I dipinti presentati faranno da scenografia alle poesie di Oodgeroo Noonuccal, pubblicate, per la prima volta in Italia, su un prezioso volume a tiratura limitata (Edizioni ab.Origena 2003).
La cultura aborigena australiana ha, dal 1964, una sua poesia, una voce che interpreta i disegni di un terreno antico quanto i sogni, canta la poesia nuda della terra e del vento, una voce variopinta, disseminata di simboli, contrasti, storie, che evoca una tradizione creativa antica millenni, fertile di racconti, riti, ancestrali desideri.
Parole e immagini aprono, così, un dialogo magico, alla base del quale c’è un’atavica semplicità; la loro predilezione per un immagine elementare e per un linguaggio volutamente scarno, rispecchia la volontà di rendere visibile e fruibile ciò che altrimenti non sarebbe afferrabile; l’atto creativo, che chiamano “sogno”, ci conduce così ad un passo dalla conoscenza.