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Domani nella battaglia pensa a me
La mostra è incentrata su una serie di lavori realizzati tra il 2023 e il 2024 dallo scultore Carlo D’Oria (Torino, 1970), che mettono in scena un’esplorazione delle forme e delle condizioni dell’esistenza umana, singola e associata, in questi tempi di forti mutamenti sociali, culturali e ambientali
Comunicato stampa
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La mostra è incentrata su una serie di lavori realizzati tra il 2023 e il 2024 dallo scultore Carlo D’Oria (Torino, 1970), che mettono in scena un’esplorazione delle forme e delle condizioni dell’esistenza umana, singola e associata, in questi tempi di forti mutamenti sociali, culturali e ambientali, indagando i nessi e le relazioni che questa condizione intrattiene con il passato, la memoria e le figure archetipe della nostra cultura.
Il filo rosso che tiene assieme le opere in mostra è da rintracciare nelle forme che assume la vita umana nel paesaggio accidentato della nostra epoca, caratterizzato per una dimensione di forte transitorietà, che viene illuminato con curiosi effetti caleidoscopici a partire dalla forza rappresentativa e iconica delle figurazioni astratte e dei materiali usati dall’artista per indagare particolari elementi del nostro immaginario contemporaneo e le relazioni interpersonali caratterizzate da tensioni, contraddizioni, legami e responsabilità simboliche che collegano gli esseri umani alla loro storia personale e collettiva.
«Domani nella battaglia pensa a me / e cada la tua spada senza filo. Dispera e muori!» è un verso shakespeariano (tratto dal sogno di Riccardo III, in IV, 3) che diventa immagine guida della mostra, indicando il rapporto che intratteniamo con le figure immaginarie e archetipiche della nostra cultura che spesso si presentano come “fantasmi” in grado di determinare il nostro presente, la nostra percezione culturale e la nostra dimensione intersoggettiva.
Famoso per essere diventato il titolo di uno dei più importanti romanzi di Javier Marias, questo verso di Shakespeare, mette in evidenza nelle opere dell’artista la dimensione poetica e minimale che innerva tutta la sua produzione, restituendo la dimensione narrativa, iconica e immaginifica delle sue opere.
Il riferimento a Marias, e alle ri-articolazioni continue che egli opera nei suoi romanzi di alcune citazioni shakespeariane, non è casuale. Lo scrittore spagnolo, infatti, in tutti i suoi romanzi (ad esempio in Tutte le anime e Un cuore così bianco, Cosi ha inizio il male, Berta Isla…) produce una tessitura di motivi e influenze mediatico-letterarie per tentare di rendere ragione dell’eredità culturale con cui leggiamo il presente e le relazioni umane, indagando le componenti che agiscono a livello narrativo e linguistico nella nostra messa in forma della realtà. Nello stesso modo Carlo D’Oria articola citazioni poetiche, naturali e mitologiche (I Titani, Gli uomini armati, La battaglia, I germogli…), dando vita a una ricorsività di allusioni e simboli, che agiscono, parlano e portano a rappresentazione il nostro immaginario collettivo.
Le opere in mostra danno forma ad alcuni “fantasmi” simbolici e culturali che popolano la nostra comune condizione esistenziale e che ripropongono una stratificazione di significati con cui diamo senso alle tensioni che innervano le nostre relazioni e il nostro rapporto con il passato e il futuro. La “Battaglia” diventa, dunque, metafora potente dei rapporti e delle relazioni umane, anche in relazione alla storia culturale, biografica ed esistenziale degli esseri umani, che le opere in mostra indagano attraverso una dialettica originale tra individualità̀ e moltitudine, restituendo il complesso rapporto che gli uomini intrattengono con se stessi, l’epoca che attraversano e l’ambiente che li circonda.
Il filo rosso che tiene assieme le opere in mostra è da rintracciare nelle forme che assume la vita umana nel paesaggio accidentato della nostra epoca, caratterizzato per una dimensione di forte transitorietà, che viene illuminato con curiosi effetti caleidoscopici a partire dalla forza rappresentativa e iconica delle figurazioni astratte e dei materiali usati dall’artista per indagare particolari elementi del nostro immaginario contemporaneo e le relazioni interpersonali caratterizzate da tensioni, contraddizioni, legami e responsabilità simboliche che collegano gli esseri umani alla loro storia personale e collettiva.
«Domani nella battaglia pensa a me / e cada la tua spada senza filo. Dispera e muori!» è un verso shakespeariano (tratto dal sogno di Riccardo III, in IV, 3) che diventa immagine guida della mostra, indicando il rapporto che intratteniamo con le figure immaginarie e archetipiche della nostra cultura che spesso si presentano come “fantasmi” in grado di determinare il nostro presente, la nostra percezione culturale e la nostra dimensione intersoggettiva.
Famoso per essere diventato il titolo di uno dei più importanti romanzi di Javier Marias, questo verso di Shakespeare, mette in evidenza nelle opere dell’artista la dimensione poetica e minimale che innerva tutta la sua produzione, restituendo la dimensione narrativa, iconica e immaginifica delle sue opere.
Il riferimento a Marias, e alle ri-articolazioni continue che egli opera nei suoi romanzi di alcune citazioni shakespeariane, non è casuale. Lo scrittore spagnolo, infatti, in tutti i suoi romanzi (ad esempio in Tutte le anime e Un cuore così bianco, Cosi ha inizio il male, Berta Isla…) produce una tessitura di motivi e influenze mediatico-letterarie per tentare di rendere ragione dell’eredità culturale con cui leggiamo il presente e le relazioni umane, indagando le componenti che agiscono a livello narrativo e linguistico nella nostra messa in forma della realtà. Nello stesso modo Carlo D’Oria articola citazioni poetiche, naturali e mitologiche (I Titani, Gli uomini armati, La battaglia, I germogli…), dando vita a una ricorsività di allusioni e simboli, che agiscono, parlano e portano a rappresentazione il nostro immaginario collettivo.
Le opere in mostra danno forma ad alcuni “fantasmi” simbolici e culturali che popolano la nostra comune condizione esistenziale e che ripropongono una stratificazione di significati con cui diamo senso alle tensioni che innervano le nostre relazioni e il nostro rapporto con il passato e il futuro. La “Battaglia” diventa, dunque, metafora potente dei rapporti e delle relazioni umane, anche in relazione alla storia culturale, biografica ed esistenziale degli esseri umani, che le opere in mostra indagano attraverso una dialettica originale tra individualità̀ e moltitudine, restituendo il complesso rapporto che gli uomini intrattengono con se stessi, l’epoca che attraversano e l’ambiente che li circonda.
12
ottobre 2024
Domani nella battaglia pensa a me
Dal 12 ottobre al 17 novembre 2024
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE 107
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Torino, Via Andrea Sansovino, 234, (Torino)
Biglietti
intero 8,00 euro
ridotto 5,00 euro dai 12 ai 18 anni, convenzioni varie
gratuito x possessori Abbonamento Torino Musei e minori di 12 anni
Orario di apertura
ogni sabato e domenica ore 14-19
Vernissage
12 Ottobre 2024, dalle 16 alle 20
Sito web
Editore
Edizioni 107
Ufficio stampa
Fondazione 107
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Sponsor
Patrocini