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Don Chiosciotte della Mancia
Collettiva di artisti liguri
Comunicato stampa
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Una collettiva di artisti nati o residenti in Liguria dedicata a Don Chisciotte, il personaggio che meglio di ogni altro incarna l’icona della follia umana, di tutti coloro che vogliono estraniarsi, evadere dal quotidiano, proponendo e ricercando la realizzazione dei loro sogni fantastici, sarà inaugurata domani, venerdì 22 giugno (ore 21,30), al Centro Civico Roberto Fontana di Varigotti.
“I nostri artisti hanno cavalcato l'avventura di Don Chisciotte, hanno capito la solitudine, !'inquietudine, il distacco, !'ironia del personaggio e hanno intrapreso un viaggio pittorico in cui hanno evidenziato la peculiarità di Don Chisciotte e del suo mondo a ciascuno di loro più consona. – scrive Gemma Babboni nel catalogo della mostra che è stata presentata nel 2005 al Museo Civico di Villa Groppallo a Vado Ligure - Essi hanno illustrato ora i personaggi, ora l'ambiente naturale o l'atmosfera: chi con ironia come Degli Abbati nel suo perfetto eppur triste profilo del cavaliere inseguito dalla luna in mezzo alle sue visioni; chi con pacata riflessione come Coda che sperde nel blu, come in un sogno, Dulcinea, l'Hidalgo, e il suo scudiero, avvolti da lei come dal vento, immobili di fronte al mare sopra la collina dei loro incubi; chi con senso plastico come Liberti la cui Dulcinea domina in tutta la sua corposità il foglio, immagine concreta del desiderio.
Con le forme, ma soprattutto con i colori, gli artisti hanno interpretato la fervida fantasia, il visionario percorso di Don Chisciotte: così Sirotti col rosso simbolo di una Spagna passionaria da cui escono il muso del ronzino, il viso di Sancho, Don Chisciotte in armatura, tra macchie forti di bianco, di nero, di rosso; così Trielli che sembra compiere una metamorfosi trasformando il bellissimo viso con cappello in elemento naturale con pennellate azzurre, verdi e rosse e grigie e bianche.
Palladini da un cielo scuro fa partire un fascio di luce in cui imprigiona la coppia Don Chisciotte - Sancho che cavalcano, perdendosi nel bosco, nella macchia della campagna iberica dai colori sabbia e ocra, verso un’aurora rosata. Senza discontinuità, con una tensione palpabile da Dulcinea a Sancho, passando per Don Chisciotte a cavallo, in uno scintillio di oro, rosso, nero, giallo, e marrone: c’è tutto il mondo di Cervantes proteso in uno slancio nella preziosa tavoletta di Caminati. I colori accendono i dipinti, ma in Canosa diventano scene gioiose su piani diversi, quasi un circo, un quadro dentro il quadro, una vetrata, un'esplosione di colori, di figure in movimento: Don Chisciotte in cornice è circondato dai suoi incubi e dai suoi desideri, solo il cavallo galoppa con una ampia, armoniosa falcata. Ma il fantastico cavaliere è sempre solo, sia che domini la scena, sia che sia posto in un angolo: in Job è triste e abbandonato, libero dall'armatura, ma solo, non è più il cavaliere folle del '600, è un uomo contemporaneo, è uno di noi che guarda nel vuoto, stanco, perfino i colori degli abiti dimessi, vinaccia e marrone, dicono la fine del sogno, la caduta delle illusioni. Anche Di Giusto disegna con colori smorti e linee appena abbozzate l'interiorità di questo uomo perso nella sua solitudine, seguito da un Sancho fedele ma inconsapevole, per questo ancora più solo. Come il cavaliere di Grande, guidato dalla luna, tutt'uno con Ronzinante, senza meta, essenziale nelle linee e nei colori, ma efficace. Romantico questo Don Chisciotte, ma, se lo guardi in primo piano, folle, come il vecchio di Rigon: dal viso scarno, l'occhio fisso e allargato, le mani ossute, avvolto in un mantello - lenzuolo: non colori ma incisivi tratti di disegno lo rendono stralunato, impaurito. Il nostro è un eroe triste, anche se alcune avventure sono esilaranti; egli combatte la sua battaglia della vita, in essa cerca la sua verità, ma non si rende conto che ciò che egli crede realtà non è che visione onirica, creatura della fantasia, della mente. Ma se questo sogno fosse davvero la realtà? È il sogno, la fantasia sicuramente una grande forza che spinge a vivere.
Per questa ambiguità così moderna, Don Chisciotte è stato da tanti illustri artisti interpretato e descritto; i nostri autori aggiungono significati e prospettive interessanti alla numerosa iconografia, si divertono a continuare il "giocò' di questa meravigliosa storia”.
Aurelio Caminati
pittore, ceramista, performer; nato a Genova nel 1924, ha partecipato a collettive e organizzato personali nazionali e all'estero, a palazzo Ducale ha realizzato una bella antologica, vive e lavora a Genova.
Pier Canosa
pittore, incisore; nato a Vasto, Chieti, nel 1940, scrive fiabe e romanzi che arricchisce con illustrazioni, ha realizzato mostre personali, dal 1968 vive e lavora a Genova.
Milly Coda
pittrice e poetessa; nata a Savona nel 1937, con altri artisti ha fondato il gruppo Campoaperto, ha realizzato personali e partecipato a collettive in Italia e all'estero, dal 1961 vive e lavora a Genova.
Gigi Degli Abbati
pittore; nato a Genova nel 1944; ha realizzato mostre personali e partecipato a collettive in Italia e all'estero, ha realizzato al Porto Antico un grandioso mosaico pavimentale, vive e lavora a Genova.
Walter Di Giusto
pittore; nato a Casacco, Udine, nel 1946; ha realizzato numerose personali e ha partecipato a collettive, oltre che alla X Quadriennale romana, vive e lavora a Genova.
Luigi Grande
pittore; nato a Palermo nel 1939; ha esposto in numerose personali e ha partecipato a rassegne d'arte nazionali e internazionali, sue opere sono presenti in numerosi Musei e Gallerie, vive e lavora a Sestri Levante.
Giovanni Job
pittore, incisore; nato a Magnano, Udine, nel 1950; ha fondato con altri artisti a Sestri Levante il consorzio CALA Fieschi, ora insegna all'Accademia di Brera, vive e lavora tra Milano e Chiavari.
Bruno Liberti
pittore; nato a Genova nel 1938, ha insegnato per 37 anni, autore di numerose personali, le ultime dedicate proprio a Don Chisciotte, ha fondato con Vico Faggi il gruppo Campoaperto, vive e lavora a Genova.
Sergio Palladini
pittore; nato a Genova nel 1936, numerose sono le sue personali, vive e lavora a Genova e a Varigotti, dove ultimamente ha aperto uno studio, è interprete del paesaggio della riviera di ponente.
Luigi Maria Rigon
pittore; nato a Genova nel 1932, ha organizzato numerose personali, dal 1965 ha fatto parte del Gruppo Cond con Giusto e Parini, vive e lavora a Genova.
Raimondo Sirotti
pittore; nato a Bogliasco, Genova, nel 1934, ha partecipato a prestigiose mostre nazionali e internazionali, ha realizzato arazzi per il Teatro Carlo Felice, vive e lavora a Bogliasco.
Giuseppe Trielli
pittore, scultore, grafico; nato a Rapallo, Genova, nel 1954 inizia la sua attività nel 1975; insegna discipline pittoriche al Liceo Artistico "N. Barabino': vive a Rapallo, ha lo studio a Santa Margherita Ligure.
“I nostri artisti hanno cavalcato l'avventura di Don Chisciotte, hanno capito la solitudine, !'inquietudine, il distacco, !'ironia del personaggio e hanno intrapreso un viaggio pittorico in cui hanno evidenziato la peculiarità di Don Chisciotte e del suo mondo a ciascuno di loro più consona. – scrive Gemma Babboni nel catalogo della mostra che è stata presentata nel 2005 al Museo Civico di Villa Groppallo a Vado Ligure - Essi hanno illustrato ora i personaggi, ora l'ambiente naturale o l'atmosfera: chi con ironia come Degli Abbati nel suo perfetto eppur triste profilo del cavaliere inseguito dalla luna in mezzo alle sue visioni; chi con pacata riflessione come Coda che sperde nel blu, come in un sogno, Dulcinea, l'Hidalgo, e il suo scudiero, avvolti da lei come dal vento, immobili di fronte al mare sopra la collina dei loro incubi; chi con senso plastico come Liberti la cui Dulcinea domina in tutta la sua corposità il foglio, immagine concreta del desiderio.
Con le forme, ma soprattutto con i colori, gli artisti hanno interpretato la fervida fantasia, il visionario percorso di Don Chisciotte: così Sirotti col rosso simbolo di una Spagna passionaria da cui escono il muso del ronzino, il viso di Sancho, Don Chisciotte in armatura, tra macchie forti di bianco, di nero, di rosso; così Trielli che sembra compiere una metamorfosi trasformando il bellissimo viso con cappello in elemento naturale con pennellate azzurre, verdi e rosse e grigie e bianche.
Palladini da un cielo scuro fa partire un fascio di luce in cui imprigiona la coppia Don Chisciotte - Sancho che cavalcano, perdendosi nel bosco, nella macchia della campagna iberica dai colori sabbia e ocra, verso un’aurora rosata. Senza discontinuità, con una tensione palpabile da Dulcinea a Sancho, passando per Don Chisciotte a cavallo, in uno scintillio di oro, rosso, nero, giallo, e marrone: c’è tutto il mondo di Cervantes proteso in uno slancio nella preziosa tavoletta di Caminati. I colori accendono i dipinti, ma in Canosa diventano scene gioiose su piani diversi, quasi un circo, un quadro dentro il quadro, una vetrata, un'esplosione di colori, di figure in movimento: Don Chisciotte in cornice è circondato dai suoi incubi e dai suoi desideri, solo il cavallo galoppa con una ampia, armoniosa falcata. Ma il fantastico cavaliere è sempre solo, sia che domini la scena, sia che sia posto in un angolo: in Job è triste e abbandonato, libero dall'armatura, ma solo, non è più il cavaliere folle del '600, è un uomo contemporaneo, è uno di noi che guarda nel vuoto, stanco, perfino i colori degli abiti dimessi, vinaccia e marrone, dicono la fine del sogno, la caduta delle illusioni. Anche Di Giusto disegna con colori smorti e linee appena abbozzate l'interiorità di questo uomo perso nella sua solitudine, seguito da un Sancho fedele ma inconsapevole, per questo ancora più solo. Come il cavaliere di Grande, guidato dalla luna, tutt'uno con Ronzinante, senza meta, essenziale nelle linee e nei colori, ma efficace. Romantico questo Don Chisciotte, ma, se lo guardi in primo piano, folle, come il vecchio di Rigon: dal viso scarno, l'occhio fisso e allargato, le mani ossute, avvolto in un mantello - lenzuolo: non colori ma incisivi tratti di disegno lo rendono stralunato, impaurito. Il nostro è un eroe triste, anche se alcune avventure sono esilaranti; egli combatte la sua battaglia della vita, in essa cerca la sua verità, ma non si rende conto che ciò che egli crede realtà non è che visione onirica, creatura della fantasia, della mente. Ma se questo sogno fosse davvero la realtà? È il sogno, la fantasia sicuramente una grande forza che spinge a vivere.
Per questa ambiguità così moderna, Don Chisciotte è stato da tanti illustri artisti interpretato e descritto; i nostri autori aggiungono significati e prospettive interessanti alla numerosa iconografia, si divertono a continuare il "giocò' di questa meravigliosa storia”.
Aurelio Caminati
pittore, ceramista, performer; nato a Genova nel 1924, ha partecipato a collettive e organizzato personali nazionali e all'estero, a palazzo Ducale ha realizzato una bella antologica, vive e lavora a Genova.
Pier Canosa
pittore, incisore; nato a Vasto, Chieti, nel 1940, scrive fiabe e romanzi che arricchisce con illustrazioni, ha realizzato mostre personali, dal 1968 vive e lavora a Genova.
Milly Coda
pittrice e poetessa; nata a Savona nel 1937, con altri artisti ha fondato il gruppo Campoaperto, ha realizzato personali e partecipato a collettive in Italia e all'estero, dal 1961 vive e lavora a Genova.
Gigi Degli Abbati
pittore; nato a Genova nel 1944; ha realizzato mostre personali e partecipato a collettive in Italia e all'estero, ha realizzato al Porto Antico un grandioso mosaico pavimentale, vive e lavora a Genova.
Walter Di Giusto
pittore; nato a Casacco, Udine, nel 1946; ha realizzato numerose personali e ha partecipato a collettive, oltre che alla X Quadriennale romana, vive e lavora a Genova.
Luigi Grande
pittore; nato a Palermo nel 1939; ha esposto in numerose personali e ha partecipato a rassegne d'arte nazionali e internazionali, sue opere sono presenti in numerosi Musei e Gallerie, vive e lavora a Sestri Levante.
Giovanni Job
pittore, incisore; nato a Magnano, Udine, nel 1950; ha fondato con altri artisti a Sestri Levante il consorzio CALA Fieschi, ora insegna all'Accademia di Brera, vive e lavora tra Milano e Chiavari.
Bruno Liberti
pittore; nato a Genova nel 1938, ha insegnato per 37 anni, autore di numerose personali, le ultime dedicate proprio a Don Chisciotte, ha fondato con Vico Faggi il gruppo Campoaperto, vive e lavora a Genova.
Sergio Palladini
pittore; nato a Genova nel 1936, numerose sono le sue personali, vive e lavora a Genova e a Varigotti, dove ultimamente ha aperto uno studio, è interprete del paesaggio della riviera di ponente.
Luigi Maria Rigon
pittore; nato a Genova nel 1932, ha organizzato numerose personali, dal 1965 ha fatto parte del Gruppo Cond con Giusto e Parini, vive e lavora a Genova.
Raimondo Sirotti
pittore; nato a Bogliasco, Genova, nel 1934, ha partecipato a prestigiose mostre nazionali e internazionali, ha realizzato arazzi per il Teatro Carlo Felice, vive e lavora a Bogliasco.
Giuseppe Trielli
pittore, scultore, grafico; nato a Rapallo, Genova, nel 1954 inizia la sua attività nel 1975; insegna discipline pittoriche al Liceo Artistico "N. Barabino': vive a Rapallo, ha lo studio a Santa Margherita Ligure.
22
giugno 2007
Don Chiosciotte della Mancia
Dal 22 giugno al 22 luglio 2007
arte contemporanea
Location
CENTRO CIVICO ROBERTO FONTANA
Finale Ligure, Via Aurelia, (Savona)
Finale Ligure, Via Aurelia, (Savona)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 21 alle 23
Vernissage
22 Giugno 2007, ore 21,30
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