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Donna del ‘900. Nella cultura internazionale e nel lavoro
Una mostra dedicata alla figura femminile nel mondo dell’arte contemporanea e nei più svariati campi della cultura, ma anche alle donne in generale che, impegnate nel mondo del lavoro, hanno dato il loro essenziale contributo allo sviluppo del tessuto socio-economico.
Comunicato stampa
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Una importante mostra dedicata alla figura femminile nel mondo dell’arte contemporanea e nei più svariati campi della cultura, ma anche alle donne in generale che, impegnate nel mondo del lavoro, hanno dato il loro essenziale contributo allo sviluppo del tessuto socio-economico: una visione quasi globale delle capacità e delle potenzialità umane al femminile, questa è la tematica dell’esposizione collettiva intitolata appunto “Donna del ‘900, nella cultura internazionale e nel lavoro”, allestita presso il museo MD’N - Museo Nori De’ Nobili a Ripe/Trecastelli (AN). Questo particolare museo, inaugurato nel corso del 2012, è dedicato alla memoria di una nota artista marchigiana, Nori De’ Nobili, ormai scomparsa da oltre quarant’anni, che a Ripe ha trascorso parte della sua travagliata esistenza e che si è sacrificata in nome della possibilità di esprimersi e di vivere senza coercizioni, e non solo in campo artistico. Appare chiaro ora perché il museo dedicato a Nori, simbolo di profonda volontà di emancipazione, sia anche la sede del CENTRO STUDI SULLA DONNA NELLE ARTI VISIVE CONTEMPORANEE, un museo attualmente unico nel suo genere in tutta Europa. La volontà è quella di abbattere gli ultimi pregiudizi tutt’ora esistenti, mettendo in luce attraverso la storia dell’arte contemporanea il ruolo fondamentale sia delle donne artiste, sia delle donne che sono al centro della tematica delle opere degli artisti in generale, uomini o donne che siano. Infatti anche la donna rappresentata nell’opera d’arte non deve essere considerata “oggetto” della stessa, ma semmai “soggetto”, protagonista portatrice di tematiche e argomenti personali e sociali di fondamentale interesse.
Il museo MD’N è quindi il luogo perfetto per organizzare e ospitare questa mostra collettiva che ha potuto contare su opere fotografiche realizzate da artisti di rilievo, ognuno con all’attivo un nutrito numero di esposizioni e i cui lavori sono presenti in diverse collezioni private e museali. Questi artisti hanno saputo ritrarre le donne cogliendo, attraverso volti, sguardi, movenze, i tratti essenziali delle loro capacità e potenzialità nei rispettivi campi d’azione. Estremamente interessante la foto che ritrae Peggy Guggenheim scattata da Paolo Barozzi, assistente personale di Peggy negli anni '60 e successivamente noto gallerista a Venezia e a Milano, scrittore e personalità di spicco nel mondo dell’arte contemporanea. La nota collezionista americana, ritratta dall’amico Barozzi, è un chiaro esempio di come una donna possa essere in grado di realizzarsi e cosa possa “costruire” intorno a se, diventando un polo di scambio culturale ed esempio a cui ispirarsi. Dell’artista Antonio D’Agostino sono presenti opere fotografiche che fissano e interpretano le azioni concettuali di artiste come Charlotte Moorman, Takako Saito e Marina Abramovic mentre sono impegnate nelle loro performances, che si completano attraverso l’occhio e la “rielaborazione visiva” di D’Agostino stesso, che grazie anche alle sue molteplici sperimentazioni ed esperienze artistiche, tra pittura, fotografia e video arte, è uno dei principali interpreti di Fluxus ed è tra gli artisti più interessanti sulla scena attuale. Di Maria Mulas, indiscusso personaggio di riferimento della fotografia italiana, dopo la recente mostra insieme ad Antonio D’Agostino alla Rocca Roveresca di Senigallia, troviamo significative immagini che ritraggono artiste e donne famose, come Dadamaino, Gina Pane e Sonia Delaunay in pose naturali e apparentemente non costruite, colte nei loro studi personali e nei luoghi di lavoro: flash di esistenze vissute con proficua intensità che l’artista Maria Mulas inquadra alla perfezione. Emilano Zucchini, artista romano da sempre aperto all’utilizzo di molteplici forme espressive, in particolare la video arte, l’arte digitale, la musica e la fotografia, presenta degli scatti che ritraggono Yoko Ono, Giosetta Fioroni e Lucrezia De Domizio Durini: volti e corpi che attraverso la visione artistica di Zucchini si propongono agli osservatori con notevole intensità e con tutti i loro significati concettuali andando al di la dell’immagine stessa e dell’ambientazione, colpendo l’immaginario dell’osservatore in cui restano impressi. Gli scatti di Patrizia Lo Conte, artista senigalliese che ha fatto della fotografia la propria fede, immortalano la scrittrice Dacia Maraini, Anna Boschi e Ayako Nakamiya; Patrizia Lo Conte utilizza lo strumento fotografico con estrema disinvoltura e naturalezza, riuscendo a creare singolari giochi tra immagini, tra i soggetti fotografati e gli ambienti in cui si trovano cercando di ottenere situazioni particolari e di effetto. Alfonso Napolitano, poliedrico artista anconitano d’adozione, alla pittura e alla scultura affianca regolarmente il mezzo fotografico come ulteriore forma espressiva, ottenendo risultati estremamente originali; di Napolitano in questa mostra sono esposti i ritratti di Mirella Bentivoglio, Johanna Grawunder e Chima Sunada, attraverso cui è evidente un uso dello scatto estremamente preciso nella creatività del gesto artistico e della composizione. Di Ottavio Pinarello, artista veneto che opera tra pittura e fotografia attraverso particolari e originali sperimentazioni, oltre al ritratto di Lisa Ponti dal cui volto traspare l’esperienza di una vita vissuta per l’arte e la cultura, ritroviamo una sua tipica opera fotografica su tela (Women Story, 2013) attraverso cui Pinarello, quasi sovrapponendo profili e volti di alcune signore di Ripe su uno scuro sfondo pittorico, racconta l’importanza e l’orgoglio della donna in generale, che tramite il lavoro e la coesione sociale ha contribuito a dare importanza alla propria figura senza necessariamente essere sotto i riflettori. Lo scatto fotografico di Fosca Rosselli, eclettica e creativa pittrice toscana avvicinatasi stabilmente anche alla fotografia soprattutto dopo l’incontro con Mario Giacomelli, contribuisce ulteriormente alla “costruzione” concettuale di questa mostra, ritraendo in un'unica scena Ottavio Pinarello insieme alle signore protagoniste e al “quadro fotografico” di Pinarello stesso sullo sfondo, creando quindi un’opera in cui Fosca Rosselli, attraverso la sua sensibilità e la sua visione d’insieme, ribadisce e sottolinea il rapporto biunivoco tra le donne e l’artista che le ha rappresentate e che diventa in un certo qual modo interprete e portavoce delle loro coscienze e del loro orgoglio collettivo femminile.
Di Simona Zava
Il museo MD’N è quindi il luogo perfetto per organizzare e ospitare questa mostra collettiva che ha potuto contare su opere fotografiche realizzate da artisti di rilievo, ognuno con all’attivo un nutrito numero di esposizioni e i cui lavori sono presenti in diverse collezioni private e museali. Questi artisti hanno saputo ritrarre le donne cogliendo, attraverso volti, sguardi, movenze, i tratti essenziali delle loro capacità e potenzialità nei rispettivi campi d’azione. Estremamente interessante la foto che ritrae Peggy Guggenheim scattata da Paolo Barozzi, assistente personale di Peggy negli anni '60 e successivamente noto gallerista a Venezia e a Milano, scrittore e personalità di spicco nel mondo dell’arte contemporanea. La nota collezionista americana, ritratta dall’amico Barozzi, è un chiaro esempio di come una donna possa essere in grado di realizzarsi e cosa possa “costruire” intorno a se, diventando un polo di scambio culturale ed esempio a cui ispirarsi. Dell’artista Antonio D’Agostino sono presenti opere fotografiche che fissano e interpretano le azioni concettuali di artiste come Charlotte Moorman, Takako Saito e Marina Abramovic mentre sono impegnate nelle loro performances, che si completano attraverso l’occhio e la “rielaborazione visiva” di D’Agostino stesso, che grazie anche alle sue molteplici sperimentazioni ed esperienze artistiche, tra pittura, fotografia e video arte, è uno dei principali interpreti di Fluxus ed è tra gli artisti più interessanti sulla scena attuale. Di Maria Mulas, indiscusso personaggio di riferimento della fotografia italiana, dopo la recente mostra insieme ad Antonio D’Agostino alla Rocca Roveresca di Senigallia, troviamo significative immagini che ritraggono artiste e donne famose, come Dadamaino, Gina Pane e Sonia Delaunay in pose naturali e apparentemente non costruite, colte nei loro studi personali e nei luoghi di lavoro: flash di esistenze vissute con proficua intensità che l’artista Maria Mulas inquadra alla perfezione. Emilano Zucchini, artista romano da sempre aperto all’utilizzo di molteplici forme espressive, in particolare la video arte, l’arte digitale, la musica e la fotografia, presenta degli scatti che ritraggono Yoko Ono, Giosetta Fioroni e Lucrezia De Domizio Durini: volti e corpi che attraverso la visione artistica di Zucchini si propongono agli osservatori con notevole intensità e con tutti i loro significati concettuali andando al di la dell’immagine stessa e dell’ambientazione, colpendo l’immaginario dell’osservatore in cui restano impressi. Gli scatti di Patrizia Lo Conte, artista senigalliese che ha fatto della fotografia la propria fede, immortalano la scrittrice Dacia Maraini, Anna Boschi e Ayako Nakamiya; Patrizia Lo Conte utilizza lo strumento fotografico con estrema disinvoltura e naturalezza, riuscendo a creare singolari giochi tra immagini, tra i soggetti fotografati e gli ambienti in cui si trovano cercando di ottenere situazioni particolari e di effetto. Alfonso Napolitano, poliedrico artista anconitano d’adozione, alla pittura e alla scultura affianca regolarmente il mezzo fotografico come ulteriore forma espressiva, ottenendo risultati estremamente originali; di Napolitano in questa mostra sono esposti i ritratti di Mirella Bentivoglio, Johanna Grawunder e Chima Sunada, attraverso cui è evidente un uso dello scatto estremamente preciso nella creatività del gesto artistico e della composizione. Di Ottavio Pinarello, artista veneto che opera tra pittura e fotografia attraverso particolari e originali sperimentazioni, oltre al ritratto di Lisa Ponti dal cui volto traspare l’esperienza di una vita vissuta per l’arte e la cultura, ritroviamo una sua tipica opera fotografica su tela (Women Story, 2013) attraverso cui Pinarello, quasi sovrapponendo profili e volti di alcune signore di Ripe su uno scuro sfondo pittorico, racconta l’importanza e l’orgoglio della donna in generale, che tramite il lavoro e la coesione sociale ha contribuito a dare importanza alla propria figura senza necessariamente essere sotto i riflettori. Lo scatto fotografico di Fosca Rosselli, eclettica e creativa pittrice toscana avvicinatasi stabilmente anche alla fotografia soprattutto dopo l’incontro con Mario Giacomelli, contribuisce ulteriormente alla “costruzione” concettuale di questa mostra, ritraendo in un'unica scena Ottavio Pinarello insieme alle signore protagoniste e al “quadro fotografico” di Pinarello stesso sullo sfondo, creando quindi un’opera in cui Fosca Rosselli, attraverso la sua sensibilità e la sua visione d’insieme, ribadisce e sottolinea il rapporto biunivoco tra le donne e l’artista che le ha rappresentate e che diventa in un certo qual modo interprete e portavoce delle loro coscienze e del loro orgoglio collettivo femminile.
Di Simona Zava
17
maggio 2014
Donna del ‘900. Nella cultura internazionale e nel lavoro
Dal 17 al 25 maggio 2014
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO NORI DE’ NOBILI – VILLINO ROMUALDO
Ripe, Piazza Leopardi, 32, (Ancona)
Ripe, Piazza Leopardi, 32, (Ancona)
Orario di apertura
18.00 - 20.00, martedì, giovedì e sabato anche al mattino dalle 10.30 alle 12.30
Vernissage
17 Maggio 2014, h 21
Autore
Curatore