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Domenico Fatigati – Opere
Equilibrio e misura, ovvero ordine psicologico e ritmo compositivo paiono a primo avviso i caratteri della produzione artistica di Mimmo Fatigati, artista serio, schivo, attivo operatore culturale impegnato da anni nel suo antico territorio del circondario partenopeo.
Comunicato stampa
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Biografia
Mimmo Fatigati è nato ad Acerra nel 1949, dove vive ed opera in Via G. Leopardi, 6. Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte “F. Palizzi” e l'Accademia delle Belle Arti di Napoli. La sua attività artistica inizia nel 1969 con la partecipazione al Premio Nazionale d'Arte Visiva “La Feluca d'Oro” di Bari, riscuotendo un ampio successo di critica. Ha esposto a mostre collettive locali, regionali e nazionali. Una parte della sua produzione artistica appartiene a collezioni private. Da studente ha frequentato assiduamente lo studio del suo maestro Luigi Pezzato. Più volte è stato membro di commissioni giudicatrici. Dal 1981 dirige uno spazio espositivo denominato “Il Ritrovo dell'Arte”, sito in Via G. Leopardi, 4 ad Acerra. Ha insegnato Geometria descrittiva negli Istituti d'Arte e nei Licei Artistici. Nel 1989 è stato l'artefice della nascita dell'Istituto d'Arte di Acerra, ricoprendo l'incarico di Responsabile. Presente in diverse fiere d’Arte. Mostre Personali in diverse città. Le sue Opere sono in permanenza presso gallerie d’Arte. è uno dei fondatori del gruppo nazionale “Astractura” nato a Napoli nel 2011, ispirato da Rosario Pinto.
Equilibrio e misura nell’arte di Mimmo Fatigati
Equilibrio e misura, ovvero ordine psicologico e ritmo compositivo paiono a primo avviso i caratteri della produzione artistica di Mimmo Fatigati, artista serio, schivo, attivo operatore culturale impegnato da anni nel suo antico territorio del circondario partenopeo. Equilibrio e misura chiaramente leggibili nel suo linguaggio, che ha come punti di riferimento della piu’ recente ricerca contemporanea l’“optical art” e i suoi derivati. Una ricerca che potrebbe apparire poco incline alla narrazione di sé e del proprio mondo spirituale. Non è così, in effetti. Che l’opera si affermi con un simbolismo geometrico non esclude che quel simbolismo comporti un principio di poesia. D’altra parte la scelta di uno stile ha un senso proprio in relazione al mondo umano e spirituale che sovrintende al linguaggio e in qualche modo lo significa e ne significa lo stile. Nell’arte di Fatigati quello dello stupore, del miracolo di una sintesi interpretata nell’ordine di una composizione rigorosa di tasselli visivi mi sembra un primo elemento da sottolineare. L’artista acerrano ha vivo il senso della costruzione a partire da oggetti geometrici, che egli assembla sul filo corrivo di una modulazione interna che non riguarda solo il colore o la forma, ma altresì il reciproco rapporto cromatico e spaziale e implicitamente la loro tensione psicologica e spirituale. Non solo, ma l’aspetto costruttivo dell’opera annette una sapienza compositiva in chiave spaziale in cui i risalti cromatici e formali sono in stretta relazione con la sequenza visiva, sicché quest’ultima si legge come una sorta di prefigurazione dell’opera, intimamente, pazientemente e talora lungamente vigilata. Per Fatigati l’arte è modulazione poetica oltre che sensitiva. Ciò giustifica i sottili passaggi tonali, i precisi eppure sfumati rilievi, i motivi cangianti del vocabolario visivo, che ha mille sfumature, percepibili a seconda dell’angolo di visuale e della fonte di luce. Siamo oltre la pittura naturalmente e oltre un assetto di superficie, eppure l’opera resta legata a un principio pittorico. C’è infatti come un riverbero, una riflessione diffusa nei lavori più riusciti dell’artista, che amalgamano segni e colori, che superano il fascino della stessa texture. Un riverbero che mentre è dentro la percezione, trascende quest’ultima, la prolunga, diventa come aura che sublima la stessa visione. Frutto raffinato del rigore costruttivo pensato come sguardo di superiore armonia.
Giorgio Agnisola.
Mimmo Fatigati è nato ad Acerra nel 1949, dove vive ed opera in Via G. Leopardi, 6. Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte “F. Palizzi” e l'Accademia delle Belle Arti di Napoli. La sua attività artistica inizia nel 1969 con la partecipazione al Premio Nazionale d'Arte Visiva “La Feluca d'Oro” di Bari, riscuotendo un ampio successo di critica. Ha esposto a mostre collettive locali, regionali e nazionali. Una parte della sua produzione artistica appartiene a collezioni private. Da studente ha frequentato assiduamente lo studio del suo maestro Luigi Pezzato. Più volte è stato membro di commissioni giudicatrici. Dal 1981 dirige uno spazio espositivo denominato “Il Ritrovo dell'Arte”, sito in Via G. Leopardi, 4 ad Acerra. Ha insegnato Geometria descrittiva negli Istituti d'Arte e nei Licei Artistici. Nel 1989 è stato l'artefice della nascita dell'Istituto d'Arte di Acerra, ricoprendo l'incarico di Responsabile. Presente in diverse fiere d’Arte. Mostre Personali in diverse città. Le sue Opere sono in permanenza presso gallerie d’Arte. è uno dei fondatori del gruppo nazionale “Astractura” nato a Napoli nel 2011, ispirato da Rosario Pinto.
Equilibrio e misura nell’arte di Mimmo Fatigati
Equilibrio e misura, ovvero ordine psicologico e ritmo compositivo paiono a primo avviso i caratteri della produzione artistica di Mimmo Fatigati, artista serio, schivo, attivo operatore culturale impegnato da anni nel suo antico territorio del circondario partenopeo. Equilibrio e misura chiaramente leggibili nel suo linguaggio, che ha come punti di riferimento della piu’ recente ricerca contemporanea l’“optical art” e i suoi derivati. Una ricerca che potrebbe apparire poco incline alla narrazione di sé e del proprio mondo spirituale. Non è così, in effetti. Che l’opera si affermi con un simbolismo geometrico non esclude che quel simbolismo comporti un principio di poesia. D’altra parte la scelta di uno stile ha un senso proprio in relazione al mondo umano e spirituale che sovrintende al linguaggio e in qualche modo lo significa e ne significa lo stile. Nell’arte di Fatigati quello dello stupore, del miracolo di una sintesi interpretata nell’ordine di una composizione rigorosa di tasselli visivi mi sembra un primo elemento da sottolineare. L’artista acerrano ha vivo il senso della costruzione a partire da oggetti geometrici, che egli assembla sul filo corrivo di una modulazione interna che non riguarda solo il colore o la forma, ma altresì il reciproco rapporto cromatico e spaziale e implicitamente la loro tensione psicologica e spirituale. Non solo, ma l’aspetto costruttivo dell’opera annette una sapienza compositiva in chiave spaziale in cui i risalti cromatici e formali sono in stretta relazione con la sequenza visiva, sicché quest’ultima si legge come una sorta di prefigurazione dell’opera, intimamente, pazientemente e talora lungamente vigilata. Per Fatigati l’arte è modulazione poetica oltre che sensitiva. Ciò giustifica i sottili passaggi tonali, i precisi eppure sfumati rilievi, i motivi cangianti del vocabolario visivo, che ha mille sfumature, percepibili a seconda dell’angolo di visuale e della fonte di luce. Siamo oltre la pittura naturalmente e oltre un assetto di superficie, eppure l’opera resta legata a un principio pittorico. C’è infatti come un riverbero, una riflessione diffusa nei lavori più riusciti dell’artista, che amalgamano segni e colori, che superano il fascino della stessa texture. Un riverbero che mentre è dentro la percezione, trascende quest’ultima, la prolunga, diventa come aura che sublima la stessa visione. Frutto raffinato del rigore costruttivo pensato come sguardo di superiore armonia.
Giorgio Agnisola.
15
settembre 2017
Domenico Fatigati – Opere
Dal 15 al 30 settembre 2017
arte contemporanea
Location
UNUSUAL ART GALLERY
Caserta, Via Maielli, 45, (Caserta)
Caserta, Via Maielli, 45, (Caserta)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 18,00 alle 20,00 escluso la domenica.
Vernissage
15 Settembre 2017, ore 19,00
Autore
Curatore