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Dobliar | Ribbeck | Wieser – Concetto Spaziale
Per la prima volta in Italia gli artisti tedeschi propongono i loro nuovi lavori all’interno di un percorso espositivo pensato e ideato site specific, costituito da interventi individuali che i tre artisti hanno realizzato specificamente per lo spazio della galleria S.A.L.E.S.
Comunicato stampa
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Per la prima volta in Italia gli artisti tedeschi, definiti dalla critica internazionale “nuovi maestri dell’astrattismo costruttivista europeo”, propongono i loro nuovi lavori all’interno di un percorso espositivo pensato e ideato site specific, costituito da interventi individuali che i tre artisti hanno realizzato specificamente per lo spazio della galleria S.A.L.E.S.
Lo spettatore entrando si trova avvolto all’interno di un ambiente in cui il connubio tra le opere d’arte e lo spazio è preponderante. Le due sale espositive, per questa occasione, non sono solo un “cubo bianco”, un’area neutra dove installare le opere ma diventano parte integrante del “concetto” stesso che regola i principi centrali alla base della esposizione.
Lo spazio si trasforma in un immagine da indagare costantemente, al fine di trovare il modo in cui possa essere definito, adornato e riempito.
Nel diverso contesto creato in galleria, lo spettatore è subito messo nella condizione di dover interagire con nuove ‘dinamiche spaziali’: una tenda posizionata all’ingresso ‘nasconde’ l’ambiente espositivo, dove il bianco dei muri è stato sostituito da un grigio scuro e da un wall painting dello stesso colore; sul fondo della sala più piccola un wall work di carta argentata ripropone un motivo architettonico.
Le pareti sono così usate come display per i disegni e i dipinti, concorrendo, in questo inedito concetto espositivo, a creare un’idea di spazialità tridimensionale.
Sebbene il titolo richiami le tele con i tagli o i buchi di Lucio Fontana (1899 – 1968), Dobliar, Ribbeck e Wieser hanno scelto di giocare con il significato letterale di Concetto Spaziale, facendo della visionarietà una delle loro linee guida, rifiutando qualsiasi imposizione predefinita
Il principio che accomuna gli artisti è il recupero di elementi sia estetici che “acmeisti-futuristi” dell’avanguardia storica costruttivista. La sua fonte iconografica, “dell’espressionismo astratto” e “dell’astrazione geometrica”, viene riproposta in chiave modernista.
.
Hansjoerg Dobliar (1970), vive e lavora tra Monaco e Berlino. La pittura di Dobliar è caratterizzata per la voluta e studiata imperfezione. Le sue composizioni si presentano prive di apparente armonia, perfettamente “imbrattate”, riuscendo sempre a sprigionare un intenso pathos, un fascino particolare arricchito di significati “sublimi”.
Mostre: Über Zeichnung: galerie Olaf Stüber, Berlin, 2010; Angels & Demons: Michael Lett, Auckland, New Zealand, 2009; 789 Bejing Biennale 2009, Bejing, 2009; It's always night or we wouldn't need light, Villa Merkel, Esslingen, with Astrid Nippoldt, 2009; The Delicate Deformation (Vol. II), Galerie Ben Kaufmann, Berlin (solo show), 2009; Me, myself and I (Vol II), Weltraum, Munich, 2009; Glory Box , Galleria S.A.L.E.S., Roma, 2006.
Bernd Ribbeck (1974), vive e lavora a Berlino. La ricerca linguistica di Ribbeck fa riferimento ad un vocabolario delle forme, dove l’analogia con l’architettura ( Angiolo Mazzoli, 1894 - 1979) è ben evidente. Egli tende a sviluppare un linguaggio originale pur conservando analogie con “l’ABC dell’astrattismo Europeo del primo novecento” (Frieze).
Mostre: Slow Paintings, Museum Morsbroich, Leverkusen, 2009; Am Anfang war das Ende, Ballhaus Ost, Berlin, 2009; The long dark, The International 3, Manchester, 2009; Remote Memories, curated by Zdenek Felix, Kai 10, Düsseldorf, 2009; Ich und Du, Kunstverein Oldenburg, with Claudia Wieser (solo show), 2009; Remote Memories, curated by Zdenek Felix, Kai 10, Düsseldorf, 2008; Manifesta 7, Trentino, Trentino-South Tyrol, 2008.
Claudia Wieser (Freilassing, 1973), vive e lavora a Berlino. L’espressionsmo, l’astrazione geometrica e gli ideali della Bauhaus sono elementi stilistici di epoche passate che l’artista riesce a declinare attraverso una fusione spregiudicata. Le sue composizioni sono sciolte e generose, abbandonano tutti quei particolari di forma e di colore non indispensabili; trascura gli aspetti formali troppo minuziosi, realizzando così un’arte estremamente complessa e forte.
Mostre: Kosmos Rudolf Steiner, Kunstmuseum Stuttgart (in collaboration with Kunstmuseum Wolfsburg), 2001; The Drawing Center NY (upcoming September), 2010; Capc, ou la vie saisie par l'art, curated by Aurélie Voltz , Capc, Museé d’art contemporain de Bordeaux, Bordeaux, group exhibition, 2010; Ich und Du, Kunstverein Oldenburg (with Bernd Ribbeck), 2010; Licht aus Berlin, Renwick Gallery NY (with Hansjörg Dobliar), 2008; Claudia Wieser & Andrew Falkowski & Elad Lassry, The Front Room, Contemporary Art Museum, St. Louis US,2008; In der Geometrie gibt es keine Sekten, Elisabeth Kaufmann Zürich, 2007.
Lo spettatore entrando si trova avvolto all’interno di un ambiente in cui il connubio tra le opere d’arte e lo spazio è preponderante. Le due sale espositive, per questa occasione, non sono solo un “cubo bianco”, un’area neutra dove installare le opere ma diventano parte integrante del “concetto” stesso che regola i principi centrali alla base della esposizione.
Lo spazio si trasforma in un immagine da indagare costantemente, al fine di trovare il modo in cui possa essere definito, adornato e riempito.
Nel diverso contesto creato in galleria, lo spettatore è subito messo nella condizione di dover interagire con nuove ‘dinamiche spaziali’: una tenda posizionata all’ingresso ‘nasconde’ l’ambiente espositivo, dove il bianco dei muri è stato sostituito da un grigio scuro e da un wall painting dello stesso colore; sul fondo della sala più piccola un wall work di carta argentata ripropone un motivo architettonico.
Le pareti sono così usate come display per i disegni e i dipinti, concorrendo, in questo inedito concetto espositivo, a creare un’idea di spazialità tridimensionale.
Sebbene il titolo richiami le tele con i tagli o i buchi di Lucio Fontana (1899 – 1968), Dobliar, Ribbeck e Wieser hanno scelto di giocare con il significato letterale di Concetto Spaziale, facendo della visionarietà una delle loro linee guida, rifiutando qualsiasi imposizione predefinita
Il principio che accomuna gli artisti è il recupero di elementi sia estetici che “acmeisti-futuristi” dell’avanguardia storica costruttivista. La sua fonte iconografica, “dell’espressionismo astratto” e “dell’astrazione geometrica”, viene riproposta in chiave modernista.
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Hansjoerg Dobliar (1970), vive e lavora tra Monaco e Berlino. La pittura di Dobliar è caratterizzata per la voluta e studiata imperfezione. Le sue composizioni si presentano prive di apparente armonia, perfettamente “imbrattate”, riuscendo sempre a sprigionare un intenso pathos, un fascino particolare arricchito di significati “sublimi”.
Mostre: Über Zeichnung: galerie Olaf Stüber, Berlin, 2010; Angels & Demons: Michael Lett, Auckland, New Zealand, 2009; 789 Bejing Biennale 2009, Bejing, 2009; It's always night or we wouldn't need light, Villa Merkel, Esslingen, with Astrid Nippoldt, 2009; The Delicate Deformation (Vol. II), Galerie Ben Kaufmann, Berlin (solo show), 2009; Me, myself and I (Vol II), Weltraum, Munich, 2009; Glory Box , Galleria S.A.L.E.S., Roma, 2006.
Bernd Ribbeck (1974), vive e lavora a Berlino. La ricerca linguistica di Ribbeck fa riferimento ad un vocabolario delle forme, dove l’analogia con l’architettura ( Angiolo Mazzoli, 1894 - 1979) è ben evidente. Egli tende a sviluppare un linguaggio originale pur conservando analogie con “l’ABC dell’astrattismo Europeo del primo novecento” (Frieze).
Mostre: Slow Paintings, Museum Morsbroich, Leverkusen, 2009; Am Anfang war das Ende, Ballhaus Ost, Berlin, 2009; The long dark, The International 3, Manchester, 2009; Remote Memories, curated by Zdenek Felix, Kai 10, Düsseldorf, 2009; Ich und Du, Kunstverein Oldenburg, with Claudia Wieser (solo show), 2009; Remote Memories, curated by Zdenek Felix, Kai 10, Düsseldorf, 2008; Manifesta 7, Trentino, Trentino-South Tyrol, 2008.
Claudia Wieser (Freilassing, 1973), vive e lavora a Berlino. L’espressionsmo, l’astrazione geometrica e gli ideali della Bauhaus sono elementi stilistici di epoche passate che l’artista riesce a declinare attraverso una fusione spregiudicata. Le sue composizioni sono sciolte e generose, abbandonano tutti quei particolari di forma e di colore non indispensabili; trascura gli aspetti formali troppo minuziosi, realizzando così un’arte estremamente complessa e forte.
Mostre: Kosmos Rudolf Steiner, Kunstmuseum Stuttgart (in collaboration with Kunstmuseum Wolfsburg), 2001; The Drawing Center NY (upcoming September), 2010; Capc, ou la vie saisie par l'art, curated by Aurélie Voltz , Capc, Museé d’art contemporain de Bordeaux, Bordeaux, group exhibition, 2010; Ich und Du, Kunstverein Oldenburg (with Bernd Ribbeck), 2010; Licht aus Berlin, Renwick Gallery NY (with Hansjörg Dobliar), 2008; Claudia Wieser & Andrew Falkowski & Elad Lassry, The Front Room, Contemporary Art Museum, St. Louis US,2008; In der Geometrie gibt es keine Sekten, Elisabeth Kaufmann Zürich, 2007.
10
marzo 2010
Dobliar | Ribbeck | Wieser – Concetto Spaziale
Dal 10 marzo al 21 maggio 2010
arte contemporanea
Location
STUDIO SALES DI NORBERTO RUGGERI
Roma, Piazza Dante, 2, (Roma)
Roma, Piazza Dante, 2, (Roma)
Orario di apertura
dal martedi al sabato ore 15.30-19.30
Vernissage
10 Marzo 2010, ore 19.00
Autore