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Domenico Asmone – Cromatici
Nell’ambito di Pistoia Capitale della Cultura Italiana, la Galleria del Leoncino di Pistoia propone in mostra le opere di uno degli artisti più rappresentativi dell’attuale panorama artistico pistoiese: Domenico Asmone. Ricerca, innovazione e rigore stilistico i tre punti cardinali.
Comunicato stampa
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Asmone afferma:‘‘Penso che sia un grandissimo privilegio poter comunicare la realtà che viviamo, vediamo, sentiamo e gustiamo. I miei cromatici nascono così, assecondando esclusivamente il gusto della libertà creativa che decide forme segni e colori. Dal caos implicito della casualità iniziale della tela bianca si arriva, per questa strada, all’ordine della causalità del necessario’’. Questo il significato della attuale ricerca dell'artista.
Siliano Simoncini, curatore della mostra, ne individua con dovizia di particolari i presupposti, ne intercetta gli auspici cercando di storicizzarne la ricerca.
Materia ed Energia
Siliano Simoncini
Quando si pensa all’arte materica, non possiamo trascurare che il medium usato possiede un’energia che si rivela se soggetto a campi di forze, questo è vero, ma va ricordato anche come senza il loro attivarsi - induttivamente - la materia sprigioni l’energia potenziale dovuta alla natura stessa che la caratterizza. Il pigmento cromatico, per esempio, in virtù delle differenti tinte fa riflettere la luce con valori d’intensità propri di un giallo, di un rosso, di un blu e quindi l’energia trasmessa dai fotoni risulterà alla vista più o meno forte. La stessa cosa vale se prendiamo in considerazione lo spessore del pigmento steso sul supporto, come le caratteristiche di strati polimaterici che possono interagire plasticamente dando luogo a soluzioni estetiche in grado di sollecitare la percezione tattile. Questa breve considerazione perché, dovendo parlare delle opere di Domenico Asmone, il rapporto tra materia ed energia costituisce la base essenziale della stessa concezione artistica e della poetica che ne qualifica gli esiti della sua pittura.
Ho già avuto occasione, scrivendo il testo per una precedente mostra dell’artista, di fare un riferimento al legame tra materia, energia, e musica, cercando di dimostrare come Asmone proseguisse l’esperienza di quell’intenzione storica che ebbe in Kandinsky uno dei massimi esponenti. Ebbene, gli ultimi lavori che ho visto nel suo studio e selezionato con lui per la mostra attuale, sono un’evoluzione destinata a fornire nuovi campi d’indagine e di ricerca in quanto, adesso, la materia/energia ha preso decisamente il sopravvento e i quadri sono paragonabili a un magma di forze primordiali e generative, che a mio avviso, riportano alla luce quel concetto di azzeramento della pittura che Malevitch intraprese con Quadrato bianco su fondo bianco.
A conferma di questo, l’opera Cromatico: Tutto in un punto (penso al racconto di Calvino nel libro Le cosmicomiche), può costituire la base del mio ragionamento. All’interno di un quadrato, in asse con la verticale ma per ragioni estetiche opportunamente decentrato rispetto a quella orizzontale, si trova un elemento globulare di materia pittorica, mentre dallo spazio “vuoto” vi convergono dieci frammenti/corpuscoli di pigmento. Un’inversione, dunque, del concetto del big bang narrato da Calvino - non esplosione ma implosione - per cui, nel nostro caso, è tutta la pittura materica a rientrare in se stessa, in maniera analoga - ovviamente parafrasando - di come l’arte precedente al Suprematismo rientrava nelle proprie origini del Quadrato bianco su fondo bianco, per ripartire da zero.
Muovendo da questo presupposto, credo sia attendibile considerare le opere di questa mostra come il frutto di una nuova “equazione pittorica” destinata a sviluppare gli esiti della ricerca artistica di Asmone verso la dimensione frattale; ovvero, non solo spazio secondo altezza, larghezza, profondità e tempo, ma anche fratto/spezzato, per cui, matematicamente, è possibile misurare tutto quanto è frastagliato. In questo periodo, con l’esperienza della realtà virtuale, generata grazie alla sequenza di algoritmi, la concezione dello spazio è del tutto diversa da quelle precedenti e l’arte, non può fare a meno di rifletterne la portata del cambiamento.
Cromatico: Palpito, Cromatico: Prima espansione, Cromatico: Rosso su Rosso, sono tre dipinti materici che proseguono nell’iperspazio oltre l’implosione e, secondo il mio giudizio, sono da considerarsi la matrice che ha dato inizio alla serie delle opere successive, quelle “magmatiche”. Nel primo si avverte come la materia stia iniziando il suo percorso lasciandosi dietro l’ammasso delle origini. L’insieme, dalla delicata cromia giocata sul contrasto tenue, induttivamente, fa percepire la “pulsazione” della materia come un’energia primaria sul nascere. Nel secondo, “germogli” di essenza materica si stanno allontanando come “sonde” portatrici di nuova vita. Nel terzo infine, i germogli del rosso si accingono a colonizzare l’iperspazio generando una variante dello stesso colore, ma più levigata e quindi, pronta ad addensarsi per dare inizio a un altro ciclo di energia materica e cromatica.
In molti dipinti di questa fase Asmone rinuncia all’utilizzo dei colori saturi; infatti, è il bianco puro a predominare con la sua forza/luce, oppure è miscelato con un numero limitato di colori: ocra gialla, terra d’ombra, nero minerale e il sintetico blu di prussia. Una gamma quasi priva di “carattere” si direbbe, ma la scelta è intenzionale poiché spetta all’energia materica il compito di sfaldare la superficie in tante masse “fratte”, così da svilupparsi in maniera sequenziale e autogenerante. Espediente tecnico questo, ormai tipico del linguaggio pittorico di Asmone. Inoltre, per accentuare l’esito plastico delle masse di energia, nei quadri più recenti si possono vedere rilievi di malta calcarea contrapposti a quelli di pigmento e gli esiti magmatici, cui facevo riferimento, si evidenziano e confliggono proprio per la loro diversa natura, così dal contrasto ne scaturisce un’armonia “primordiale” tesa a identificare il futuro delle forme, per adesso “invisibili” all’interno del caos di pigmento e materia. In effetti, gli ultimi lavori di Asmone sono “luoghi” di energia in divenire e l’opera Cromatico: Magma 1 ne è la dimostrazione palese: la pittura, al suo stadio iniziale, è combinatoria di sostanze cromatiche in procinto di ripartire da quello zero - del proprio linguaggio artistico - dal quale, secondo me, l’artista ha deciso di ripartire.
La mostra di Domenico Asmone, nella storica Galleria della Brigata del Leoncino di cui è il dinamico Presidente, è in grado di fornire le coordinate necessarie per comprendere come lui, negli ultimi tempi, abbia saputo mettere a frutto un impegno assiduo e costante nei confronti dell’arte, e i risultati dimostrano quanto il suo “discorso sulla pittura” si faccia sempre più complesso, articolato, e ricco di risposte. Infatti, dipingere molto porta a una continua verifica del proprio fare e induce a proficui ripensamenti rispetto a quanto realizzato in precedenza. È così che il dialogo continuo con l’opera può condurre alla rigenerazione degli stilemi abituali, e a trovare nel processo in divenire le ragioni della propria poetica espressiva, a corroborarla di nuovi intenti, sia rispettandone la consequenzialità del linguaggio, quanto affinandone la proprietà della “grammatica visiva”. Quel mio costatare come lo stadio attuale della ricerca di Domenico stia rivelando la ripartenza dallo zero della materia pittorica, vuole essere, oltre a una valutazione critica, l’auspicio affinché l’esperienza creativa sia proseguita sulla strada intrapresa.
Siliano Simoncini, curatore della mostra, ne individua con dovizia di particolari i presupposti, ne intercetta gli auspici cercando di storicizzarne la ricerca.
Materia ed Energia
Siliano Simoncini
Quando si pensa all’arte materica, non possiamo trascurare che il medium usato possiede un’energia che si rivela se soggetto a campi di forze, questo è vero, ma va ricordato anche come senza il loro attivarsi - induttivamente - la materia sprigioni l’energia potenziale dovuta alla natura stessa che la caratterizza. Il pigmento cromatico, per esempio, in virtù delle differenti tinte fa riflettere la luce con valori d’intensità propri di un giallo, di un rosso, di un blu e quindi l’energia trasmessa dai fotoni risulterà alla vista più o meno forte. La stessa cosa vale se prendiamo in considerazione lo spessore del pigmento steso sul supporto, come le caratteristiche di strati polimaterici che possono interagire plasticamente dando luogo a soluzioni estetiche in grado di sollecitare la percezione tattile. Questa breve considerazione perché, dovendo parlare delle opere di Domenico Asmone, il rapporto tra materia ed energia costituisce la base essenziale della stessa concezione artistica e della poetica che ne qualifica gli esiti della sua pittura.
Ho già avuto occasione, scrivendo il testo per una precedente mostra dell’artista, di fare un riferimento al legame tra materia, energia, e musica, cercando di dimostrare come Asmone proseguisse l’esperienza di quell’intenzione storica che ebbe in Kandinsky uno dei massimi esponenti. Ebbene, gli ultimi lavori che ho visto nel suo studio e selezionato con lui per la mostra attuale, sono un’evoluzione destinata a fornire nuovi campi d’indagine e di ricerca in quanto, adesso, la materia/energia ha preso decisamente il sopravvento e i quadri sono paragonabili a un magma di forze primordiali e generative, che a mio avviso, riportano alla luce quel concetto di azzeramento della pittura che Malevitch intraprese con Quadrato bianco su fondo bianco.
A conferma di questo, l’opera Cromatico: Tutto in un punto (penso al racconto di Calvino nel libro Le cosmicomiche), può costituire la base del mio ragionamento. All’interno di un quadrato, in asse con la verticale ma per ragioni estetiche opportunamente decentrato rispetto a quella orizzontale, si trova un elemento globulare di materia pittorica, mentre dallo spazio “vuoto” vi convergono dieci frammenti/corpuscoli di pigmento. Un’inversione, dunque, del concetto del big bang narrato da Calvino - non esplosione ma implosione - per cui, nel nostro caso, è tutta la pittura materica a rientrare in se stessa, in maniera analoga - ovviamente parafrasando - di come l’arte precedente al Suprematismo rientrava nelle proprie origini del Quadrato bianco su fondo bianco, per ripartire da zero.
Muovendo da questo presupposto, credo sia attendibile considerare le opere di questa mostra come il frutto di una nuova “equazione pittorica” destinata a sviluppare gli esiti della ricerca artistica di Asmone verso la dimensione frattale; ovvero, non solo spazio secondo altezza, larghezza, profondità e tempo, ma anche fratto/spezzato, per cui, matematicamente, è possibile misurare tutto quanto è frastagliato. In questo periodo, con l’esperienza della realtà virtuale, generata grazie alla sequenza di algoritmi, la concezione dello spazio è del tutto diversa da quelle precedenti e l’arte, non può fare a meno di rifletterne la portata del cambiamento.
Cromatico: Palpito, Cromatico: Prima espansione, Cromatico: Rosso su Rosso, sono tre dipinti materici che proseguono nell’iperspazio oltre l’implosione e, secondo il mio giudizio, sono da considerarsi la matrice che ha dato inizio alla serie delle opere successive, quelle “magmatiche”. Nel primo si avverte come la materia stia iniziando il suo percorso lasciandosi dietro l’ammasso delle origini. L’insieme, dalla delicata cromia giocata sul contrasto tenue, induttivamente, fa percepire la “pulsazione” della materia come un’energia primaria sul nascere. Nel secondo, “germogli” di essenza materica si stanno allontanando come “sonde” portatrici di nuova vita. Nel terzo infine, i germogli del rosso si accingono a colonizzare l’iperspazio generando una variante dello stesso colore, ma più levigata e quindi, pronta ad addensarsi per dare inizio a un altro ciclo di energia materica e cromatica.
In molti dipinti di questa fase Asmone rinuncia all’utilizzo dei colori saturi; infatti, è il bianco puro a predominare con la sua forza/luce, oppure è miscelato con un numero limitato di colori: ocra gialla, terra d’ombra, nero minerale e il sintetico blu di prussia. Una gamma quasi priva di “carattere” si direbbe, ma la scelta è intenzionale poiché spetta all’energia materica il compito di sfaldare la superficie in tante masse “fratte”, così da svilupparsi in maniera sequenziale e autogenerante. Espediente tecnico questo, ormai tipico del linguaggio pittorico di Asmone. Inoltre, per accentuare l’esito plastico delle masse di energia, nei quadri più recenti si possono vedere rilievi di malta calcarea contrapposti a quelli di pigmento e gli esiti magmatici, cui facevo riferimento, si evidenziano e confliggono proprio per la loro diversa natura, così dal contrasto ne scaturisce un’armonia “primordiale” tesa a identificare il futuro delle forme, per adesso “invisibili” all’interno del caos di pigmento e materia. In effetti, gli ultimi lavori di Asmone sono “luoghi” di energia in divenire e l’opera Cromatico: Magma 1 ne è la dimostrazione palese: la pittura, al suo stadio iniziale, è combinatoria di sostanze cromatiche in procinto di ripartire da quello zero - del proprio linguaggio artistico - dal quale, secondo me, l’artista ha deciso di ripartire.
La mostra di Domenico Asmone, nella storica Galleria della Brigata del Leoncino di cui è il dinamico Presidente, è in grado di fornire le coordinate necessarie per comprendere come lui, negli ultimi tempi, abbia saputo mettere a frutto un impegno assiduo e costante nei confronti dell’arte, e i risultati dimostrano quanto il suo “discorso sulla pittura” si faccia sempre più complesso, articolato, e ricco di risposte. Infatti, dipingere molto porta a una continua verifica del proprio fare e induce a proficui ripensamenti rispetto a quanto realizzato in precedenza. È così che il dialogo continuo con l’opera può condurre alla rigenerazione degli stilemi abituali, e a trovare nel processo in divenire le ragioni della propria poetica espressiva, a corroborarla di nuovi intenti, sia rispettandone la consequenzialità del linguaggio, quanto affinandone la proprietà della “grammatica visiva”. Quel mio costatare come lo stadio attuale della ricerca di Domenico stia rivelando la ripartenza dallo zero della materia pittorica, vuole essere, oltre a una valutazione critica, l’auspicio affinché l’esperienza creativa sia proseguita sulla strada intrapresa.
06
maggio 2017
Domenico Asmone – Cromatici
Dal 06 maggio al 03 giugno 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL LEONCINO
Pistoia, Via Della Madonna, 45, (Pistoia)
Pistoia, Via Della Madonna, 45, (Pistoia)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato ore 16.30 -19
Vernissage
6 Maggio 2017, ore 17
Autore
Curatore