZO BOTTIGELLA GANDINI
Pavia, Corso Giuseppe Mazzini, 15, (Pavia)
Pavia, Corso Giuseppe Mazzini, 15, (Pavia)
Orario di apertura
Lunedì-Venerdì 16.00-19.30 | Sabato 10.00-13.00 16.00-19.30
Vernissage
13 Settembre 2018, h 18.30
Autore
Curatore