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Domenico Norcia – L’idea che si fa forma
Una antologica dello scultore pugliese che nella sua lunga attività ha sperimentato tecniche e forme espressive nuove, rimanendo sempre agganciato ai temi della realtà contemporanea.
Comunicato stampa
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Sarà inaugurata venerdì 11 marzo 2016, alle ore 18,30, presso la Galleria della Fondazione Banca del Monte di Foggia, in via Arpi 152, la mostra antologica "L'idea che si fa forma" dedicata allo scultore Domenico Norcia, nativo di Panni, ma da moltissimi anni residente a Foggia, dove ha anche insegnato presso il locale Istituto Statale d'Arte.
Con la mostra dedicata al Maestro Norcia, ha detto il Presidente della Fondazione, prof. Saverio Russo, «rendiamo omaggio a un artista che in oltre cinquant'anni di attività, ha percorso con originalità e spiccata sensibilità un pezzo significativo della vicenda artistica italiana, dagli anni Sessanta del Novecento ai giorni nostri. Norcia ha sempre sperimentato nuovi materiali e nuove forme espressive per le sue sintesi plastiche, senza tuttavia mai smettere di essere in presa diretta con la realtà circostante. Lo provano l’agonia terribile del tronco d’ulivo che Norcia ripropone artisticamente alludendo al nuovo flagello della xylella fastidiosa, o la serie delle sculture denominate Ogm, realizzate pochi anni addietro. L'artista, che il grande pubblico conosce soprattutto attraverso la statuaria celebrativa e monumentale, svela, con questa mostra, la complessità della sua ricerca, sviluppatasi in una pluralità di temi e di soggetti e in una molteplicità di materiali, plasmati spesso in una originale commistione».
La mostra è curata da Gaetano Cristino e Marcello Norcia e si avvale, in catalogo, anche di un contributo "metacritico" di Nicola Gentile.
Gaetano Cristino sottolinea che «l'avventura di Domenico Norcia scultore (in mostra ci saranno anche alcuni dipinti dell'artista) si muove lungo una linea che dagli iniziatori della scultura moderna, tra cui Brancusi e Arp, giunge, attraverso Henry Moore, fino ad Alberto Viani. Una linea dove le nuove sintesi plastico-costruttive della forma, ottenute per progressive "decantazioni" della figura originaria, fino a giungere all'astrazione, mantengono tuttavia in sé, ancora, tracce dell'antico, che si sostanziano nell'equilibrio delle forme, tra il vuoto e il pieno, nei rapporti volumetrici, nel ritmo sinuoso e perfino nella dimensione 'statuaria' dell'assieme nello spazio". Domenico Norcia, dice a sua volta Nicola Gentile, "è un artista di mestiere che prima ha imparato il mestiere della scultura, del taglio e della lavorazione delle materie (argilla, marmo, legno, bronzo) e poi vi si è concentrato e assorbito tutto dentro per estrarvi la sua forma d’arte, vale a dire la misura del suo gesto. Non ha avuto tempo per prendere ordini da qualche zoilo caporaletto trasgressivo alla caserma degli eccessi delle belle arti contemporanee e così ha solo allestito la sua oasi di beata solitudine fattiva per svolgere il calmo e sereno tirocinio del suo mestiere all’insegna dell’Arte". Parlando di suo padre artista, Marcello Norcia, anche lui scultore, ha ricordato la fatica che comporta il fare scultura: "da bambino mi soffermavo a guardargli le mani, che a suo dire si erano ingrandite oltremodo per via della continua manipolazione di argilla, legni, metalli, mazzuole, sgorbie, spatole. Sì, per scolpire bisogna avere coraggio, sempre e comunque, perché la fatica dello scolpire non dà tregua, non fa sconti né ammende... ed ora capisco la sua caparbietà, il suo non essere mai soddisfatto, la sua onestà nella continua ricerca di una sintesi estetica che non fosse una scappatoia e peggio una scorciatoia».
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Domenico Norcia, nato a Panni (Fg) nel 1939, vive e opera a Foggia.
Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Bari e quello di Napoli, dove si è diplomato e dove ha stabilito contatti formativi con personalità di rilievo del mondo artistico e culturale partenopeo, come lo scultore Augusto Perez e il pittore Carmine Adamo.
Abilitato all'insegnamento di materie artistiche, è stato docente di "Modellistica" presso l'Istituto Statale d'Arte di Foggia.
Ha iniziato ad esporre giovanissimo in importanti rassegne, presentando sia dipinti che sculture. Ben presto, tuttavia, sarà principalmente attraverso la scultura che darà forma alla sua creatività, ricevendo immediati consensi. Premiato a Napoli alla Rassegna internazionale "Italia 1961", presenta con sempre maggiore frequenza le sue sculture in mostre personali sia in Italia che all'estero, con l'apprezzamento dei maggiori critici, che sottolineano la sua capacità di stilizzare e coniugare figurazione ed astrazione dando "musicalità plastica e vibrazioni al modellato".
Ai numerosi riconoscimenti (Premio Pontano, Napoli, 1977; Premio Mastro d'oro, Fabriano, 1981; Rassegna Arti Figurative, Caramanico Terme, 1981) seguono importanti commesse pubbliche e private per la realizzazione di monumenti, busti, rilievi, medaglie, tra cui ricordiamo: Monumento ai Caduti, Carapelle (1979), Monumento a S. Francesco Antonio Fasani, Lucera (1982), Ritratto di Donato Menichella, busto in bronzo, Banca d'Italia, Roma (1990), Ritratto di Alberto Beneduce, busto in bronzo, IRI, Roma (1992), Ritratto di Francesco Ricciardi, busto in bronzo, Università degli Studi di Foggia (1993), Monumento a Donato Menichella, Biccari (1994), Monumento a Padre Pio da Pietrelcina, fondali Isole Tremiti (1998), La Libertà in cammino, Provincia di Foggia, Foggia (1999), Monumento a Giovanni Paolo II, Poliambulatorio, S. Giovanni Rotondo (2006).
Delle sue opere, che figurano anche in musei e in numerose collezioni pubbliche e private, si sono occupati, tra gli altri, Franco Solmi, Giuseppe Quenzatti, Anna D'Elia, Leonardo De Luca, Mario Morales, Salvatore Ciccone, Dario Micacchi, Nino D'Antonio, Gaetano Cristino.
Con la mostra dedicata al Maestro Norcia, ha detto il Presidente della Fondazione, prof. Saverio Russo, «rendiamo omaggio a un artista che in oltre cinquant'anni di attività, ha percorso con originalità e spiccata sensibilità un pezzo significativo della vicenda artistica italiana, dagli anni Sessanta del Novecento ai giorni nostri. Norcia ha sempre sperimentato nuovi materiali e nuove forme espressive per le sue sintesi plastiche, senza tuttavia mai smettere di essere in presa diretta con la realtà circostante. Lo provano l’agonia terribile del tronco d’ulivo che Norcia ripropone artisticamente alludendo al nuovo flagello della xylella fastidiosa, o la serie delle sculture denominate Ogm, realizzate pochi anni addietro. L'artista, che il grande pubblico conosce soprattutto attraverso la statuaria celebrativa e monumentale, svela, con questa mostra, la complessità della sua ricerca, sviluppatasi in una pluralità di temi e di soggetti e in una molteplicità di materiali, plasmati spesso in una originale commistione».
La mostra è curata da Gaetano Cristino e Marcello Norcia e si avvale, in catalogo, anche di un contributo "metacritico" di Nicola Gentile.
Gaetano Cristino sottolinea che «l'avventura di Domenico Norcia scultore (in mostra ci saranno anche alcuni dipinti dell'artista) si muove lungo una linea che dagli iniziatori della scultura moderna, tra cui Brancusi e Arp, giunge, attraverso Henry Moore, fino ad Alberto Viani. Una linea dove le nuove sintesi plastico-costruttive della forma, ottenute per progressive "decantazioni" della figura originaria, fino a giungere all'astrazione, mantengono tuttavia in sé, ancora, tracce dell'antico, che si sostanziano nell'equilibrio delle forme, tra il vuoto e il pieno, nei rapporti volumetrici, nel ritmo sinuoso e perfino nella dimensione 'statuaria' dell'assieme nello spazio". Domenico Norcia, dice a sua volta Nicola Gentile, "è un artista di mestiere che prima ha imparato il mestiere della scultura, del taglio e della lavorazione delle materie (argilla, marmo, legno, bronzo) e poi vi si è concentrato e assorbito tutto dentro per estrarvi la sua forma d’arte, vale a dire la misura del suo gesto. Non ha avuto tempo per prendere ordini da qualche zoilo caporaletto trasgressivo alla caserma degli eccessi delle belle arti contemporanee e così ha solo allestito la sua oasi di beata solitudine fattiva per svolgere il calmo e sereno tirocinio del suo mestiere all’insegna dell’Arte". Parlando di suo padre artista, Marcello Norcia, anche lui scultore, ha ricordato la fatica che comporta il fare scultura: "da bambino mi soffermavo a guardargli le mani, che a suo dire si erano ingrandite oltremodo per via della continua manipolazione di argilla, legni, metalli, mazzuole, sgorbie, spatole. Sì, per scolpire bisogna avere coraggio, sempre e comunque, perché la fatica dello scolpire non dà tregua, non fa sconti né ammende... ed ora capisco la sua caparbietà, il suo non essere mai soddisfatto, la sua onestà nella continua ricerca di una sintesi estetica che non fosse una scappatoia e peggio una scorciatoia».
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Domenico Norcia, nato a Panni (Fg) nel 1939, vive e opera a Foggia.
Ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Bari e quello di Napoli, dove si è diplomato e dove ha stabilito contatti formativi con personalità di rilievo del mondo artistico e culturale partenopeo, come lo scultore Augusto Perez e il pittore Carmine Adamo.
Abilitato all'insegnamento di materie artistiche, è stato docente di "Modellistica" presso l'Istituto Statale d'Arte di Foggia.
Ha iniziato ad esporre giovanissimo in importanti rassegne, presentando sia dipinti che sculture. Ben presto, tuttavia, sarà principalmente attraverso la scultura che darà forma alla sua creatività, ricevendo immediati consensi. Premiato a Napoli alla Rassegna internazionale "Italia 1961", presenta con sempre maggiore frequenza le sue sculture in mostre personali sia in Italia che all'estero, con l'apprezzamento dei maggiori critici, che sottolineano la sua capacità di stilizzare e coniugare figurazione ed astrazione dando "musicalità plastica e vibrazioni al modellato".
Ai numerosi riconoscimenti (Premio Pontano, Napoli, 1977; Premio Mastro d'oro, Fabriano, 1981; Rassegna Arti Figurative, Caramanico Terme, 1981) seguono importanti commesse pubbliche e private per la realizzazione di monumenti, busti, rilievi, medaglie, tra cui ricordiamo: Monumento ai Caduti, Carapelle (1979), Monumento a S. Francesco Antonio Fasani, Lucera (1982), Ritratto di Donato Menichella, busto in bronzo, Banca d'Italia, Roma (1990), Ritratto di Alberto Beneduce, busto in bronzo, IRI, Roma (1992), Ritratto di Francesco Ricciardi, busto in bronzo, Università degli Studi di Foggia (1993), Monumento a Donato Menichella, Biccari (1994), Monumento a Padre Pio da Pietrelcina, fondali Isole Tremiti (1998), La Libertà in cammino, Provincia di Foggia, Foggia (1999), Monumento a Giovanni Paolo II, Poliambulatorio, S. Giovanni Rotondo (2006).
Delle sue opere, che figurano anche in musei e in numerose collezioni pubbliche e private, si sono occupati, tra gli altri, Franco Solmi, Giuseppe Quenzatti, Anna D'Elia, Leonardo De Luca, Mario Morales, Salvatore Ciccone, Dario Micacchi, Nino D'Antonio, Gaetano Cristino.
11
marzo 2016
Domenico Norcia – L’idea che si fa forma
Dall'undici marzo al 02 aprile 2016
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE DEI MONTI UNITI DI FOGGIA
Foggia, Via Arpi, 152, (Foggia)
Foggia, Via Arpi, 152, (Foggia)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato (esclusi giorni festivi), ore 9.30-13, 17-20
Vernissage
11 Marzo 2016, ore 18.30
Autore
Curatore